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Il selvatico di montagna… buon-enrico

Il selvatico di montagna… buon-enrico Chenopodium bonus-henricus

Lo spinacio del buon-enrico o spinacio di montagna, cresce su suoli azotati e umidi, ricchi di materiale organico.

Quando salgo su in montagna ho la fortuna di poterlo raccogliere agevolmente.

Trovo facilmente nei pascoli, poiché pur consumato dal bestiame continua a ricrescere.

Pianta perenne appartenente alla famiglia del farinello -Chenopodium- Foglie di un bel verde brillante si raccoglie dal mese di maggio

Il selvatico di montagna…Descrizione dello spinacio

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Pianta alta dai 30 ai 90 cm, con radice grossa e giallastra e molti fusti; le foglie sono astate, grandi, picciolate o sagittate, ondulate al margine.

Lunghe 5-8 cm, verdi e ricoperte di una pruina bianca e farinosa, grassette, tenere, con il picciolo più corto della lamina fogliare.

I fiori sono piccoli e insignificanti, verdastri, agglomerati in pannocchie apicali simili a spighe.

Fiorisce da giugno a settembre.

Lo spinacio selvatico

è comune infestante in collina e montagna, facilmente individuabile in ambienti ruderali presso casolari di campagna, pascoli grassi e alpeggi.

Si può raccogliere dalla primavera all’estate sfruttando i continui ricacci. Si consumano le foglie e le sommità prima della fioritura.

Il consumo avviene con le stesse modalità in uso per gli spinaci coltivati.

Lessati e passati in padella, oppure in frittate, ripieni e focacce, gnocchi verdi e ripieni per ravioli

Ha un notevole pregio organolettico e un grande valore nutrizionale, essendo ricco di sali minerali (ferro) e vitamine (B1).

La leggenda narra

che Enrico IV di Navarra nel 1600 decise di sfamare la popolazione allo stremo aprendo i cancelli del suo parco reale per consentire la raccolta delle erbe selvatiche che vi crescevano.

Per gratitudine il popolo gli dedicò una pianta, quel buon spinacio selvatico che ogni cucina montanara conosce.

Pesto di spinacio
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Pubblicato da Enza Squillacioti

Bio Enza da cuoca a fonte di ispirazione nella cucina e nella vita La passione per la vita all’aria aperta e la natura ha sempre caratterizzato la sua vita che, pur avendo lasciato il mondo professionale della cucina alcuni anni fa, non ha mai smesso di nutrire l’amore per il cibo, specializzata nella tradizionale cucina piemontese e italiana rustica. La sua dedizione la porta ad essere non solo un’apprezzata cuoca ma anche una stimata coach di cucina, organizzando corsi per turisti desiderosi di scoprire i segreti di piatti genuini arricchiti da erbe spontanee edibili, le cui virtù sa valorizzare nelle sue preparazioni. La decisione di coltivare un proprio orto, ponendo particolare enfasi sulle erbe aromatiche, e l’allevamento di galline, le sue “polle” per avere sempre a disposizione uova fresche, manifesta il suo profondo legame con la terra. Questa stessa passione è stata trasmessa ai suoi figli, i quali hanno abbracciato la vita agricola, dedicandosi all’allevamento di pecore e capre e alla produzione di formaggi e carni di qualità. Nel corso degli anni, ha scoperto la poesia come forma di espressione personale, nella quale riflette non solo su se stessa ma anche sulla società, condividendo poi queste riflessioni attraverso il suo blog Variabilicontaminazioni.blog che diventa punto di incontro tra la passione per la natura, l’amore per il cibo e la creatività artistica e il benessere. La sua vita è un chiaro esempio di come le passioni possano tessere assieme gli aspetti più disparati dell'esistenza, creando un tessuto ricco di esperienze e condivisioni.

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