Month: Novembre 2023

Carbonara

Carbonara
Carbonara

CARBONARA

La carbonara è un piatto tipico romano, anche se in molti sostengono che il piatto sia originario dell’Umbria e che poi, i carbonari, lo fecero conoscere ai romani  nell’Ottocento.

Chi avrà ragione?!? Addirittura, una leggenda narra che il piatto fu inventato dai minatori americani e poi, con il tempo, arrivato a Roma.. Mah!
È una ricetta di facile preparazione e sicura riuscita, nonché numerose varianti: la pancetta al posto del guanciale, la panna da cucina aggiunta al latte per render il composto più liquido, i rigatoni al posto degli spaghetti, il guanciale soffritto con uno spicchio d’aglio, chi la salta in padella a fuoco medio e chi a fuoco spento perché sennò l’uovo si cuoce e di diventa una frittata, chi sostituisce il pepe con il peperoncino, chi aggiunge le zucchine fritte o grigliate, ecc.

Personalmente, la ricetta che vi presento oggi me l’ha data il cuoco di una trattoria romana vicino casa, eh prepara una carbonara deliziosa, priva di grumi e con poco pepe, condita in un recipiente (e non saltata in padella). E voi, come la preparate?

 

INGREDIENTI PER 1 PORZIONE:

80 g di rigatoni (o altro formato di pasta, in base alle vostre preferenze)

1 uovo

30 gr di guanciale

30 gr di pecorino grattugiato (o parmigiano grattugiato)

Sale, pepe, olio extravergine di oliva q.b.

PROCEDIMENTO:

Riempire una pentola d’acqua e portarla a bollore per cuocere i rigatoni?

Tagliare il guanciale a dadini.

In una padella, rosolare i dadini di guanciale con un filo di olio extravergine di oliva fino a doratura.

In un recipiente abbastanza capiente, sbattere un uovo e poi aggiungervi il pecorino, un pizzico di sale e una spolverata di pepe nero macinato.

Quando il guanciale sarà cotto, spegnere il fuoco e tenerlo da parte.

Scolare gli spaghetti al dente e versarli nel recipiente con l’uovo insieme al guanciale, quindi mescolare bene per amalgamare tutti gli ingredienti.

Servire ben caldo, aggiungendo una spolverata finale di pecorino grattugiato e di pepe.

10 regole per una cotoletta alla milanese perfetta

10 regole per una cotoletta alla milanese perfetta
10 regole per una cotoletta alla milanese perfetta

10 regole per una cotoletta alla milanese perfetta

La cotoletta alla milanese è uno dei piatti preferiti dai bambini di tutto il mondo: quando ero piccola e mia madre mi chiedeva cosa volessi mangiare per cena, rispondevo sempre “cotoletta e patatine fritte!”, che bei ricordi.

Carré di vitello avvolto in una croccante panatura e cotta in padella con il burro chiarificato, una vera bontà!

I segreti per preparare una perfetta cotoletta alla milanese?

Eccoli di seguito svelati!

 

 

10 regole per una cotoletta alla milanese perfetta

 

 

 

1) La carne

La vera cotoletta alla milanese si prepara con la costoletta di vitello, ricavata dal carrè, alta e con l’osso (che non dovrà essere tolto); con un coltello, bisogna eliminare il  grasso esterno visibile e incidere il bordo della carne, per evitare che si arricci durante la cottura.

In molte ricette si prepara la cotoletta anche con il petto di pollo (molto gradito dai bambini) o con la carne di agnello, alternative entrambe valide ma sicuramente molto diverse rispetto alla vera milanese.

 

 

2) Panatura: uova

La panatura è fondamentale per la perfetta riuscita della cotoletta.

Due sono i segreti per ottenere una panatura croccante, non unta e aderente alla carne: il pangrattato e le uova.

Le uova devono essere sbattute in un piatto, senza l’aggiunta di sale, olio extravergine di oliva o qualche cucchiaio di latte.

La carne deve essere passata nell’uovo, da entrambi i lati, poi scolata e panata nel pangrattato.

 

 

3) Panatura: solo pangrattato?

La panatura deve essere fatta con il pangrattato fresco (fatto con pane secco e frullato); alcuni chef aggiungono semi di sesamo, cereali tritati, formaggio grattugiato, erbe aromatiche (paprika, curry, curcuma) ecc. ottenendo una cotoletta sicuramente più saporita ma decisamente diversa rispetto alla vera milanese.

La carne, precedentemente passata nell’uovo e scolata, deve essere panata nel pangrattato, su entrambi i lati, assicurandosi che quest’ultimo aderisca bene alla carne.

Mia nonna ultimamente ha sperimentato la cotoletta con “doppia panatura” (con lo schema uovo-pangrattato-uovo-pangrattato) ma a me non piace perché il sapore della carne viene coperto eccessivamente dalla panatura.

 

 

4) Sale: si o no?

Alcuni sostengono che la carne non vada assolutamente salata prima della cottura: una spolverata di sale va aggiunta sulla superficie della cotoletta solo prima di essere servita.

Io seguo questa scuola di pensiero ma voi, in base ai vostri gusti, potete salare la carne prima della panatura o aggiungendo un pizzico di sale all’uovo sbattuto.

 

 

5) Cottura

La cotoletta deve essere, per tradizione, cotta nel burro chiarificato, sciolto in padella  fuoco vivace; la cotoletta deve cuocere 15-20 minuti ma, se molto alta, dovrete prolungare il tempo.

 

 

6) La variante fritta e al forno

Alcune ricette prevedono la cottura in padella con olio di semi fino a doratura, penalizzando però l’aroma e la croccantezza della cotoletta. L’olio deve essere abbondante perché altrimenti, quando viene adagiata in padella la cotoletta, la temperatura dell’olio diminuirà velocemente e l’impanatura rimarrà unta e poco croccante.

Coloro che sono attenti alla linea, consigliano la cottura della cotoletta in forno (a 180° per 20-25 minuti o fino a doratura), ma otterrete un risultato finale meno croccante e saporito.

 

7) Quantità

Per evitare che, durante la cottura, le fette di carne si attacchino l’una all’altra o che la panatura si stacchi, dovrete dosare bene le quantità ed evitare di friggere troppe cotolette alla volta: regolatevi in base alle dimensioni della padella e alla quantità di burro/olio usato.

 

 

8) Servizio

La cotoletta deve essere scolata su un foglio di carta assorbente e servita dopo qualche secondo, ben asciutta, aggiungendo un pizzico di sale sulla superficie.

L’accompagnamento perfetto alla cotoletta milanese??

Sicuramente una generosa porzione di patatine fritte o un’insalata fresca.

Una chicca: a Vienna, l’accompagnamento prediletto della cotoletta è un’insalata di patate lesse condite con aceto, succo di limone, cipolle e prezzemolo, una vera prelibatezza!

 

 

9) La variante “Viennese”

La cotoletta viennese si prepara con carne di maiale o di bovino, senza osso, non alta ma sottolissima e ben battuta,  impanata nell’uovo e nel pangrattato, e fritta in una padella con olio di semi di arachide.

 

 

10) La variante “Bolognese”

La cotoletta alla bolognese si differenzia dalla milanese innanzitutto per il taglio della carne: nella prima si usa la fesa di vitello (taglio di coscia, privo di osso), mentre nella seconda il carrè (con l’osso).

Quanto alla preparazione, una volta panata nell’uovo e nel pangrattato, la cotoletta alla bolognese viene dorata in padella con una noce di burro, poi rivestita di fette di prosciutto crudo, cosparsa di parmigiano grattugiato e infine cotta di nuovo in padella con un mestolo di brodo, necessario per far sciogliere il formaggio.

Torta di uva

Torta di uva
Torta di uva

Torta di uva

Una torta autunnale realizzata con uva nera, farina, uova, zucchero, lievito, burro e latte.

Pochi e semplici ingredienti che si uniscono per creare una torta economica e gustosa, perfetta da mangiare a merenda o come dessert dopo cena, soprattutto nelle serate di San Martino, accompagnata da un bicchiere di vino novello e qualche castagna arrostita.
Io ho usato latte di soia e zucchero di canna, ma voi potete usare qualsiasi tipo di latte e di zucchero a vostra disposizione!

 

 

Ingredienti:

400 gr di uva nera senza semi
300 gr di farina (io ho  usato 200 gr di farina 00 e 100 gr di farina di riso, per ottenere un risultato finale più soffice ma potete usare anche solo farina 00)
3 uova
220 gr di zucchero (io ho usato lo zucchero di canna ma va bene anche il semolato, in base alle vostre preferenze)
130 gr di burro
75 ml di olio extravergine di oliva
120 ml di latte (io ho usato il latte di soia ma vanno benissimo anche il latte intero o scremato, in base a ciò che avete a disposizione)
1 bustina di vanillina
1 bustina di lievito per dolci

 

 

Procedimento:

Preriscaldare il forno a 180 gradi e rivestire una tortiera di carta forno.
Lavare e privare gli acini di uva dei semi.
In una ciotola, sbattere le uova con lo zucchero per ottenere un composto soffice e voluminoso (aiutatevi con una frusta manuale).
Aggiungere il burro a pezzetti, l’olio extravergine di oliva, il latte, la vanillina e continuare a mescolare.
Aggiungere infine la farina setacciata e il lievito in polvere per dolci e mescolare per ottenere un composto liscio e senza grumi.
Aggiungere all’impasto 2/3 dell’uva.
Versare il composto nella tortiera rivestita e cuocere in forno caldo per 10 minuti, poi sfornare e adagiare sulla superficie della torta i restanti acini, e rinfornare per 40-45 minuti.
Sfornare e far intiepidire prima di servire.

Gnocchi alla ligure

Gnocchi alla ligure
Gnocchi alla ligure

GNOCCHI ALLA LIGURE

Questa è una ricetta ultrarapida che addirittura, se usate gli gnocchi già confezionati, si prepara in meno di 10 minuti (compreso il portare l’acqua per la pasta ad ebollizione) e rilascia un aroma fantastico in tutta la cucina. È un piatto perfetto anche per i vegani e i vegetariani: cosa si può volere di più?

Io ho preparato sia gli gnocchi sia il pesto, ma voi potete comprare le versioni confezionate di entrambi i prodotti e limitarvi a cuocere gli gnocchi e condirli con il pesto direttamente nel piatto da portata. Che ne pensate? Un’idea furba, vero?

Ingredienti per gli gnocchi:

200 gr di patate

50 gr di farina 00

Sale

Per il condimento:

15-20 foglie di basilico fresco

3 cucchiai di olio extravergine di oliva

2 cucchiai di parmigiano grattugiato

1 spicchio di aglio

1 cucchiaino di pinoli

 

 


Procedimento:

Lavare le patate e lessarle con tutta la buccia in una pentola piena di acqua.

Una volta cotte, scolare le patate e pelarle.

Schiacciare le patate con i rebbi di una forchetta o con un passa verdure.

Distribuire una manciata di farina sulla spianatoia.

Incorporare le patate schiacciate con i 50 gr di farina e impastare cercando di ottenere un impasto elastico e consistente.

Prendere un pezzetto dell’impasto, arrotolarlo come un vermicello e tagliarlo in pezzetti con un coltello, per ottenere gli gnocchi.

Nel frattempo, riempire una pentola con acqua salata per cuocervi gli gnocchi.

Mentre l’acqua bolle, preparare il pesto cominciando con il lavare le  foglie di basilico sotto l’acqua corrente per poi tamponarle con un foglio di carta da cucina.

Nel bicchiere del mixer, unire lo spicchio d’aglio, un pizzico di sale, le foglie di basilico, l’olio extravergine di oliva, i pinoli e il parmigiano grattugiato, e frullare il tutto per ottenere una crema densa.

Scolare gli gnocchi al dente poi condirli con il pesto direttamente nel piatto o saltando il tutto in padella per qualche minuto.

Prima di servire gli Gnocchi alla ligure, aggiungere qualche foglia di menta per decorare.

10 regole per un tè perfetto (usando i filtri)

10 regole per un tè perfetto (usando i filtri)
10 regole per un tè perfetto (usando i filtri)

10 regole per un tè perfetto (usando i filtri)

 

“Se la vita è come una tazza di tè, significa che qualcuno di noi è l’acqua e qualcun altro il tè” si afferma in un libro. Può esserci qualcosa di più romantico che sorseggiare una calda tazza di tè, distesi sul divano, con un buon romanzo tra le mani??

Penso proprio di no, ma per preparare un tè che raccoglierebbe persino il favore della Regina Elisabetta, esistono poche regole da rispettare sempre. Ecco a voi le regole d’oro per un tè perfetto (usando i filtri).

10 regole per un tè perfetto (usando i filtri)

1) La scelta del tè

Per preparare un’ottima tazza di tè è fondamentale usare solo tè di alta qualità, conservato nella sua confezione e in un luogo asciutto, lontano da profumi che possano minarne l’aroma.

2) L’acqua

Sembrerà una stupidaggine ma la scelta dell’acqua è fondamentale per ottenere una buona tazza di tè.

L’acqua migliore è quella oligominerale filtrata, leggera, povera di calcare, che va portata a ebollizione in un bollitore di acciaio inox.

3) La temperatura dell’acqua

La temperatura dell’acqua varia a seconda del tipo di tè: 90°C per i tè neri, 85 °C per i tè indiani e di Ceylon, 70-85 °C per i tè bianchi, 70 °C per i tè verdi.

4) La quantità

Ogni bustina di tè contiene la dose perfetta per una tazza quindi, se si prepara il tè per 2 persone, è consigliabile usare due bustine.

5) Il tempo di infusione

Ogni tè ha il suo tempo di infusione da rispettare: 3-4 minuti per i tè neri e di Ceylon, 2-3 minuti per il Darjeeling e per i tè verdi, 4-5 minuti per i tè aromatizzati.

Terminato il tempo di infusione, le bustine vanno rimosse dalla teiera e il tè va servito.

6) La teiera

Il tè va lasciato in infusione in una teiera in porcellana o in ceramica, precedentemente riscaldata con acqua calda.

Dopo l’uso, la teiera va lavata accuratamente per eliminare i residui del tè (alcuni consigliano di lavarla solo con l’acqua, senza detersivi, come si fa per la caffettiera).

7) La tazza

Su consiglio del popolo inglese, la tazza migliore per bere il tè è la mug, in grado di conservare più a lungo il calore della bevanda.

8) Mescolare

Prima di servire il tè, mescolarlo nella teiera, in modo da distribuire uniformemente gli aromi.

9) Il momento giusto

Ogni tè ha caratteristiche specifiche, adatte a momenti diversi della giornata: English Breakfast, Rosso, Nero, Bianco (utile per combattere il colesterolo e la pressione alta), Matcha (antistress), aromatizzato (l’Earl Grey è il più famoso al mondo), ecc.

Personalmente, a me piace sorseggiare il tè il pomeriggio, e la scelta ricade quasi sempre su un tè aromatizzato (ai frutti rossi o ai frutti di bosco), ma non disdegno il tè al limone o al gusto arancia e cannella.

10) Il servizio

Per servire il tè, esistono diverse scuole di pensiero: alcuni usano le fettine di limone, altri qualche goccio di latte, altri ancora solo 1 cucchiaino di zucchero, altri il miele.

La regola valida per tutti è, secondo me, solo una: il tè va accompagnato dai classici biscottini al burro (pensate ai famosi Butter Cookies, gnammm).

Ventagli

Ventagli
Ventagli

Ventagli

I ventagli dolci di pasta sfoglia sono degli eleganti dolcetti, facili e veloci da realizzare, ideali come fine pasto, accompagnati da caffè e amaro, oppure da servire a merenda, magari accompagnati da una bella tazza di the (io suggerirei un the bianco o alla vaniglia). 

La ricetta proviene dalla pasticceria campana (a Napoli, i ventagli sono noti come “Prussiane”) ma sono diffusi in tutta Europa: in Francia i ventagli vengono chiamati “palmiers” o “coeurs”, nel Regno Unito “elephant’s ear” o “butterflies”, mentre in Spagna “orejas”.

Io, nonostante l’eccessivo contenuto calorico (dovuto all’elevata quantità di burro presente nella ricetta), adoro i dolci fatti con la pasta sfoglia: ventagli, fagottini, cannoncini, rose di mela in pasta sfoglia, sfogliatelle, strudel!

Come si può resistere a simili tentazioni?? E poi, solo al pensiero di poterle preparare in casa con la pasta sfoglia confezionata, già viene l’acquolina in bocca! Non trovate??

Questi ventagli sono una ricetta super economica perché servono solo due ingredienti: un rotolo di pasta sfoglia (io ho usato la pasta sfoglia confezionata ma voi potete realizzarla in casa) e lo zucchero. Cosa si può volere di più?

Io ho usato solo zucchero e pasta sfoglia, ma voi potete aggiungere gocce di cioccolato fondente (o bianco), marmellata scura (ciliegie, amarene, fragole), miele, un pizzico di cannella, scaglie di cocco, zucchero e velo ecc.. insomma, ogni ingrediente che soddisfi i vostri gusti e a vostra disposizione. Via libera alla fantasia!!!

 

 

Ingredienti:

1 rotolo di pasta sfoglia

Zucchero di canna q.b.

 

 

Procedimento:

In primo luogo, preriscaldare il forno a 180 gradi e rivestire una teglia di carta forno.

Stendere la pasta sfoglia su una spianatoia.

Spolverare la pasta a sfoglia con dello zucchero di canna.

Arrotolare i lati lunghi della sfoglia, verso l’interno e poi ritagliare i ventaglietti.

Disporre i ventaglietti su una teglia rivestita con la carta forno.

Cuocere a 180° per 15 minuti.

Sfornare e lasciar raffreddare a temperatura ambiente.

Infine, servire i ventagli con una spolverata di zucchero a velo (facoltativa).

I ventagli si conservano in un contenitore ermetico per 3-4 giorni.

Riso alla cantonese

Riso alla cantonese
Riso alla cantonese

Riso alla cantonese

Il riso alla cantonese è uno dei piatti più noti della cucina cinese, insieme agli involtini

primavera e agli spaghetti alla piastra.

Ogni volta che vado a mangiare al ristorante cinese o lo ordino da asporto,

prendo sempre una porzione di ravioli al vapore e una di spaghetti alla piastra,

mentre il riso lo salto a piè pari perché riesco a prepararlo anche a casa senza

troppi problemi, e infatti lo preparo spesso la sera e lo consumo il giorno dopo a

pranzo in ufficio.

Un piatto veloce, non troppo pesante e molto saporito. Che ne dite??

 

INGREDIENTI:

1 tazza di riso basmati
40 gr di petto di pollo (o sovraccoscia, o coscia di pollo, in base ai vostri gusti)
40 gr di piselli primavera surgelati
1 uovo
1 carota
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
Sale, pepe

 

PROCEDIMENTO:

Versare il riso in una pentola con dell’acqua e cuocere per 10 minuti dal momento in cui l’acqua comincia a bollire.
Scolare il riso e versarlo in un piatto per farlo raffreddare.
Sbattere l’uovo in un piatto.
Pelare la carota e tagliarla a julienne.
Versare in un wok due cucchiai di olio extravergine di oliva e, quando sarà caldo, versarvi l’uovo e mescolarlo spesso per strapazzarlo.
Aggiungere i piselli primavera e le carote tagliate a julienne e cuocere a fiamma media, aggiungendo una spolverata di pepe nero macinato e un pizzico di sale.
Tagliare il pollo a listarelle e aggiungerlo nel wok insieme all’uovo e alle verdure, cuocendo a fuoco molto alto per rosolare il tutto.
Quando il pollo e le verdure saranno cotti, spegnere il gas e mettere da parte.
In un’altra padella, scaldare un cucchiaio di olio e, quando sarà caldo, versarvi il riso per friggerlo.
Quando il riso sarà dorato, aggiungere il condimento precedentemente realizzato e saltare il tutto.
Servire il Riso alla cantonese ben caldo.

Cavolfiori in pastella

Cavolfiori in pastella
Cavolfiori in pastella

CAVOLFIORI IN PASTELLA

Una ricetta facile e veloce che può essere servita come contorno o come aperitivo; un modo sfizioso per mangiare i cavolfiori (solitamente non graditi a molti) ed anche una ricetta economica da servire ai vostri ospiti.

Io solitamente mangio i cavolfiori lessi o gratinati al forno, ma vi garantisco che questa versione pastellata è assolutamente degna di nota, nonché perfetta come piatto unico da mangiare davanti ad un bel film alla tv, magari con una montagna di salsine di accompagnamento (come ketchup, maionese e salsa yogurt).

E voi, che ne pensate? Se siete in cerca di ricette “da buffet” da servire ai vostri ospiti, vi consiglio di abbinare i cavolfiori in pastella ad altri fritti come arancini, supplì e crocchette, tanto per non “sprecare” l’olio della frittura!

Ingredienti per 1-2 porzioni:

1/2 cavolfiore
1 uovo
2-3 cucchiai di parmigiano grattugiato
Qualche foglia di prezzemolo fresco
1 spicchio di aglio
2 cucchiai di farina 00
Sale, pepe nero macinato q.b.

 

 

Procedimento:

Lavare il cavolfiore sotto acqua corrente e dividerlo in cimette piccine piccine.

Riempire una pentola d’acqua e portarla a ebollizione per cuocervi il cavolfiore.

Cuocere le cimette di cavolfiore per 10-15 minuti, fino a quando non saranno tenere.

Scolare il cavolfiore lessato e lasciarlo intiepidire a temperatura ambiente.

Tritare finemente l’aglio con un coltello da cucina.

In una ciotola unire l’uovo, qualche foglia di prezzemolo fresco, l’aglio tritato, il parmigiano grattugiato, la farina, un pizzico di sale, una spolverata di pepe nero macinato e mescolare con una forchetta per creare una bella pastella densa ma priva di grumi.

Immergere le cimette di cavolfiore nel composto con l’uovo e mescolare.

Versare l’olio di semi in una padella e, quando sarà bollente, friggervi le cimette di cavolfiore in pastella fino a doratura.

Scolare i cavolfiori pastellati e adagiarli su un foglio di carta assorbente.

Servire tiepidi, accompagnati da salsine.

Cantucci

Cantucci
Cantucci

Cantucci

I cantucci sono biscotti toscani tipici della città di Prato, ideali da servire per dessert accompagnati a un bicchiere di vin santo.

L’Accademia della Crusca, nel ‘700 definiva queste delizie come “biscotti a fette, di fior di farina.

Con zucchero e chiara d’uovo” ed erano molto amati anche dalla famosa Caterina de’ Medici.
In realtà, i Cantucci sono diffusissimi anche nella mia regione, l’Abruzzo, dove una nota casa dolciaria li prepara in molteplici varianti:

con le gocce di cioccolato, con fichi e noci, con farina di farro, con albicocche in pezzi, con pistacchio e cedro.. Insomma, una vera delizia in grado di soddisfare tutti i palati!

Questi cantucci sono speciali perché realizzati con la farina di grano saraceno e farina di quinoa, due ingredienti che conferiscono a queste prelibatezze una marcia in più.

 

Ingredienti per 300 gr di biscotti:

25 gr di farina di grano saraceno
25 gr di quinoa
75 gr di riso integrale
50 gr di zucchero di canna
125 gr di mandorle sgusciate non pelate
2 albumi
50 ml di latte di mandorla
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
1 bustina di lievito per dolci
un pizzico di sale
1 bustina di vanillina

 

 

Procedimento:

In una ciotola mescolare le farine, lo zucchero, il lievito, la vanillina e un pizzico di sale.
In un’altra ciotola, mescolare il latte, gli albumi e l’olio.
Unire il composto con il latte a quello con le farine e mescolare per amalgamare bene il tutto.
Aggiungere infine le mandorle sgusciate e mescolare fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Rivestire una teglia di carta forno e preriscaldare il forno a 180 gradi.
Dividere il composto in 2 parti e formare due filoni da adagiare sulla carta forno.
Cuocere in forno caldo a 180 gradi per 30 minuti.
Sfornare e far raffreddare i due filoni.
Una volta freddi, tagliare i filoni a fette e rimetterli di nuovo per 5 minuti, in modo da farli diventare croccanti.