Le Cene di San Giuseppe negli Iblei

Le cene di san giuseppe negli Iblei

Le Cene di San Giuseppe negli Iblei sono dei veri e propri banchetti votivi. Si fanno un pò in tutta la Sicilia e sono ancora presenti nella zona del Ragusano, soprattutto a Marina di Ragusa e a Santa Croce CamerinaLe Cene di San Giuseppe di solito vengono allestite nelle case private, sono privilegiati i piani terra. Si rinnovano ogni anno in un trionfo di sapori, di profumi e di colori, rispettando le tradizioni locali e sono a carattere familiare.

Sono cene che solitamente vengono fatte per grazia ricevuta che diventano talvolta l’ostentazione pubblica di un offerta rivolta al Santo e alla Sacra Famiglia.

Le cene di San Giuseppe negli Iblei

Secondo la tradizione San Giuseppe, oltre ad essere il patrono dei falegnami e degli artigiani, è anche il protettore dei poveri, perchè a Giuseppe e Maria fu negato un riparo per il parto, da poveri in fuga. Da ciò deriva l’usanza in alcune regioni del Sud, di invitare il 19 Marzo alle cene di San Giuseppe, i poveri e i bisognosi. Anticamente infatti, il padrone di casa, era solito servire la cena ai poveri che sedevano alla tavola benedetta da un sacerdote.

Il pane di san giuseppe

E’ per questo che un elemento importante legato alla festa di San Giuseppe è il pane di San Giuseppe che ricorre spesso soprattutto nel contesto siciliano, deposto sugli altari.

I falò e le tavole imbandite si ritrovano un pò in tutta la Sicilia a Scicli nel Ragusano, prendono il nome di Pagghiari e vengono accesi al passaggio della Cavalvata di San Giuseppe, preceduto dalla Sacra Famiglia

Le Cene di San Giuseppe negli Iblei, hanno un origine antichissima e come anticipato, vengono imbandite, per Grazia ricevuta 

A Santa Croce Camerina , la celebrazione della festa in onore di San Giuseppe, risale al 1830 e venne istituita, forse per la prima volta, ad opera del Barone Guglielmo Vitale. Per la ricorrenza di San Giuseppe, dove la tradizione è ancora molto sentita, vengono allestite le tradizionali cene in onore del Santo. 
Come la tradizione vuole, alla parete che sovrasta l’altare viene attaccato un Arazzo, dove viene posto un quadro raffigurante la Sacra Famiglia, contornato da limoni, arance amare e rametti di zagare. Sull’altare (la tavola imbandita), arde una lucerna e accanto viene posto ogni ben di Dio. Di solito si trovano le specialità tipiche del territorio che fanno bella mostra di se, un misto tra dolci e salati.

Le Cene di San Giuseppe negli Iblei

Sull’altare, anticamente si trovavano anche dei piatti di frumento, di ceci o di lenticchie germogliati e svariate forme di pane: il pane a forma di “vastuni” (bastone), i “rusiddi” il pane a forma di rosa”, a forma di”sfera”, i cucciddati“, a “varva” (la barba di San Giuseppe), pesci, galletti, pere, canestri, e immancabilmente il pane a forma di iniziali del Santo, la S e la G.

In queste cene, durante il rituale delle tavole, vengono serviti i piatti che contengono le pietanze di cibi tradizionali, che hanno un significato simbolico e propiziatorio, immancabili le fritture si di pesce che le classiche polpette di riso , gli arancini i finocchi e le arance.

Nelle cene di San Giuseppe degli Iblei, anticamente non mancavano, sapientemente disposti anche le varie tipologie di biscotti locali: i savoiardi, i scaurati, i biscotti al miele, i biscotti da inzuppo, i biscotti con il mosto, quelli al latte. Oggi giorno si trovano anche altre tipologie di biscotti più moderni. I biscotti al burro, e le varie specialità del Paese o della famiglia che prepara la cena.

Oltre ai biscotti, sulla tavola si trovano oramai anche i nostri dolci tipici: la Mpagnuccata, detto anche il torrone dei poveri, il gelo limone e il gelo di arancia, Non mancano, gli arancini , i pastizzi  (scacce ripiene di verdura) soprattutto quello con gli spinaci e l’uva sultanina e così via.

A centro della tavola, di solito è sempre presente, un piatto colmo di primizie e su tutto l’altare e intorno vengono disposti moltissimi e variopinti fiori, soprattutto balicu e fresie

Il pane di San Giuseppe

Le Cene di San Giuseppe negli IbleiParticolarmente laboriosa è la manifattura dei “pani dei Santi”, o “Pane di San Giuseppe” che a Santa Croce Camerina prende il nome di “pane pulitu”, lavorato con pettine e forbice.

La lavorazione del pane pultitu di solito viene affidato alle sapienti mani delle donne più anziane ed esperte che sanno creare veri e propri capolavori in miniatura dalle forme più varie. Tutto il pane, prima della “‘nfurnata“, viene reso lucido da una pennellata di chiara d’uovo sbattuto con succo di limone e, quando il colore dorato ricopre le teglie, la cottura è ultimata.

Frutto certosino e paziente di un lungo lavoro prodotto da mani sapienti che hanno la volontà di non perdere e di tramandare questa bellissima tradizione Questo pane votivo, è entrato a far parte del registro dei Registro Eredità Immateriali, dal 19-05-200.

Le cene di San Giuseppe negli Iblei, sono una vera gioia per gli occhi e per il palato. Di solito alla lunga preparazione, segue l’esposizione e l‘apertura delle visite al pubblico. Il tutto viene consumato durante il pranzo del 19 marzo dai cosiddetti “santi” impersonati da amici o parenti delle famiglie che vanno da un numero minimo di tre (San Giuseppe, Gesù Bambino e la Madonna) a un numero massimo di tredici, sempre comunque di numero dispari.

Il mio consiglio è quello di visitarne almeno una volta nella vita. 

Pubblicato da Fantasia in Cucina

La mia passione per la cucina e il buon cibo è nata grazie al mio lavoro e ai miei viaggi. Ho iniziato sin da piccola a raccogliere le ricette di tutto ciò che mi piaceva mangiare e ad appuntarlo su una agenda. Con il passare degli anni è cresciuta in me la passione per la cucina e la tradizione enogastronomica del territorio ibleo. Il mio vuole essere un blog che non è un semplice sito di ricette, ma anche un viaggio della memoria, della cultura di un popolo, quello degli abitanti dei Monti Iblei, in Sicilia, luogo d’incontro tra le province di Ragusa, Siracusa e Catania. Dietro ogni ricetta c'è una storia, talvolta di una famiglia, di un incontro o di un viaggio. Il mio intento è quello di svelare, conservare e di tramandare attraverso le mie ricette l’anima, i saperi, le tradizioni, le passioni e la storia di un popolo. Cucino, fotografo mangio e posto. Mi piace anche consigliare ai miei amici oltre alle ricette sfiziose anche dove mangiare nei locali caratteristici dove andare a mangiare in Sicilia. Se vi va seguitemi, siete i benvenuti. Barbara