Alla ricerca delle selvatiche more…Spine e dolcezza
Rubus ulmifolius…In piena estate i rovi sui sentieri ci offrono i loro prelibati frutti. Le more selvatiche!
Raccoglierle è un’impresa, tra spine e altezza, le migliori ci fanno un saluto dall’alto dei loro lunghi rami di rovo.
Ho i miei posti segreti, non capita spesso di trovare una siepe ben esposta e carica di frutti. Son diventata gelosa dei miei punti di raccolta, svelo a poche fidate persone. Non per il raccolto in sé, ma per aver notato incuria nel raccolto. Restano spesso i segni del viandante disconnesso con la natura e la sola voglia di fare bottino.
Cespugliosa pianta con rami lunghi anche tre metri, oserei dire verso il cielo!
Sarmentosi e legnosi i più vecchi, mentre i giovani getti sono fusti di un verde brillante.
Nel mese di maggio fioriscono, con piccoli fiorellini bianchi a cinque petali. Fruttificheranno ad agosto, nel pieno della calura estiva e della massima dolcezza.
Si riproduce facilmente dai polloni radicali.
Il genere comprende circa 2000 specie,
Una pianta rustica molto invadente, rifugio segreto e sicuro per l’avifauna. Un tempo utilizzata come siepe ai margini dei campi, per proteggere i raccolti dalle razzie.
Cresce ovunque, dall’Europa all’Africa settentrionale.
Non facile da estirpare, ma se ben gestita garantisce ottimi raccolti.
Alla ricerca delle selvatiche more…Tra spine e dolcezza
Conosciamo le more come frutto estivo, in pochi sanno che la pianta nei suoi giovani germogli ci offre la possibilità di ricavare ingredienti per le nostre frittate, frittini in pastella, risotti e pesto!
I frutti sono le famose “more”, ricche di vitamina A – C dal sapore dolce-acidulo.
Ideali per torte, gelati, gelatine e composte di frutta.
Le more in cucina
More sotto grappa
300 grammi di more di rovo
300 grammi di zucchero
2 chiodi di garofano
1 pezzetto di corteccia di cannella
800 grammi di grappa
Si mettono le more in infusione in un barattolo grande di vetro, lasciandole macerare per almeno un mese, insieme agli altri ingredienti.
Finito il tempo di macerazione, si filtrano si strizzano bene e si conserva in bottiglie.
Con il resto dell’infuso, fate cuocere aggiungendo poca acqua e setacciate per togliere i semini. Potete usarla per guarnire gelati e creme.
Tagliatelle ai germogli di rovo
200 grammi di germogli lessati
80 grammi di speck tagliato a listarelle
Aglio uno spicchio e olio per soffriggere.
Fate soffriggere l’aglio senza far scurire, aggiungete lo speck e infine i germogli lessati.
Fate cuocere le tagliatelle al dente e passate nel soffritto di germogli. Insaporiti con formaggio grattato e servite. Eventualmente avanzasse una porzione o più, aggiungendo due uova poco sbattute e una macinata di pepe nero, ne ricavate una saporita frittata
Sorbetto alle more
Ingredienti per otto persone
Lavare le more nel vino bianco secco (che non butterete ma filtrate bene e usate per cuocere la carne)
Frullare e setacciare per eliminare i semini, unirle poi allo sciroppo preparato con un litro e mezzo di acqua e centosessanta grammi di zucchero, fatto bollire per cinque minuti e raffreddato.
Unite poi due cucchiai di succo di limone; frullate tutto e incorporate due albumi montati a neve ferma. Congelate e servite a partire dal giorno dopo; Distribuite in coppette e guarnite con more fresche e sciroppo alla melissa o altro di vostro gradimento
Qualche curiosità sulle more e sui rovi…
Viene utilizzato nei rituali magici come respingente di attacchi malefici.
Mettendo foglie di rovo nell’acqua del bagno allontana la negatività e rinforza le difese.
Per rinforzare le gengive deboli, masticare foglie di rovo e migliorerete la loro salute.
Impacchi di foglie per lenire il dolore di ulcere e cicatrici.
Per combattere la diarrea bevete un infuso di foglie e corteccia di rovo
Galeno e Ippocrate, lo ribattezzarono le “bacche della gotta” nome che si portarono dietro per tutto il settecento.
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