Il timo. Un tesoro saporito, prezioso e profumato di buono. È una pianta cespugliosa alta circa 35 cm, con un fusto legnoso e molte ramificazioni. Le foglie, piccolissime e lanceolate, sono molto aromatiche e di colore verde cenere o brillante.

I fiori, tubolari, rosa o lilla, fioriscono tra aprile e luglio e crescono nella parte terminale dei rametti. È una pianta rustica che si adatta facilmente sia a terreni aridi e assolati sia a mezza ombra, fino ai 1500 metri.
Il mio timo, o meglio una delle mie piante, cresce indisturbato tra fiori vari e fragoline di bosco, sotto una vecchia pergola.
Un poco di storia.
Fin dall’antichità, Greci e Romani furono interessati ai vantaggi del timo, una pianta conosciuta per le sue straordinarie proprietà antisettiche e disinfettanti, che la rendevano ideale per la conservazione della carne. Grazie a queste proprietà, il timo trovò ampio impiego non solo nella cucina, ma anche durante le pestilenze e le epidemie di lebbra, con infusi e decotti preparati per affrontare tali emergenze. Inoltre, veniva utilizzato nella creazione di oli e balsami per la cura della pelle.
Nel corso dei secoli, le virtù germicide del timo continuarono a essere valorizzate; infatti, nel XIX secolo, il chimico francese Lallemand, riuscì a estrarre l’olio essenziale dalla pianta, chiamandolo timolo.
Questo composto divenne altamente ricercato per le sue proprietà medicinali. Durante la Prima Guerra Mondiale, il timolo era di grande richiesta, ma la sua popolarità iniziò a diminuire con l’avvento di antibiotici più potenti.
Il timo. Un tesoro saporito, prezioso e profumato di buono.
Durante il Medioevo, il timo assunse un significativo valore simbolico, rappresentando il coraggio e la forza d’animo. Proprio per questa ragione, le donne di nobili famiglie si adornavano con questa erba quando i giovani cavalieri partivano per le battaglie, spesso diretti a combattere contro gli infedeli in Terra Santa. In alcune regioni d’Italia, in particolare in Sardegna, il timo è conosciuto come “erba di Maria”. Questo appellativo deriva da una celebre leggenda pre-cristiana, secondo la quale, durante la fuga in Egitto, il timo fornì un giaciglio morbido e profumato per la Vergine Maria. Da quel momento, è stato considerato un simbolo di buon auspicio.

Qualche ricetta
Acquacotta al timo
800 g tra: tarassaco, malva, cicoria e ortica. 100 g di pancetta in una fetta sola. Una costa di sedano, una cipolla, un ciuffetto di timo, 4 cucchiai di olio d’oliva, pane raffermo, sale.
Mettete in una padella l’olio d’oliva, la pancetta tagliata a piccoli dadini, la cipolla e il sedano tritati, il timo; fate rosolare e aggiungete le verdure tagliate a piccoli pezzi e un litro abbondante di acqua. Cuocete per 40 minuti circa. Servite in piccole zuppiere individuali con pane raffermo tostato e raschiato con aglio fresco.
Carciofi fritti al timo
6 carciofi, 3 spicchi d’aglio, una tazza piccola di pane raffermo grattugiato, 1 ciuffo di prezzemolo, 1 rametto di timo, mezzo bicchiere di vino bianco, olio d’oliva, sale.
Pulite i carciofi, a spicchi e fateli sbollentare. In una padella con olio, mettete l’aglio intero, il prezzemolo tritato, il timo, il pane e i carciofi; salate e, se gradite, pepate. Fate rosolare ben bene e aggiungete il vino; terminate la cottura e servite.

Una delle mie poesie, scritte nel tempo che scorre tra impegni familiari e lavorativi.
Il fiore seminato
Ho raccolto un fiore dal mio giardino.
Lo avevano seminato le mie mani
Per circondarmi di colori
Per circondarmi di luce.
Quando la sera
I miei occhi stanchi
Vogliono riposare
Seduta come incantata
A tessere i fili del tempo
Quel fiore mi offre riposo.
Assaporo profumo leggero
Verdi e variegate ombre
Danzano sinuose
Ad accarezzare
E donare
Mistero alla quiete.
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