PE’ DE PORCU


Un braccio di mare ci divide da Calasetta.

Un approdo sicuro anche quando il maestrale soffia forte.

Parliamo lo stesso dialetto, il tabarchino ma la loro pronuncia è più dolce, più aperta; la nostra è più chiusa, aspra come le rocce isola, sferzate dal vento, schiaffeggiate dalle onde.

Siamo i “Uizei” isolani, un tratto che ci contraddistingue, ci identifica.

Condividiamo la stessa origine e le tradizioni culinarie variano di poco.

Ho sempre sentito parlare dei “PE’ DE PORCU DE CADESEDDA”

ero convinta che fossero simili ai nostri di Carloforte, preparati con lo stesso impasto dei canestrelli (dolce tipico tradizionale) e invece ,grazie alla signora Iside, ho scoperto che è tutta un’altra ricetta a cominciare dal lievito…

Non lasciatevi condizionare dal nome, davvero poco invitante, e provate questo dolce tipico, semplice e delizioso .

Ingredienti :

  • 1 kg di farina
  • 9 uova medie
  • 100 g di strutto
  • 25 g di lievito di birra
  • 1 limone grande
  • 1 bustina di vanillina
  • 1 pizzico di sale
  • 30 ml di sambuca o liquore all’anice
  • semi di finocchio qb

PER LA GLASSA

  • 800 g di zucchero semolato
  • la scorza grattugiata di un limone
  • 1 bicchiere d’acqua

Procedimento:

Mettere la farina a fontana, sgusciarvi le uova, iniziare a lavorarle con una forchetta, aggiungere il lievito sbriciolato, lo strutto a temperatura ambiente,la vanillina, i semi di finocchio ,il liquore, la scorza grattugiata di limone e il sale.
Impastare  e lavorare il composto fino a renderlo liscio e setoso.

Ricavare dall’ impasto dei filoncini di 3 cm di diametro e tagliarli ,in obliquo ,a pezzi di 5 cm e praticare al centro di ogni pezzo un’incisione per ottenere  la forma del pe’de porcu (zampa di porco)

Lasciar lievitare fino al raddoppio.

Friggere in olio di semi.

GLASSA:

dividere gli ingredienti in due tegami capienti, far sciogliere lo zucchero, quando l’acqua sarà evaporata e lo zucchero inizierà a fare il filo ,aggiungere i dolcetti e il limone grattugiato, mescolare bene fino a che tutti i “PE’” siano ben glassati .

Buon lavoro 

Vannisa