Uno studio pubblicato sulla rivista Annals of Family Medicine rivela che due giovani su tre hanno almeno un fattore di rischio per malattie cardiovascolari. Nonostante questo a meno della metà di loro viene misurato il colesterolo. Non esistono dati precisi sulla diffusione dell’ipercolesterolemia nei bambini italiani, ma siamo il paese europeo con i livelli più alti di obesità infantile e quindi è probabile che la condizione non sia poi così rara. «Non ci sono linee guida per lo screening in giovane età – spiega Franco Pazzucconi farmacologo del centro per le dislipidemie dell’ospedale Niguarda di Milano – ma è ragionevole pensare a controlli intorno ai 4 anni d’età in caso di familiarità per infarto, rischio cardiovascolare, e dislipidemie. Negli altri casi un controllo intorno ai 10 anni e durante l’adolescenza».
Prima si interviene, più è facile ottenere buoni risultati, se si modificano precocemente i fattori di rischio dell’aterosclerosi, il beneficio per i pazienti sarà evidente. Bisogna incentivare l’attività fisica e indirizzare il paziente verso uno stile di vita e un’alimentazione sana.
