Carnevale

Ricette per Carnevale

Dopo una lunga pausa ho deciso di ri-dedicarmi al blog, che ormai era stato abbandonato. Ma per tornare non potevo scegliere periodo migliore, per questo ho deciso di ricominciare dedicando le mie e le vostre attenzioni alle Ricette per Carnevale.

Come si sa il Carnevale, o Martedì Grasso, è noto soprattutto per essere il periodo in cui vengono maggiormente cucinati e mangiati dolci come frittelle, torte e non solo… La cosa poi più divertente di questa festa è che in ogni regione italiana troviamo sapori, ricette e tradizioni diverse che però hanno sempre un piccolo legame, o meglio ingrediente, che le accomuna.

Le migliori tredici Ricette per Carnevale dolci

Cari lettori, adesso vi propongo questa carrellata delle Migliori tredici Ricette per Carnevale dolci, fatemi sapere la vostra preferita!

Migliori Ricette per Carnevale dolci

 

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Cibo del Carnevale Napoletano

Il Carnevale a Napoli significa essenzialmente CIBO soprattutto se dolce, quindi ecco per voi una carrellata di ricette di Carnevale tipicamente napoletane (cliccate sul nome del dolce e sarete reindirizzati alla ricetta) Migliaccio, Sanguinaccio, Chiacchiere, Graffe.

Cibo carnevale napoletano

Il Carnevale napoletano inizia il 17 Gennaio, nel giorno di Sant’Antonio Abate, detto anche Sant’Antuono e le prime informazioni sul Carnevale napoletano ci sono pervenute grazie all’opera“Ritratto o modello delle grandezze, delle letizie e meraviglie della nobilissima città di Napoli”, scritta dal nobile marchese Giovan Battista del Tufo. Egli ci informa che nel secolo XVI, la festa del travestimento era una festa riservata ai principi, ai nobili cavalieri, alle dame, alle duchesse, alle marchese e all’alta aristocrazia napoletana, la quale ben mascherata aderiva ai tornei, ai gran balli, alla caccia al toro, alle cavalcate e ai lussuosi ricevimenti organizzati dalla Corte Aragonese.
Verso il XVII secolo le mascherate esercitarono un notevole fascino anche sul popolo e il Carnevale plebeo veniva organizzato dai pescatori, macellai, pescivendoli, contadini, ecc. Nell’antichità c’era l’abitudine da parte della plebe di scendere in piazza e nei vicoli per festeggiare pubblicamente la mascherata. Il tutto era colorito dalla presenza di costumi tradizionali, da strani travestimenti, da giochi particolari, dalle orge, dai canti carnascialeschi, i quali erano osceni e ricchi di doppi sensi, e dalla rappresentazione spesso volgare delle commedie popolari. Dunque il Carnevale napoletano, come si può ben capire, aveva diverse sfaccettature; esisteva il Carnevale dei nobili, dei sovrani, il carnevale ecclesiastico (voluto e organizzato dalle autorità religiose, le quali preparavano delle processioni dove venivano inscenati atti relativi alla Morte e alla Resurrezione di Cristo), e il Carnevale privato (la festa si svolgeva nelle case private dei patrizi e il più delle volte terminava con tremende risse).
Nel regno dei Borboni, il Carnevale conobbe un momento di gran gloria; esso continuava ad essere festeggiato con sfilate, mascherate e con dei bellissimi carri allegorici molto sfarzosi, preparati in occasione della festa di Piedigrotta. Anzi molti carri, venivano arricchiti anche con squisite vettovaglie, provviste, vivande e per questo motivo, i carri subivano spesso violenti saccheggi. Durante i secoli XVII e XVIII era in voga il gioco <<dell’albero della Cuccagna>>. Nei paesini limitrofi questo gioco fu detto anche comunemente “palo di sapone”, dal momento che l’altissimo palo veniva interamente insaponato e reso scivoloso. Per cui diventava molto difficile, da parte dei concorrenti, arrampicarsi al palo, anzi l’abilità dei giocatori consisteva proprio nel riuscire a salire in cima all’albero e afferrare tutte le varie delizie che erano state messe in mostra: vini, pietanze, salumi, dolciumi, vivande, maiali, capretti, uova, formaggi, ecc; da qui si deduce pure che il termine cuccagna sta per “paese delle meraviglie, dei piacere e delle delizie”. Questo gioco rispecchia anche la specifica concezione gastronomica napoletana dell’“abbuffarsi” cioè a Napoli c’era l’usanza da parte del popolo di saziarsi abbondantemente prima di iniziare il lungo digiuno quaresimale.
Fonte:http://www.portanapoli.com/Ita/Teatro/storia.html

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Baci di Dama

Cari lettori, oggi ci occupiamo di una preparazione tradizionale piemontese: i Baci di Dama. Questi biscotti farciti nascono a Tortona, una cittadina in provincia di Alessandria; ma la leggenda che si cela dietro la creazione di questo dolce risale al 1852 quando il re Vittorio Emanuele II di Savoia, primo re d’Italia, richiese al suo cuoco di assaggiare qualcosa di nuovo. Il cuoco avendo a disposizione ingredienti come zucchero, nocciole e farina preparò dei biscotti farciti di cioccolato: i Baci di Dama. Aldilà di questa leggenda il nome di questo dolce deriva dalla sua forma: due metà dell’impasto, di forma rotonda, unite da uno strato di cioccolato ricordano due labbra che si baciano. I Baci di Dama hanno ottenuto nel 2010 il riconoscimento di “Prodotto agroalimentare tradizionale della regione Piemonte”.
Adesso veniamo alla ricetta, come ripieno ho scelto di usare la Nutella trattandosi di crema alla nocciole:
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Ingredienti:
-150 g di nocciole sgusciate
-150 g di farina
-150 g di burro
-150 g di zucchero
-Nutella q.b

Preparazione:
Cuocere le nocciole in forno, su una teglia coperta con carta da forno, per 15 minuti. Tritare le nocciole. In una ciotola unire le nocciole, la farina, lo zucchero e il burro ammorbidito. Far riposare l’impasto in frigo per 1 ora. Dopo il riposo, formare dei rotolini dall’impasto. Su una piastra coperta di carta da forno, infornare i rotolini a 150 gradi. Togliere dal forno quando i rotolini saranno dorati. Adesso prendere un rotolino farcirlo un pò con la nutella e unire un altro rotolino, continuare così fino a quando saranno finiti i rotolini.

Sfogliatine con Nutella

Cari lettori, ieri è venuto a mancare un noto industriale italiano: Michele Ferrero, “padre” della Nutella. Ho deciso, dunque, oggi di parlare di una ricetta che prevede l’uso di questa crema conosciuta in tutto il mondo e nata in Italia. La Nutella è nata precisamente nel post-guerra, nell’anno 1945, in un laboratorio di pasticceria di nome “Ferrero” ad Alba. Pietro Ferrero decise, infatti, di creare un panetto con la crema di gianduia chiamandolo “Giandujot”; in estate questo panetto però cominciò a sciogliersi e ad essere venduto nei barattoli. Michele Ferrero nel 1964 decise, quindi, di perfezionare la formula del Giandujot trasformandolo in Nutella. Questo nuovo nome derivò dal termine inglese “danut”, nocciola in italiano, accompagnato dal vezzeggiativo “-ella”. Il nome e il logo è rimasto invariato nel tempo ed è inutile dire quanto questo prodotto abbia avuto successo in tutto il mondo.
Ora passiamo alla ricetta buona e veloce, che vi permette di scatenare anche la vostra fantasia:
sfoglie alla nutella

Ingredienti:
-2 rotoli d pasta sfoglia
-Zucchero q.b
-Nutella q.b
-Codette di zucchero colorate q.b
-1 tuorlo d’uovo

Preparazione:
Stendere la pasta sfoglia bene con il mattarello cospargendola con un pò di zucchero, per evitare anche che il mattarello si attacchi. Su metà pasta sfoglia stendete la nutella (se è dura, a causa della temperatura, scioglietela sul fuoco). Piegate l’altra metà della sfoglia sulla metà cosparsa di nutella. Ricavate le forme che più vi piacciono. Su ogni forma spennellate il tuorlo d’uovo e cospargete con le codette colorate di zucchero (per dare un tocco carnevalesco). Cuocere in forno, su una teglia coperta di carta da forno, a 170 gradi per 10 minuti.