Sarde a beccafico

Le sarde a beccafico sono un piatto tipico siciliano (Palermo) e come tale è stato ufficialmente riconosciuto e inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf).

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La sardina e un pesce marino, per le sue qualità nutrizionali viene consigliata nella prevenzione delle cardiopatie specie nelle persone affette da ipercolesterolemia, in quanto particolarmente ricca di acidi grassi essenziali omega 3.

Ingredienti:

  • Sarde fresche
  • olio extravergine d’oliva
  • 50% pangrattato + 50% mollica di pane casereccio
  • 1 spicchio di aglio tritato
  • pinoli
  • uva sultanina
  • prezzemolo
  • sale&pepe
  • scorza d’arancio grattugiata
  • 2 uova
  • arancia o limone

Questo piatto si caratterizza per una nota di dolce che resta sul palato data dalla presenza dell’uva sultanina, dei pinoli e dell’arancia, questa dolcezza si può equilibrare con la sostituzione dell’arancia con il limone…

…per chi ama il salato invece io propongo la sostituzione dei pinoli e dell’uva sultanina con capperi dissalati e parmigiano grattugiato nonché la sostituzione dell’arancia con il limone; infine due pomodorini e origano accompagnano la cottura e fanno da contorno migliorando ancora il sapore del piatto. (ricetta messinese)

Preparazione delle sarde a beccafico alla palermitana:

…innazitutto pulire le sarde dalle lische….

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…poi strappare e tirare la testa facendo così uscire pure le interiora…

…e lasciando la coda…

…aprire a metà ogni sarda, togliere la spina centrale,…

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…adesso preparare il ripieno, iniziando a tritare bene in una planetaria la mollica di pane casereccio con 1 spicchio di aglio,…

…dopo…

…in una ciotola mettere 50% di questa mollica di pane e 50% di pangrattato, unire del prezzemolo tritato, i pinoli, l’uva sultanina, il sale & pepe, l’olio extravergine di oliva …

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…amalgamare e aggiungere della scorza di arancio grattugiata…

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…preparare la teglia dove adagiare le sarde ripiene, con fette di arancia, pinoli, uva sultanina e olio extravergine di oliva…

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..sbattere 2 uova e iniziare a realizzare le sarde a beccafico…

…passare nell’uovo sbattuto 2 sarde alla volta rivolte dalla parte che va riempita …

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…riempirla con il condimento preparato precedentemente…

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…e coprirla con l’altra sarda passata nell’uovo sbattuto (questo metodo è più semplice per i meno esperti in manualità ) (mentre la ricetta palermitana prevede invece che ogni sarda ripiena sia avvolta su se stessa in modo da formare involtini da inserire in uno spiedino e separati da una foglia di alloro)…

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…adagiare nella teglia già pronta, e poi infornare a 180 gradi per 20 minuti…

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…fare raffreddare per almeno 15 minuti…

…le sarde a beccafico vanno degustate tiepide o addirittura fredde…

…buon appetito!


L’Anisakis simplex è un nematode normalmente presente come parassita intestinale in numerosi mammiferi marini (balene, delfini, foche, etc.) le uova non fecondate di Anisakis vengono rilasciate in mare tramite le feci. Nell’acqua le uova di Anisakis maturano (vengono fecondate); successivamente, escono dall’uovo e si diffondono le larve. Le larve vengono ingerite da un ospite intermedio (es. crostaceo planctonico), ospite intermedio perché mediante la predazione, le larve passano da pesce a pesce, tra cui tonno, pesce sciabola, salmone, triglie, ricciola, pesce spada, rana pescatrice, aringa, sardina, acciuga, lampuga, merluzzo, nasello e sgombro. L’anisakis è estremamente diffuso, poiché è presente in più dell’85% delle aringhe, nell’80% delle triglie e nel 70% dei merluzzi.

Questi nematodi migrano dalle viscere del pesce alle sue carni se, quando catturato, non viene prontamente eviscerato. Quando l’uomo mangia pesce infetto crudo, non completamente cotto o in salamoia, le larve possono impiantarsi sulla parete dell’apparato gastrointestinale, dallo stomaco fino al colon. Per difendersi dai succhi gastrici, attaccano le mucose con grande capacità perforante, determinando una parassitosi acuta o cronica. La parassitosi acuta da anisakis insorge già dopo poche ore dall’ingestione di pesce crudo e si manifesta con intenso dolore addominale, nausea e vomito. Semplici accorgimenti sono necessari per consumare il pesce in totale sicurezza: il trattamento termico (congelamento oppure la cottura) per un tempo sufficientemente lungo, è indispensabile per prevenire le anisakiasi.
Si raccomanda sempre di congelare molluschi e pesce destinati al consumo, alla temperatura di (almeno) –35°C per 15 ore, oppure di -18°C per 7 giorni. Anche una buona cottura garantisce l’uccisione del parassita dal pesce. (la temperatura all’interno del pesce deve raggiungere i 60°C per almeno un minuto)

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