Taralli o Scaldatelli. Che bei ricordi!

I taralli o scaldatelli sono una ghiottoneria tipica pugliese. Il nome tarallo è di origine incerta, probabilmente si riferisce alla loro forma rotonda. La tradizione vuole che le donne preparassero sia scaldatelli sia taralli dolci come i taralli all’uovo e i tarallini glassati per le feste pasquali.  Taralli o scaldatelli - L'aPINA in cucina

 Quando ero bambina nel mio piccolo paese non era raro vedere le donne affaccendate a preparare i taralli, solitamente si organizzavano tra parenti, ma anche tra vicine di casa, in modo tale da preparare un giorno i taralli per una famiglia ed il giorno seguente per l’altra. Alcune volte, poi, bastava vedere che la propria vicina si era messa all’opera per richiamare subito la propria attenzione e andare a darle una mano per terminare prima il lavoro. Tutto questo avveniva sotto gli occhi affascinati dei bambini che giocavano all’aperto.

E sì, perchè un tempo (ed io non sono certo un dinosauro! 😀 ) i bambini trascorrevano più tempo a fare giochi all’aperto e a godersi le belle giornate di primavera poichè erano meno bombardati da mass-media e “diavolerie” tecnologiche!

 Questo era il quandro che vedevo nelle giornate assolate primaverili quando mia nonna preparava i taralli mentre io insieme agli altri bambini del vicinato giocavamo all’aperto. Così di tanto in tanto ci fermavamo e osservavamo incantati il lavoro certosino delle nostre nonne e mamme mentre chiudevano a mo’ di ciambella i salsicciotti di pasta. Dopo la lessatura degli scaldatelli si passava all’asciugatura che veniva effettuata infilando un bastone di legno nei taralli  che a sua volta veniva appoggiato alle estremità su due supporti (spesso i supporti erano gli schienali di due sedie!) e venivano lasciati all’aperto per qualche ora. Una volta asciugati gli scaldatelli venivano riposti nelle teglie e portati all’unico forno del paese per la cottura. I profumi che si sprigionavano dal forno sono indescrivibili perchè tutte le parole non riescono a dare l’idea delle sensazioni che si provavano, ed ancor meno posso descrivere la sensazione che provo nel degustare un buon tarallo! Io però quando voglio riprovare quella sensazione di benessere e rievocare i miei ricordi d’infanzia più piacevoli mi coccolo mangiando qualche tarallino, ma l’appagamento maggiore lo provo sicuramente quando sono io stessa a preparare gli scaldatelli. Le sensazioni si riproducono fedelmente perchè oltre all’appagamento gustativo vi è anche quello olfattivo, infatti quando inforno i taralli tutta la casa viene pervasa da quell’inconfondibile profumo che mi fa stare veramente bene. Ecco questo è il mio comfort food!

Per lo stesso motivo questa è la mia “ricetta del cuore”.

La ricetta degli scaldatelli è quella tradizionale che faceva mia nonna con una variante: lei utilizzava il crescente che si procurava al forno, io invece la faccio usando il mio lievito madre .

Taralli o scaldatelli - L'aPINA in cucina

Taralli o scaldatelli

Ingredienti:

  • 1 kg di farina bianca
  • 350 g di lievito madre
  • 250 g di olio extravergine di oliva
  • 300 g di vino bianco secco
  • 30 g di sale
  • semi di finocchio

Impastare insieme la farina, il lievito madre, il vino, l’olio, il sale ed i semi di finocchio fino ad ottenere un impasto omogeneo. Lasciare riposare, in un contenitorre chiuso, per almeno 2 ore in un luogo caldo. Taralli o scaldatelli - L'aPINA in cucinaFormare dei bastoncini di pasta di circa 1 cm di diametro e di circa 8-10 cm di lunghezza e chiuderli su se stessi sovrapponendo le estremità e dando origine ad una sorta di ciambellina. In una capiente pentola portare ad ebollizione dell’ acqua non salata. Immergere i taralli nell’acqua bollente pochi per volta e appena salgono a galla ritirarli con una schiumarola.

Taralli o scaldatelli - L'aPINA in cucinaLasciarli asciugare su delle tovaglie o canovacci per circa un’ora. Sistemarli in teglie antiaderenti ed infornarli a 200°C per circa 30-40 minuti. Devono prendere un bel colore dorato.

Taralli o scaldatelli - L'aPINA in cucinaVolendo  nella fase d’impasto si possono aromatizzare anche con altre spezie o aromi come sesamo, peperoncino, origano, rosmarino.  Taralli o scaldatelli - L'aPINA in cucinaIo ho fatto anche dei taralli al rosmarino ed al sesamo ed ho dato ai tarallini anche forme diverse.

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Con questa ricetta partecipo al contest “Comfort Food” di Molino Chiavazza

 

 Con questa ricetta partecipo al contest “La ricetta del cuore”

Con questa ricetta partecipo al contest “Italia in cucina”

4 Risposte a “Taralli o Scaldatelli. Che bei ricordi!”

  1. Per quanto ne so, da pugliese di Cerignola, assolutamente non va messo il lievito. I taralli devono ricordare il pane azzimo, quindi senza lievito per essere croccante. Grazie

    1. Ciao Titty, ci sono diverse ricette di taralli sia con il lievito che senza, infatti ci sono tanti tarallifici pugliesi che utilizzano il lievito. La mia proposta è con il lievito.

  2. Io purtroppo ho un bruttissimo ricordo legato ai taralli pugliesi all’uovo x colpa di alcune persone brutte e cattive che mi hanno fatto tanto male…ma a parte questa triste parentesi…CHE MERAVIGLIA CHE SONO I TUOI TARALLI 🙂
    mi piacerebbe tanto poterli preparare ma mi sa che non è possibile sostituire il lievito madre o la crescente con il lievito di birra vero? 🙁

    1. Ciao Anita,
      puoi preparare anche i taralli sostituendo il lievito madre con un cubetto di lievito di birra per ogni kg di farina.
      A presto e fammi sapere il risultato! 🙂

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