Sensore digitale per la misurazione del glucosio

Salve a tutti cari lettori, come state? È un po’ che non scrivo e mi dispiace perché mi sono venute in mente tante cose di cui parlare e anche qualche ricetta nuova che vorrei condividere, ma è proprio un periodo no. Oggi ho trovato un po’ di tempo per buttare giù due righe e parlare di una novità che ho introdotto una novità nella mia vita, perché penso sia importante condividere la mia esperienza con voi: ho iniziato ad usare un glucometro, ovvero un sensore digitale per la misurazione del glucosio nel sangue h 24 che sta sempre attaccato al mio braccio. Era da un po’ che il mio medico mi consigliava di metterlo ed ora che finalmente mi sono fatta coraggio, ho deciso di scrivere queste due righe per consigliarlo anche a voi.

Perché ho temporeggiato prima di installare il mio sensore…

Devo essere sincera, l’idea di metterlo un po’ mi spaventava, e penso che ci sia anche qualcun altro che come me non accetterebbe spensieratamente di avere un ago fisso nel braccio. Volendo, tuttavia, analizzare le cose oggettivamente, la sottoscritta ha già un PICC nel braccio destro che con il suo tubicino di 24 cm non mi dà molto fastidio, inoltre faccio quotidianamente le siringhe di insulina tutti i giorni, quindi un accessorio in più non dovrebbe essere un peso. Posso dunque rassicurarvi che è così, il sensore digitale per la misurazione del glucosio non è per nulla fastidioso: è piccolo, leggero, non si sente, non irrita la pelle, è stabile (non è facile staccarlo), si può bagnare… insomma proprio comodo!

Quale modello uso?

Se volete sapere il modello del mio glucometro, è lo stesso che si vede nelle pubblicità che passano in TV, si chiama FREESTYLE LIBRE 2, non sono stata io a sceglierlo, è stato il mio diabetologo a consigliarmelo. Poiché ogni sensore ha una vita di 2 settimane prima di essere sostituito, mi hanno dato un campione di prova gratuito, e non ho aspettato che scadesse per di decidere di farmelo inserire nel piano terapeutico. Ci tengo a precisare, infatti, che questo post (come gli altri che scrivo), non è sponsorizzato, potete farvi inserire il sensore digitale nel vostro piano terapeutico e ricevere la fornitura periodica GRATUITA dall’ASL.

Come funziona il sensore digitale?

Premesso che è tutto spiegato in un pratico opuscolo allegato al kit di istallazione, ed anche sul sito ci sono tutte le risposte a tutte le possibili domande che possono venirvi in mente, il funzionamento del glucometro è molto semplice. Da vedere è un bottoncino elettronico che monitora le quantità di glucosio presenti a livello sottocutaneo (non si parla di sangue, infatti, addio pungidito!), valori che vengono registrati o sulla comoda App scaricabile sul telefonino, o su un lettore che viene fornito assieme ai sensori digitali. La registrazione dei livelli di glicemia è costante in modo che suoni un allarme in caso di glicemia troppo alta o troppo bassa, e basta avvicinare la fotocamera dello smartphone per avere la lettura istantanea.

Perché consiglio vivamente di utilizzare il sensore digitale

Da quando ho installato il glucometro ho notato molte reazioni nella mia glicemia che prima non conoscevo, e non parlo solo di eventi correlati a ciò che mangio. Ho confermato alcune mie intuizioni sul peso del carico di glicemico di certi alimenti per me stessa, ma anche scoperto cose nuove che mi hanno portato a rivalutare alcuni alimenti, sia in positivo che in negativo. Una scoperta che mi ha lasciato davvero sorpresa è stato osservare che soffro molto di picchi glicemici causati dalla “reazione di attacco o fuga“, e parliamo di valori di glicemia intorno al 300, quindi molto alti. Di cosa si tratta? In breve, in momenti di grande ansia o panico, il nostro corpo rilascia dei messaggeri chimici che aumentano la pressione del sangue e la glicemia; questo serve a creare un picco di energia (per attaccare o fuggire, appunto) e la conseguente produzione di glucosio.

Il sensore digitale è affidabile?

Questa è una domanda che mi ha fatto un’amica che sta valutando se richiederlo per la madre che non è proprio diabetica ma ha una tendenza all’iperglicemia. Dunque, io penso che sia senza ombra di dubbio un valido aiuto per monitorare i propri valori costantemente, senza bisogno di pungersi il dito e portarsi disinfettante, aghi e macchinette varie dietro. L’uso dello smartphone penso sia impagabile e terribilmente comodo, oltre che rendere la misurazione della glicemia una faccenda velocissima, lo ritengo anche molto igienico dal momento che non bisogna ferirsi per provocare fuoriuscite di sangue, ma anche per gli altri, non c’è il rischio che sporchiamo qualcosa. Per me che lavoro in ufficio, è molto comodo.

Altre funzioni utili

Ultima nota che volevo fare, è che le registrazioni del glucosio, oltre che essere condivise con l’apposito comando e mandate come screenshots su WA, è possibile scaricare una App accessoria da Caregiver su altri dispositivi, in modo che in caso di bisogno gli allarmi comincino a suonare anche lì. Ad esempio, per me che vivo da sola, è importante che qualcuno a me vicino abbia questa App cosicché, in caso di attacchi di ipoglicemia, qualcuno possa venire ad aiutarmi o monitorare ed assicurarsi della mia ripresa. Anche viceversa, può essere utile in caso il paziente in questione sia abbastanza indisciplinato con l’alimentazione ed in questo modo è possibile intervenire in caso di picchi esageratamente alti.

Penso di aver detto tutto l’essenziale per spingervi almeno a chiedere qualche informazione su questi sensori. Come sempre vi consiglio di parlarne con il vostro medico che saprà essere molto più esaustivo di me.

Alla prossima rubrica.