San Giuseppe a Santa Croce Camerina, tra piatti tipici e tradizioni

San Giuseppe a Santa Croce Camerina, tra piatti tipici e tradizioni

San Giuseppe a Santa Croce Camerina, tra piatti tipici e tradizioni si rinnova Il 19 marzo. In Sicilia più che mai, le tradizioni sono festa per natura e non si può che celebrarle col cibo.

Il 19 Marzo, oltre ad essere la Festa del Papà, nel Sud Italia si rinnova la tradizione delle Cene in onore di San Giuseppe, “Cene di San Giuseppe”, incentrata sulla carità in particolar modo a Santa Croce Camerina e a Marina di Ragusa.

Si sa che San Giuseppe è un santo veramente polivalente: è protettore della famiglia, patrono dei falegnami, dei papà, ma anche dei poveri e degli orfani. Soprattutto in Sicilia, ma anche in alcune zone della Puglia e della Calabria, viene festeggiato con un rito che trae origine da un costume medievale incentrato sulla Sacra Famiglia e che mischia, come spesso accade, il sacro con il profano e che aggiunge curiosità per chi non ne ha sentito parlare

San Giuseppe a Santa Croce Camerina, tra piatti tipici e tradizioni, in provincia di Ragusa, è caratterizzato da una grande processione e dalla preparazione delle tradizionali cene in onore del Santo con il pane pulitu” come elemento centrale e i piatti tipici che vedono la partecipazione di numerosi fedeli

La celebrazione della festa di San Giuseppe a Santa Croce Camerina, risale al 1832, quando il Barone Guglielmo Vitale, dopo la sua morte, lasciò alla Chiesa Madre la rendita di tre vignali per solennizzare la festa del Patriarca.

In questa occasione si preparavano grandi tavolate, le cosiddette “Cene”, che ancora oggi i fedeli offrono al nostro amato Santo per devozione o grazia ricevuta, tra folklore e tradizione

La festa di San Giuseppe a Santa Croce Camerina

Le “cene” in onore a San Giuseppe sono un momento importante per la comunità di Santa Croce Camerina. Secondo un’antica tradizione, i fedeli si riuniscono per preparare grandi tavolate, dove vengono offerti piatti tipici della tradizione culinaria locale.

Al centro si sistema un piccolo altare con un quadro raffigurante la Sacra Famiglia, davanti al quale viene acceso una lampada ad olio “a lampa” e ai lati “u lauri”, il grano fatto germogliare al buio.

La tavola viene imbandita con semplicità ma con grande cura e attenzione nei dettagli.

L’elemento principale delle Cene (è così che chiamiamo le tavole devozionali qui) è il pane ricamato come il più bello dei merletti, a forma della barba del Santo o a forma di S e G, le iniziali San Giuseppe. Il pane viene realizzato rigorosamente in coppia

La cena rimane esposta per tre giorni. Il primo giorno si sistemano su queste grandi tavolate, i biscotti tipici, il secondo giorno dev’essere ultimata con la sistemazione delle pietanze fritte.

Una volta completata potrà essere poi essere benedetta e si procederà con la cena dei Santi, rigorosamente in numero dispari

Cosa si mangia nelle cene di San Giuseppe?

Nelle cene sono presenti piatti caratteristici come il “baccalà”, le “polpette di riso”, le “frittate agli asparagi”, i “pastizzi” di spinaci e uva passa, la principessedda, ossia una pasta corta liscia e curva condita con un sugo fatto esclusivamente per questa ricorrenza. Accanto ai piatti principali ci sono anche vari tipi di dolci “cubbaita”, “torrone”, “scaurati”, “cicirieddi”, “mustazzola”, “mustata”, primizie ortaggi e fiori profumati quali “fresia e balicu”.

Al giorno d’oggi tuttavia accanto ai dolci tradizionali hanno fatto la loro comparsa anche dolci più moderni a cominciare dalla torta Savoia, le pesche dolci e i macallè o pappagnuoccolo, come si chiamano in dialetto.

Molto noti sono i macallè (o più noti come cartocci) preparati in maniera ancora tradizionali dal bar- pasticceria Mokambo di Santa Croce Camerina

A portare avanti la tradizione del bar è Angelo che durante la festa di San Giuseppe ne prepara a centinaia. Sono Macallè di proporzione esagerate, hanno un diametro di 2,5 che raggiungono fino ai 400 grammi dipeso. Non mancano le pesche dolci e le cassate di ricotta ragusane

Si potrebbe scrivere di cibo, di tavole e tradizioni per giorni e giorni ma il mio consiglio, invece è di venire direttamente qui nel ragusano a visitare le cene per deliziare occhi e palato e se siete più fortunati di assistere alla lavorazione di questi meravigliosi pani ricamati a mano che oramai solo pochissime famiglie realizzano nelle loro case.

Si ringrazia Silvio Rizzo per il contributo fotografico

Pubblicato da Fantasia in Cucina

La mia passione per la cucina e il buon cibo è nata grazie al mio lavoro e ai miei viaggi. Ho iniziato sin da piccola a raccogliere le ricette di tutto ciò che mi piaceva mangiare e ad appuntarlo su una agenda. Con il passare degli anni è cresciuta in me la passione per la cucina e la tradizione enogastronomica del territorio ibleo. Il mio vuole essere un blog che non è un semplice sito di ricette, ma anche un viaggio della memoria, della cultura di un popolo, quello degli abitanti dei Monti Iblei, in Sicilia, luogo d’incontro tra le province di Ragusa, Siracusa e Catania. Dietro ogni ricetta c'è una storia, talvolta di una famiglia, di un incontro o di un viaggio. Il mio intento è quello di svelare, conservare e di tramandare attraverso le mie ricette l’anima, i saperi, le tradizioni, le passioni e la storia di un popolo. Cucino, fotografo mangio e posto. Mi piace anche consigliare ai miei amici oltre alle ricette sfiziose anche dove mangiare nei locali caratteristici dove andare a mangiare in Sicilia. Se vi va seguitemi, siete i benvenuti. Barbara