10 regole

Quale vino scegliere per la tavola delle feste

Quale vino scegliere per la tavola delle feste
Quale vino scegliere per la tavola delle feste

Quale vino scegliere per la tavola delle feste

Nel periodo festivo capita spesso di essere ospiti per cena a casa di amici e non sapere cosa portare in dono.

Un dolce? Sicuramente ci saranno pandori e/o panettoni in abbondanza.

Un mazzo di fiori o un dono per la padrona di casa? Mmm.. troppo personale.

Una bottiglia di vino? Ecco si, questa è la scelta giusta!

Si, ma… quale scegliere? Bianco, rosso o addirittura spumante o Champagne?

Ecco a voi i miei consigli per scegliere il vino che meglio si abbina alle tipiche pietanze servite durante il periodo natalizio.

 

 

 

Per accompagnare piatti di carne…

Per una cena con piatti a base di carne, come prosciutto, roast beef, tacchino, consiglio lo Zinfandel, un vino prodotto con uva californiana, famoso sin dai primi anni del ‘900.

Un vino dal colore rosso granato, scuro, vigoroso, con un pronunciato carattere fruttato e speziato dovuto alla presenza di frutti rossi e chiodi di garofano.

Alternative allo Zinfandel possono essere il Primitivo Pugliese, rosso e corposo, il Pinot Nero (che si sposa perfettamente con le carni bianche) e il Nebbiolo (perfetto per brasati e piatti a base di selvaggina).

 

 

 

Per compiacere i vegetariani e i vegani…

Negli ultimi anni, le vendite di vino biologico, biodinamico e vegano sono aumentate sensibilmente nel nostro Paese, e molti produttori si sono dati da fare in tal senso.

Il vino vegano non prevede l’uso di prodotti di origine animale nella sua preparazione (come la bentonite, ad esempio), senza minarne il gusto, l’aspetto, il sapore e la gradazione alcolica.

Quali scegliere? Il Prosecco veneto Perlage, i vini abruzzesi della Cantina Tollo sca, i vini trenitini della Cantina Aldeno, ecc.

 

 

Per una cena a base di ostriche…

Ultimamente è diventata tradizione gustare le ostriche durante il cenone di capodanno perché considerate sinonimo di festa e il non plus ultra del cibo prelibato.

Per accompagnare le ostriche, suggerisco un vino ad alta mineralità che richiami il gusto dei molluschi, esaltandone i sapori.

Alcuni esempi sono il Chablis, derivante da un terreno francese composto per la maggior parte di fossili marini di cui i gusci delle ostriche ne rappresentano una notevole quantità, e il Muscadet, un vino bianco francese dalle note salmastre e con un sapore fresco e agrumato.

 

Per una cena a buffet…

Per una cena tra amici, informale, magari a base di finger food e servita a buffet, seguita da una tombolata, scegliete uno champagne, un vino universale e che può essere degustato in ogni momento: come aperitivo, a tutto pasto, ecc.

Sfatiamo il mito che lo champagne è roba da ricchi e riconosciamo che ci sono ottime etichette a prezzi accessibili, anche se non di annata.

Come resistere al colore dorato, al perlage, al profumo fruttato e floreale tipico dello champagne?

Semplice, non si può!

E allora, lasciatevi tentare da un Veuve Cliquot, Moet et Chandon o un Dom Perignon (per i portafogli più consistenti).

 

 

 

Per accompagnare il dessert…

Se non siete sicuri delle portate principali che verranno servite, allora optate per un vino da abbinare ai classici dolci natalizi, che sicuramente non mancheranno!

Non è assolutamente vero che i dolci si sposano con i vini e gli spumanti secchi: la regola aurea è che “ad un dolce, si deve sempre abbinare un vino dolce”.

In tal senso, per accompagnare dolci lievitati, pandoro, panettone e dolci di pan di spagna, dovrete scegliere un vino o uno spumante dolce, morbido, fresco, poco alcolico.

La scelta dovrà ricadere su un vino dolce, speziato, fruttato, come il Recioto di Gambellara, il Vin Santo, la Falanghina, il Verdicchio dei Castelli di Jesi.

Per dolci secchi come i biscotti di pasta frolla, magari arricchiti con frutta secca o marmellata di frutta, scegliete vini bianchi liquorosi o passiti alcolici e molto profumati come il Moscato d’Asti.

 

Come riciclare panettone e pandoro

Come riciclare panettone e pandoroCome riciclare panettone e pandoro

Le feste di Natale sono finite e avete ancora da smaltire panettoni e pandori?
Niente paura! In poco tempo, potete creare golose ricette con i dolci avanzati riciclandoli e creando dolci senza cottura e anti spreco.
Dunque, ecco a voi Come riciclare panettone e pandoro in 5 ricette.
Nota: nella preparazione di ogni ricetta, vi consiglio di non abbondare con lo zucchero onde rischiare di ottenere un dolce stucchevole.

Pandoro ripieno

Se vi è avanzato un intero pandoro, potete farlo ripieno di crema al mascarpone e gocce di cioccolato fondente.

Come? Basterà praticare un foro sulla base del pandoro e svuotarlo.

Riempite ora il pandoro con golosa crema al mascarpone e gocce di cioccolato.

Ora rimettete il pandoro in piedi e ricopritelo con una colata di cioccolata fondente.

Lasciare solidificare in frigorifero per almeno 1 ora e, prima di servirlo, decorare il panodor con frutti rossi, scaglie di cocco grattuggiato, ecc.

Torta

Potete usare il pandoro avanzato come base di una torta tradizionale, al posto del pan di spagna.

Basterà tagliare il pandoro in fette orizzontali non troppo spesse, bagnarle con l’acqua o il succo di frutta, e farcire con crema pasticcera, crema chantilly o al cioccolato.

Se volete creare un vero e proprio peccato di gola, ricoprite la vostra torta con panna fresca montata, una vera delizia.

Panettone farcito

Se la vostra dispensa annovera un panettone con o senza canditi, non vi resterà che tagliarlo a fette orizzontali e farcire ogni fetta con la crema che più preferite.

Crema chantilly, crema pasticcera, crema alle nocciole, crema al mascarpone, insomma, qualsiasi crema andrà bene!

Per completare l’opera, ricoprite il panettone con una colata di cioccolato fondente e una manciata di codette di pasta di zucchero, così da ottenere un risultato finale colorato e super goloso.

La stessa ricetta può essere usata anche per farcire il pandoro.

Se volete dare al vostro dolce un tocco “estivo”, allora farcite il panettone (o il pandoro) con gelato artigianale (gusti a vostro piacimento) e riponetelo in freezer fino al momento di servire.

 

French toast di panettone

Il french toast, tipico dolce della colazione americana preparato con fette di pan carrè, può essere rivisitato sostituendo le fette di panettone al pancarrè.

La preparazione è facile e veloce ma anche molto calorica e il risultato finale potrebbe essere un po’ pesante e non addatto a tutti gli apparati digerenti.

Una volta tagliato il panettone a fette, dovrete passare ogni fetta in una miscela di uova sbattute, latte e cannella in polvere.

Ogni fetta dovrà poi essere cotta in padella con il burro e servita con una spolverata di ziccjerp a velo oppure con frutta fresca, marmellata, miele o sciroppo d’acero.

Buono ma… forse un po’ troppo pesante?

 

 

Tiramisù di pandoro

Se avete a disposizione un panettone senza canditi o un pandoro, allora tagliatelo a fette e e usatelo come base per un tiramisù.

Vi basterà bagnare ogni fetta con il caffè (non zuccherato) per poi ricoprirla di crema al mascarpone, formare più strati e infine lasciare tutto a riposare in frigorifero.

Prima di servire il tiramisà, ricordatevi di spolverare la superficie con scaglie di cioccolato e cacao amaro in polvere, per un risultato semplicemente perfetto!

Per un tocco più festivo, aggiungete un goccio di Bayles o di Grand Marnier alla crema al mascarpone.

 

10 regole per un hamburger perfetto

10 regole per un hamburger perfetto

Matthew McConaughey, in un’intervista, ha dichiarato: “L’uomo che ha inventato l’hamburger era intelligente, ma quello che inventato il cheeseburger era un genio”, e come dargli torto??

L’hamburger è considerato da tutti un “cibo spazzatura”, un piatto preparato con la carne avanzata (un po’ come le polpette), e per questo fortemente sconsigliato da consumare al ristorante.

Ma, dite la verità: come si può rifiutare un succulento hamburger servito con una montagna di patatine fritte??

Non si può, e allora, ecco a voi le 10 regole per preparare un hamburger perfetto a casa vostra.

1) La scelta della carne

Per preparare un ottimo hamburger, è consigliabile usare un mix di controfiletto, collo e fiocco: fatevi consigliare dal vostro macellaio di fiducia e non affidatevi alle confezioni di carne macinata in vendita al banco frigo dei supermercati.

Se non amate la carne di manzo, potete optare per quella di pollo o di vitello.

2) Carne macinata o tagliata?

La carne va sminuzzata al coltello (non macinata) e non deve essere eccessivamente magra (dovrebbe esserci almeno un 20-25% di grasso), altrimenti rischiereste di ottenere un risultato troppo stopposo.

3) Dimensioni

Una volta tritata, la carne va pressata per formare i medaglioni (della stessa dimensione del panino che userete), usando solo le mani.

L’hamburger perfetto non supera il mezzo centimetro di altezza ed ha la stessa dimensione del panino che andrà a riempire.

4) Il condimento

Una volta formati i medaglioni, questi vanno conditi con un pizzico di sale e uno di pepe e lasciati a riposare in frigorifero per almeno 20 minuti, in modo da farli insaporire.

A piacere, potete aggiungere altre spezie come la paprika piccante o il tabasco.

Ricordate: la carne va condita solo dopo essere stata impastata, mai prima!

5) Griglia o padella?

Griglia  rovente, senza alcun dubbio! In mancanza, potete optare per una padella antiaderente, ma evitate assolutamente di ungerla con un filo di olio extravergine di oliva.

6) Cottura

Prima della cottura, l’hamburger va lasciato per una decina di minuti a temperatura ambiente, in modo da farlo restare morbido.

L’hamburger va cotto a fuoco basso, 2 minuti per ogni lato, girandolo una sola volta cercando di non schiacciarlo e di non bucarlo, per evitare che si perdano i succhi di cottura.

7) Il panino

Indubbiamente, i panini preparati direttamente dal fornaio sono i migliori ma, in mancanza, potete optare per quelli confezionati cosparsi di semi di sesamo.

Il panino va preriscaldato in forno per 2-3 minuti oppure tostato in padella, in modo da diventare croccante fuori e morbido dentro, poi spaccato a metà e farcito con l’hamburger cotto.

8) Il ripieno

Il classico panino con l’hamburger prevede un ripieno di lattuga, pomodoro da insalata, formaggio cheddar e bacon croccante. Tuttavia, i più fantasiosi aggiungono ogni tipo di ingrediente: verdure sottaceto, verdure grigliate, cipolle caramellate, ecc.

9) Le salse

Un hamburger che si rispetti deve essere accompagnato almeno da ketchup e maionese. Essendo una vera fan delle salse americane, a me piace aggiungere la salsa bbq, il senape e la salsa yogurt.

10) Il contorno

Come accompagnare l’hamburger?? Ci sono molte alternative (insalata fresca, verdure grigliate, ecc.), ma quella preferita da tutti è sicuramente una bella porzione di patatine fritte.

Ecco a voi alcuni suggerimenti per hamburger le cui ricette trovate sul blog nelle sezioni “American Diner” e “Secondi”.

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10 regole per una grigliata di carne perfetta

10 regole per una grigliata di carne perfetta
10 regole per una grigliata di carne perfetta

10 regole per una grigliata di carne perfetta

Diciamoci la verità: non c’è italiano che disprezzi una succulenta grigliata di carne.

La crosticina che si forma in cottura, i succhi rilasciati dalla carne, le erbe aromatiche, la tenerezza della carne, trasformano un piatto semplicissimo in un’autentica delizia di non facile realizzazione.

E per questo, ho raccolto di seguito le 10 regole per una grigliata di carne perfetta. Non resta che invitare gli amici per cena e accendere il barbecue, giusto?!?

 

10 regole per una grigliata di carne perfetta

 

1) La carne

Fondamentale per una grigliata perfetta è la scelta di carne di qualità, con un buon equilibrio tra parti magre e parti grasse: una carne troppo magra diventerà secca e dura, mentre il  grasso donerà morbidezza e sapore alla carne.

I classici della grigliata italiana sono salsiccia, costate, capocollo e pancetta, ma potete optare anche per l’asado argentino, l’angus, gli spiedini, il pollo e le bistecche.

2) Sale

Secondo alcuni, la carne non andrebbe mai salata prima della cottura, pena l’indurimento della carne durante la cottura. Questo è vero solo se la carne viene salata diverse ore prima della cottura, altrimenti, se condito prima della cottura, il sale genera una gustosa crosticina sulla superficie della carne.

Per un risultato diverso dal solito, potete usare il sale aromatizzato, come quello al limone, al peperoncino, agli agrumi.

3) Marinata

Non è obbligatorio marinare la carne prima della cottura.

Io solitamente non marino l carne di maiale ma solo quella di pollo, che ha un sapore meno forte rispetto al maiale.

Di solito, per la marinatura uso un’emulsione a base di olio, succo di limone, aglio tritato e erbe aromatiche (rosmarino, timo, origano, salvia), ma potete usare anche il mix per arrosti in vendita nei supermercati.

La carne marinata, prima di essere cotta, va sgocciolata e asciugata bene con carta assorbente.

4) Erbe aromatiche

Le erbe aromatiche fresche sono le migliori amiche della cottura alla griglia.

Le predilette sono timo e rosmarino, ma potete aggiungere anche origano, salvia, ecc.

Le erbe vanno disposte sul lato  superiore della carne, pena bruciatura.

5) Cottura

Per i tagli di carne sottili (es. spiedini, scottadito), è consigliata la cottura sulla brace, mentre per i tagli più grossi (es. costate, roastbeef) è preferibile la cottura sulla griglia.

Qualora usiate il barbecue, i pezzi piccoli andranno cotti senza coperchio, mentre i pezzi più grossi (come polli interi, costate) dovranno cuocere con il coperchio, poiché necessiteranno di una cottura uniforme, meno violenta e prolungata.

6) Spennellata

Durante la cottura, per dare più sapore alla carne, potete spennellare la superficie con oli aromatizzati (ad esempio, l’olio al peperoncino, l’olio all’aglio o l’olio agli agrumi).

Per le carni bianche, come il pollo e l’agnello, è preferibile usare l’olio al rosmarino oppure un emulsione di olio extravergine di oliva, vino bianco e rosmarino.

7) Brace: carbonella o legna?

Chi vive in città, userà sicuramente la carbonella per alimentare la brace, mentre coloro che avranno “spazio in casa” preferiranno la tocchi di legna secchi e asciutti.

La base deve essere fatta con un materiale facilmente infiammabile (come fogli di giornale), sul quale verranno adagiati tocchi di legna o carbonella.

E’ assolutamente vietato usare l’alcol, mentre potete usare accenditori liquidi o in pastiglie, che facilitano l’accensione del fuoco venendo incontro ai fuochisti meno esperti.

Il carbone sarà pronto per la cottura quando i tocchetti non saranno più neri ma ricoperti da uno strato di cenere bianca.

La brace non va allargata fino ai bordi del braciere ma va disposta “a montagna” in centro, mentre ai lati non va disposta: in questo modo, potrete spostare ai lati i pezzi di carne già cotti all’esterno ma non all’interno, per proseguire con una cottura più dolce.

8) Inforcare: si o no?

Durante la cottura, bisogna evitare di inforcare e/o bucherellare la carne perché bucandola fuoriescono i succhi di cottura, ricchi di vitamine e sali minerali, preziosi per rendere la carne morbida al palato.

9) Girare: si o no?

Durante la cottura, la carne deve essere girata il meno possibile: sono sufficienti 1-2 volte. Da regola, la fiorentina va girata una sola volta.

10) Servizio

La carne grigliata, una volta cotta, va servita subito e consumata calda.

Le fette molto spesse vanno fatte riposare un paio di minuti prima di essere servite in tavola, avvolte nella carta stagnola: questo passaggio contribuirà ad uniformare la temperatura interna della carne e favorirà il rilascio dei succhi di cottura.

L’accompagnamento ideale?? Una porzione di verdure arrosto oppure un’insalata fresca.    

10 regole per pancakes perfetti

10 regole per pancakes perfetti
10 regole per pancakes perfetti

10 regole per pancakes perfetti

C’è un solo modo per cominciare bene il week-end: fare una colazione fantastica il sabato mattina!

La mia preferita? Brunch in una nota bakery romana, a base di gustosi pancakes, le mitiche frittelle della cucina americana preparati con latticello, farina, zucchero, lievito in polvere, bicarbonato di sodio, uova, e burro.

Una ricetta apparentemente facile ma che in realtà nasconde delle insidie: il giusto quantitativo di ingredienti, la lavorazione, la padella da usare per la cottura, ecc.

Ecco a voi la 10 regole per pancakes perfetti, ideali da gustare per sentirsi un po’ come un membro della famiglia Robinson.

Pancake and ice cream
Pancake and ice cream

 

 

1) Latticello (buttermilk)

L’ingrediente fondamentale per preparare dei pancakes perfetti è il latticello (meglio noto tra gli scaffali americani come “buttermilk”), un ingrediente difficilmente reperibile nei supermercati italiani ma sostituibile mixando latte fresco con yogurt nelle seguenti quantità: 500 ml di latte fresco, 50 ml di yogurt.

Il latte e lo yogurt vanno mescolati e poi messi da parte per passare a unire, in una ciotola, gli ingredienti secchi con i liquidi.

 

 

2) Gli ingredienti secchi

In una ciotola bisogna unire la farina 00 con il lievito in polvere per dolci (necessario per conferire morbidezza e sofficità all’impasto), il bicarbonato di sodio (ingrediente fondamentale per la lievitazione dell’impasto), lo zucchero e un pizzico di sale.

 

Pancake al grano saraceno
Pancake al grano saraceno

3) Gli ingredienti liquidi

In un’altra ciotola, bisogna unire il latticello (il composto di yogurt e latte, per intenderci), le uova e il burro fuso.

 

 

4) Lavorazione

Gli ingredienti secchi vanno versati, un po’ alla volta, nella ciotola  con gli ingredienti liquidi, mescolando con una forchetta o una frusta manuale da cucina, per ottenere un composto denso e il meno grumoso possibile.

Non bisogna mescolare eccessivamente gli ingredienti, pena il rischio di ottenere pancakes piatti e duri.

 

 

5) Tempo di riposo

La pastella deve riposare per almeno 30 minuti in frigorifero, in una ciotola coperta con la pellicola trasparente.

Questo passaggio è fondamentale affinché la farina si idrati e si sciolgano i grumi di farina presenti nella pastella.

 

 

6) La padella

Per la cottura dei pancakes si usa una padella antiaderente, preriscaldata a fiamma moderata.

La padella non deve essere unta con un filo di olio o una noce di burro perché questi due ingredienti finirebbero per bruciare durante le cotture successive dei pancakes

Pancakes panna e cioccolato
Pancakes panna e cioccolato

 

7) Cottura

La cottura avviene versando un mestolo di composto nella padella antiaderente, e cuocendo prima da un lato e poi dall’altro, girando il pancake con una spatola non appena cominceranno a formarsi i buchi in superficie (max 2 minuti per lato, più o meno).

Cuocere il pancake fino a doratura poi adagiarlo su un piatto e procedere con la cottura del secondo.

 

 

8) Servizio

I pancakes vanno serviti caldi, impilati l’uno sull’altro, contando mediamente 3 pancakes per ogni commensale.

 

 

9) Accompagnamento

I pancakes vengono serviti solitamente con generose cucchiaiate di sciroppo d’acero, di miele millefiori, melassa, cioccolato fuso, marmellata, cucchiaiate di yogurt greco, frutta fresca (banane, fragole, arance, frutti di bosco, pesche, ecc.), frutta secca (granella di nocciole, mandorle, pistacchi, anacardi,ecc.), scaglie di cocco grattugiato, palline di gelato, ecc.

 

 

10) La variante vegan e gluten free

I pancakes sono una delizia che possono essere consumati anche da cui segue una dieta vegana o adotta un regime alimentare gluten free, sostituendo la farina 00 con la farina di riso e la fecola di patate o la maizena, il latte fresco (intero o scremato) con il latte di soia o di mandorle, il burro con l’olio di arachidi, il lievito in polvere per dolci con il cremor tartaro.

10 regole per una cheesecake perfetta

10 regole per una cheesecake perfetta
10 regole per una cheesecake perfetta

10 regole per una cheesecake perfetta

La cheesecake è uno dei miei dolci preferiti: non potrei mai dimenticare quella assaggiata da Junior’s, la più famosa pasticceria di New York, regina delle cheesecake. Una torta sfiziosa, composta da una base di croccante di biscotti e farcita con una crema di uova e formaggio, infine ricoperta da fette di frutta fresca, marmellata o crema di nocciole. Una vera delizia!

Un dolce di non facile realizzazione (lunghi tempi di cottura e di solidifcazione, molti ingredienti da abbinare fra loro, ecc.) e, pertanto, di seguito vi illustro le 10 regole per preparare una cheesecake perfetta a casa vostra.

10 regole per una cheesecake perfetta
10 regole per una cheesecake perfetta

 

10 regole per una cheesecake perfetta

1) La base

La base dell’originale cheesecake americana è formata da biscotti tritati e amalgamati con il burro fuso.

Il burro va sciolto in un pentolino a bagnomaria e mescolato alle briciole dei biscotti con un cucchiaio: il composto ottenuto va infine distribuito nella tortiera, avendo cura di schiacciarlo bene sul fondo con il dorso del cucchiaio, in modo da ottenere una base compatta.

La base ottenuta va fatta infine riposare in frigorifero per almeno 1 ora, in modo che il burro solidifichi.

2) I biscotti

I biscotti ideali per la base del cheesecake sono i Digestive; tuttavia, se non riuscite a reperire i biscotti Digestive al supermercato, potete sostituirli con altri biscotti secchi, come i frollini, i biscotti ai cereali, i biscotti integrali o, addirittura, i cereali All Bran tritati.

3) Quale cheesecake: cotta in forno, da frigo o con gelatina?

Esistono tre tipologie di cheesecake, ciascuna con una crema diversa distribuita sulla base della torta: la cheesecake cotta in forno (con una crema a base di uova e formaggio spalmabile), la cheesecake con gelatina (con una crema a base di panna montata) e la cheesecake da frigo (con una crema a base di formaggio spalmabile e panna acida). Di queste tre, quella che richiede il minor tempo di preparazione è sicuramente la versione “da frigo” (30 minuti di lavorazione + 3-4 ore di riposo in frigo), ma, la più ghiotta è sicuramente la versione “cotta in forno” di cui, l’esempio più famoso, è la New York Cheesecake per eccellenza.

10 regole per una cheesecake perfetta
10 regole per una cheesecake perfetta

4) La crema

La crema delle cheesecake è solitamente preparata con formaggio spalmabile e uova.

Relativamente al formaggio spalmabile, è preferibile optare per il formaggio Philadelphia o il quark (entrambi da usare a temperatura ambiente), anche se molti pasticceri optano per il mascarpone (più denso rispetto ai primi due), la ricotta (più cremosa) o lo yogurt greco (per un risultato finale più leggero).

La crema preparata va infine distribuita sulla base del cheesecake, livellandola bene in superficie.

5) Le varianti

La versione classica della cheesecake prevede una crema a base di formaggio spalmabile e uova ma, in base ai vostri gusti, potete aggiungere numerose varianti, come cucchiaiate di Nutella, frutta secca tritata, yogurt alla frutta, cioccolatini (es. Ferrero Rocher, Raffaello, Togo, ecc.), caffè solubile, ecc.

6) La teglia

Qualsiasi cheesecake va preparata in una teglia rotonda con cerniera apribile, per evitare la rottura della base (composta da biscotti sbriciolati), e poi servita intera o tagliata a fette.

7) La cottura

Se scegliete di preparare una cheesecake “cotta in forno”, ricordate che una temperatura troppo elevata danneggerà la consistenza della crema, che tenderà a raggrumarsi. La cottura perfetta deve avvenire a 180° per 45-60 minuti; al termine della cottura, dovrete spegnere il forno e lasciare la cheesecake a raffreddare nel forno spento per 10-15 minuti, poi sfornarla e lasciare raffreddare totalmente a temperatura ambiente.

Una volta fredda, la cheesecake dovrà riposare in frigorifero per almeno 3 ore, e poi sarà pronta per essere servita.

Alcuni chef consigliano di cuocere la cheesecake “a bagno maria”: la teglia riempita con la cheesecake deve essere foderata con la carta stagnola (in modo che l’acqua non filtri nella teglia dalle aperture della cerniera) e deve essere disposta in una teglia più grande riempita d’acqua. La cheesecake dovrà essere poi cotta a 160°-180° per 45-50 minuti.

8) Copertura della torta

Le coperture più famose delle cheesecake sono quelle a base di frutta fresca (es. albicocche, fragole, pesche) e marmellata (es. confettura di mirtilli, fragole, frutti di bosco, lamponi, ecc.) ma, se desiderate un dessert più “peccaminoso”, potete osare con crema di nocciole, ganache al cioccolato bianco, biscotti (come i Pan di Stelle o gli Oreo), scaglie di cocco essiccato, frutta secca tritata (noci e mandorle, ad esempio), ecc.

9) Servizio

La cheesecake va servita ben fredda, meglio ancora se preparata il giorno prima e servita il giorno dopo.

10) La variante vegana e gluten free

La cheesecake può essere gustata anche dagli amici vegani e intolleranti al glutine, preparando una crema a base di tofu, yogurt di soia, panna di soia, maizena e aroma di vaniglia.

Per la copertura, potete optare per un velo di marmellata biologica o frutta fresca affettata.

Cheesecake nel bicchiere
10 regole per una cheesecake perfetta

10 regole per un tiramisù perfetto

10 regole per un tiramisù perfetto

10 regole per un tiramisù perfetto
10 regole per un tiramisù perfetto

 

Il tiramisù è uno dei dessert italiani più amato in tutto il mondo creato, secondo alcune versioni, da un pasticcere toscano della corte di Cosimo III de’ Medici  e poi diffuso in tutta Europa.

Ma quali sono gli ingredienti da usare per la preparazione: Pavesini o savoiardi? Mascarpone o panna? Uova crude o cotte? Ecco a voi 10 regole per un tiramisù perfetto da preparare a casa vostra.

1) I biscotti

Gli unici veri biscotti deputati per la preparazione del tiramisù sono i Savoiardi, perfetti per assorbire il caffè. In alcune ricette vengono usati i Pavesini o gli Oro Saiwa, ma io mi chiedo: perché rovinare la ricetta originale??

2) Il caffè

Il caffè deve essere preparato con la moka e va leggermente allungato con un po’ di acqua. Evitate assolutamente il caffè solubile e l’aggiunta di zucchero.

3) L’inzuppo

I savoiardi vanno inzuppati nel caffè tiepido (o freddo), versato precedentemente in una pirofila, avendo cura di non imbeverli troppo.

In alcune ricette i savoiardi vengono inzuppati nel latte (soprattutto nei tiramisù alla frutta) o in un mix di caffè-latte, ma io preferisco la versione originale con solo caffè.

4) La crema al mascarpone

Una crema consistente è fondamentale per la perfetta riuscita del tiramisù. Per questo, sarà necessario rispettare le giuste proporzioni tra uova, zucchero e mascarpone; nello specifico, 4 uova, 4 cucchiai di zucchero, 400 gr di mascarpone.

Si procede sbattendo, in una ciotola e con l’aiuto delle fruste elettriche, i tuorli con lo zucchero, per ottenere una crema spumosa. Successivamente si aggiunge il mascarpone e si continua a mescolare.

Il passo successivo prevede il montaggio degli albumi a neve ben ferma con un pizzico di sale.

Gli albumi montati a neve andranno infine incorporati alla crema di uova e mascarpone, mescolando delicatamente dal basso verso l’alto per non far smontare gli albumi.

5) Uova si, uova no?

In alcune ricette, per coprire l’odore di uova, è prevista l’aggiunta di un goccio di Marsala o di Grand Marnier; visto che le uova saranno consumate crude, vi consiglio di usare le uova fresche e biologiche.

In altre si preferisce omettere completamente l’uso delle uova e sostituire gli albumi a neve con la panna montata per dolci. Il risultato? Una crema meno corposa ma ugualmente buona.

6) Panna si, panna no?

In alcune ricette, si preferisce omettere completamente l’uso delle uova e sostituire gli albumi a neve con la panna montata per dolci. Il risultato? Una crema meno corposa ma ugualmente buona. Io prediligo la ricetta originale e quindi ometto la panna dal tiramisù, e voi?

7) Assemblaggio

Il tiramisù va assemblato in una pirofila di vetro o in un contenitore in alluminio, con i bordi bassi. In alternativa, potete optare per un piatto da portata o realizzare direttamente una versione monoporzione già assemblata nel piatto in cui verrà servito il vostro dessert.

8) Tempo di riposo

Dopo essere stato assemblato, il tiramisù deve riposare in frigorifero per 3-4 ore prima di essere servito, in modo da far insaporire i biscotti con la crema.

8) La decorazione

Prima di servire, il tiramisù va decorato spolverando la superficie con del cacao amaro in polvere e/o gocce di cioccolato fondente.

Vi consiglio di non usare il cioccolato al latte perchè rischiereste di ottenere un risultato finale eccessivamente stucchevole.

10) Le varianti

Esistono molte varianti di tiramisù: alla frutta fresca, al the verde, banana e Nutella, con crema di pistacchio, con crema di nocciole, con la ricotta al posto del mascarpone, ecc. ma, a mio parere, la versione originale è sempre imbattibile!

10 regole per un tiramisù perfetto
10 regole per un tiramisù perfetto

10 regole per un plumcake perfetto

Plumcake con glassa al dulce de leche
Plumcake con glassa al dulce de leche

10 regole per un plumcake perfetto

Il plumcake è uno dei dolci della cucina inglese più diffuso nel nostro Paese: una soffice torta di forma rettangolare, preparato con pochi ingredienti di base (uova, zucchero, farina, burro e lievito) ma che si presta a numerose varianti: al cioccolato, farcito con frutta secca, aromi, creme, ecc.

Tuttavia, se all’apparenza può sembrare  un dolce di facile realizzazione, ci sono alcune linee guida da seguire per ottenere un plumcake soffice, morbido e umido: ecco a voi, le 10 regole per un plumcake perfetto!

Plumcake vegano
Plumcake vegano

 

10 regole per un plumcake perfetto

 

1) Scelta della farina

Molti chef sostengono che il segreto per ottenere dolci soffici e morbidi sia l’utilizzo della farina di riso, molto più leggera e digeribile rispetto alle farine tradizionali, e soprattutto in grado di assorbire meglio l’acqua e favorire la lievitazione.

Io, solitamente, nelle ricette dei dolci uso 3/4 di farina di grano tenero e 1/4 di farina di riso.

2) Burro o olio??

Per ottenere un plumcake morbido e soffice, dovrete obbligatoriamente usare il burro nell’impasto.

Il burro deve essere sciolto in un pentolino a bagnomaria (o nel forno a microonde) e poi viene aggiunto nella ciotola dove sono state precedentemente sbattute le uova con lo zucchero.

Una volta amalgamati i tre ingredienti, si aggiungono la farina setacciata e il lievito in polvere per dolci.

3) Uova o yogurt?

La ricetta originale del plumcake richiede l’uso di uova fresche e biologiche; alcuni pasticceri, per  ottenere un risultato finale più morbido, usano solo i tuorli, mentre altri usano sia i tuorli sia gli albumi montati a neve e poi incorporati all’impasto.

A voi la scelta!

Tuttavia, in molte ricette, per ottenere un risultato finale più leggero e digeribile, è previsto l’uso di yogurt (bianco, greco, alla frutta) o di qualche cucchiaio di latte.

 

4) Miele o zucchero?

Il miele è noto per conferire all’impasto del plumcake morbidezza, trattenendone l’umidità.

Tuttavia, esso non può di certo sostituire totalmente la quantità di zucchero prevista nell’impasto.

Per cui, dovrete bilanciare un 75% di zucchero (di canna o semolato) e 25% di miele millefiori.

5) Lievito

E’ bene non esagerare con la dose di lievito usata nell’impasto del plumcake: una dose eccessiva conferisce al dolce un risultato amaro, mentre una dose ridotta minaccia la lievitazione del dolce stesso durante la cottura.

La dose perfetta è pari a 20 gr di lievito in polvere per 1 kg di farina.

6) Varianti

La ricetta classica del plumcake (farina, burro, uova, zucchero, lievito) si presta bene a numerose varianti: ad esempio, per un plumcake al cioccolato sarà sufficiente aggiungere qualche cucchiaio di cacao amaro all’impasto.

In alternativa, potete arricchire l’impasto del vostro plumcake con altri ingredienti, come le gocce di cioccolato fondente, frutta secca (es. mandorle pelate, noci sgusciate), frutti congelati (es. i mirtilli o i frutti di bosco), aromi (es. vaniglia, cannella, arancia, limone), frutta fresca (ad esempio, una mela grattugiata, purea di   frutta, ecc.) e frutta candita (come le scorze di limone o di arancia).

Ulteriormente, potete scegliere di ricoprire il vostro plumcake, una volta cotto, di una gustosa glassa di cioccolato o di burro fuso, lasciandola poi solidificare (a temperatura ambiente o in frigorifero) prima di servire il dolce.

7) Lo stampo

Il plumcake va cotto in una teglia rettangolare, imburrata e infarinata, oppure rivestita di carta forno.

In alternativa, potete usare lo stampo da plumcake in silicone (avendo cura di prolungare la cottura in forno fino a doratura), anche se molti chef lo sconsigliano poiché trattiene l’umidità del plumcake impedendo la formazione della crosticina sulla parte superiore del dolce.

L’impasto deve riempire i 3/4 dello stampo (come per i muffin e le cupcake), poiché tenderà a lievitare durante la cottura in forno.

Ricordatevi di non livellare mai il plumcake prima di infornarlo perché l’aria incorporata durante la lavorazione dell’impasto scomparirebbe, compromettendo così la lievitazione del dolce.

8) Cottura

La temperatura del forno è fondamentale per una perfetta lievitazione del plumcake durante la cottura: infatti, una temperatura troppo elevata brucia la parte esterna del dolce e impedisce la cottura all’interno.

La soluzione ideale è cuocere il plumcake in forno precedentemente riscaldato a 180° per 30-35 minuti o fino a doratura.

Una regola basilare è tenere d’occhio il plumcake durante la cottura: non allontanatevi ai dal forno, per nessun motivo e, prima di sfornarlo, fate la prova dello stuzzicadenti: se dopo aver inserito lo stuzzicadenti nel dolce, questo esce fuori pulito, allora il dolce è cotto, altrimenti bisogna prolungare la cottura.

Plumcake bicolor
Plumcake bicolor

9) Servizio

Una volta sfornato, il plumcake va fatto raffreddare a temperatura ambiente e poi eventualmente ricoperto di glassa (al cioccolato, al burro, al limone, ecc.).

Il plumcake viene infine generalmente servito tagliato a fette, con una spolverata di zucchero a velo sulla superficie, e conservato in un contenitore ermetico per 2-3 giorni.

10) La variante vegan e gluten free

Il plumcake è una delizia che può essere gustata anche da chi segue una dieta vegana o è intollerante al glutine.

Sarà sufficiente sostituire il burro con l’olio extravergine di oliva, eliminare le uova dalla ricetta per sostituirle con qualche cucchiaio di latte o di yogurt, e infine usare un mix di farine senza glutine (come la farina di riso, la farina di grano saraceno, la farina di mais).

plumcake ricotta e limone
plumcake ricotta e limone

Come tornare in forma dopo le feste natalizie

Come tornare in forma dopo le feste natalizie

L’8 gennaio è per tutti il “detox day”, il primo giorno di dieta dopo le abbuffate natalizie.

Diciamo addio a panettoni, torroni, spumanti e liquori per fare scorte di alimenti antiossidanti, bevande e infusi detox, vellutate e verdure fresche, tutto per purificare il nostro organismo messo a dura prova dalle festività.

Per non rischiare di incappare nei luoghi comuni del digiuno, “mangiare barrette sostitutive del pasto”, bere solo acqua, ecc.

Ecco a voi dei semplici consigli per tornare velocemente in forma senza drastiche rinunce.

Pronti? Armatevi di carta e penna!

 

 

Accompagnare i probiotici con una dieta salutare

Ultimamente il termine “probiotico” viene sempre più associato a uno stile di vita sano, una pelle perfetta, la perdita di peso.

L’assunzione di probiotici migliora la flora batterica intestinale e contrasta la formazione intestinale di tossine dannose per l’organismo.

Inoltre, combatte il colesterolo e malattie come il colon irritabile, diarrea, costipazione, ecc.

Non essendo prodotti in base alle specifiche esigenze di ognuno di noi, è bene accompagnare l’assunzione di probiotici con una dieta varia ed equilibrata, povera di zuccheri e di grassi, ma ricca di fibre.

 

 

Preferire le zuppe

Le zuppe, famose per avere un basso indice glicemico, sono le migliori alleate di Gwyneth Paltrow e di Oprah Winfrey che, con la dieta della zuppa di cavolo, è riuscita a perdere ben 15 kg!

Seguendo la dieta della zuppa sarà possibile perdere fino a 5 kg in una settimana, senza soffrire la fame, con pochi sforzi e risultati lampanti.

Povere di grassi e di calorie ma ricche di fibre provenienti dalle verdure, le zuppe hanno un elevato potere saziante e facilitano la perdita di liquidi.

Oltre a questo, i minerali contenuti nelle verdure stimolano la produzione di collagene (una sostanza che assicura l’elasticità della pelle) e di antiossidanti.

Le verdure stimolano inoltre il transito intestinale e la diuresi, aiutandovi a riottenere la amata pancia piatta.

No a carni rosse, insaccati, salumi e dolci

Per almeno 7 giorni, eliminate dalla tavola le carni rosse, i salumi e gli insaccati, ma anche i cibi in scatola, solitamente ricchi di conservanti e grassi, i dolci e gli alimenti raffinati.

Preferite cibi freschi come frutta e verdura, pasta e pane integrale, minestre di verdure e/o di legumi, preziosi alleati per favorire la disintossicazione dell’organismo.

 

 

Tisane a go-gò

Oltre a bere i soliti 2 litri di acqua al giorno, concedetevi calde tisane che aiutano ad eliminare il senso di gonfiore e a migliorare la forma fisica.

Quali preferire? La tisana al tarassaco (per disintossicare il fegato, con proprietà diuretiche e lassative), al finocchio (per sgonfiare la pancia), all’ortica e betulla (con proprietà drenanti).

 

 

Concedersi una sauna

Tra una sessione di shopping e l’altra, concedetevi una sauna, fantastica per rilassare i muscoli, eliminare le tossine e ridurre il grasso accumulato soprattutto nelle zone affette da cellulite.

Certo, la sauna non potrà fare miracoli, ma senz’altro darà una marcia in più se accompagnata da una dieta equilibrata e attività fisica.

Come cucinare il tacchino del Ringraziamento

Come cucinare il tacchino del Ringraziamento

Domani negli Stati Uniti si celebra la Festa del Ringraziamento, l’inizio del periodo natalizio per tutte le famiglie americane.

La tradizione vuole che ogni famiglia si riunisca con parenti e amici attorno a una grande tavolata per cenare, chiacchierare e divertirsi.

Tuttavia, riunire più persone attorno a un tavolo non è cosa semplice e, tra una portata e l’altra, potrebbero spuntare discorsi spinosi che potrebbero addirittura creare attriti.

Durante una cena perfetta gli ospiti dovrebbero sentirsi a proprio agio, come se fossero a casa, e ciò contribuisce sicuramente a distendere gli animi ed evitare scontri.

Per far ciò, fondamentale è apparecchiare la tavola in modo armonioso, usando colori caldi (come il rosso scuro, l’ambra, l’ocra), decorazioni con fiori secchi, pigne e candele, ma anche ideare un menu basato su piatti tradizionali, semplici e non troppo sofisticati.

Se volete portare un po’ di atmosfera americana in casa vostra e avete del tempo a disposizione, allora invitate un po’ di amici per cena, preparate una tavola festosa e mettetevi ai fornelli per preparare il famoso tacchino del Ringraziamento.

Ecco qui la ricetta!

Buon appetito, anzi… Happy Thanksgiving day!

Ingredienti:

per il tacchino:

1 tacchino grande (gli americani considerano 650 gr di tacchino per persona)

200 gr di burro

500 ml di brodo di pollo

500 ml di vino bianco

rametti di timo fresco q.b.

foglie di salvia fresca q.b.

rametti di rosmarino fresco q.b.

mix di erbe aromatiche tritate (io ho usato timo, salvia e rosmarino, tanto per rimanere in tema)

sale, pepe macinato q.b.

per la salsa gravy:

1 lt di brodo di pollo

30 gr di farina 00

Procedimento per il tacchino:

Preriscaldare il forno a 220 gradi.

Passare il tacchino sul gas per eliminare i residui di penne poi sciacquarlo sotto l’acqua corrente e asciugarlo con uno strofinaccio.

In una ciotola, mescolare 100 gr di burro con le erbe aromatiche tritate.

Mettere da parte due cucchiai del composto di burro e erbe per la salsa gravy.

Prendere il tacchino e, a partire dal collo, staccare la pelle dal petto e dalle zampe, inserendo le dita tra carne e pelle, senza però rompere quest’ultima.

Spalmare il composto di burro e erbe sotto la pelle, poi richiudere la pelle per farla tornare normale.

Spalmare il burro anche sull’esterno e nell’interno del tacchino.

Salare e pepare l’interno del tacchino.

Inserire nel tacchino i rametti di erbe e i restanti 100 gr di burro.

Chiudere le cavità del tacchino con stuzzicadenti e legare le zampe con lo spago da cucina.

Versare 500 ml di vino bianco e 500 ml di brodo di pollo in un tegame e scaldare.

Adagiare il tacchino su una teglia da forno e bagnarlo con la miscela di brodo e vino caldo.

Cuocere il tacchino in forno caldo per 20 minuti, poi bagnarlo di nuovo con la miscela di brodo e vino, e cuocere per altri 30 minuti a 180 gradi.

Ogni 30 minuti, bagnare il tacchino con la miscela di brodo e vino.

Dopo due ore di cottura, verificare la temperatura del tacchino con un termometro da cucina.

Se il termometro segna 75°, il tacchino è pronto e quindi può essere sfornato; altrimenti, continuare la cottura per altri 40-50 minuti.

Una volta pronto, sfornare il tacchino e adagiarlo su un piatto di portata.

Lasciare riposare il tacchino a temperatura ambiente per 20-30 minuti.

Procedimento per la salsa gravy

Mentre il tacchino cuoce, preparare la salsa gravy.

Versare i succhi di cottura del tacchino in una brocca capiente e eliminare il grasso dalla superficie.

In una padella, scaldare i due cucchiai di burro con le erbe precedentemente messi da parte, poi aggiungere 30 gr di farina 00 e un mestolo di succo di cottura.

Mescolare delicatamente per 5-6 minuti per ottenere un composto omogeneo.

Gradualmente, unire i succhi di cottura e portare a ebollizione, mescolando continuamente con una frusta da cucina.

Unire anche il brodo di pollo, un po’ alla volta, mescolando continuamente.

Cuocere per una decina di minuti, fino ad ottenere una salsa densa e cremosa.

Salare e pepare.

Servire il tacchino accompagnato dalla salsa gravy.