Carnevale

I Cuori di Pandoro farciti

Cari lettori, oggi voglio allietarvi con un dolce che definirei: utile, scenografico e romantico. Questa preparazione non è altro che un riciclo del Pandoro che, sicuramente, a molti di voi sarà avanzato dalle feste natalizie. I dolci che utilizzano come base un Pandoro avanzato è un classico del Carnevale, ma come avrete capito dal titolo potrere offire questo piatto delizioso anche alla vostra anima gemella in un occasione speciale o a San Valentino.
Comunque, questo blog nasce per parlare soprattutto delle origini dei dolci e, dato che quelle del Pandoro ve le posticipo per Natale, oggi ci soffermiamo sulla Crema pasticcera. Scoprire delle fonti storiche in alcuni ambiti della gastronomia non è facile, infatti stabilire perfettamente da chi e come provenga questo dolce al cucchiaio è quasi impossibile. Questa difficoltà proviene dal fatto che per la religione cattolica, in particolare intorno all’anno 1000, il peccato di gola era considerato uno dei più negativi. Oltre a questa motivazione hanno inciso anche l’analfabetismo e la considerazione che la pasticceria fosse un bene di lusso. Ad ogni modo, dopo questa premessa, posso affermarvi che la Crema pasticcera ha origine in epoca latina, dove vennero create delle ricette che si avvicinavano anche ai più attuali budini.
Inoltre questa Crema è stata rielaborata alla fine del XIX secolo diventando ciò che conosciamo anche oggi. Questa preparazione è considerata un prodotto base della pasticceria e da essa, infatti, provengono molte varianti utilizzate per farcire bignè o torte; ad esempio: la crema diplomatica, la crema al limone, la crema al cacao e la crema inglese.
Adesso è arrivato il momento di scoprire questa ricetta molto semplice e deliziosa che ho preparato giusto questa mattina con la collaborazione di mia madre e mia sorella, che mi hanno fatto da aiutanti:
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Ingredienti:
Per la base:
-1 pandoro
Per la crema pasticcera:
-3 tuorli d’uova
-150 g di zucchero
-300 ml di latte
-2 cucchiai di farina
-Scorza grattuggiata di un limone
-Una bustina di vanillina
-Gocce di cioccolato

Preparazione:
Dividere i tuorli dagli albumi. Sbattere i tuorli con lo zucchero, quando si sarà ottenuta una massa spumosa aggiungere a filo il latte e in seguito la scorza del limone, la vanillina e la farina. Mettere il tutto sul fuoco, a fiamma bassa, girando sempre nello stesso verso con un cucchiaio di legno fino a quando la crema non si addensa (mi raccomando quando vedete che la crema sta per addensarsi girate energicamente). Lasciare raffreddare la crema. Nel frattempo tagliare il pandoro a fette orizzontali (conosciuto anche come taglio a stelle perchè quando taglierete il pandoro otterete delle fette a forma di stella). A questo punto prendere le formine a cuore (potrete utilizzare anche altre formine se volete) e ricavare dalle fette di pandoro tanti cuori di grandezza diversa. Adesso basta farcire i cuori con la crema pasticcera a cui avrete aggiunto le gocce di cioccolato. Sovrapponete sopra ad un cuore farcito un altro, come fareste con il pane. Decorate a vostro piacimento e servite spolverizzando con zucchero a velo.

Il Salame al cioccolato

Cari lettori, oggi vi presento un dolce che sicuramente tutti voi apprezzerete: il Salame al cioccolato. Questa preparazione la inserisco nel filone del Carnevale per un motivo preciso: ovvero il Salame al cioccolato è legato alla figura del maiale che, come abbiamo già detto nell’articolo sulla storia del Sanguinaccio http://blog.giallozafferano.it/cakebiography/il-sanguinaccio-al-cioccolato/, è uno dei simboli più significativi del Carnevale. Infatti questo dolce prende spunto, ovviamente, dal salame composto di carne suina. Secondo fonti storiche orali ci sono due zone dell’Europa mediterranea che si contendono la podestà di questo piatto: una è la Sicilia, dove questo Salame è stato inserito nella lista dei piatti tipici regionali; e l’altra è la nazione del Portogallo, che considera questa preparazione una produzione tipica culinaria del suo paese. Nonostante ciò, possiamo affermare con certezza che il Salame al cioccolato tradizionalmente viene chiamato Salame turco o Salame vichingo. Il primo nome proviene dal fatto che il colore scuro di questo salame dolce ricorda quello della pelle dei Mori, una popolazione nordafricana che conquistò parte della Penisola iberica e la Sicilia nell’827; mentre il secondo appellativo deriva dal fatto che negli anni sessanta, nel celebre libro di cucina per bambini “Il Manuale di nonna papera”, venne pubblicata la ricetta del Salame al cioccolato sotto il nome di Salame vichingo. Adesso non ci resta altro che leggere la ricetta:
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Ingredienti:
-500 g di biscotti secchi (vanno bene sia gli oro saiwa che i digestive)
-100 g di amaretti
-100 g di burro
-200 g di zucchero
-3 uova
-100 g di cacao amaro
-Gocce di cioccolato
-Un bicchierino di liquore strega o rum
-Zucchero a velo

Preparazione:
Macinare i biscotti secchi e gli amaretti e mettere da parte. Dividere i tuorli dagli albumi. Sbattere i tuorli con il burro ammorbidito, lo zucchero e il cacao amaro. Montare gli albumi delle uova a neve e incorporali delicatamente con una spatola nel composto di tuorli e cacao. Impastare il tutto, inserendo i biscotti e le gocce di cioccolato, e modellare a forma di salame. Spennellare il salame con il liquore; cospargere lo zucchero a velo sulla superficie e lasciar riposare in frigo, avvolto nella carta stagnola, per almeno 2-3 ore.

Le Castagnole

Cari lettori, è arrivata l’ora di parlare di un altro dolce tradizionale del Carnevale: le Castagnole. Queste palline fritte vengono così chiamate proprio a causa della loro forma, molto simile a quella delle castagne. Questo dolce ha origine durante la fine del ‘600, infatti fonti storiche scritte fanno risalire questa ricetta a due cuochi: il Nascia e il Latini. Il primo prestava servizio presso la Casa dei Farnese, che governavano il ducato di Parma e Piacenza; il secondo lavorava per la Casa dei D’Angiò, che controllavano il Regno di Napoli e, per poco tempo, anche la Sicilia. Entrambi i cuochi hanno trascritto una ricetta molto simile sotto il nome di Struffoli romani, da cui quindi derivano le contemporanee Castagnole. Oggi questo dolce è molto diffuso in: Liguria, Lazio, Marche, Emilia Romagna e Veneto. La versione che vi propongo è quella classica delle Castagnole fritte, ma ne esiste anche la variante al forno:
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Ingredienti:
Per la pasta:
-2 uova
-100 g di zucchero
-1 bicchierino di rum
-100 g di burro
-300 g di farina
-3 cucchiai di lievito per dolci
Per la frittura:
-Olio di semi

Preparazione:
In una ciotola sbattere le uova con lo zucchero, aggiungere anche: il burro fuso, il rum, la farina e il lievito. Dopo che gli ingredienti si sono amalgamati, lavorare l’impasto su una spianatoia. Formare con l’impasto delle strisce arrotolate e tagliare dei pezzetti grandi come castagne, arrotolarli con le mani e friggerli in abbondante olio caldo. Una volta dorati e gonfi asciugarli su carta assorbente e cospargerli con zucchero a velo. Se volete potete anche farcire le Castagnole con crema pasticcera o marmellata.

Il Sanguinaccio al cioccolato

Cari lettori, oggi vi propongo un dolce al cucchiaio classico del Carnevale: il Sanguinaccio. Come molti di voi sapranno, il nome di questo piatto deriva dal fatto che in passato l’ingrediente principale fosse il sangue di maiale; ma perché i contadini, per la preparazione di questo dolce, usavano proprio il sangue di maiale e non quello di qualche altro animale? I motivi sono due: uno è di tipo religioso, infatti il maiale è un animale che nella storia è sempre stato accostato alla figura di Sant’Antonio Abate, poiché il suide aveva perso la sua connotazione negativa e ne aveva acquistata una positiva come simbolo di fertilità per i monaci e i contadini; l’altro motivo è di tipo profano, ovvero il maiale è stato scelto a causa della sua similitudine con l’uomo riguardo l’aspetto della carne e l’attività sessuale. In ultimo bisogna dire che il sangue di maiale, nei tempi antichi, era utilizzato anche per curare l’anemia, dato che conteneva un alto tasso di ferro. Nel 1992 in Italia fu vietata la vendita del sangue suino per evitare la diffusione di malattie infettive. Dunque oggi il sanguinaccio è composto solo da cioccolato fondente e cacao amaro. La tradizione del Sanguinaccio al cioccolato è seguita in molte regioni d’Italia: Campania, Calabria, Abruzzo, Marche, Basilicata, Liguria ed Emilia Romagna. La ricetta del Sanguinaccio al cioccolato che segue è quella classica napoletana. Inoltre vi allego la foto di questo dolce, che ho preparato l’anno scorso con mia nonna Antonietta:
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Ingredienti:
-1 litro di latte
-80 g di amido di mais
-500 g di zucchero
-200 g di cacao amaro
-200 g di cioccolato fondente
-100 g di burro
-Cannella q.b
-Una bustina di vanillina
-Gocce di cioccolato

Preparazione:
In una pentola versare il cacao, lo zucchero e l’amido e aggiungere, poco per volta, il latte mescolando con un cucchiaio di legno. Mettere sul fuoco a fiamma bassa la pentola aggiungendo agli ingredienti: il burro e il cioccolato fondente, fino ad arrivare ad ebollizione. Spegnere e lasciar raffreddare la crema; quando questo sarà avvenuto aggiungere la cannella, la vanillina e le gocce di cioccolato. Servire il Sanguinaccio magari accompagnandolo con le chiacchiere (trovate la ricetta qui:http://blog.giallozafferano.it/cakebiography/le-chiacchiere/)
Conservate la crema in frigo.

Le Chiacchiere

Cari lettori, oggi continuiamo con la carrellata di dolci di Carnevale, in particolare ci soffermiamo sulle tradizionalissime Chiacchiere. Questa preparazione, fritta o cotta al forno, è diffusa in tutta Italia con alcune differenze: può variare leggermente la forma, può avere un nome diverso, oppure può essere ricoperta da zucchero a velo o miele a seconda della tradizione. Pensate che questo dolce ha origine nella antica Roma durante i saturnali, una festa religiosa (corrispondente all’odierno Carnevale) in onore del dio Saturno che aveva un carattere fortemente carnevalesco: tutto era al rovescio, Saturno subentrava al re degli dei Giove, i padroni prestavano servizio ai loro stessi schiavi, i tribunali restavano chiusi e i cittadini potevano trasgredire alcune leggi (ovviamente per un solo giorno). Proprio durante questa festa venivano preparati le frictilia, antenate delle Chiacchiere, che venivano distribuite alla folla. Ritornando alle differenze regionali, stiliamo una lista dei nomi più diffusi di questo piatto regione per regione:

  • Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia e Calabria: Chiacchiere
  • Lazio e Umbria: Frappe
  • Abruzzo: Cioffe
  • Marche: Sfrappe
  • Emilia Romagna: Sfrappole o Intrigoni
  • Sardegna: Maraviglias
  • Molise: Cunchiell’
  • Veneto: Galani
  • Toscana: Cenci o Strufoli
  • Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia: Crostoli
  • Lombardia: Galarane o Saltasù o Lattughe
  • Liguria e Valle d’Aosta: Bugie
  • Piemonte: Risole o Gasse
    Anche in Francia esiste questo dolce, in particolare a Lione e Sant’Etienne, e viene chiamato: Bugnes.
    Ma adesso passiamo alla ricetta, quella che vi sto per proporre è napoletana doc:

 

Chiacchere-di-Carnevale

Ingredienti per 4 persone:
Per la pasta:
– 400 g di farina
-80 g di zucchero
-1 uovo intero più 2 tuorli
-50 g di burro
-3 cucchiai di anice
-Un pizzico di sale
-Zucchero a velo
Per la frittura:
-Olio di semi q.b

Preparazione:
Disporre in una ciotola la farina a fontana ed al centro riporre: lo zucchero, le uova, il sale, il burro fuso e l’anice. Cominciare ad unire gli ingredienti con la forchetta, quando questi si saranno amalgamati, lavorare l’impasto su una spianatoia. Formate con l’impasto una sfera e lasciatela riposare per 30 minuti. Creare con il mattarello una sfoglia sottile e con la rotella (oppure il coltello) fare delle strisce non troppo lunghe, ogni tanto abbiate cura di applicare delle incisioni per dare la classica forma alle Chiacchiere. Friggere le strisce nell’olio ben caldo e scolarle per bene. Completate con zucchero a velo.