Dolci fritti

Struffoli Napoletani

L’origine di queste palline fritte, irrorate di miele e guarnite di frutta candita, sarebbe greca, come testimonierebbe la preparazione “loukoumades”.
Anche il nome struffoli deriverebbe dal greco “strongoulos” o “stroggulos” (di forma tondeggiante).
La loro diffusione avvenne in epoca moderna grazie ai conventi napoletani, dove le suore li preparavano per offrirli come dono natalizio alle famiglie nobili che si erano distinte per atti di carità.
Secondo i golosi il vero struffolo deve essere piccolo, perché così aumenta la superficie di pasta che entra in contatto col miele.Il corpicino del Bambino Gesù viene definito “roccia che dà miele”. Non è quindi un caso che gli struffoli siano un dolce tipicamente natalizio.

Fonte: http://www.taccuinistorici.it/ita/news/moderna/dolci/struffoli-gli-allegri.html
La ricetta (assolutamente napoletana) è di mia nonna Antonietta:
struffoli napoletani

Ingredienti:
-500 g di farina
-6 uova
-150 g di burro
-1/4 di cubetto di lievito di birra
-1 pizzico di sale
-1 cucchiaino di bicarbonato
-Aromi: anice e millefiori
-750 g di miele grezzo
-100 g di zucchero
-Olio di semi q.b.
-Codette, gocce di cioccolato e confettini colorati q.b.
Preparazione:
Preparare la farina a fontana su una spianatoia e in mezzo versare le uova, il sale, il burro fuso, il lievito, il bicarbonato e gli aromi. Impastare e quando il procedimento sarà finito ricavare delle strisce dall’impasto e renderle sottili. Ricavare delle palline piccole. Friggere in abbondante olio bollente gli struffoli fino a doratura (ci vuole poco tempo). Riporre gli struffoli su carta assorbente e nel frattempo sciogliere il miele grezzo con lo zucchero sul fuoco. Unire gli struffoli al miele sciolto e una volta posti nei piatti completare con le decorazioni.

Zeppole di San Giuseppe

Cari lettori, innanzi tutto vorrei scusarmi perché in questi ultimi giorni è stato impossibile pubblicare nuove ricette e storie a causa di un problema tecnico da poco risolto. Oggi ci rifacciamo gli occhi e il gusto con una ricetta tradizionale della festa del Papà, che ormai è alle porte, mi riferisco alle Zeppole di San Giuseppe. La tradizione delle Zeppole è nata a Napoli e secondo la leggenda partenopea queste frittelle sono di origine conventuale, quindi o sono state create nel convento di San Gregorio Armeno o in quello di Santa Patrizia. Ma la creazione delle Zeppole è contesa anche tra le monache della Chiesa della croce di Lucca (sita sempre in Napoli) e da quelle della Chiesa di Santa Maria dello Splendore (che oggi non è più chiesa, bensì centro polifunzionale). La storia delle zeppole comunque è legata sia ad una tradizione cristiana e sia ad una pagana. Per quanto riguarda quella cristiana: dopo la fuga in Egitto con Maria e Gesù, Giuseppe, per poter mantenere la famiglia, cominciò a vendere delle frittelle che sarebbero le antenate delle Zeppole. Per quanto riguarda invece la tradizione pagana: nell’antica roma il 17 marzo si festeggiavano le Liberalia, ovvero, feste in onore degli dei Bacco e Sileno, rispettivamente il dio del vino e il dio degli alberi. Durante i festeggiamenti venivano fritte delle frittelle di frumento, antenate delle moderne Zeppole.
Aldilà delle leggende, per quanto concerne la nascita delle Zeppole a Napoli si ha la prova concreta da una ricetta trascritta nel 1837 dal gastronomo napoletano Ippolito Cavalcanti. Mentre per quanto concerne il festeggiamento accompagnato dalle Zeppole il giorno del 19 marzo, sappiamo che in questa data nelle campagne venivano eseguiti i cosiddetti “Riti di purificazione agraria” che sancivano la fine dell’inverno. Ebbene, proprio durante questi riti, venivano preparate ingenti quantità di frittelle simili alle Zeppole. Dunque la tradizione di cucinare le Zeppole di San Giuseppe il giorno del 19 marzo è sempre esistita, è stato dopo, precisamente agli inizi del XX secolo, che si è deciso di festeggiare la paternità in questa data.
Adesso vi propongo la ricetta delle Zeppole fritte così come vengono fatte a Napoli:
zeppole-san-giuseppe

Ingredienti:
Per le zeppole:
-150 g di farina
-3 uova
-40 g di zucchero
-70 g di burro
-1 pizzico di sale
-250 ml di acqua
-Scorza di limone grattugiata
Per la frittura:
-Olio di semi q.b.
Per la crema pasticcera:
-3 tuorli d’uova
-150 g di zucchero
-300 ml di latte
-2 cucchiai di farina
-Scorza grattugiata di un limone
-Una bustina di vanillina
Per guarnire:
-Ciliegie sciroppate
-Zucchero a velo

Preparazione per le zeppole:
In una pentola fondere il burro con l’acqua e il sale. Portare il composto ad ebolizzione girando con un cucchiaio di legno. Fuori dal fuoco aggiungere la farina setacciata, quando questa si sarà amalgamata all’impasto, riportare il composto sul fuoco fino ad ottenere un impasto compatto. Quando si sarà formata una patina bianca sul fondo della pentola, spegnere il fuoco e aggiungere lo zucchero. Lasciar raffreddare il composto. A questo punto aggiungere le uova, una alla volta, e la scorza di limone. Quando si sarà ottenuto un composto più liscio, inserire l’impasto in una siringa o in una sac-à-poche e formare delle spirali adagiandole su una piastra coperta di carta da forno. Riempire fino alla metà una pentola con l’olio di semi e quando questo sarà caldo friggere le zeppole, una alla volta. Asciugare le zeppole su carta paglia.
Preparazione della crema:
Sbattere i tuorli con lo zucchero, quando si sarà ottenuta una massa spumosa aggiungere a filo il latte e in seguito la scorza del limone, la vanillina e la farina. Mettere il tutto sul fuoco, a fiamma bassa, girando sempre nello stesso verso con un cucchiaio di legno fino a quando la crema non si addensa (mi raccomando quando vedete che la crema sta per addensarsi girate energicamente).
Preparazione finale:
Guarnire al centro le zeppole con la crema pasticcera e adagiare le ciliegie sciroppate. Completare con zucchero a velo.

Le Graffe

Cari lettori, ieri a causa di un problema tecnico non è stato possibile accedere al blog, oggi il problema è stato risolto e quindi cerchiamo di recuperare. Ieri doveva essere pubblicata l’ultima ricetta della “Settimana del fritto” dunque, per rimetterci in carreggiata, vi posterò la ricetta oggi: si tratta delle Graffe. Questo dolce deriva dai krapfen austriaci, che nascono nel ‘600 da una pasticcera di nome Veronica Krapf che inventò una frittella tonda contenente un cuore di marmellata. La versione nostrana, un pò diversa per forma, prende vari nomi a seconda delle regioni: Graffe in Campania, Bomboloni in Emilia Romagna e Toscana, e Bombe nel Lazio. Nonostante ciò il termine più corretto in italiano è Graffe, perché corrisponde maggiormente alla forma tedesca krapfen. Il nome deriva da una forma originaria del dolce che era allungata. Questo piatto è cucinato in ogni periodo dell’anno ma nasce come tipico del Carnevale.
La ricetta che vi propongo è quella napoletana, vi assicurò che è una bontà:
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Ingredienti:
Per la pasta:
-500 g di farina
-500 g di patate
-100 g di burro
-4 uova
-1 cucchiaio di sale
-2 cucchiai di zucchero
-2 dadi di lievito di birra
-Poca acqua tiepida
Per friggere:
-Olio di semi q.b
Per guarnire:
-Zucchero

Preparazione:
Cuocere le patate in abbondante acqua calda e schiacciarle con lo schiacciapatate. Lavorare la farina con lo zucchero, le uova, il sale, il burro ammorbidito, le patate e il lievito di birra, precedentemente sciolto in poca acqua tiepida. Bisogna lavorare poco l’impasto e amalgamarlo in poco tempo. Formare dei bastoncini tagliandoli ogni 20 cm e chiudendoli ad anello. Lasciarli riposare per 1 ora coperti al caldo. Friggere gli anelli in olio bollente in una pentola abbastanza alta. Asciugare le graffe su carta paglia e ricoprirle con lo zucchero.

I Frati fritti

Cari lettori, siamo giunti quasi alla conclusione della “Settimana del fritto”. Come penultimo dolce vi propongo: i Frati fritti. Questo piatto delizioso nasce in Sardegna dove assume il nome di Para frittus. Il nome curioso di questa preparazione risale ad una leggenda, secondo la quale, due frati in un convento furono beccati dall’abate a rubare del cibo dalla dispensa ed in quel momento entrambi esclamarono: “Siamo fritti!”; oppure, semplicemente, c’è chi afferma che questo nome provenga dal fatto che, queste ciambelle fritte, presentano una striscia più chiara in mezzo che ricorda il cordone dei frati. Questo piatto di Carnevale è molto diffuso anche in Toscana, in particolare a Pisa; probabilmente questa diffusione è avvenuta durante il periodo delle repubbliche marinare.
Ora passiamo alla ricetta, gustosissima, di queste ciambelle:
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Ingredienti:
-500 g di patate
-100 g di burro
-500 g di farina
-4 cucchiai di zucchero
-5 uova
-20 g di lievito di birra
-2 bustine di vanillina
-Scorza grattugiata di un’arancia
-Un pò di liquore (potete scegliere fra: millefiori, anice e strega)
-1 bicchiere di latte
Per guarnire:
-Zucchero

Preparazione:
Lessare le patate in abbondante acqua e in seguito schiacciarle con lo schiacciapatate. Disporre la farina a fontana ed in mezzo aggiungere: uova, zucchero, burro ammorbidito, liquore, scorza di arancia, vanillina, patate e il lievito di birra, che precedentemente è stato sciolto nel bicchiere di latte tiepido. Lavorare l’impasto e ottenere tante piccole ciambelle. Far riposare le ciambelle per 1 ora. In una padella, con abbondante olio bollente, friggere le ciambelle fino a quando non diventano bionde. Asciugare la frittura su carta paglia e guarnire con zucchero.

Le Fritole con gocce di cioccolato

Cari lettori, sulla scia della “Settimana del fritto”, vi sto per proporre una ricetta veneziana di Carnevale antichissima: le Fritole. Questo dolce ha origine nella seconda metà del 300 e la ricetta è stata trascritta, quindi tramandata, su un antico documento che ha come argomento la gastronomia. Pensate che queste frittelle avevano così successo che poco prima del 600 nacque il mestiere del “fritolero”, venditore ambulante che per le strade di Venezia commerciava questi dolcetti. Nel giro di ben poco tempo questo mestiere divenne molto diffuso e in ogni angolo della città erano presenti diversi venditori. Perfino Pietro Longhi, pittore veneziano del 700, riprodusse un quadro: “La venditrice di fritole”, che rappresentava una fritolera nell’atto di vendere le suddette frittelle ad un nobile che ne fa richiesta. In seguito anche Carlo Goldoni segnalò questo piatto nella sua commedia carnevalesca “Il Campiello ” nel 1756. Sempre nel 700 le fritole divennero “Dolce nazionale dello stato Veneto” e i fritoleri si riunirono in un’associazione. In ultimo bisogna aggiungere, ovviamente, che le Fritole sono ancora oggi diffusissime nel Veneto durante il periodo del Carnevale.
Adesso è arrivato il momento della ricetta, la versione che vi propongo non prevede l’uva candita o il cedro, perchè personalmente non mi fanno impazzire, e quindi ho deciso di sostuirli con le gocce di cioccolato:
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Ingredienti:
-250 g di farina
-1 uovo
-1 bicchierino di grappa
-20 g di lievito di birra
-5 cucchiai di zucchero
-1 bicchiere di latte
-Scorza grattugiata di un limone
-Una presa di sale
-Gocce di cioccolato
Per friggere:
-Olio di semi q.b

Preparazione:
Unire il lievito con un pò di farina e stemperarlo con mezzo bicchiere di latte tiepido. Aggiungere lo zucchero, l’uovo, il sale, il resto della farina e l’altro mezzo bicchiere di latte. Adesso unire gli aromi: scorza di limone, grappa e una buona quantità di gocce di cioccolato (queste ultime potrebbero sciogliersi durante la cottura, ma trovo che ciò renda il piatto più gustoso). Far riposare l’impasto per mezz’ora. Versare l’impasto a cucchiaiate nell’olio ben caldo. Completare con zucchero a velo.