Diari di viaggio

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I mercatini di Natale più belli d’Italia

I mercatini di Natale più belli d'ItaliaI mercatini di Natale più belli d’Italia

Nel periodo natalizio non c’è nulla di più bello che passeggiare per le vie cittadine piene di luminarie e magari con la musica in sottofondo. Si crea un’atmosfera calorosa e quasi magica.

Cosa può fare la differenza? Sicuramente visitare I mercatini di Natale più belli d’Italia , posti da sogno nel Belpaese.

Qui potrete acquistare prodotti di artigianato locale, mangiare specialità locali e, anche rilassarvi alle terme o divertirvi sulle piste di pattinaggio.
Dove? Ecco I mercatinid i Natale più belli d’Italia .

 

Bolzano

Nella stupenda piazza Walther, centro storico cittadino, il profumo del vin brulè e dei dolci natalizi, nonché la musica natalizia in sottofondo, creano un’atmosfera unica e quasi fiabesca.

Nelle vicinanze c’è il Christkindlmarkt, il mercatino di Natale, con circa 80 espositori in legno dove troverete addobbi natalizi, oggetti di artigianato e piccoli regalini.

Il Mercatino di Natale rappresenta non solo l’occasione giusta per scoprire il capoluogo altoatesino ma anche per conoscere il suo centro medievale che si snoda in un reticolo di stradine, portici, cornici rinascimentali, insegne in ferro battuto e facciate affrescate.

Imperdibile via Portici, in cui si fronteggiano i portici italiani – sul lato sinistro – e quelli tedeschi, sul lato destro.

Pregevole il Museo Archeologico dell’Alto Adige ospitante Otzi, il pastore di cinquemila anni rinvenuto fra i ghiacciai posti tra la Val Senales e l’Austria.

Sotto il profilo gastronomico, approfittatene per mangiare speck, canederli e strudel di mele, da accompagnare con vini come il Gewürztraminer e il Müller Thurgau.

 

Merano

Il mercatino di Natale di Merano si trova sulla Kurpromenade e si estende fino a Piazza della Renna con il suo bosco d’inverno.

Dal tramonto fino a sera, il mercatino attende i suoi visitatori con un mare di luci sui ponti e sulle piazze circostanti.

Ci sono più di 80 bancarelle che offrono specialità gastroniche e prodotto di artigianato.

Vin brulè, salsicce con crauti, gulasch, strudel di mele, candele, decorazioni natalizie, maglioni, sciarpe e pantofole.

Nelle vicinanze, potrete fare una sosta rilassante alle Terme di Merano oppure un giro sulla pista di pattinaggio in Piazza Terme.

 

Trento

Il mercatino di Natale di Trento comincia in Piazza Duomo, con il grande Albero di Natale, e prosegue in Piazza Santa Maria Maggiore con la Casa di Babbo Natale.

Le 93 casette di legno dislocate in piazza Fiera e piazza Cesare Battisti, trasportano la mente in un viaggio suggestivo tra luci, colori, profumi e sapori.

Negli stand si trova di tutto: addobbi natalizi, articoli da regalo e specialità gastronomiche come canederli, speck, polenta, Brezel, strudel, cioccolate calde, vin brulè e tisane.

Per i pigroni è disponibile il Trenino di Natale che accompagna i visitatori lungo le vie del centro storico, raggiungendo gli angoli più nascosti e suggestivi della città.

Nel cortile interno di Palazzo Thun in Via Belenzani, trovano spazio le creazioni dei bambini delle scuole aderenti al concorso “Tutti in slitta verso il Natale” dedicato al tema della mobilità.

Piazza Lodron ospita il presepe in legno realizzato dagli studenti del Centro di formazione professionale Enaip di Villazzano e dell’Istituto d’Arte A. Vittoria.

In Piazza Dante la grande ruota panoramica offre ai visitatori la possibilità di ammirare la città dall’alto; insomma, a Trento non ci si può annoiare!

 

Bressanone

Tra i mercatini natalizi trentini, forse quello di Bressanone è il più suggestivo, forse per le luminarie che avvolgono la città medievale in un clima caloroso e festivo.

Ai piedi del Duomo sono dislocate numerose casette di legno che propongono prodotti di artigianato locale e delizie gastronomiche della tradizione tirolese e sudtirolese: presepi realizzati a mano, sculture in legno, candele, ecc.

Durante tutto il periodo natalizio sono previsti concerti, mostre di vario genere e visite guidate nel Duomo e nel Chiostro della città.

Per i poco avvezzi alla passeggiata, la carrozza di Natale vi farà godere, ogni sabato e domenica, le bellezze del centro storico di Bressanone.

Per gli amanti del pattinaggio una grande pista è allestita nella Piazza Vescovile, dove potrete anche visitare il Museo dei Presepi di Bressanone.

 

Napoli

Se siete nel centro Italia e non volete fare un lungo viaggio fino in Trentino o in Valle d’Aosta, allora recatevi a Napoli e visitate Via San Gregorio Armeno, imperdibile per assaporare appieno lo spirito del Natale napoletano.

Questa è la via degli artigiani del presepe, dove si trovano botteghe che realizzano elaborazioni scenografiche dei personaggi del presepe a grandezza naturale e in miniatura.

Via San Gregorio Armeno è aperta tutto l’anno: anche durante i mesi non propriamente “natalizi”, infatti, i bottegai lavorano alle preparazione delle statuine.

I mercatini di Natale veri e propri si tengono al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa con casette di legno, decorate e illuminate a festa, ricolme di addobbi ed oggetti di ogni genere.

 

 

 

 

Budapest in 4 giorni

Budapest in 4 giorni
Budapest in 4 giorni

Budapest in 4 giorni

Un tour di 4 giorni immersi nello splendore della capitale ungherese, delle cittadine barocche poste sulle rive del Danubio, dei castelli imperiali e dei bagni termali.

Visitrae Budapest in 4 giorni è possibile, ma solo se ci si arma di scarpe comode!

Budapest in 4 giorni
Budapest in 4 giorni

Budapest in 4 giorni 

Giorno 1: Budapest

Arriviamo all’aeroporto Budapest Ferenc Liszt con un volo diretto da Roma in tarda mattinata.

L’aeroporto dista 16 km dal centro città, che raggiungiamo prendendo prima l’autobus 200E e poi la metropolitana fino all’hotel (il biglietto per l’autobus 200E costa 1,50€ ed è acquistabile direttamente a bordo).

L’hotel scelto è il Carat Boutique Hotel, nel quartiere di Pest. L’hotel è bello, moderno, in ottima posizione per visitare comodamente la città, a piedi o con i mezzi pubblici.

Le camere sono spaziose, pulite, silenziose, con bagno privato e dotate di tutti i comfort (tv, aria condizionata, frigobar).

La colazione è servita a buffet e c’è di tutto: caffè, latte, cioccolata calda, the, cappuccino, succhi dolci, yogurt, frutta, salumi, pane, frutta fresca, ecc.

Dopo aver fatto il check-in e lasciato i bagagli, usciamo per visitare la città.

Budapest è una delle più affascinanti capitali europee, divisa in due parti dal Danubio: Buda (la parte vecchia della città) situata sulle colline della riva destra, e Pest (la parte nuova) situata sulla pianura della riva sinistra.

Le due rive sono collegate da una decina di ponti, tra cui il Ponte delle Catene, costruito ai piedi della collina su cui sorge Buda.

Decidiamo di visitare il quartiere di Buda, il primo nucleo della città di Budapest, la collina sulla quale si rifugiarono gli abitanti di Pest per fuggire dagli attacchi dei mongoli.

L’arrivo dei turchi nel 1541 trasformò Buda: le chiese divennero moschee e sorsero minareti e bagni turchi.

Nel 1686 gli austriaci liberarono Buda, che venne ricostruita mantenendo il vecchio aspetto.

Il quartiere venne di nuovo distrutto nel 1945 e oggi ospita il Castello di Buda (noto anche come Palazzo Reale), la Chiesa di Mattia, il Bastione dei Pescatori (un fantastico belvedere da cui si gode di una spettacolare vista su Pest), e la piazza della Trinità con la colonna omonima eretta nel 1713 come ex-voto per la fine della pestilenza.

Il Castello di Buda nasce come fortezza nel Medioevo e, durante il regno di Mattia Corvino, viene trasformato in un palazzo rinascimentale.

I turchi distrussero il Castello e, infine, gli Asburgo lo ricostruirono in stile neobarocco.

Per oltre 700 anni, il Castello è stato la residenza dei reali ungheresi, mentre oggi è sede di musei (la Galleria Nazionale Ungherese e il Museo Storico di Budapest) e istituzioni ed è Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.

Il biglietto di ingresso al Castello costa 3.200 Huf (quasi 8€) ma noi non entriamo a continuiamo il nostro tour.

La Chiesa di Mattia è l’edificio sacro più importante della città, location di numerose incoronazioni e matrimoni reali.

Trasformata in moschea con l’avvento dei turchi, la Chiesa fu poi riportata al suo splendore originario nel XIX secolo.

Ciò che caratterizza questa Chiesa è sicuramente il suo tetto ricoperto da maioliche colorate Zsolnay.

Il biglietto di ingresso alla Chiesa costa 1.500 Huf (quasi 5€) e per la salita al campanile è necessario pagare altri 1.500 Huf.

Il Bastione dei Pescatori è un fantastico belvedere da cui si gode di una spettacolare vista su Pest, costruito su un tratto delle mura del castello.

Il Bastione ha 7 torri di avvistamento che simboleggiano le 7 tribù ungheresi che conquistarono quello che sarebbe diventato il regno d’Ungheria.

Dietro il Bastione si trova la statua equestre di Santo Stefano, primo re ungherese.

Essendo quasi l’ora della merenda, ci fermiamo in una delle pasticcerie storiche di Buda, Ruszwurm, aperta dal 1827 e molto amata anche dalla Principessa Sissi.

Il locale è molto piccolo ma accogliente e ben arredato; ci accomodiamo ai tavolini esterni e ordiniamo due fette di torta e due caffè pagando 2.500 Huf (circa 8,50€).

Io ho assaggiato una fetta di torta Dobos mentre il mio compagno una fetta di torta Esterhazy, entrambe super deliziose!

La torta Dobos è il dessert della cucina austroungarica per eccellenza: sei strati di pan di spagna farciti con una crema di cioccolato e burro, e ricoperta da uno strato di caramello… un dolce raffinato, elegante e sofisticato, per veri golosi!

La Dobos deve il suo nome al pasticcere che la inventò, Jozsef C Dobos.

La torta Esterhazy è un dolce composto da 5 strati di dacquoise alle mandorle e noci, intervallati da una crema al burro aromatizzata al Kirsch e alla vaniglia, ricoperti da glassa di zucchero; la torta deve il suo nome al Ministro degli Esteri per la quale fu creata, il principe Pal Antal III Esterhazy.

Trascorriamo il resto del pomeriggio passeggiando per le vie medioevali del quartiere, attraversando la ex “via Giudaica” con i resti della Sinagoga medioevale, la Porta antica di Buda (chiamata Portone di Vienna), Piazza Kapisztran (ex piazza del mercato).

Giorno 2: Budapest

Dopo aver fatto colazione in hotel, usciamo per visitare Pest, la città nuova.

Il quartiere di Pest ospita atelier di giovani stilisti, boutique di artigianato e negozietti.

Passeggiando nel quartiere, vediamo il Palazzo del Parlamento, il Duomo di Santo Stefano, la Sinagoga e il Museo etnografico.

Il Palazzo del Parlamento fu costruito tra 1884-1892 in stile neogotico, su progetto di Imre Steindl.

Gli interni sono decorati dagli affreschi e dalle statue realizzate dai più famosi artisti ungheresi del XIX secolo.

Il Duomo di Santo Stefano è la più grande Cattedrale cattolica della città, in stile neo-barocco, ospitante al suo interno la reliquia della Sacra Mano destra di Santo Stefano.

La Sinagoga è la più grande d’Europa (può ospitare fino a 3.000 persone), costruita nel 1859 in stile neo-moresco. Il biglietto di ingresso costa 1.600 Huf (circa 7€).

All’interno, la sinagoga è suddivisa in tre navate, illuminata naturalmente grazie alle grandi finestre poste lungo il secondo ordine del matroneo e ai lucernari posti nel soffitto.

Le pareti e il soffitto sono riccamente decorate.

Vi è una suddivisione tra i posti per gli uomini (nella parte bassa) e per le donne (nella parte alta).

Nel giardino della Sinagoga c’è un monumento in ricordo degli ebrei uccisi dai nazisti: è un albero di salice chiamato “Albero della vita”, con foglie di metallo su cui è inciso il nome dei martiri.

Usciti dalla Sinagoga, a sinistra, si erge un’altra sinagoga più piccola, il Tempio degli Eroi, costruito nel 1931 e dedicato agli ebrei morti durante la prima guerra mondiale.

Per il pranzo, andiamo ai Mercati Generali vicino a Piazza della Dogana, aperti dal 1897 e collocati in un edificio in ferro stupendo.

Le botteghe del mercato vendono meravigliosi souvenir e prodotti tipici ungheresi, come il famoso salame, (che approfittiamo per assaggiare), il gulash e i langos.

I Langos sono frittelle calde ricoperte di formaggio, una vera prelibatezza che non potete non assaggiare!!

Nel pomeriggio facciamo un po’ di shopping lungo il Viale Andrassy e Vaci Utca (che unisce Piazza Vorosmarty a Piazza della Dogana), acquistando prodotti tipici ungheresi.

Negozi imperdibili:

  • la Casa dell’artigianato Folkart, dove troverete oggetti d’arte popolare e d’artigianato;
  • Folkart Centrum;
  • Millennium Antik;
  • Porcellane Herendi, Hoiidhazi e Zsolnay.

Concludiamo la nostra giornata nel Quartiere delle Librerie, vicino al Museo Nazionale, ricco di librerie antiche, moderne, piccole, grandi, che vendono libri, romanzi attuali, manoscritti e stampe d’autore.

Non perdete assolutamente il Book Store Alexandra, una lussuosa libreria originariamente progettata per ospitare un casinò: sembra quasi di essere in una stanza reale, con affreschi e decori.

Al piano superiore della libreria c’è una caffetteria raffinata, con tanto di pianista che allieta l’atmosfera e ci riporta con la mente a un’altra epoca.

Per cena, decidiamo di recarci da Csulok Csard, un ristorante tipico nella zona nord di Pest, allestito nei locali di una cantina.

Il ristorante offre i piatti tipi ungheresi e così assaggiamo il mitico gulash, la cotoletta ungherese (molto simile alla viennese) e l’insalata di patate al prezzemolo.

I piatti sono buoni e abbondanti, il servizio cortese e rapido, i prezzi nella media.

Assolutamente consigliato!

Giorno 3: Gita Castello di Godollo + Terme Rudas

Oggi decidiamo di visitare il Palazzo di Godollo, a circa 30 km da Budapest.

Dalla stazione ferroviaria Budapest Keleti prendiamo un treno che ci porta a Godollo in circa 30 km (costo del biglietto circa 3 euro), e da lì andiamo a piedi fino al Palazzo.

Il biglietto di ingresso al Palazzo costa 2.500 Huf (circa 8,50€).

Il Palazzo di Godollo è uno dei castelli barocchi più belli di Ungheria, costruito nei primi anni del XVIII secolo dalla famiglia Grassalkovich.

Il Palazzo era il preferito della Principessa Sissi: infatti, nella seconda metà del XIX secolo, Godollo divenne la residenza estiva della famiglia reale.

Dopo la morte della Principessa, l’Imperatore Francesco Giuseppe non fece più visita a Godollo e, nel 1920, il Palazzo tornò nelle mani dello stato ungherese.

Il Palazzo fu gravemente danneggiato dai saccheggiamenti e dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e, in seguito, occupato dall’esercito sovietico fino al 1990.

Dall’uscita dei sovietici dal Palazzo, sono cominciati i restauri degli appartamenti di Sissi e Francesco Giuseppe, della Cappella, del Teatro barocco, del Parco, le stalle e i maneggi, oggi tutti aperti al pubblico.

Il Palazzo è grazioso, i giardini curati e ricchi di fiori; gli arredi non sono originali dell’epoca ma in piccola parte sono stati riacquistati alle aste.

Poco prima di pranzo, riprendiamo il treno per tornare in città e facciamo uno spuntino leggero con un tramezzino. Il motivo? Stiamo per andare alle Terme!

I romani, consci delle proprietà benefiche delle sorgenti della città di Budapest, fondarono “Aquiuncum”, dei bagni termali.

Noi ci rechiamo alle Terme Rudas, risalenti alla metà del ‘400, site nelle vicinanze del ponte Erzsébet hid.

L’ingresso costa circa 15€ e, con nostra sorpresa, scopriamo che ci sono orari differenziati per l’ingresso di uomini e donne (solo nei giorni feriali).

Fortunatamente, noi siamo andati di sabato e era consentito l’accesso a entrambi i sessi.

Paghiamo l’ingresso alla cassa e ci danno l’asciugamano, la chiave per la cassetta di sicurezza e le ciabattine.

Nella zona termale ci sono diverse vasche: a parte la principale (con una temperatura di circa 36°), tutte le altre le piscine hanno dimensioni ridotte e ognuna ha una temperatura diversa dell’acqua, da 28° a 42°.. stupendo!

In un’altra piccola sala c’è una vasca piccola con acqua fredda (circa 14°), per provocare il famoso shock termico dopo essere usciti dalle vasche con l’acqua calda.

Dopo un pomeriggio di relax e beatitudine, concludiamo la giornata con una cena da Tukory Etterem, un piccolo ma accogliente ristorante che serve cucina tipica ungherese.

Il menu è ampio, i piatti buoni e abbondanti, i prezzi bassi (abbiamo speso circa 35€ in due, pochissimo!).

Piatti consigliati: crepes ripiene di carne e formaggio fritto con marmellata di mirtilli.

Ristorante consigliato!

 

Giorno 4: Ansa del Danubio

Oggi facciamo una crociera a Szentendre, una cittadina barocca sulle rive del Danubio.

L’escursione costa 11€ e dura tutta la giornata.

Il tragitto per andare a Szentendre dura due ore, nel corso delle quali ammiriamo i bellissimi villaggi lungo la riva del Danubio, i paesini di Esztergom (una volta capitale ungherese) e Visegrad.

Szentendre è chiamata la “città degli artisti” per via della nutrita colonia di artisti che vi risiedono, ma anche di musei ed esposizioni.

Arrivati a Szentendre, scendiamo dal battello e passeggiamo nelle viuzze del centro storico, un piccolo gioiello dell’ansa del Danubio, un intrico di vicoli ricoperti di sampietrini e ricchi di negozi di souvenir e prodotti tipici.

Il centro storico di Szentendre è costituito dalla piazza centrale, Fo Ter, attorniata da case barocche e rococò, musei, gallerie d’arte, caffetterie e bar.

La piazza è dominata dalla chiesa barocca Blagovestenska, in stile barocco, con un alto campanile.

Visitiamo il Museo della Ceramica Margit Kovacs, una collezione ospitata in una casa del 1750.

Il Museo raccoglie le opere della ceramista Margit Kovacs, una delle prime donne che fissarono la propria dimora a Szentendre.

Nelle sue opere, l’artista ha unito temi della tradizione popolare ungherese e religiosi, lanciando così messaggi molto profondi.

Le sue opere sono il risultato di una ricerca che comprende un numero ampio di motivi e tecniche; le forme sono vive, i colori delicati eppure decisi.

Una vera chicca questo museo!

Leggermente affamati, ci fermiamo per pranzo da Arany Sarkany, un piccolo ristorante in una viuzza che conduce alla piazza principale.

L’ambiente è accogliente e familiare.

Noi prendiamo due goulash di manzo e una bottiglia d’acqua, spendendo circa 12€ in due. Fantastico!

Nel pomeriggio, visitiamo alcune delle botteghe di artigianato presenti nel centro storico, poi ci fermiamo al Museo del Marzapane.

Il Museo espone creazioni create con i dolci: presepi, fiori, scene di film, personaggi Disney, personaggi famosi (come Lady D., MIchael Jackson), ecc.

Un piccolo museo allestito in una pasticceria che sforna dolci buonissimi, perfetti per la merenda.

Rientriamo a Budapest poco prima delle 19 e, per la nostra ultima cena ungherese, ci rechiamo da Frici Papa Kifozdeje, nel quartiere di Pest.

Una trattoria tradizionale scovata su Tripadvisor che propone propone piatti tipici di buona qualità, serviti in porzioni abbondanti e a prezzi medi.

Il menu è scritto sulla lavagna e l’atmosfera nel locale è molto giovale, il personale è cordiale e ben disposto a spiegare i piatti proposti.

Noi abbiamo speso circa 10€ a testa ordinando un secondo (io pollo alla paprika con patate e il mio compagno manzo al vino rosso) e 2 birre.

Tutto molto buono e servizio rapido. Consigliatissimo!

Tour Andalusia Siviglia Cordoba e Granada

Tour Andalusia: Siviglia, Cordoba e Granada
Tour Andalusia: Siviglia, Cordoba e Granada

Tour Andalusia Siviglia Cordoba e Granada

Amo la Spagna e questo viaggio in Andalusia ha contribuito ad aumentare la mia passione per questa terra calda, accogliente e ricca di storia, cultura e tradizioni.

Il mio tour è durato 5 giorni ed è stato decisamente low cost:

voli acquistati con 3 mesi di anticipo, spostamenti in treno/autobus, tante passeggiate e pasti consumati in posti non turistici e tutti con un buon rapporto qualià-prezzo.

Siete curiosi?

Ecco a voi il mio Tour Andalusia: Siviglia Cordoba e Granada.

 

Tour Andalusia Siviglia Cordoba e Granada

 

Giorno 1: Siviglia

Arriviamo a Siviglia a metà mattina con un volo diretto Vueling da Roma.

Per raggiungere il centro prendiamo l’autobus EA (Especial Aeropuerto) che in meno di 30 minuti ci porta al centro della città e ci lascia a Paseo Colon, vicino l’hotel da noi prenotato.

Il tragitto di sola andata costa 4€ mentre a/r costa 6€, molto conveniente.

Lasciamo i bagagli in hotel e usciamo subito per visitare questa meravigliosa città partendo proprio Placa de la Virgen, bellissima piazza nel cuore del centro storico, da dove possiamo ammirare la Catedral de Sevilla, la cattedrale gotica più grande al mondo (quasi 23.500 mq), dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1987!

La parte più famosa della Cattedrale è sicuramente La Giralda, la sua torre campanaria, uno dei simboli della città.

Noi decidiamo di non salire in cima alla torre ma, se voleste, sappiate che il biglietto costa 9€.

A breve distanza troviamo l’Alcazar, un complesso di palazzi in stile mudéjar che per secoli hanno ospitato le famiglie reali e con giardini da sogno.

L’antica fortezza araba presenta una combinazione di colori semplicemente affascinante;

bellissimi anche i pavoni e gli altri animali che circolano liberi tra i vari giardini del parco.

Il biglietto di ingresso costa 11,50€ e la visita, molto fugace, dura circa un’ora.

Essendo ora di pranzo, acquistiamo due bocadillos e ci addentriamo nel Barrio di Santa Cruz, il pittoresco quartiere ebraico della città.

Girovagando tra l’intrico di viuzze del barrio, caratterizzate da casette bianche in tipico stile andaluso, arriviamo a Plaza de Espana, all’interno del Parque de Maria Luisa, famosissima per le 58 panchine in maioliche colorate che rappresentano tutte le province spagnole e che vengono prese d’assalto da turisti e locali all’ora di pranzo.

Nel pomeriggio, passeggiamo lungo le rive del Guadalquivir fino a Las Setas (o Metropol Parasol), un enorme edificio bianco alto 26 metri, che ricorda la forma di 4 grandi funghi.

L’edificio è visitabile al costo di 3€ ma noi, essendo leggermente stanchi, torniamo in hotel per rilassarci in vista della serata.

A cena, attraversiamo il Puente de Triana e andiamo a cena da Restaurante & tapas El Sella, scovato su Tripadvisor e con punteggio 4,5.

Accogliente, spazioso e ben arredato, il ristorante si rivela una scelta perfetta, con un menu vario e a prezzi medi.

Noi abbiamo mangiato tapas (buone e super abbondanti) accompagnate da un vino asturiano consigliatoci dal cameriere e abbiamo speso circa 20€ a testa, ottimo!

La scelta del locale ci consente sia di assaggiare cucina tipica sia di passeggiare tra le vie del quartiere gitano, culla del flamenco, terminando così la serata.

 

Giorno 2: Siviglia – Cordoba

Il secondo giorno a Siviglia decidiamo di visitare il Barrio de la Macarena, meno turistico rispetto al Barrio Santa Cruz e al Barrio Triana ma comunque affascinante.

Il simbolo del quartiere è la Basilica della Macarena, ospitante proprio la Virgen de la Macarena, una delle statue più venerate di tutta la Spagna, totalmente vestita e ornata d’ oro, argento e pietre preziose: una meraviglia per gli occhi!

Su calle Doña María Coronel si trova un muro con la ruota del Convento di Santa Inés, tramite la quale le monache del convento, non potendo entrare in contatto con il pubblico, vendono dolci e biscotti artigianali.

Incuriositi, abbiamo preso un etto di biscotti alle mandorle molto buoni e a un prezzo irrisorio, che abbiamo trangugiato durante la passeggiata nel quartiere.

Vicino a Plaza de los Terceros si trova la Iglesia de Santa Catalina, riconoscibile dalla torre campanaria in stile mudéjar simile alla Giralda e il portone in stile gotico.

Usciti dalla chiesa, ci fermiamo per pranzo a El Rinconcillo (calle Gerona 40), storico locale fondato nel 1670 e ideatore delle tapas.

Pranzare al banco con tapas e birra è il modo migliore per godere dell’atmosfera di questo locale, il tutto spendendo meno di 10€ a testa, super consigliato!

Nel pomeriggio, attraversiamo il Puente Barqueta e visitiamo l’Isola de la Cartuja, che deve il suo nome al Monastero omonimo che si trova sul lato sud.

L’isola non è abitata ma ospita solamente bar, ristoranti e discoteche, oltre al parco divertimenti Isla Magica.

I posti da vedere assolutamente sono la Torre Triana, sede della regione Andalucia, la Torre Pelli (o Torre Cajasol), un grattacielo moderno attiguo agli splendini giardini di Magellano e, infine, il Monastero della Cartuja, fondato nel 1399 e luogo di permanenza e sepoltura di Cristoforo Colombo.

Il monastero fu abbandonato nel XIX secolo e successivamente fu anche una fabbrica di ceramica, poi nei secoli a venire fu restaurato e diventò sede del padiglione reale della Expo Universale del 1992, oggi è il centro Andaluso di Arte Contemporanea.

Poco prima di cena, prendiamo un treno che, in meno di 1 ora e al prezzo di 6€, ci conduce direttamente a Cordoba.

Qui, lasciamo i bagagli in albergo e usciamo subito per cenare da Bodegas Mezquita Céspedes, scovato su Tripadvisor con punteggio 4,5 e che vi consiglio caldamente.

Abbiamo fatto una cena tra amici con tapas e piatti tipici. Con meno di 20 euro a testa abbiamo mangiato molto e bene, il servizio è stato ottimo.

 

Giorno 3: Cordoba

Iniziamo il nostro tour della città di Cordoba con la visita della Mezquita, la moschea più grande dell’Andalusia (più di 23.000 metri quadri), che oggi ospita la Cattedrale di Cordoba.

Chi viene in vacanza a Cordoba non può non visitare questo capolavoro: un misto di arte araba e cristiana unito in un unico monumento, dove vi sembrerà di stare in un labirinto di colonne e archi tra cui perdervi, veramente affascinante!

Una meravigliosa fusion di stili e religioni, un’atmosfera quasi surreale e ultrasensoriale.

Il biglietto di ingresso costa 10€ e la visita dura poco meno di un’ora.

Dalla Mezquita, ci dirigiamo al Alcazar de los Reyes Cristianos (biglietto 4,50€), di certo non il palazzo reale più sontuoso dell’Andalusia ma comunque degno di nota per via degli splendidi giardini con giochi d’acqua che ospitano le statue di Isabella e Ferdinando di Castiglia che incontrarono qui Cristoforo Colombo per finanziare il suo viaggio alla scoperta delle Americhe.

Splendida anche la Torre dell’Inquisizione, da cui si gode una splendida vista e i reperti archeologici custoditi all’interno del palazzo come i famosi mosaici romani.

Di fronte all’Alcazar ci sono i Baños del Alcázar Califal (biglietto 2,50€), i bagni arabi costruiti nel X secolo, scoperti “per caso” nel Novecento e oggi restaurati e adibiti a museo.

Entrando da Puerta del Puente, attraversiamo il Puente romano, simbolo della città e costruito dai romani nel I secolo a.C. fino ad arrivare alla Torre de la Calahorra, una piccola fortezza araba costruita per proteggere la città, dove pranziamo ai Jardines del Rocio con due bocadillos.

Nel pomeriggio, torniamo indietro per passeggiare tra le viuzze della Juderia, il pittoresco quartiere ebraico caratterizzato da case bianche riccamente addobbate da fiori.

Imperdibile la Calleja de las flores, nei pressi della Mezquita, famoso per i vasi blu con fiori rossi appesi alle pareti.

Divaghiamo nei pressi di Plaza del Potro alla ricerca della Posada del Potro, la locanda resa celebre da Cervantes nei versi del Don Chisciotte (peraltro, oggi sede di un museo del flamenco), poi ci fermiamo a cena nei pressi di Plaza de la Corredera, molto simile alla madrilena Plaza Mayor, una delle piazze più grandi e suggestive di Cordova.

Ceniamo da La cazuela de la esparteria, un ristorante carinissimo e ben arredato, molto accogliente e informale, che propone piatti tipici della cucina andalusa con un buon rapporto qualità-prezzo.

Noi abbiamo preso 3 tapas, due secondi di carne e una bottiglia d’acqua spendendo meno di 25€ a persona, ottimo direi!

 

Giorno 4: Cordoba – Granada

Prima di partire per Granada, ci concediamo una ghiotta colazione al Mercado Victoria, un grande mercato coperto in Paseo de la Victoria pieno di stand enogastronomici, molto simile al mercato centrale di Valencia.

Se amate le colazioni salutari, vi consiglio lo stand Mil Sabores, dove troverete frullati e centrifughe preparati sul momento, da accompagnare con brioche e caffè da Panea.

Salutiamo Cordoba con un treno che in meno di 2 ore e 30 minuti e al costo di neanche 15€ a testa, ci porta dritti a Granada, ultima tappa del nostro viaggio.

Arriviamo a Granada a ora di pranzo e, essendo leggermente stanchi, rimandiamo al giorno dopo la visita dell’Alhambra.

Pranziamo con tortilla del Sacromonte, il piatto tipico di Granada, una corposa frittata a base di midollo, uova e interiora di vitello.

La tortilla è servita con patatas a lo pobre, ovvero patate fritte ripassate con aglio, cipolla, vino e olio.

Sazi e soddisfatti, decidiamo di visitare la Cattedrale di Granada (biglietto 5€), la prima struttura rinascimentale della Spagna e la seconda più grande del paese.

Nelle vicinanze visitiamo la Capilla Real de Granada (biglietto 5€), un tempio con i resti mortali dei Re Cattolici Fernando de Aragón e Isabel de Castilla.

Molto vicina alla Cattedrale si trova la Alcaicería, una zona dedicata ai negozi dell’artigianato granadino, dove approfittiamo per acquistare souvenir e ninnoli in puro stile arabeggiante.

Passeggiando tra le stradine tipiche del quartiere di Albayzin, arriviamo al Palazzo Dar-al-Horra (Monastero di Santa Isabella), uno dei pochi edifici del quartiere a conservare tutt’ora l’aspetto originario.

Il Palazzo fu edificato dagli arabi e poi ceduto ai cattolici e divenuto, su volere della Regina Isabella, Convento Reale di Santa Isabella.

L’ultima tappa della nostra giornata granatina è il Mirador de San Nicolas, nel cuore dell’Albayzin, un belvedere dal quale si gode una vista mozzafiato sull’Alhambra e sulla Sierra Nevada.

Pieno di turisti, pittori e suonatori di strada, ricorda molto il Pincio a Roma, un luogo romantico e suggestivo.

Ci concediamo un aperitivo a base di tapas e sangria proprio nei pressi del Mirador e concludiamo con uno spettacolo di flamenco a Jardines de Zoraya (prezzo 20€).

Magnifico, emozionante e coinvolgente, lo spettacolo ci stupisce e ci fa innamorare ancora di più della cultura andalusa grazie al mix di suoni, colori e calore.

 

Giorno 5: Granada

Dopo una golosa colazione a base di caffè con leche e churros, usciamo alla volta dell’Alhambra, la fortezza spagnola per eccellenza posta sul colle della Sabika, da cui domina l’intera città.

Il complesso è formato da diversi palazzi, torri e giardini.

Noi abbiamo comprato online i biglietti per il Palazzo (14€) ed i Giardini (7€), saltando la fila.

Acquistate l’audioguida per apprezzare ancor di più la bellezza e la storia dei luoghi.

La zona più imponente è quella araba del palazzo Nazaries, il quale conta tre edifici:

  1. Il Mexuar, la zona più antica, era riservata alla gestione degli affari pubblici e della giustizia,  decorata con arabeschi e azulejos e il suo patio era considerato l’entrata ufficiale.
  2. Il palazzo del Trono o di Yusuf I, dove spicca il Patio de los Arrayanes con la sua enorme vasca di acqua in cui si riflette la Torre de Comares;
  3. Il palazzo dei Leoni o di Mohammed V con il Patio de los Leones, un porticato di 124 colonne costruite in marmo bianco della città di Almeria, e al centro la fontana decorata con 12 leoni.

Oltre il Nazaries, la visita prosegue all’interno della Medina, ovvero la parte residenziale, l’Alcazaba, il recinto militare, e il Palazzo di Carlo V, un edificio rinascimentale tuttora utilizzato per esposizioni temporanee e concerti.

Usciti dall’Alhambra, la tappa successiva è la Generalife, la residenza estiva dei sultani, un luogo ideale di pace e relax, con giardini e fontane scenografiche.

Memorabile la Escalera de agua, la scala con l’acqua che corre lungo la ringhiera.

Durante la visita, rimaniamo affascinati dal mix tra cultura moresca e cristianesimo che fanno del Generalife un luogo dove la realtà supera la fantasia.

Avendo saltato il pranzo, ultimata la visita, torniamo in città e ci concediamo una merenda marocchina da Alfaguara (Calle Caldereria Nueva 7), un locale arabo situato in una delle vie più caratteristiche di Granada.

Sdraiati su soffici cuscini e attorniati da arredi arabeggianti, facciamo merenda con té (ampia scelta! Io consiglio il té marroquí o il té egizio con i datteri) accompagnati da dolci fatti sul momento (fantastiche le crèpes zaharaui con limone, miele, banana e cioccolato).

Appagati dalla merenda marocchina, chiudiamo la giornata all’insegna dello shopping.

 

Giorno 6: Rientro.

 

 

 

 

 

 

 

Come fare una vacanza low cost a Palma de Maiorca

Come fare una vacanza low cost a Palma de Maiorca
Come fare una vacanza low cost a Palma de Maiorca

Come fare una vacanza low cost a Palma de Maiorca

Finalmente sono arrivate le tanto agognate vacanze estive e quest’anno come meta ho scelto l’isola di Palma de Maiorca, in Spagna, bella, vivace e solare.

Se anche voi avete deciso di trascorrere qualche giorno nella meravigliosa isola di Palma, di seguito i miei consigli su Come fare una vacanza low cost a Palma de Maiorca con un giusto bilanciamento di divertimento, buon cibo, spiagge e tanti selfie.

 

 

Muoversi a Palma de Mallorca

La maggior parte di voi penserà che, essendo un’isola, sia necessario affittare una macchina o uno scooter per girare per l’isola e scovare calette: è assolutamente falso!

Noi abbiamo deciso di usare i mezzi pubblici (nuovi e con aria condizionata, puntualissimi e monitorabili tramite l’app Mobipalma) e, pernottando a Palma centro, vedere le spiagge e le calette della parte sud-est e sud-ovest dell’isola.

Così facendo, siamo riusciti a vedere tante spiagge spendendo poco (abbiamo comprato un abono da 10€ per 10 viaggi) e con al massimo 1h di viaggio.

Non ci credete? Beh, ho le foto che possono dimostrarlo! Illetes, Cala Comtesa, Cala mayor, Cas Catalá con il bus n. 3.

Can pastilla, es arenal, playa de palma, cala blava con i bus 15, 20, 25 e 23.

Es trenc con il bus Tib 501 (viaggio durato 1 ora).

Ensaimada

Colazione

Se avete prenotato un hotel senza la prima colazione, potrete fare la vera colazione maiorchina con ensaimada e granita di mandorle (granizados) per una spesa di 5-6€.
Le migliori ensaimades le trovate al Fornet de la Soca, al Forn de St. Christo, e al forno Ca’n Joans de Sago, tutti in centro.
Se preferite la classica colazione italiana, recatevi da Cappuccino (una catena di locali presenti in tutta Palma) o in una delle tante pastelerie presenti in città, dove potrete fare colazione con cornetto e cappuccino a prezzi leggermente al di sopra degli standard italiani.

Giornata al mare

Per trascorrere un’intera giornata al mare, è indispensabile l’ombrellone, soprattutto in spiagge non attrezzate come Es trenc, Cala Comtesa, Cala Blava, Playa del mago e Cas Català.

Noi abbiamo comprato un ombrellone in uno dei bazar di fronte a Cala Mayor, 9€ per un ombrellone che pesa meno di 1 kg e si può portare a spalla, comodissimo!!!

Quanto ai viveri, in alcune spiagge ci sono chioschi e bar (molto inflazionati, una banale caesar salad costa 14€!) mentre altre sono deserte quindi è bene attrezzarsi con bottiglie d’acqua (noi le abbiamo sempre prese a El corte ingles, 1€ per due bottiglie da 2 litri ciascuna), snack e succhi di frutta (per questi ultimi, consiglio i succhi Bi Frutas reperibili sia da Eroski sia a El corte ingles, senza zuccheri aggiunti e poveri di calorie, 3 brick costano 1,87€).
Se siete a Cala Mayor, vi consiglio di fare merenda con una granita al cocomero a 3€, che potrete acquistare al chiosco in spiaggia dai colori bianco e azzurro.

Cala Comtesa
Cala Comtesa

 

Merende e snack

Per le merende, non lasciatevi “fregare” dalle gelaterie che propongono coni/coppette con 2 gusti (2 bolas) a 4,50€ ma optate per un sorbetto (dai 3 ai 3,50€) o uno yogurt artigianale (3-3,50€) e il gelato, riservatevelo per l’Italia che con 5€ ci comprate 500 gr!

Noi ci siamo innamorati del sorbetto di una gelateria in Carrer dels Apuntadors, nei pressi della Lonja, che fa sorbetti e gelati artigianali e a prezzi accessibili.
L’italiano Riva Reno è sempre pieno di gente e ha prezzi eccessivi rispetto agli standard italiani (il cono piccolo, con 1 gusto, costa 3€).
Se siete a Cala Mayor, vi consiglio di fare merenda con una granita al cocomero a 3€, che potrete acquistare al chiosco in spiaggia dai colori bianco e azzurro.

Tapas

Se siete tipi di tapas piuttosto che da classica cena al ristorante, di seguito alcuni posti che vi consiglio ma per i quali non ne garantisco l’economicità rispetto ad una cena prenotata con the fork, soprattutto se siete molto affamati.

Nei pressi della Lonja, consiglio il Bar dia, famoso per le sue tapas varie e economiche in tutta la città (infatti, è sempre pieno di gente), come anche i bar in plaza sobrassadana e nei pressi del Paseo Maritimo.

Consiglio vivamente le patatas bravas, il gazpacho, i gamberi all’andalusa e il classico pan y aioli, buono e saziante.

Cene

Quanto alle cene, noi abbiamo prenotato sempre tramite the Fork in ristoranti con sconto 30% e con punteggio da 8.2 a 9. Il risultato? Tutto fantastico e con una spesa minima.

Alcuni esempi: da Wine & Food (ristorante vicino Plaza Mayor e con punteggio 9.2) abbiamo mangiato una tartare di tonno preparata davanti ai nostri occhi semplicemente divina, pane caldo condito con salsa aioli, polpo alla piastra con patate morbido e ben condito.

Da Beewi Azul abbiamo mangiato dei pinxtos superlativi con salsiccia e marmellata di cipolle, baccalà fritto, gamberi e guacamole, ecc.

Da Can Brondo (ristorante nei pressi del Passeig del Born e con punteggio 9.2) abbiamo cenato spendendo 25€ a testa per 1 antipasto e 1 secondo a testa, tutto di pesce e gustato in un suggestivo terrazzino interno all’hotel omonimo.

A La mosquita muerta (punteggio 9.2, nei pressi di Passeig del Born) abbiamo speso 23€ in due per un antipasto condiviso (polpette di melanzane morbide e saporite) e un secondo di pesce a testa, tutto buono e preparato con ingredienti freschi.

Da Manto negro (vicino La mosquita muerta, punteggio 8.7) abbiamo cenato la prima sera con due antipasti (patatas bravas e tris di salse arabe da gustare con pane caldo) e due secondi (un hamburger manto negro e una picana de angus) spendendo 44€ in totale.

La nota positiva è che in tutti i ristoranti in cui abbiamo mangiato, ci hanno servito una porzione generosa di pan y aioli e olive verdi come omaggio, vivendo così le tradizioni maiorchine.

Se non riuscite a resistere tanti giorni senza la cucina italiana, allora recatevi A casa mia (in calle sant magi), un ristorantino italiano dove potrete mangiare una calamarata in grado di dare filo da torcere ai migliori chef partenopei o un tiramisù che batte di gran lunga il romano Pompi e, se volete anche un cocktail, potrete sorseggiarlo nel locale difronte, Ventunobar Mallorca, gestito dalla stessa famiglia (mojito top).

 

 

Post cena

Per un cocktail post cena, consiglio la Sodrassana (in plaza de la sodrassana), Abaco (cocktail bar caratteristico con arredi originali, ma dove un cocktail costa ben 16€) e tutti gli altri locali nella zona della Lonja, del Paseo Maritimo o del Passeig del Born (qui consiglio Born8, valido e degno di nota sia per cena sia per il post).
Un cocktail accompagnato da tapas sfiziose lo trovate da El Neo tapas & cocktails (due locali, uno al barrio de Santa Catarina, l’altro vicino la Loggia), prenotabile anche tramite The Fork.

Shopping

Se visitate Palma de Mallorca nel periodo dei saldi, dovete approfittarne per fare shopping da Oisho, Zara Home, Unosde50 e Mango, tutti con prezzi più bassi rispetto all’Italia.

Se siete alla ricerca di souvenir, in Carrer de la Victoria troverete il negozio di calamite più economico della città: 1 calamita 1€, contro i 2,95€ praticati in tutti gli altri negozi.

Pensierini sfiziosi per le vostre amiche?

Da Alehop (una catena spagnola simile a Tiger) troverete cavigliere con ciondoli a 1€, penne, pochette e tanti altri articoli low cost.
Altri negozi di souvenir economici li trovate nei pressi di Plaza Mayor o nelle viuzze antistanti Passeig del Born.

Viaggio a Lisbona low cost

Viaggio a Lisbona low cost
Viaggio a Lisbona low cost

Viaggio a Lisbona low cost

Lisbona è una delle più belle capitali europee, perfetta da visitare sia in inverno sia in estate, grazie al suo clima mite e mai troppo afoso.

La città non è molto cara ma comunque ci sono dei piccoli accorgimenti da osservare per rendere il vostro viaggio veramente low cost. Quali?

Ecco a voi i miei consigli per un Viaggio a Lisbona low cost.

Muoversi a Lisbona

Appena arrivati in aeroporto, potrete raggiungere comodamente il centro città con la metro o l’aerobus, a seconda della vostra destinazione.

Durante il soggiorno, metro e tram vi permetteranno di muoversi velocemente a Lisbona.

Il biglietto singolo costa 2,50€ (acquistabile anche a bordo) mentre il giornaliero costa 6€.

In alternativa, potete acquistare la Lisboa Card da 24/48/72 ore rispettivamente a 18,50€/ 31,50€/39€, che include, oltre ai mezzi di trasporto, anche l’ingresso gratuito in alcuni monumenti come il Monasteiro dos Jeronimos, il Museo del Chiado, la Torre di Belém e l’Elevador de Santa Justa.

La Lisboa Card comprende anche la gratuità delle linee ferroviarie verso Sintra e Cascais.

Imperdibile un giro sul tram 28, che parte dalla parte bassa della città e arriva in cime all’Alfama: il bus 28 è incluso nella Lisboa Card ma non nel biglietto giornaliero dei mezzi (infatti, la singola corsa costa 2,85€).

Noi, essendo assidui camminatori, abbiamo visitato quasi tutta la città a piedi ad eccezione del tragitto da/verso l’aeroporto e una cosa sul tram 28.

 

Viaggio a Lisbona low cost

 

Colazione

Lisbona è uno delle capitali più trendy d’Europa e perdersi la colazione in uno dei colorati e vivaci bar in centro è un vero peccato.

Due sono le colazioni obbligatorie: la prima alla Confeitaria Nacional (in Praça da Figueira 18), una pasticceria fondata nel 1829 e famosa per i dolci tipici portoghesi da gustare in una sala arredata in stile ottocentesco.

I pasteis de nata sono sublimi, un tripudio di dolcezza, ma costano leggermente di più rispetto ad altri locali (1,50€ contro 1€).

Altra colazione imperdibile da Pastéis de Belém, nell’omonima via, altra storica pasticceria famosa per i pasteis, buonissimi e delicati, considerati i migliori della città.

Qui con scarsi 10€ riuscite a fare il carico di dolcezza ed energia per cominciare la vostra giornata.

Altra pasticceria degna di nota ma fuori dai circuiti turistici è Manteigaria (in rua do Loreto), piccola e senza posti a sedere ma con un rapporto qualità/prezzo ottimo.

I pasteis de nata sono superlativi e sono serviti caldi e con una spolverata di zucchero a velo o di cannella, e il prezzo è 1€ ciascuno!

Molto buono anche il caffè.

Al centro città non può mancare una merenda o un aperitivo seduti ai tavolini del cafè A Brasileira, proprio di fronte la statua di bronzo dello scrittore Fernando Pessoa, amante di questo caffè.

 

Viaggio a Lisbona low cost

 

Cene

Soul Kitchen Bar (vicino al Jardim do Principe Real, voto 9.4), è un delizioso ristorante, piccolo ma ben arredato, che propone piatti della cucina internazionale da gustare con un sottofondo di musica soft chillout.

I piatti sono ben presentati e serviti in porzioni generose.

Noi abbiamo usufruito dello sconto del 40% con The Fork e abbiamo speso 35€ in due per due antipasti, due secondi e una bottiglia di acqua.

Consiglio di assaggiare i taquitos al pastor con carne di manzo, avocado, lattuga, purè di patate dolci e mix di verdure.

Boteco do Largo (vicino al Jardim Nuno Alvares, voto 9) è un piccolo ristorantino gestito da due donne dove, appena accomodati, vi verrà servito un aperitivo di benvenuto a base di pane croccante, olive e salsine di accompagnamento.

Il menu propone piatti tipici della cucina portoghese tra cui vi consiglio caldamente il baccalà e il pica pau (una sorta di brodetto con tenerissima carne di vitello).

Usufruendo dello sconto del 40%, abbiamo speso 30€ in due e, oltre alla bontà dei piatti, vi consiglio di tenerlo d’occhio anche perché organizzano spesso serate con musica fado.

Grenache (voto 9.6, nel quartiere Alfama) è uno dei migliori ristoranti di Lisbona e, dopo esserci stati, non è stato difficile capire perché.

Il menu degustazione (da 6 piatti) costa 62€ ma noi abbiamo preferito ordinare alla carta usufruendo anche dello sconto del 30%, spendendo circa 60€ in due per due antipasti, due secondi e l’acqua.

Consiglio il tataki di manzo con melanzane e salsa di soia, veramente insuperabile!

Da Espada (in Rua de São Paulo, voto 9), siamo andati con lo sconto del 50% su The Fork, e abbiamo mangiato quasi fino a scoppiare spendendo poco più di 30€ in due.

Nel menu c’è veramente l’imbarazzo della scelta tra piatti di carne e di pesce: io consiglio di tacos di salmone, la tostada di baccalà e la tartare di tonno e mango ma, se ce la fate ad arrivare al dessert, sappiate che ho visto passare delle fette di torta al cioccolato e caramello a dir poco peccaminose…

 

 

Post cena

Il Bairro Alto rappresenta il cuore della movida di Lisbona: un reticolato di viuzze piene di ristoranti, pub, cocktail bar e discobar dove potrete sorseggiare un buon cocktail dopo cena oppure ballare fino alle prima luci dell’alba.

Lungo Avenida 24 de Julho si trova la più alta concentrazione di terrazze lounge bar e discoteche di Lisbona.

Cais do Sodré è il vecchio quartiere a luci rosse di Lisbona, ora rivalutato e diventato uno dei punti di riferimento della vita notturna della capitale portoghese.

In particolare, lungo la Rua Nova do Carvalho ci sono molti locali che propongono spettacoli di burlesque e cocktails con nomi insoliti come il “puta fina”, oltre a vari concerti di musica dal vivo.

Il quartiere di Alfama rappresenta invece la culla del canto popolare del fado, famoso per le sue note nostalgiche e malinconiche, il quale nacque proprio qui durante il XIX secolo ed è divenuto ad oggi un vero e proprio simbolo del Portogallo.

Ad Alfama potete perciò trovare le migliori case del fado, caratterizzate da un’atmosfera familiare ed ospitale, nelle quali potete assaggiare l’ottima cucina locale.

Un’altra zona popolare per la vita notturna a Lisbona sono le Docas, un quartiere portuale a ridosso del fiume dove, all’interno di alcuni vecchi magazzini ristrutturati, sono sorti numerosi bars, caffetterie e clubs.

Se avete voglia di ascoltare musica dal vivo sorseggiando un “Alfa Mojito” (un mojito arricchito da ciliegie), recatevi da Clube Ferroviario (Rua de Santa Apolonia 59), l’ex circolo del dopolavoro ferroviario convertito oggi in un club.

Se volete sorseggiare la famosa Ginjinha, allora il posto giusto è A Ginjinha (Largo Sao Domingos 8), un minuscolo bar sempre pieno di gente ansiosa di sorseggiare il famosissimo liquore con le ciliegie.

Per un locale “originale”, Pensao do Amor fa al caso vostro: un ex albergo a ore convertito in un bar eclettico dalle pareti scarlatte, con specchi e quadri che richiamano tempi passati: imperdibile durante un soggiorno in città (cocktail 7-10 euro).

Se volete fare festa fino all’alba, puntate all’Urban Beach K, una delle più famose ed eleganti discoteche di Lisbona, con ben 3 sale, dj di fama internazionale e una vista mozzafiato sulla città.

Come in tutti i locali di elite, c’è la selezione all’ingresso quindi vestitevi eleganti (l’ingresso costa 12€).

 

 

Viaggio a Lisbona low cost

Shopping

Dopo aver passato qualche giorno immersi tra i colori e le meraviglie di Lisbona, avrete di certo voglia di acquistare azulejos e ceramiche per abbellire la vostra casa con pezzi unici e originali.

Per acquistare le ceramiche portoghesi, vi consiglio di recarvi da Fabrica Sant’Ana, Ceramica Viuva Lamego e Bordallo Pinehiro, oppure da Add Fuel, se preferite ceramiche dal tocco più moderno, o addirittura nel negozio di souvenir del Museo Nazionale dell’Azulejo.

Se invece siete alla ricerca di calamite, poster e altri gadget, allora avrete l’imbarazzo della scelta tra i negozi nel quartiere della Baixa;

qui, tra Praça de Rossio e Praça do Comercio, troverete anche i negozi dei principali marchi internazionali per fare un po’ di shopping anche in vacanza.

Il Barrio Alto, in particolare Rua do Norte e Rua da Rosa, è la zona migliore per acquistare abiti vintage, oggetti di design e creazioni di giovani stilisti portoghesi, mentre Avenida da Libertade è la via dello shopping di lusso dove si concentrano le boutique degli stilisti internazionali.

 

 

Week-end a Verona

Week-end a VeronaWeek-end a Verona

Famosa per aver fatto da sfondo ad una delle storie d’amore più belle e tragiche della letteratura europea, Romeo e Giulietta di W. Shakespeare, Verona è non solo la città degli innamorati, ma anche degli amanti della storia e dell’arte medievale e rinascimentale.

Raggiungibile in macchina, treno, aereo, è perfetta per un fine settimana all’insegna della cultura, del relax e del buon cibo.

Week-end a Verona

Week-end a Verona

Giorno 1: Arena, Ponte di Castelvecchio, Ponte della Vittoria, Piazza delle Erbe, Casa di Giulietta, Casa di Romeo

Arriviamo a Verona poco prima delle 10 del mattino con un treno Italo partito da Roma.

Dalla Stazione Centrale di Porta Nuova prendiamo il bus 73 per andare a Piazza Brà, la piazza principale di Verona ed una delle piazze più grandi d´Europa, nonché sede dell’Arena di Verona, prima tappa del Week-end a Verona.

Week-end a Verona

Visitare l’Arena costa 10€ ma noi, non essendo interessati, ci limitiamo a scattare qualche foto e andiamo a fare colazione al Bar Pasticceria Pradaval.

In un’ambiente intimo e conviviale, ci accomodiamo a facciamo colazione con due cappuccini schiumati, una sfogliatina alle mele (divina) e un bignè alla crema chantilly, tutto buono e accompagnato dal sorriso inestimabile dello staff.

Imboccando Via Roma, passiamo davanti al Museo Lapidario Maffeiano, uno dei musei pubblici più antichi d’Europa, e ci dirigiamo verso il fiume per vedere il Museo di Castelvecchio e, alle sue spalle, il famoso ponte di Castelvecchio, un esempio spettacolare di architettura militare medievale.

Il ponte è pedonale e decidiamo di percorrerlo interamente per godere degli scorci sul fiume e le vedute tra i merli.

Camminando lungo Riva San Lorenzo, arriviamo al Ponte della Vittoria, realizzato in ricordo della vittoria di Vittorio Veneto grazie alla quale fu sconfitto dell’Impero austro-ungarico nella Prima guerra mondiale, poi distrutto dai tedeschi in ritirata nella seconda guerra mondiale e ricostruito su progetto del Fagiuoli con completamento nel 1955.

Prendiamo Via Armando Diaz poi entriamo da Porta Borsari e imbocchiamo Corso Cavour, una delle vie dello shopping della città con negozi e boutique firmate.

Week-end a Verona

Arrivati in Piazza delle Erbe, fulcro del borgo antico di Verona e meravigliosa con la sua Fontana della Madonna Verona, il Leone Marciano, le Case Mazzanti, la Casa dei Giudici e la Domus Mercatorum, pranziamo con un maxi cono gelato da Venchi e ce lo gustiamo in piazza.

Su tutto svetta con i suoi 80 metri d’altezza la Torre dei Lamberti, da cui è possibile ammirare una panoramica mozzafiato dell’intera città.

Week-end a Verona

La tappa successiva è, senza ombre di dubbio, la Casa di Giulietta, in Via Cappello, un edificio del XIII secolo proprietà della famiglia Cappelletti: proprio loro potrebbero aver ispirato i “Capuleti” tanto famosi per mano di Shakespeare.

Famossisimo è il balcone, sul quale ancora oggi si può salire, e la statua di Giulietta, alla quale turisti di tutto il mondo lasciano lettere per consigli d’amore.

Tornando indietro e prendendo Vicolo Cavalletto, arriviamo alla Casa di Romeo, oggi abitazione privata, riconoscibile dall’iscrizione sulla facciata recitante: “Oh! Dov’è Romeo?… Taci, ho perduto me stesso: io non son qui e non son Romeo, Romeo è altrove“.

Questo penso sia stato proprio il momento più romantico del nostro Week-end a Verona.

Alla ricerca di souvenir, torniamo a Piazza delle Erbe e facciamo scorta di calamite, dolcetti e cioccolatini artigianali in vendita alla bancarelle.

Concludiamo la giornata con una cena all’Osteria al Duca, vicino alla Casa di Giulietta.

Una tipica trattoria alla vecchia maniera con menu ampio e piatti tipici veneti e, in particolare, veronesi.

Noi abbiamo optato per il menu a 20€ che comprende un primo e un secondo a scelta.

Tra questi, vi consiglio i bigoli col ragù d’asino, le pappardelle al ragù d’anatra e lo spezzatino con la polenta.

Giorno 2: Duomo di Verona, Ponte pietra

Il nostro Week-end a Verona inizia con una colazione “stellata” da Dolce Locanda, premiata pasticceria dello chef Perbellini, famosa in tutta la città per la sua torta millefoglie.

Al bancone, c’è l’imbarazzo della scelta: brioches e croissant farciti al momento con marmellata, crema pasticcera, crema al cioccolato o al pistacchio; sfogliatine e biscotti, pasticceria con mignon e torte.

Buon caffè, servizio ottimo, buon rapporto qualità-prezzo (1 caffè e una millefoglie 4,50€).

Prendiamo Lungadige Pavinio e, passato Ponte Garibaldi, arriviamo a Piazza Duomo, la piazza antistante il meraviglioso Duomo di Verona.

Week-end a Verona

Il pezzo più celebre è probabilmente “l’Assunzione” di Tiziano, che da sola varrebbe la visita, ma gli stucchi, i lavori lignei, i mosaici e le sculture affascinano anche i non appassionati di storia dell’arte.

In realtà, non si tratta di un’unica chiesa ma di un complesso articolato con più chiese e cappelle distinte e collegate, che si visitano con un unico biglietto di accesso (3€).

Pagando il biglietto, visitiamo anche la Chiesa Rettoria di Sant’Elena e la Chiesa di San Giovanni in Fonte e poi ritorniamo lungadige e arriviamo al meraviglioso Ponte pietra, ponte romano ad archi completato nel 100 a.C. e ricostruito dopo la seconda guerra mondiale.

Essendo quasi ora di pranzo e dovendo riprendere il treno alle 15.00, ci fermiamo per pranzo da Santa Felicita, un ristorante adibito in una chiesa sconsacrata del 1100, una location assolutamente unica!

Il menu propone piatti di carne, pesce e pizze.

Noi abbiamo preso un risotto all’Amarone e gli gnocchi al burro e tartufo, entrambi buonissimi e serviti in porzioni abbondanti.

Conto totale meno di 40€ in due, con due caffè e una bottiglia d’acqua.

A pancia piena e soddisfatti, ci avviamo alla stazione per riprendere il treno verso Roma.

Il nostro Week-end a Verona è ufficialmente terminato.

Firenze in 7 colazioni

Firenze in 7 colazioni
Firenze in 7 colazioni

Firenze in 7 colazioni

Durante un soggiorno a Firenze, non si può immergersi a capofitto tra le meraviglie della Galleria degli Uffizi o di Palazzo Pitti a pancia vuota.

Quindi ecco a voi Firenze in 7 colazioni, un elenco completo di bar e caffetterie adatte a golosi, celiaci, vegani e agli amanti della colazione continentale.

 

Firenze in 7 colazioni

Firenze in 7 colazioni

 

La Ménagére (Via de’ Ginori)  Firenze in 7 colazioni

Un bistrot di design di ispirazione underground, frutto di un’opera di ristrutturazione che ha riportato alla luce la struttura di un magazzino industriale dell’800 che ospitava un negozio di casalinghi.

La colazione viene servita nel giardino interno, tra piante e suppellettili underground, con sottofondo di musica soft.

Al bancone vi attendono cornetti vuoti o farciti, saccottini, brioches, bomboloni, yogurt greco, torte fatte in casa, muffins, cookies e pancakes.

Da segnalare le miscele scelte per i prodotti di caffetteria provenienti esclusivamente dai paesi di origine secondo il sistema di mercato del direct-trade.

Quanto ai prezzi, si spende qualcosina in più ma per una volta ci può stare.

 

Caffè Neri (Via dei Guicciardini 3R)

Aperto negli anni ’50 al Caffè Neri, nei pressi di Ponte Vecchio, al Caffè Neri non potete non assaggiare la mitica schiacciata fiorentina, realizzata dal pasticcere (e proprietario) Simone Bellesi.

Di cosa si tratta? Un dolce di pasta sfoglia farcito con crema chantilly, da accompagnare con caffè.

Coloro che non amano la crema chantilly, potranno rimediare su cornetti vuoti o farciti, vegani e integrali, cannoli, mignon, brioches e cantucci di tutti i tipi.

Unica pecca: la mancanza di posti a sedere!

 

 

Mò Sì (Via Nazionale 106)

Una caffetteria napoletana nei pressi della stazione di Santa Maria Novella, dove il caffè è preparato secondo le regole della tradizione partenopea con miscela Izzo 100% arabica.

Una “caffetteria alla vecchia maniera” (così si definiscono), con arredo retrò, comodi divani in pelle e musica di sottofondo.

Nel menu, oltre al classico caffè napoletano, vengono proposti caffè americano, cappuccino, spremute, centrifughe, succhi e frullati preparati con frutta fresca.

Quanto ai dolci, fragranti cornetti, bomboloni, torte, biscotti secchi e i cavalli di battaglia della pasticceria napoletana, ovvero sfogliatelle e pastiere.

Per gli amanti della colazione continentale, il menu propone sandwich e cornetti salati preparati sul momento con ingredienti genuini e di qualità.

Cominciate la giornata da Mò Si e non rimarrete delusi, provare per credere!

Caffè Pasticceria Serafini (Via Gioberti 168)

Una delle pasticcerie storiche di Firenze, aperta nel 1928 e da allora sinonimo di alta pasticceria e qualità indiscussa.

A pochi metri da Piazza Cesare Beccaria, da Serafini avrete l’imbarazzo della scelta fra lieviti, sfoglie ripiene, budini di riso, bignè, biscotti secchi e torte artigianali, tutte da abbinare al fantastico Caffè Fornacino.

Tra i miei preferiti segnalo la treccia con i pinoli, la sfoglia ripiena di confettura alle more di rovo e i bignè al pistacchio.

Non venite da Serafini per un semplice caffè mattutino ma lasciatevi tentare dalle leccornie esposte al bancone e assaggiate anche il “marocchino” servito con l’aggiunta di cioccolato fondente a pezzettini.

 

S. Forno (Via Santa Monaca 3R)

Nei pressi di Santo Spirito, S. Forno è una piccola perla nascosta dove potrete recarvi anche solo per comprare sfizioserie artigianali come il pane fresco, le focacce, i dolci e persino le fette biscottate.

Da fuori non gli dareste un euro ma, appena entrati, rimarrete colpiti dall’arredamento curato, dall’ospitalità dello staff e dal profumo di pane appena sfornato.

Tutto è preparato con prodotti genuini e di qualità e il menù colazione varia quotidianamente:

Pane burro e marmellata, yogurt e granola, pane e cioccolato, crostate, girelle, cheesecake, brownies e altre sfizioserie appena sfornate.

Quanto ai prezzi, non si tratterà di una colazione economica ma si sa che la qualità si fa pagare.

 

Dolci Pensieri (Via Ponte Alle Riffe 26R)

Una pasticceria il cui motto è “Un dolce al giusto prezzo“, perfetta per una colazione slow in un ambiente carino, curato, simile ad una bakery americana, e persino dog friendly.

Appena entrati rimarrete a bocca aperta davanti alla varietà di leccornie esposte: croissant, sfoglie, bomboloni, brioche, muffin soffici, pasticcini, biscotti e torte della tradizione italiana e americana.

Imperdibili la cheesecake al cioccolato (a soli 3€ a fetta) e la torta di ricotta e nocciola.

Anche la caffetteria è degna di nota, come anche le cioccolate calde, le tisane, i the e i centrifugati.

Nel menu sono inclusi dolci senza lattosio e senza glutine, perfetti per vegani e celiaci.

Firenze in 7 colazioni

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Firenze in 7 colazioni

 

Firenze in 7 colazioni

 

Week-end a Bologna

Week-end a BolognaWeek-end a Bologna

Nel pieno centro della penisola italiana, raggiungibile in macchina, treno e aereo, come si può negarsi un Week-end a Bologna ?

Un fine settimana all’insegna dell’arte, della storia e anche del buon cibo, non a caso si dice “Bologna la grassa” ah ah ah.

Se state pensando a un Week-end a Bologna, ecco a voi alcune idee per il vostro soggiorno.

 

Week-end a Bologna

Week-end a Bologna

 

Giorno 1: Piazza Maggiore, Via Rizzoli, Galleria Cavour, Torre degli Asinelli

Arriviamo alla stazione di Bologna Centrale con un treno da Roma all’incirca alle 10 di sabato.

Su consiglio di una famiglia bolognese conosciuta sul treno e di rientro dalle vacanze, facciamo un salto al Parco della Montagnola dove si tiene il Mercato della Piazzola, il mercato storico della città.

Più di 400 bancarelle allestite all’aria aperta offrono oggetti di ogni sorta: vestiti, scarpe, accessori, fiori, gioielli, casalinghi, ecc.

Molto simile al romano Mercato di Trastevere, il mercato è il posto giusto per lo shopping low cost ma noi, essendo appena arrivati e non volendo sovraccaricarci, diamo un rapido sguardo alle bancarelle e poi imbocchiamo Via dell’Indipendenza.

Come ogni italiano che si rispetti, la prima tappa della giornata è la colazione e dunque ci fermiamo al Bar Impero, storica pasticceria bolognese famosa tanto la produzione di dolci quanto per quella di salati.

Ci accomodiamo e consumiamo 2 cappuccini e 2 cornetti (uno ripieno di panna montata freschissima, l’altro integrale al miele) spendendo circa 4€, un prezzo più che onesto considerando il posto (in pieno centro), la qualità del servizio e la bontà dei prodotti.

Proseguiamo la nostra passeggiata lungo Via dell’Indipendenza e arriviamo al cuore di Bologna, la Piazza del Nettuno, con la famosa fontana del Nettuno del Giambologna.

Alle spalle della fontana, troviamo Piazza Maggiore, la piazza più grande di Bologna, con la Basilica di San Petronio, la sesta chiesa cristiana più grande in Europa e la 4° più grande d’Italia.

Impavidi della leggenda (ma solo perché già laureati), attraversiamo la piazza passando per il centro ed entriamo nella Basilica di San Petronio, un meraviglioso esempio di architettura gotica del 1390.

Da non perdere la Cappella Bolognini affrescata con le Storie dei Re Magi.

Facciamo un giro velocemente all’interno della Basilica poi usciamo per ammirare i palazzi duecenteschi che la circondano: Palazzo d’Accursio, il palazzo Comunale di Bologna, Palazzo Re Enzo e Palazzo del Podestà.

Week-end a Bologna

Dietro alla basilica di San Petronio, in Piazza Galvani, si trova l’Archiginnasio, la biblioteca comunicale di Bologna, costruita nel 1563 come sede dell’Università di Bologna e poi diventata, nel 1838 biblioteca, e considerata il più bel palazzo della città: un lungo portico con 30 arcate decorate da stemmi e due logge ai piani superiori.

Saliti gli scaloni si incontrano 10 aule (non visitabili) e la Biblioteca (accessibile solo per studio e non per visite turistiche).

Le due aule magne che un tempo ospitavano Artisti e Legisti (Stabat Mater) sono splendidamente decorate.

Da non perdere una visita al Teatro Anatomico, distrutto dai bombardamenti del 1954 ma interamente e perfettamente ricostruito con i materiali originale.

Per pranzo, mangiamo due piadine a Piadineria la Piadeina, vicino Piazza Maggiore, un locale piccolino e con pochi posti a sedere, frequentato da ragazzi universitari e liceali.

Le piadine sono preparate con impasto classico e senza glutine, in versione spessa e sottile: noi abbiamo mangiato la Ginevra (con crudo, rucola e squacquerone) e la San Petronio (con prosciutto, ricotta e pomodori secchi), entrambe fantastiche e con un buon rapporto qualità-prezzo: meno di 7€ a testa aggiungendo una bottiglia di acqua.

Dopo pranzo, prendiamo Via Rizzoli e arriviamo alla Torre degli Asinelli, costruita tra il 1109 e il 119 dall’omonima famiglia per difesa, avvistamento ma soprattutto, per prestigio.

Con 3€ a testa, saliamo i 498 gradini che ci portamo sulla cima della Torre degli Asinelli, alta 97,2 metri e in grado di offrirci uno splendido panorama della città.

Da qui si vede benissimo anche la torre della Garisenda (non visitabile), l’altra torre gentilizia di Bologna, originariamente alta 60 metri e poi “troncata” a 48 metri nella seconda metà del XIV secolo per paura che crollasse.

Nei dintorni si trovano due luoghi cult per gli amanti della musica italiana: il Roxy Bar cantato da Vasco (in via Rizzoli 9) e la stella di Lucio Dalla, in marmo bianco, in via degli Orefici.

Week-end a Bologna

Imbocchiamo Via Calzolerie e terminiamo il pomeriggio con un giro in Galleria Cavour, il paradiso per gli amanti dello shopping, una sorta di Via Condotti al coperto.

Poco prima di cena, andiamo in hotel per fare il check-in e lasciare i bagagli, poi usciamo per cena e andiamo in via del Pratello, consigliataci dal concierge, ricca di trattorie e ristoranti a buon prezzo.

Via del Pratello è una strada significativa di Bologna perché epicentro dei movimenti politici e delle iniziative culturali studentesche dagli anni ’60 all’inizio degli anni ’90.

Ceniamo da Osteria alle due porte, un piccolo ristorante con due menu, uno bolognese e l’altro pugliese, a base di pesce.

Tutti i piatti sono preparati con prodotti freschi e serviti in porzioni abbondanti, come il cameriere ha tenuto a specificare.

Noi abbiamo preso un antipasto di formaggi, salumi e crescentine, e due primi (tortellini e fettuccine al ragù) spendendo meno di 15€ a testa, con acqua e vino inclusi. Ottimo!

 

Week-end a Bologna

Giorno 2: Santo Stefano, San Luca

Iniziamo la giornata con una golosa colazione al Caffè Zanarini, storico caffè aperto dal 1930 e situato nel palazzo dell’Archiginnasio.

Tutti i giorni i pasticceri della famiglia Antoniazzi (proprietaria del caffè dagli anni ’60) sfornano dolci freschi e di prima qualità, che vi tenteranno al solo guardarli.

Croissant fragranti semplici e farciti, sfogliamela, krapfen, fagottini, girelle e torte.

Noi ci siamo concessi un cornetto alla crema e una girella alla mela, due cappuccini schiumati, per un totale di circa 5€ a testa.

Un po’ salato ma comunque rapportato alla location e alla bontà dei prodotti.

Cominciamo la giornata visitando Le Sette Chiese, ovvero il complesso di Santo Stefano, un insieme di 7 edifici sacri dei quali oggi solo 4 sono sopravvissuti.

L’entrata è gratuita e visitiamo dunque la Chiesa del Crocifisso, la Basilica del Sepolcro, la Chiesa di San Vitale e Sant’Agricola, il Cortile di Pilato, la Chiesa del Martyrium, il Chiostro Medievale e il Museo di Santo Stefano.

Dalla Basilica, imbocchiamo Via D’Azeglio e poi Via Saragozza per intraprendere un percorso di ben 2 km che parte da Porta Saragozza e termina al Santuario della Madonna di San Luca, raggiungibile solo a piedi passeggiando lungo un portico in salita.

Il portico coperto conta 666 arcate: il numero 666 (simbolo del diavolo) è casuale, anzi!

I portici hanno la forma di un serpente (il diavolo) schiacciato dal piede della Madonna, rappresentato dalla chiesa sacra.

La salita verso il Santuario rappresenta dunque rappresenta un percorso di liberazione e purificazione dal peccato.

Arrivati in cima al Santuario la vista è splendida, contornata da un giardino con panchine ideali per riposarsi dopo la fatica del percorso.

Dopo una breve sosta, torniamo in centro per pranzare, prima di concludere il nostro Week-end a Bologna .

Week-end a Bologna

Pranziamo da Buca San Petronio, un piccolo ristorante vicino Piazza Maggiore con tavoli all’aperto, cucina tradizionale e atmosfera piacevole e rilassante.

Abbiamo mangiato tortellini al ragù bolognese e lasagne, entrambi molto buoni e serviti in porzioni super abbondanti.

Il conto con acqua e 2 caffè è stato di circa 15€ a testa, non economico ma siamo pur sempre in pieno centro e abbiamo mangiato divinamente.

 

 

 

 

Come festeggiare San Valentino 2023

Come festeggiare San Valentino 2020

Come festeggiare San Valentino 2023

Quest’anno San Valentino cade di martedì e quindi è perfetta per festeggiare con un romantico week-end fuori porta tra coccole e abbracci.

Come festeggiare San Valentino 2023 ?

Se siete amanti delle città d’arte, potrete festeggiare il Carnevale a Venezia, il più bello d’Italia, e assistere alle numerose feste che si terranno dal 4 al 21 febbraio.

Con l’occasione, potrete anche celebrare la festa degli innamorati con una cena sul lungo canale o con vista su Piazza San Marco.

Se volete rimanere al centro Italia, allora fate tappa nella storica Firenze  il capoluogo toscano sulle rive del fiume Arno, dove potrete anche visitare 3 tesori italiani: la cattedrale di Santa Maria del Fiore, il Ponte Vecchio e la Galleria degli Uffizi.

Non cito la magnifica Roma perché, oltre ad essere la mia città d’adozione, sarebbe proprio come “sparare sulla Croce Rossa”: Roma è bella in qualsiasi periodo dell’anno e non esiste un momento perfetto per visitarla!

Altre città interessanti da visitare in un week-end sono Napoli, un mix tra arte, storia e buona cucina.

Una cena di San Valentino con una bella pizza Da Michele potrebbe essere un’idea accattivante!

Anche Salerno con la magnifica costiera amalfitana, uno scorcio di bellezza e romanticismo tutto italiano, potrebbero essere ideali per San Valentino.

Se invece alle città d’arte preferite il relax assoluto, allora non vi resta che prenotare un week-end alle terme o alla spa,

Qui potreste scegliere una camera con vasca idromassaggio e prenotare trattamenti di coppia (come massaggi), così da trascorrere la maggior parte del tempo con il vostro partner.

Se preferite la campagna, allora optate per un bel week-end in un agriturismo,

l’occasione giusta per mangiare cibi a km zero e depurarvi dallo stress cittadino per immergervi nella quiete.

Vi consiglio di prenotare un agriturismo che offra molte attività come escursioni, gite a cavallo, trekking, degustazioni ecc, così da non rischiare di annoiarvi.

Allettante potrebbe essere anche un tour tra i borghi italiani come San Miniato in Toscana, la Tuscia viterbese, Arrone (in Umbria), Gradara (in Emilia Romagna) e la pittoresca Portovenere, la perla delle Cinque Terre.

Tralasciando i più fortunati che potranno per mettersi di festeggiare per tutto il fine settimana, dedichiamoci ora invece a chi onorerà il san valentino solo nella giornata di venerdì.

Non credo serva consigliarvi di prenotare in un ristorante romantico e, magari, anche con vista panoramica.

Se volete fare qualcosa di più speciale, potreste prenotare in un ristorante etnico che nè voi nè il vostro partner avete mai provato ma che vorreste provare, oppure nel ristorante dove siete stati la prima volta che siete usciti insieme (che sarà anche un modo per mettere a dura prova la memoria del vs. partner).

Se avete a disposizione un budget limitato, allora non vi resta che organizzare una cena in casa ma, niente paura: potrebbe non essere così scontata!
Mettendo da parte il solito menu di pesce con piatti elaborati (come, ad esempio, i gamberi alla catalana o le tagliatelle panna e salmone).

Potreste anche prendere tutto già pronto stendendo una lista dei cibi da asporto preferiti dal vostro partner: ad esempio, il pollo allo spiedo con le patate, gli arancini, il gelato artigianale ecc.

Sarà sicuramente una cena molto apprezzata e che non richiederà un grosso sforzo da parte vostra.

Chiaramente, visto che non perderete tempo ai fornelli, potreste decorare la tavola con petali di rose e candele gallegianti, così da impreziosire la mise en place.

In una cena romantica, immancabili saranno i cioccolatini (meglio se artigianali) e le bollicine per brindare al vostro amore!

Firenze in 2 giorni

Firenze in 2 giorniFirenze in 2 giorni

Visitare Firenze in 2 giorni sembra impossibile ma non lo è! Basta comprare tutti i biglietti in anticipo, munirsi di scarpe comode e sperare nel bel tempo!

Il nostro itinerario? Ecco qui il nostro tour di Firenze in 2 giorni !

 

Firenze in 2 giorni

Firenze in 2 giorni

 

Giorno 1: Duomo, Uffizi, Palazzo Pitti, Giardini di Boboli

Arriviamo a Firenze Santa Maria Novella alle 8.45 con un treno Frecciarossa partito da Roma Termini.

Usciamo dalla stazione e ci fermiamo a far colazione al Bar Pasticceria Deanna, a due passi dalla stazione.

Si tratta di una pasticceria storica con vasta scelta di brioches e sfoglie con varie farciture (more, lamponi, pistacchio). Buona anche la caffetteria. Prezzi nella media.

A pancia piena, imbocchiamo Via Panzani e arriviamo al Duomo, o Cattedrale di Santa Maria del Fiore, con la cupola del Brunelleschi, il Battistero con la Porta del Paradiso del Ghiberti e il Campanile di Giotto.

L’intero complesso del Duomo è visitabile a pagamento ma noi, avendo poco tempo, vediamo solo l’interno del Duomo.

Passando da Via dei Calzaiuoli, arriviamo a Piazza del Mercato Nuovo per farci una foto con la Fontana del Porcellino, sinonimo di buona sorte.

La leggenda vuole che si lasci scivolare una monetina nella bocca del porcellino: se la moneta cade nella grata, allora saremo fortunati.

Raggiungiamo la magnifica Piazza della Signoria, il fulcro della vita politica cittadina, con il Palazzo Vecchio, sede attuale del comune e museo civico, e la Loggia dei Lanzi.

In Piazza si trova la bellissima Fontana del Nettuno e il monumento equestre di Cosimo I del Giambologna.

A pochi passi da Palazzo Vecchio troviamo la Galleria degli Uffizi, uno dei musei italiani più visitati e conosciuti al mondo.

Noi abbiamo acquistato il biglietto online (24€) ed entriamo per visitarlo.

Il museo ospita una collezione di opere del Rinascimento di artisti come Botticelli, Michelangelo, Leonardo da Vinci e Raffaello, ed è qualcosa di veramente eccezionale.

La visita dura poco più di 2 ore ma, se avessimo avuto più tempo, saremmo rimasti almeno un’altra ora!

Affamati, ci fermiamo All’antico vinaio, in Via dei Neri, un piccolo posto famoso per le schiacciate.

La fila fuoriesce dal locale e ci tocca aspettare più di 20 minuti per essere serviti, ma alla fine mangiamo una schiacciata con lampredotto a testa pagando 5€, un affare!

Dopo un buon caffè, riprendiamo il nostro tour dirigendoci verso Ponte Vecchio, a metà strada tra gli Uffizi e Palazzo Vecchio e uniti dal Corridoio Vasariano, che passa proprio sopra le teste dei turisti affacciati sul ponte.

Attraversando il Ponte Vecchio, mentre ammiriamo le botteghe degli orefici, raggiungiamo Palazzo Pitti, sede di diversi musei tra cui la Galleria Palatina, la Galleria dell’Arte Moderna e il Giardino di Boboli.

Avendo acquistato i biglietti in anticipo, visitiamo sia Palazzo Pitti sia i Giardini di Boboli, concludendo così il nostro pomeriggio immersi nell’arte, nella natura e nella bellezza dei Giardini.

Poco prima di cena, andiamo in hotel per lasciare i borsoni e poi riusciamo per cenare nei dintorni di Piazza Santo Spirito.

Qui visitiamo la Chiesa di Santo Spirito, costruita dal Brunelleschi e affacciata sull’omonima piazza.

Ceniamo da Trattoria Pandemonio, in Via del Leone, un piccolo locale a conduzione familiare dove si mangiano i piatti tipici della cucina fiorentina.

Abbiamo preso una bistecca alla fiorentina accompagnata da patate saltate spendendo circa 30€ a testa. Tutto molto buono e con un servizio eccellente.

Firenze in 2 giorni

Firenze in 2 giorni

 

Giorno 2: Santa Maria Novella, Chiesa di San Lorenzo, Chiesa Santa Croce, Galleria dell’Accademia

Dopo un’abbondante colazione in hotel, iniziamo il nostro tour dalla Chiesa di Santa Maria Novella, una delle più belle della città, con la sua facciata in marmo bianco e verde (disegnata da Leon Battista Alberti) e la Cappella Tornabuoni (affrescata dal Ghirlandaio).

La tappa successiva è l’Officina profumo-farmaceutica di Santa Maria Novella, nel complesso conventuale di Santa Maria Novella, la farmacia storica più antica di tutta Europa.

Oltre 1700 mq suddivisi in sale, aree adibite a museo e a biblioteca, l’antica spezieria, la sagrestia (sala dove si conservavano le acque), l’angolo dei fiori e la tisaneria, dove i clienti possono degustare thè e tisane.

Imbocchiamo Via del Giglio e arriviamo a Piazza San Lorenzo, dove visitiamo la Chiesa di San Lorenzo e le Cappelle Medicee, quest’ultime ospitanti i membri della famiglia Medici.

Andando verso il Duomo, arriviamo a Piazza Santa Croce per visitare la Chiesa di Santa Croce, dove sono sepolti Michelangelo e Galileo.

Pranziamo al volo con una schiacciata e poi visitiamo la Galleria dell’Accademia, famosa per essere la sede della statua in marmo originale del David di Michelangelo!

Nel tardo pomeriggio, riprendiamo il treno e torniamo a Roma, stanchi ma felici del nostro week-end fiorentino.

 

 

Firenze in 2 giorni