Migliaccio napoletano tradizionale. Ricetta facile.

Migliaccio napoletano tradizionale

Migliaccio napoletano tradizionale

Il Migliaccio è il dolce tipico del Carnevale napoletano, insieme alle chiacchiere e al sanguinaccio, un dolce napoletano gustosissimo, umido, profumato, cremoso che ha origini antichissime, forse il dolce più antico della tradizione partenopea, tra quelli carnevaleschi. Il suo gusto ricorda quello della pastiera napoletana per il profumo di acqua millefiori che sprigiona quando è caldo e per il suo colore molto chiaro, infatti viene definito “il cugino povero della pastiera”. E’una ricetta molto facile da realizzare.

Anticamente, il migliaccio dolce (esiste anche una versione salata) si preparava con pane di miglio e sangue di maiale. Il nome della torta, infatti, deriva dal latino “miliaccium” che significa pane di miglio, un cerale legato alla cucina povera partenopea. Oggi i vecchi ingredienti sono stati sostituiti dal semolino, latte e burro. L’impasto del migliaccio il suo ripieno ricorda molto anche un altro dolce partenopeo: la sfogliatella, gli ingredienti utilizzati per la realizzazione del migliaccio napoletano, infatti, sono i medesimi utilizzati per il ripieno della sfogliatella napoletana (semola, zucchero e ricotta), ed è per questo motivo che in alcune zone della campania il migliaccio è conosciuto anche come “sfogliata”. Fondamentale per la sua riuscita è non avere grumi nell’impasto, che deve risultare quanto più liscio possibile. Il migliaccio viene preparato tradizionalmente a Carnevale e precisamente per il martedì grasso, ma anche in occasione della Pasqua.

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Migliaccio napoletano tradizionale
  • DifficoltàMolto facile
  • CostoEconomico
  • Tempo di preparazione20 Minuti
  • Tempo di riposo10 Minuti
  • Tempo di cottura1 Ora
  • Porzioni10 persone
  • Metodo di cotturaForno
  • CucinaItaliana
  • StagionalitàCarnevale

Ingredienti per il Migliaccio napoletano tradizionale

200 g semolino (io Buitoni)
500 ml latte intero
150 ml acqua
300 g ricotta di pecora (romana, setacciata)
200 g zucchero semolato
4 uova (intere)
50 g burro (morbido, io Lurpak)
1 cucchiaio acqua di fiori d’arancio (millefiori, io doppio concentrato, circa 20 ml)
1 cucchiaio estratto di vaniglia
1 g sale fino
1 scorza di limone (grattata )
1 scorza d’arancia (intera )

Passaggi per il Migliaccio napoletano tradizionale

E’importante che tutti gli ingredienti siano a temperatura ambiente.

Migliaccio napoletano tradizionale

Prendete un pentolino e mettete a scaldare il latte con l’acqua, il sale e la scorza grattata del limone, più quella intera di arancia, senza arrivare al punto di ebollizione.

 Poi, unite il burro e mescolate energicamente, togliete la scorza intera di arancia.

Fate sciogliere il burro e appena sfiora il bollore, versate a pioggia il semolino nel pentolino, mescolate energicamente per circa 4 minuti, fino a che si stacca dalle pareti (un po’come per la polenta). Versate il composto in un recipiente di vetro e fatelo raffreddare bene del tutto (questo passaggio è importante perchè altrimenti, se aggiungete il composto caldo alle uova, saprà di uova).

 

 

Nella ciotola della planetaria, lavorate con la frusta a filo le uova intere con lo zucchero per circa 10-15 minuti, sino ad ottenere un composto chiaro e spumoso (potete utilizzare anche le fruste elettriche), aggiungete l’estratto di vaniglia.

Aggiungete al composto di uova, anche la ricotta precedentemente setacciata, l’estratto di vaniglia e continuate a lavorare con la frusta.

Migliaccio napoletano tradizionale

Quindi, aggiungete la crema di semolino, alla crema di uova e ricotta, lavorando bene il tutto, ottenendo così un composto cremoso privo di grumi, aiutatevi anche con un frullatore ad immersione, per ottenere un composto liscio e senza grumi. Solo alla fine, aggiungete l’acqua di fior d’arancio millefiori.

Imburrate uno stampo a cerniera di 24 cm di diametro, rivestite il fondo con un disco di carta da forno oppure imburrate e infarinate lo stampo.

Versate la crema nello stampo e cuocete in forno statico a 170°C , per circa 60 minuti, dipende dal vostro forno, in ogni caso ricordate che il composto è umido.

Sfornate e lasciate raffreddare completamente, spolverate con zucchero a velo prima di servire.

Migliaccio napoletano tradizionale

Potete conservare il migliaccio ben coperto anche 4 giorni a temperatura ambiente!

Si può anche congelare, per circa 3 mesi…. giusto il tempo per arrivare a Pasqua !!!!

Note e Consigli

Se volete rendere il migliaccio più goloso, potete gustarlo insieme al sanguinaccio oppure provate ad aggiungere all’ultimo momento delle gocce di cioccolato fondente, congelate e infarinate. Potete insaporire l’impasto anche aggiungendo del limoncello, alcuni invece degli aromi agli agrumi, preferiscono aggiungere la cannella.

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FAQ (Domande e Risposte)

Quali sono le origini del migliaccio napoletano ?

Il migliaccio è un dolce tipico della tradizione contadina partenopea preparato fin dal Medioevo. Come quasi tutti i dolci della tradizione culinaria napoletana, anche il migliaccio ha origini antichissime. La prima ricetta risalirebbe al periodo medievale (intorno all’anno 1000) e, probabilmente, è stata inventata da qualche contadina. A confermare questa tesi sarebbe uno degli ingredienti necessari per la preparazione del dolce: il sangue di maiale. Quest’ultimo era un alimento tipico delle mense contadine povere, perchè era considerato un cibo completo e molto nutriente, e, per questo motivo, in grado di sostenere le fatiche di chi lavorava in campagna. La ricetta, però, fu ben presto modificata per volontà della Chiesa cattolica e della ricca borghesia. Secondo loro l’utilizzo in cucina del sangue di maiale era legato a tradizioni “pagane”. Nonostante per molti secoli le stesse autorità abbiano cercato di contrastare l’utilizzo di questo ingrediente, il sangue di animale continuò ad essere utilizzato nella cucina povera e contadina, impreziosito da cioccolata (il sanguinaccio) spezie varie e vaniglia. Fu solo verso la fine del Settecento che la ricetta tradizionale venne modificata: il sangue venne sostituito dall’acqua e dal latte e la semola prese il posto della farina di miglio, trasformandosi, così, nel dolce che tutti conosciamo. Va detto che la scomparsa del sangue di maiale non fu particolarmente rapida: per alcuni secoli, nei luoghi più poveri del Regno di Napoli, il sangue venne sostituito dai cigoli del maiale. Oggi quest’usanza andata completamente persa, anche perchè la vendita del sangue di maiale è vietata dagli anni ’90 per motivi igenico/sanitari e il sangue è stato sostituito da acqua/latte.


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