Frittata di scammaro napoletana. Tutti i segreti. Ricetta di famiglia

Frittata di scammaro napoletana
La frittata di scammaro è un piatto tipico della cucina povera partenopea, consumata tradizonalmente durante la Quaresima, in particolare nei “giorni di magro“: Venerdì e Sabato santo. La ricetta povera della frittata di pasta, “povera” perchè è frittata di pasta, senza uova, ma che è talmente buona e saporita con la sua crosticina dorata e l’intingolo di olive e capperi, che si mangia tutto l’anno ed è ideale anche da portare per gite fuori porta a Pasquetta o al mare.
Non è bellissima esteticamente perchè è senza uova, MA è veramente gustosa !
Nella mia famiglia il segreto è preparare la frittata di scammaro invece che con i vermicelli o gli spaghetti normali, con i “fidelini” (spaghetti sottilissimi) per rendere la frittata ben condita, poco secca e più compatta al momento del taglio.
Se ami le frittate di pasta, prova anche questo gustosissimo Spaghetti Sandwich estivo.
Se cerchi altre ricette per Pasqua o per pic-nic di Pasquetta, clicca sul mio Speciale “Ricette di Pasqua“.

Potrebbero interessarti anche:

  • DifficoltàMolto facile
  • CostoMolto economico
  • Tempo di preparazione10 Minuti
  • Tempo di cottura10 Minuti
  • Porzioni3
  • Metodo di cotturaFornello
  • CucinaItaliana
  • StagionalitàTutte le stagioni

Ingredienti per la frittata di scammaro napoletana

350 g spaghettini (io utilizzo quelli sottilissimi i “Fedelini”)
120 g olive di Gaeta
50 g capperi
2 acciughe sott’olio (facoltativo)
50 g pinoli
1 spicchio aglio
1 cucchiaio uva passa (facoltativo)
150 ml olio extravergine d’oliva
20 g burro (facoltativo)
q.b. prezzomolo
q.b. sale fino
q.b. peperoncino (facoltativo)

Preparazione

Snocciolate le olive e dissalate i capperi in una tazza con acqua.

Questa è una ricetta facile e veloce, il tempo di preparare l’intingolo di olive e capperi, mentre bolle l’acqua della pasta.

Prendete un padellino e versateci l’olio, fatelo riscaldare e aggiungete l’aglio ed il peperoncino (facoltativo), fate imbiondire l’aglio e poi rosolare i pinoli.

Aggiungete ai pinoli, le olive, l’uvetta (facoltativo) ed i capperi e fate insaporire il tutto per una decina di minuti, a fuoco spento aggiungete le acciughe (facoltativo).

Scolate la pasta molto al dente e conditela con i 20 g di burro ed il prezzemolo, versatela nella padella con l’intingolo di olive e capperi e mantecatela per qualche minuto, poi appiatitela e fate cuocere prima da un lato e poi quando è dorata, giratela dall’altro.

Il tutto deve cuocere per una decina di minuti, poi adagiate la frittata su di un piatto di portata e si serve intiepidita.

Consigli per gli Acquisti !!!

Per cuocere la frittata di scammaro napoletana è ideale una padella di ferro, ad un prezzo speciale su Amazon. Il ferro puro al 99% di cui sono composte queste padelle consente di raggiungere velocemente alte temperature e di mantenerle costanti. Il ferro è anche adatto a cotture in piastre ad induzione. Lavatela con acqua molto calda (se non bollente) prima di stagionarla, asciugatela bene in forno o sulla fiamma e poi procedete con la stagionatura: versate un grasso (meglio olio di semi) e fate raggiungere il punto di fumo. La superficie della padella deve risultare bella nera #adv

Vi consiglio anche, questo comodo tagliere con due pratici vassoi laterali incorporati (uno serve per la raccolta degli alimenti tagliati, l’altro per raccogliere gli avanzi degli scarti).

FAQ (Domande e Risposte)

Frittata di Scammaro, storia e significato ?

L’origine di questo nome strano “scammaro” deriva proprio da mangiare di magro nei quaranta giorni precedenti la Pasqua, in particolare: dovevano farlo i monaci, che vivevano tutti insieme, e quando qualcuno di loro, particolarmente anziano e debole non poteva evitare di consumare un poco di carne, lo poteva fare nella propria celletta, per non generare insane acquoline nei suoi compagni.
Da qui la spiegazione del termine napoletano scammaro: mangiare in camera, cammerare, voleva implicitamente dire “mangiare proteine animali”; al contrario mangiare fuori della camera, scammerare, passò per estensione ad indicare il “cibo di magro” consentito in quaresima, fino ad indicare la quaresima stessa.
Ippolito Cavalcanti, duca di Buonvicino e discendete dal famoso Guido, amico di Dante, nel 1837 inserisce questa ricetta nel suo libro Cucina Teorico Pratica, una vera e propria enciclopedia della cucina napoletana; evidenti le influenze della cucina francese, ma dalla seconda edizione si arricchisce di un’appendice tutta dedicata alla cucina contadina e delle classi meno abbienti
(fonte qui).

5,0 / 5
Grazie per aver votato!

Hai voglia di aiutarmi a migliorare la ricetta, rispondendo a qualche domanda? Grazie!

* Domanda obbligatoria

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.