La Gricia la faccio così

Che storia quella della Gricia!

Ci credereste che “Pasta alla Gricia”, questo nome provenga dalla Valtellina.

Nell’800 la Valtellina non era ancora Italia, era Svizzera, facendo parte del Cantone dei Grigioni. Molti di questi valtellinesi, chiamati “grici” in gergo romanesco del tempo, facevano i commercianti di generi alimentari piuttosto basilari, certo non mancavano il Pecorino, il Guanciale, la Pasta e il Pepe, che erano alla base della alimentazione dei romani del tempo.

Volendosi fare un piatto di pasta in qualsiasi momento dal Gricio vicino casa si trovava sicuramente di che farlo, quegli ingredienti non potevano mancare.

Un’altra storia, per me più probabile vede la Gricia come precursore base di due grandi piatti della Cucina Laziale e Romanesca in particolare, la Carbonara e l’Amatriciana, che, addirittura, si distingueva dalla Matriciana, più prettamente romana, per non contenere ancora il pomodoro, questo fino alla fine degli anni ’50 dello scorso secolo. (clicca sui nomi se ne vuoi le ricette)

Il nome verrebbe a grigio, il colore del condimento. Il Pecorino, a causa dell’abbondante Pepe Nero, diventava grigio.

Gli ingredienti e gli attrezzi per la Gricia sono di facile trasportabilità, era così un piatto caldo e molto nutriente per contadini, braccianti e pastori, il che lo ha fatto già nascere popolare, poi la pratica e l’ingresso nelle grandi cucine l’ha ingentilito e sofisticato, arrivando a versioni come quella nostra di oggi.

quello che occorre a due piatti di Gricia

  • 180/200 gr di Ottimi Spaghetti di Semola di Grano Duro
  • 100/120 gr di Ottimo Guanciale Grasso
  • 40/50 gr di Pecorino Romano D.O.P. 12 mesi
  • 30/40 gr di Pecorino Romano D.O.P. 24 mesi
  • una generosa manciata di Pepe Nero in grani
  • quanto basta di Sale Grosso moderato, pecorino e guanciale lo sono già

attrezzi indispensabili per la Gricia

  • Padella di Ferro, che possa contenere la pasta
  • Mortaio o Mulinello per il Pepe Nero
  • padellino di Ferro per tostare il Pepe, meglio se c’è
  • Grattugia di una volta
  • Ciotola capiente per condire la Pasta

procedura per la Gricia

  1. Mettere a bollire l’acqua per la pasta
  2. Schiacciare il Pepe Nero nel mortaio o al Mulinello
  3. grattugiare i due Pecorini Romani separatamente
  4. Tostare leggermente il Pepe pestato nel Padellino di Ferro
  5. in una ciotola mettere il Pecorino Romano fresco con buona parte di Pepe tostato
  6. rosoliamo il guanciale in padella, lo solleviamo, lasciandovi il grasso
  7. Buttiamo la pasta e saliamo moderatamente
  8. riduciamo fortemente dell’acqua di pasta nel padellino con parte del pepe
  9. aggiungere dell’acqua della pasta intiepidita nella ciotola e misceliamo a formare una crema
  10. A pasta molto al dente, scoliamo e ripassiamo nella padella, aggiungendo l’acqua pepata
  11. portiamo a cottura giusta, rimestando e lasciamo raffreddare due minuti
  12. Misceliamo il tutto nella ciotola anche con buona parte del Guanciale, regolando la fluidità
  13. Serviamo con il resto del Guanciale, una polverata di Pecorino stagionato e Pepe Nero pestato e tostato

semplifichiamo la Gricia

Per il Pepe possiamo evitare di pestarlo, l’acquistiamo già pestato, almeno non prendete quello in polvere. Ci evitiamo pure di tostarlo e quindi di fare la riduzione di acqua di pasta.

Nella Padella, possibilmente di ferro, fate voi, sgrassiamo il Guanciale, lo solleviamo e teniamo al caldo. Nella stessa padella, nel grasso lasciato, ripasseremo la pasta molto al dente, aggiungendo acqua di pasta portiamo a giusta cottura, pepando.

Quello che non ci possiamo evitare, pena un agglomerato di formaggio, che sta per i fatti suoi, è la crema di formaggio e pepe nella ciotola fredda con acqua della pasta intiepidita. Questo serve ad aggiungere amido al formaggio, evitando che si creino impasti, grazie anche alla temperatura più bassa del tutto.

Con molta accortezza il risultato è assicurato anche così, certo non sarà la stessa cosa.

Procedimenti lunghi e laboriosi anche per piatti, apparentemente, molto semplici fa capire perché lo stesso piatto, fatto da mani e in luoghi diversi, un ristorante ricercato, per esempio, possano essere così diversi e possano raggiungere prezzi spropositati. Incide moltissimo la ricercatezza dei prodotti utilizzati.

Facciamo un esame analitico, per oggi abbiamo utilizzato:

  • Una pasta artigianale di Gragnano con essiccazione naturale, 8€/kg, 80 centesimi circa a porzione
  • Guanciale di Ariccia al Pepe da allevamento tradizionale, basta dire ch’era alto quasi 10 cm, a 18€/kg con il 30% di sfrido, più di 2 € a porzione
  • Pecorini Romani D.O.P. 12 e 24 mesi, 18 e 30 €/kg, oltre 1 € a porzione
  • Padelle di Ferro, quelle di una vota, le più economiche
  • Più di 4€, circa 5, per un piatto di pasta che potrebbero anche essere molti per una famiglia di quattro o cinque componenti, poi però non facciamo una piega quando un piatto grezzo e con normali ingredienti da Discount, viene pagato 12€, più facile 15, in un ristorante. In fondo cosa avremmo potuto risparmiare su quello di casa? Rinunciando alla qualità, 1€ o 1,50€, ne vale la pena, facendo la stessa fatica?

Utilizzando sia pure buoni prodotti da normale supermercato, avremmo speso circa la metà, l’impegno sarebbe stato lo stesso, ergo, per quello che avremmo mangiato, nel secondo caso, avremmo speso male il nostro tempo, lo stesso.

NOTE
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C’HAMA MANGIÀ JOSC . . . MAMM CE CROC STU MANGIÀ

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