Nel periodo natalizio non c’è nulla di più bello che passeggiare per le vie cittadine piene di luminarie e magari con la musica in sottofondo. Si crea un’atmosfera calorosa e quasi magica.
Cosa può fare la differenza? Sicuramente visitare I mercatini di Natale più belli d’Italia , posti da sogno nel Belpaese.
Qui potrete acquistare prodotti di artigianato locale, mangiare specialità locali e, anche rilassarvi alle terme o divertirvi sulle piste di pattinaggio.
Dove? Ecco I mercatinid i Natale più belli d’Italia .
Bolzano
Nella stupenda piazza Walther, centro storico cittadino, il profumo del vin brulè e dei dolci natalizi, nonché la musica natalizia in sottofondo, creano un’atmosfera unica e quasi fiabesca.
Nelle vicinanze c’è il Christkindlmarkt, il mercatino di Natale, con circa 80 espositori in legno dove troverete addobbi natalizi, oggetti di artigianato e piccoli regalini.
Il Mercatino di Natale rappresenta non solo l’occasione giusta per scoprire il capoluogo altoatesino ma anche per conoscere il suo centro medievale che si snoda in un reticolo di stradine, portici, cornici rinascimentali, insegne in ferro battuto e facciate affrescate.
Imperdibile via Portici, in cui si fronteggiano i portici italiani – sul lato sinistro – e quelli tedeschi, sul lato destro.
Pregevole il Museo Archeologico dell’Alto Adige ospitante Otzi, il pastore di cinquemila anni rinvenuto fra i ghiacciai posti tra la Val Senales e l’Austria.
Sotto il profilo gastronomico, approfittatene per mangiare speck, canederli e strudel di mele, da accompagnare con vini come il Gewürztraminer e il Müller Thurgau.
Il mercatino di Natale di Merano si trova sulla Kurpromenade e si estende fino a Piazza della Renna con il suo bosco d’inverno.
Dal tramonto fino a sera, il mercatino attende i suoi visitatori con un mare di luci sui ponti e sulle piazze circostanti.
Ci sono più di 80 bancarelle che offrono specialità gastroniche e prodotto di artigianato.
Vin brulè, salsicce con crauti, gulasch, strudel di mele, candele, decorazioni natalizie, maglioni, sciarpe e pantofole.
Nelle vicinanze, potrete fare una sosta rilassante alle Terme di Merano oppure un giro sulla pista di pattinaggio in Piazza Terme.
Trento
Il mercatino di Natale di Trento comincia in Piazza Duomo, con il grande Albero di Natale, e prosegue in Piazza Santa Maria Maggiore con la Casa di Babbo Natale.
Le 93 casette di legno dislocate in piazza Fiera e piazza Cesare Battisti, trasportano la mente in un viaggio suggestivo tra luci, colori, profumi e sapori.
Negli stand si trova di tutto: addobbi natalizi, articoli da regalo e specialità gastronomiche come canederli, speck, polenta, Brezel, strudel, cioccolate calde, vin brulè e tisane.
Per i pigroni è disponibile il Trenino di Natale che accompagna i visitatori lungo le vie del centro storico, raggiungendo gli angoli più nascosti e suggestivi della città.
Nel cortile interno di Palazzo Thun in Via Belenzani, trovano spazio le creazioni dei bambini delle scuole aderenti al concorso “Tutti in slitta verso il Natale” dedicato al tema della mobilità.
Piazza Lodron ospita il presepe in legno realizzato dagli studenti del Centro di formazione professionale Enaip di Villazzano e dell’Istituto d’Arte A. Vittoria.
In Piazza Dante la grande ruota panoramica offre ai visitatori la possibilità di ammirare la città dall’alto; insomma, a Trento non ci si può annoiare!
Tra i mercatini natalizi trentini, forse quello di Bressanone è il più suggestivo, forse per le luminarie che avvolgono la città medievale in un clima caloroso e festivo.
Ai piedi del Duomo sono dislocate numerose casette di legno che propongono prodotti di artigianato locale e delizie gastronomiche della tradizione tirolese e sudtirolese: presepi realizzati a mano, sculture in legno, candele, ecc.
Durante tutto il periodo natalizio sono previsti concerti, mostre di vario genere e visite guidate nel Duomo e nel Chiostro della città.
Per i poco avvezzi alla passeggiata, la carrozza di Natale vi farà godere, ogni sabato e domenica, le bellezze del centro storico di Bressanone.
Per gli amanti del pattinaggio una grande pista è allestita nella Piazza Vescovile, dove potrete anche visitare il Museo dei Presepi di Bressanone.
Napoli
Se siete nel centro Italia e non volete fare un lungo viaggio fino in Trentino o in Valle d’Aosta, allora recatevi a Napoli e visitate Via San Gregorio Armeno, imperdibile per assaporare appieno lo spirito del Natale napoletano.
Questa è la via degli artigiani del presepe, dove si trovano botteghe che realizzano elaborazioni scenografiche dei personaggi del presepe a grandezza naturale e in miniatura.
Via San Gregorio Armeno è aperta tutto l’anno: anche durante i mesi non propriamente “natalizi”, infatti, i bottegai lavorano alle preparazione delle statuine.
I mercatini di Natale veri e propri si tengono al Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa con casette di legno, decorate e illuminate a festa, ricolme di addobbi ed oggetti di ogni genere.
La capitale della musica, della cultura, del gusto e dell’eleganza.
La casa di Mozart, della famosa Torta Sacher, la residenza della mitica Principessa Sissi, insomma, un viaggio affascinante che vi riporterà nell’atmosfera imperiale ottocentesca.
Ecco a voi il mio diario “Vienna in 3 giorni”, con note e consigli per gli spostamenti, dove pernottare, mangiare, fare shopping e rilassarvi. Vienna in 3 giorni Vienna in 3 giorni Vienna in 3 giorni
Vienna in 3 giorni
Arrivo a Vienna
Siamo arrivati a Vienna con un volo da Roma Fiumicino.
L’aeroporto si trova a circa 20 km dal centro città, raggiungibile in 3 modi:
il City Airport Train (CAT), un treno che parte ogni 30 minuti e impiega 16 minuti per portarvi al centro città. Il biglietto costa 16€ solo andata, 19€ andata e ritorno;
il treno cittadino Schnellbahn S7, che vi porterà a Wien Mitte in 25 minuti al costo di 4,40€;
pullman della compagnia Vienna Airport Lines. Ci sono 3 linee (VAL1, VAL2, VAL3) e il costo del biglietto di 8€ (13€ andata e ritorno);
taxi, la tariffa fissa è pari a 30€ per portarvi dall’aeroporto al centro città.
Noi, avendo prenotato un hotel vicino a Schwedenplatz, abbiamo scelto il bus VAL2, che ci ha condotto a destinazione in meno di 30 minuti.
Sistemazione
Per il nostro soggiorno, abbiamo scelto l’hotel Adagio Vienna City, situato nell’Inner Stadt, a pochi minuti a piedi dalla Cattedrale di Santo Stefano.
L’hotel dispone di mini appartamenti dotati di angolo cottura, aria condizionata, divanetto, tv e wi-fi.
La colazione è a buffet e di tipo “continentale”. Vienna in 3 giorni Vienna in 3 giorni
Vienna City Card
La Vienna City Card è il modo migliore per visitare la città.
Disponibile nel formato 1/2/3 giorni (al prezzo rispettivamente di 13,90€/21,90€/24,90€), consente l’accesso a tutti i mezzi pubblici e sconti sul biglietto d’ingresso di molte attrazioni.
La tessera è disponibile anche nella versione con bus Hop-on Hop-off per 24 ore (Vienna City Card Big Bus) al costo di 28€/25€/31€ per 1/2/3 giorni.
Vienna Travelcard
La Travelcard consente di viaggiare liberamente su tutti i tram, gli autobus e metro, ed è disponibile nel formato 1/2/3 giorni, rispettivamente al costo di 7,60€/13,30€/16,50€.
Il biglietto settimanale costa 16,20€ (valido dal lunedì al lunedì).
Noi abbiamo acquistato la Travelcard per 3 giorni.
Dove mangiare:
Nella capitale austriaca non vi troverete di certo a corto di dolci da mangiare: è proibito lasciare la città senza aver assaggiato una fetta di Sachertorte!
Pertanto, vi consiglio di fare tappa presso il Café dell’Hotel Sacher (casa dell’omonima torta, creata nel 1832 su richiesta di Metternich), vicino l’Opera, e fare merenda con una fetta di torta e una cioccolata calda con panna.
A dire il vero, relativamente alla torta Sacher esiste una forte rivalità tra l’Hotel Sacher e la pasticceria Demel, una delle più antiche caffetterie della città, nominata a lungo tempo pasticceria di corte e amata da Sissi.
Se volete dare anche voi il vostro contributo alla scelta tra quale delle due torte sia migliore, non vi resta che fare merenda in entrambe le caffetterie.
Per merende più “informali”, vi consiglio una delle tante pasticcerie Aida sparse nelle vie dell’Innerstadt.
Da Aida non perdetevi la Mozart cake (l’unione di cioccolato, nocciole e pistacchio, una vera bomba!).
Passando ai pasti principali, non potete non assaggiare la cotoletta viennese di Figlmuller o di Wienerwald (le migliori della città) accompagnata da insalata di patate.
Consiglio: prenotate in entrambi i locali o rischierete di ritrovarvi a pancia vuota.
Altro piatto tipico è il gulasch (spezzatino di manzo o vitello) servito al Gulasch Museum (una porzione costa 15€, più o meno).
Vienna by night
Se siete alla ricerca di un locale post cena dove gustare una fetta di strudel e ascoltare musica dal vivo, vi consiglio di recarvi al Café Landtman (vicino Rathausplatz) o al Café Mozart (vicino Stephaplatz).
Se invece del dolce preferite gustre una birra, vi consiglio di recarvi da 7 Stern Brau, la più antica birreria viennese situata al Museum Quartier.
Vienna in 3 giorni
Primo giorno: Stephanplatz, Hofburg e Museumquartier
Iniziate il vostro soggiorno a Vienna con una visita alla Cattedrale di Santo Stefano, a Stephanplatz, dove potrete salire sul campanile della Pummerin, la torre settentrionale, al prezzo di 5,50€.
La cattedrale venne costruita inizialmente nel 1147 e nel corso degli anni ha ospitato diversi matrimoni reali nonché il funerale dell’imperatore Francesco Giuseppe (nel 1916).
La torre nord ospita la Pummerin, una grande campana di 21 tonnellate ottenuta dalla fusione di 100 palle di cannone sparate dai turchi contro le mura viennesi durante l’assedio della città.
Dopo la visita al campanile, passeggiate per le vie del centro fino ad arrivare a Michaelerplatz, una piazza elegante e raffinata dalla quale si accede all’Hofburg, il complesso sede del centro del potere austriaco sin dal XIII secolo.
Il complesso è costituito da una serie di residenze e palazzi, la Cappella Imperiale, Il Museo di Storia Naturale, il Museo della Storia dell’Arte, la Biblioteca Nazionale Austriaca, il tesoro imperiale, il Burgtheater, la Scuola di equitazione spagnola, le stalle imperiali e il centro congressi.
Visitate gli appartamenti di Stato e la collezione dei tesori imperiali, appartenuti all’imperatore Francesco Giuseppe e alla famosa Imperatrice Sissi.
Durante la visita, vedrete gli attrezzi ginnici usati dall’Imperatrice, la sala da toeletta, lo studio dell’Imperatore, la camera da bagno dell’Imperatrice, la sala da pranzo imperiale, ecc.
Se siete appassionati della vicenda della famosa Imperatrice austriaca, vi consiglio di acquistare il Sissi ticket, che vi darà la possibilità di visitare il Museo a lei dedicato, ospitante molti dei suoi oggetti personali (abiti, gioielli, ritratti).
All’uscita dall’Hofburg, fate una passeggiata lungo il Parco Volksgarten e fate una piccola pausa pranzo mangiando un pretzle su una panchina al parco.
Nel pomeriggio dirigetevi a Maria-Theresien Platz e concedetevi al visita a uno dei musei circostanti:
il Naturhistorisches Museum (Museo di Storia Naturale),
il Kunsthistorisches Museum (Museo di Storia dell’arte),
il Leopold Museum.
Prima di rientrare nel Ring, concludete la giornata con una foto al Neues Rathaus (il Municipio), al Parlamento e al Burgtheater, il teatro nazionale austriaco chiamato dai viennesi “die Burg”.
Il teatro, costruito nel 1748 per volere dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, ha visto in scena molte opere tra cui “Le nozze di Figaro” e “Così fan tutte” di W. A. Mozart.
Secondo giorno: Castello di Schonbrunn e Museo dell’Albertina
Iniziate la vostra seconda giornata a Vienna con la visita al Castello di Schonbrunn, edificato alla fine del ‘600 per volere dell’imperatore Leopoldo I come residenza di caccia imperiale per il futuro imperatore Giuseppe I.
Successivamente, nel ‘700, il castello divenne la residenza imperiale estiva, ospitando i più grandi statisti europei.
Se visitate Vienna durante la bella stagione, vi consiglio una passeggiata lungo il Parco del Castello, dichiarato nel 1996 patrimonio dell’umanità dall’UNESCO.
Tornando verso l’Inner Stadt, fermatevi per gustare una fetta di torta sacher presso l’Hotel Sacher (o da Demel).
Proseguite con una visita al Museo dell’Albertina, ospitante una delle più prestigiose collezioni al mondo d’arte grafica dal XIV secolo ai giorni nostri.
Dopo la visita al museo, concedetevi qualche scatto all’Opera Nazionale di Vienna (Staatsoper), dove ogni anno si tiene il famoso Ballo delle Debuttanti.
Ultimate la giornata con un po’ di shopping lungo il Graben, dove troverete boutique di lusso, negozi di souvenir, grandi magazzini e pasticcerie.
Le vie imperdibili? Mariahilfer Strasse (ricca di negozi urbanwear e young fashion), Kohlmarkt (dove troverete negozi di designer famosi come Gucci, Ferragamo, Hermes, Cartier, ecc).
Se cercate souvenir originali, buttatevi sul cibo e acquistate le famose “palle di Mozart” (cioccolatini gustosi solitamente con marzapane, decisamente calorici).
Terzo giorno: Castello del Belvedere, Prater e Crociera
Il Castello del Belvedere è considerato una della residenze principesche più belle d’Europa, costruito nel 1714 per volere del principe Eugenio di Savoia.
Il Castello si compone di due palazzi:
il Belvedere Inferiore, dimora estiva del Principe;
il Belvedere Superiore, destinato alle feste.
Oggi il Belvedere Inferiore ospita il Museo d’Arte Barocca, mentre il Belvedere Superiore ospita la Galleria d’Arte del XIX e XX secolo.
Dopo la visita al Belvedere, concedetevi un momento di svago e relax al Prater, il parco viennese un tempo riserva di caccia imperiale e oggi ricco di caffè e ristoranti.
La parte iniziale ospita il Volksprater, un parco di divertimenti con oltre 250 giostre tra cui la famosa “Riesenrad“, la ruota panoramica inaugurata nel 1897 che offre una vista sulla città da 65 metri di altezza.
Dal Prater dirigetevi verso Schwedenplatz e partite per una mini crociera in battello “Gran Danube River Cruise”.
La gita, della durata di due ore, vi permetterà di ammirare Vienna dall’acqua e rilassarvi ascoltando musica classica. Vienna in 3 giorni Vienna in 3 giorni Vienna in 3 giorni Vienna in 3 giorni
Questa volta, la nostra voglia di viaggiare ci ha portato nella capitale europea: Bruxelles, la meravigliosa città olandese patria del cioccolato, del moules et frites, della birra e dell’arte surrealista.
Bruxelles in 3 giorni … è possibile?? Si, se “tagliate” qualche museo dal vostro itinerario e vi armate di scarpe comode!
ARRIVO A BRUXELLES
Siamo arrivati all’aeroporto di Bruxelles Zaventem con un volo Ryanair diretto da Roma Fiumicino. L’aeroporto si trova a 12 km dal centro città, raggiungibile in 3 modi:
Treno airport express. Dalla stazione dell’Aeroporto partono ogni 20 minuti treno che portano alle stazioni di Bruxelles Nord, Centrale e Midi. Il biglietto per Bruxelles Centrale costa 5€;
Autobus De Lijn. L’autobus vi condurrà alla stazione di Bruxelles Nord, alla Nato (linea 471) e alla fermata metro Roodebeek (linea 659). Il biglietto costa 2€ ed è acquistabile ai distributori in aeroporto o direttamente sull’autobus (con un piccolo sovrapprezzo);
Taxi. Il costo per il tragitto fino al centro di Bruxelles costa circa 45€.
Noi abbiamo scelto l’opzione treno e siamo scesi a Bruxelles Midi.
SISTEMAZIONE A BRUXELLES
Abbiamo scelto di pernottare al NH Collection Brussels Centre, un hotel moderno situato a meno di 1 km dalla Grand Place, una posizione strategica che vi consentirà di visitare la città a piedi.
Le camere sono pulite, luminose, ben arredate, climatizzate e con disponibilità di connessione wi-fi.
Il personale è cortese, accogliente e disponibile a fornire informazioni per permettervi di visitare comodamente la città.
Avendo scelto la formula senza colazione, abbiamo rimediato su caffetterie e pasticcerie vicine all’hotel (consiglio: la pasticceria Paul è eccezionale e fare colazione con un eclair al cioccolato o una tartelette framboise vi permetterà senz’altro di cominciare la giornata con il piede giusto!).
TRASPORTI
Bruxelles è una città non molto grande e quindi facilmente visitabile a piedi.
Tuttavia, qualora voleste usufruire dei mezzi pubblici, sappiate che il biglietto singolo bus/metro costa 2€, ma sono disponibili carnet da 5 viaggi (7,50€) e 10 viaggi (13€).
Noi, essendo buoni camminatori, abbiamo deciso di non fare alcun abbonamento e ci siamo spostati sempre a piedi.
DOVE MANGIARE
Per la colazione (o per la merenda) fate tappa da Exki (una catena di fast food bio), Paul (la famosa pasticceria francese) o da Maison Dandoy, un locale in rue au Beurre famoso per gli speculoos.
Voglia di cioccolato? Leonidas, Godiva,Pierre Marcolini, Neuhaus e Wittamer (fornitore ufficiale della casa reale) faranno al caso vostro!
Neuhaus è considerato il più antico artigiano del cioccolato belga nonché autore del cioccolatino ripieno di crema.
E se volete scoprire qualcosa di più sulla storia di questo alimento peccaminoso, fate tappa al Museo del cioccolato alla Gran Place, dove potrete assistere anche ad una dimostrazione live dei maitre chocolatier.
Per la pausa pranzo consiglio di fare sosta da La Mer du Nord, un chiosco che offre piatti di pesce take away (crocchette, zuppa di pesce, ecc.).
Happy hour a base di patatine fritte? Maison Antoine (in Place Jourdan) o Fritland (vicino la Grand Place) sono la soluzione!
Se volete provare la cucina belga, dirigetevi ad occhi chiusi da T Kelderke (piatti consigliati: cozze marinate e rognoni all’estragon), Chez Leon (il più antico ristorante della città) e A la morte subite (una storica brasserie ideale per mangiare piatti tipici e assaporare birre particolari come la Judas), C’est Bon, C’est Belge (un ristorante con un buon rapporto qualità/prezzo, che propone cucina tipica ed è presente anche su thefork).
Il tempio della birra? Delirium (consiglio: assaggiate la Lindemans kriek, la birra alla ciliegia!) e Moeder Lambic (storico locale di fama internazionale).
SHOPPING
Per un pomeriggio di shopping, dirigetevi lungo Avenue Louise, la via dello shopping belga, lunga circa 3 km e sede delle boutique di grandi nomi internazionali del design e della moda.
Se siete alla ricerca di souvenir “cioccolatosi”, recatevi in Place du Grand Sablon e fermatevi nella boutique del Maitre chocolatier Pierre Marcolini.
Bruxelles in 3 giorni
Primo giorno: Bourse de Bruxelles, Grand Place, Galerie Royale Saint Hubert, Manneken Pis, Grand Sablon
Cominciate il vostro primo giorno a Bruxelles da Place de la Bourse, dove troverete la sede della Borsa di Bruxelles.
Fondata nel 1801 da Napoleone, l’attuale sede della Borsa è stata costruita nel 1873 su progetto dell’architetto Léon Suys.
Nel 2000, insieme alla Borsa di Parigi e alla Borsa di Amsterdam ha creato l’Euronext, una borsa paneuropea a struttura federativa alla quale, anni dopo, ha aderito anche la Borsa di New York.
Proseguite andando verso la Grand Place, una delle più belle piazze del mondo e patrimonio dell’UNESCO dal 1998.
Il vostro occhio sarà sicuramente catturato da due edifici:
l’Hotel de Ville, il municipio, in stile gotico e con la torre a guglia sulla cui cima si trova la statua di San Michele Arcangelo, patrono della città;
la Maison du Roi, anticamente destinato alle mansioni amministrative del Duca di Brabante.
E’ arrivata quasi l’ora di pranzo e, per unire “l’utile al dilettevole”, andate verso Les Galeries Royale Saint-Hubert, inaugurate nel 1847, dove potrete sbizzarrirvi tra negozi di lusso, piccole boutique, caffetterie e ristoranti e appartamenti.
Non perdetevi assolutamente la Taverna du Passage, uno storico locale dove si riunivano Victor Hugo, Alexandre Dumas, Edgar Quinet, ecc. e la Galerie du Roi, ospitante il Museo di Lettere e Manoscritti.
Fermatevi per un pranzo veloce da Le Pain Quotidien o da Arcadi.
Nel pomeriggio, tornate verso la Grand Place per vedere il simbolo di Bruxelles, il Manneken Pis.
Si tratta di una statua alta circa 50 cm raffigurante un bambino nudo che urina dalla cima di una fontana.
Concludete la giornata a Place du Grand Sablon, dove potrete scattare qualche foto alla Cattedrale di Notre Dame du Sablon e sbizzarrirvi tra le migliori cioccolaterie della città: Pierre Marcolini, Wittamer, Patrick Roger, ecc.
Secondo giorno: Museo Magritte, Parc de Bruxelles, Palais Royale
Il Museo Magritte raccoglie non solo le opere del maestro ma anche quelle degli artisti del XX secolo.
Si tratta della più importante collezione al mondo dedicata all’artista surrealista, e proprio al prio piano troverete le sue opere più conosciute come “L’impero delle luci” e la “Sherazade”.
Dopo la visita al Museo, acquistate un tramezzino da Le Pain Quotidien o un cartoccio di patatine fritte e fermatevi a mangiare seduti su una panchina al Parc de Bruxelles.
Il Parco, situato nelle vicinanze del Palazzo Reale e altresì chiamato “Parco reale”, è il principale ruolo di svago degli abitanti della città.
Dal Medioevo fino alla seconda metà del ‘700, il Parco venne usato come riserva di caccia dai Duchi di Bramante e, successivamente, venne rinnovato e arricchito con fontane e sculture.
Nel pomeriggio visitate il Palazzo Reale (a sud del Parco), residenza ufficiale della Famiglia Reale belga (anche se questa vive nel castello reale di Laeken).
Il Palazzo, inaugurato nel 1934, è oggi usato per le attività ufficiali ed è visitabile gratuitamente in agosto e settembre.
Terzo giorno: Parlamento, Parc du Cinquantenaire, Cattedrale di Saint Michel e Gudule, ultimo giro a Grand Place
Iniziate l’ultimo giorno in città dal Quartiere del Parlamento, un’area moderna ricca di edifici in vetro e acciaio.
Visitate il Parlamento Europeo, uno dei due organi legislativi dell’Unione in cui membri sono direttamente eleggibile dai cittadini.
L’edificio principale ha un’enorme struttura a forma di cupola che prende il nome di “Le Caprice de Dieux“, il capriccio degli dei, e al suo interno si trova la camera parlamentare a forma di emiciclo dove si siedono gli eurodeputati.
Per pranzo, acquistate una baguette o un’omelette e gustatela seduti su una panchina al Parc du Cinquantenaire.
Il Parco si estende per 30 ettari e la maggior parte degli edifici al suo interno furono costruiti per l’esposizione nazionale del 1880, per festeggiare il 50esimo anniversario dell’indipendenza belga.
Se siete interessati, potete visitare i tre musei posti all’interno del Parco, come il Musée de l’armée, il Museo del Cinquantenario e il Museo Autoworld.
Nel pomeriggio, tornando verso Grand Place, fermatevi alla Chiesa di Saint Michel et Gudule, la cattedrale di Bruxelles.
La chiesa gotica, iniziata nel 1047 ma terminata nella metà del ‘400, si caratterizza per le due torri che ospitano ben 49 campane!
Concludete la giornata e il vostro soggiorno nella capitale belga con una cena da T Kelderke nella Grand Place, a base di moules et frites.
Lisbona è una delle più belle capitali europee, perfetta da visitare sia in inverno sia in estate, grazie al suo clima mite e mai troppo afoso.
La città non è molto cara ma comunque ci sono dei piccoli accorgimenti da osservare per rendere il vostro viaggio veramente low cost. Quali?
Ecco a voi i miei consigli per un Viaggio a Lisbona low cost.
Muoversi a Lisbona
Appena arrivati in aeroporto, potrete raggiungere comodamente il centro città con la metro o l’aerobus, a seconda della vostra destinazione.
Durante il soggiorno, metro e tram vi permetteranno di muoversi velocemente a Lisbona.
Il biglietto singolo costa 2,50€ (acquistabile anche a bordo) mentre il giornaliero costa 6€.
In alternativa, potete acquistare la Lisboa Card da 24/48/72 ore rispettivamente a 18,50€/ 31,50€/39€, che include, oltre ai mezzi di trasporto, anche l’ingresso gratuito in alcuni monumenti come il Monasteiro dos Jeronimos, il Museo del Chiado, la Torre di Belém e l’Elevador de Santa Justa.
La Lisboa Card comprende anche la gratuità delle linee ferroviarie verso Sintra e Cascais.
Imperdibile un giro sul tram 28, che parte dalla parte bassa della città e arriva in cime all’Alfama: il bus 28 è incluso nella Lisboa Card ma non nel biglietto giornaliero dei mezzi (infatti, la singola corsa costa 2,85€).
Noi, essendo assidui camminatori, abbiamo visitato quasi tutta la città a piedi ad eccezione del tragitto da/verso l’aeroporto e una cosa sul tram 28.
Colazione
Lisbona è uno delle capitali più trendy d’Europa e perdersi la colazione in uno dei colorati e vivaci bar in centro è un vero peccato.
Due sono le colazioni obbligatorie: la prima alla Confeitaria Nacional (in Praça da Figueira 18), una pasticceria fondata nel 1829 e famosa per i dolci tipici portoghesi da gustare in una sala arredata in stile ottocentesco.
I pasteis de nata sono sublimi, un tripudio di dolcezza, ma costano leggermente di più rispetto ad altri locali (1,50€ contro 1€).
Altra colazione imperdibile da Pastéis de Belém, nell’omonima via, altra storica pasticceria famosa per i pasteis, buonissimi e delicati, considerati i migliori della città.
Qui con scarsi 10€ riuscite a fare il carico di dolcezza ed energia per cominciare la vostra giornata.
Altra pasticceria degna di nota ma fuori dai circuiti turistici è Manteigaria (in rua do Loreto), piccola e senza posti a sedere ma con un rapporto qualità/prezzo ottimo.
I pasteis de nata sono superlativi e sono serviti caldi e con una spolverata di zucchero a velo o di cannella, e il prezzo è 1€ ciascuno!
Molto buono anche il caffè.
Al centro città non può mancare una merenda o un aperitivo seduti ai tavolini del cafè A Brasileira, proprio di fronte la statua di bronzo dello scrittore Fernando Pessoa, amante di questo caffè.
Cene
Soul Kitchen Bar (vicino al Jardim do Principe Real, voto 9.4), è un delizioso ristorante, piccolo ma ben arredato, che propone piatti della cucina internazionale da gustare con un sottofondo di musica soft chillout.
I piatti sono ben presentati e serviti in porzioni generose.
Noi abbiamo usufruito dello sconto del 40% con The Fork e abbiamo speso 35€ in due per due antipasti, due secondi e una bottiglia di acqua.
Consiglio di assaggiare i taquitos al pastor con carne di manzo, avocado, lattuga, purè di patate dolci e mix di verdure.
Boteco do Largo (vicino al Jardim Nuno Alvares, voto 9) è un piccolo ristorantino gestito da due donne dove, appena accomodati, vi verrà servito un aperitivo di benvenuto a base di pane croccante, olive e salsine di accompagnamento.
Il menu propone piatti tipici della cucina portoghese tra cui vi consiglio caldamente il baccalà e il pica pau (una sorta di brodetto con tenerissima carne di vitello).
Usufruendo dello sconto del 40%, abbiamo speso 30€ in due e, oltre alla bontà dei piatti, vi consiglio di tenerlo d’occhio anche perché organizzano spesso serate con musica fado.
Grenache (voto 9.6, nel quartiere Alfama) è uno dei migliori ristoranti di Lisbona e, dopo esserci stati, non è stato difficile capire perché.
Il menu degustazione (da 6 piatti) costa 62€ ma noi abbiamo preferito ordinare alla carta usufruendo anche dello sconto del 30%, spendendo circa 60€ in due per due antipasti, due secondi e l’acqua.
Consiglio il tataki di manzo con melanzane e salsa di soia, veramente insuperabile!
Da Espada (in Rua de São Paulo, voto 9), siamo andati con lo sconto del 50% su The Fork, e abbiamo mangiato quasi fino a scoppiare spendendo poco più di 30€ in due.
Nel menu c’è veramente l’imbarazzo della scelta tra piatti di carne e di pesce: io consiglio di tacos di salmone, la tostada di baccalà e la tartare di tonno e mango ma, se ce la fate ad arrivare al dessert, sappiate che ho visto passare delle fette di torta al cioccolato e caramello a dir poco peccaminose…
Post cena
Il Bairro Alto rappresenta il cuore della movida di Lisbona: un reticolato di viuzze piene di ristoranti, pub, cocktail bar e discobar dove potrete sorseggiare un buon cocktail dopo cena oppure ballare fino alle prima luci dell’alba.
Lungo Avenida 24 de Julho si trova la più alta concentrazione di terrazze lounge bar e discoteche di Lisbona.
Cais do Sodré è il vecchio quartiere a luci rosse di Lisbona, ora rivalutato e diventato uno dei punti di riferimento della vita notturna della capitale portoghese.
In particolare, lungo la Rua Nova do Carvalho ci sono molti locali che propongono spettacoli di burlesque e cocktails con nomi insoliti come il “puta fina”, oltre a vari concerti di musica dal vivo.
Il quartiere di Alfama rappresenta invece la culla del canto popolare del fado, famoso per le sue note nostalgiche e malinconiche, il quale nacque proprio qui durante il XIX secolo ed è divenuto ad oggi un vero e proprio simbolo del Portogallo.
Ad Alfama potete perciò trovare le migliori case del fado, caratterizzate da un’atmosfera familiare ed ospitale, nelle quali potete assaggiare l’ottima cucina locale.
Un’altra zona popolare per la vita notturna a Lisbona sono le Docas, un quartiere portuale a ridosso del fiume dove, all’interno di alcuni vecchi magazzini ristrutturati, sono sorti numerosi bars, caffetterie e clubs.
Se avete voglia di ascoltare musica dal vivo sorseggiando un “Alfa Mojito” (un mojito arricchito da ciliegie), recatevi da Clube Ferroviario (Rua de Santa Apolonia 59), l’ex circolo del dopolavoro ferroviario convertito oggi in un club.
Se volete sorseggiare la famosa Ginjinha, allora il posto giusto è A Ginjinha (Largo Sao Domingos 8), un minuscolo bar sempre pieno di gente ansiosa di sorseggiare il famosissimo liquore con le ciliegie.
Per un locale “originale”, Pensao do Amor fa al caso vostro: un ex albergo a ore convertito in un bar eclettico dalle pareti scarlatte, con specchi e quadri che richiamano tempi passati: imperdibile durante un soggiorno in città (cocktail 7-10 euro).
Se volete fare festa fino all’alba, puntate all’Urban Beach K, una delle più famose ed eleganti discoteche di Lisbona, con ben 3 sale, dj di fama internazionale e una vista mozzafiato sulla città.
Come in tutti i locali di elite, c’è la selezione all’ingresso quindi vestitevi eleganti (l’ingresso costa 12€).
Shopping
Dopo aver passato qualche giorno immersi tra i colori e le meraviglie di Lisbona, avrete di certo voglia di acquistare azulejos e ceramiche per abbellire la vostra casa con pezzi unici e originali.
Per acquistare le ceramiche portoghesi, vi consiglio di recarvi da Fabrica Sant’Ana, Ceramica Viuva Lamego e Bordallo Pinehiro, oppure da Add Fuel, se preferite ceramiche dal tocco più moderno, o addirittura nel negozio di souvenir del Museo Nazionale dell’Azulejo.
Se invece siete alla ricerca di calamite, poster e altri gadget, allora avrete l’imbarazzo della scelta tra i negozi nel quartiere della Baixa;
qui, tra Praça de Rossio e Praça do Comercio, troverete anche i negozi dei principali marchi internazionali per fare un po’ di shopping anche in vacanza.
Il Barrio Alto, in particolare Rua do Norte e Rua da Rosa, è la zona migliore per acquistare abiti vintage, oggetti di design e creazioni di giovani stilisti portoghesi, mentre Avenida da Libertade è la via dello shopping di lusso dove si concentrano le boutique degli stilisti internazionali.
by unacucinadasingle | Commenti disabilitati su Viaggio a Lisbona low costDiari di viaggio
Stavolta la nostra voglia di viaggiare ci ha portato in un tour dell’Andalusia fatto in soli 5 giorni, toccando le città più belle e accoglienti della bellissima Spagna: Madrid, Granada e Siviglia.
Un viaggio bellissimo, a ritmo di flamenco e accompagnato da buon cibo e buon vino..
Cosa si può volere di più?
Tour Madrid Granada Siviglia
GIORNO 1: MADRID
Arriviamo a Madrid con un volo diretto da Roma. Con la metro, arriviamo subito al centro città e ci dirigiamo presso l’hotel Vinci Via 66, sulla Gran Via, per il check-in.
L’hotel si trova in una posizione strategica per visitare la città: a pochi minuti a piedi a Plaza Espana, il Palazzo Reale, la Puerta del Sol e la Gran Via.
Si tratta di hotel nuovo, moderno, con una terrazza panoramica stupenda; le camere sono finemente arredate, pulite, accoglienti, spaziose, dotate di aria condizionata, tv, wifi e bagno privato.
Per pranzo, mangiamo un bocadillo con jamon serrano poi ci fiondiamo a visitare il Museo del Prado (il biglietto costa 15€).
Il Museo del Prado, inaugurato nel 1819 e inizialmente sovvenzionato da Maria Isabella di Braganza moglie di Ferdinando VII, ospita la collezione di pittura spagnola più completa al mondo, più di 9.000 capolavori tra opere e sculture.
Se non siete appassionati di arte, vi consiglio di prendere un audio guida per evitare di buttare all’aria i soldi del biglietto e cercare comunque di apprezzare le meravigliose opere esposte, come “Le dame” di Velazquez, “Le fucilazioni del 3 maggio” di Goya, “L’Annunciazione” di Beato Angelico, “La morte della vergine” di Mantegna, ecc.
Ceniamo da “Arroceria Daniela”, vicino Plaza Mayor, prenotando con thefork e usufruendo di uno sconto del 30% sul totale della cena.
Il locale è accogliente, i camerieri gentili e simpatici; abbiamo mangiato una paella deliziosa di carne e pesce servita in porzioni super abbondanti. Ristorante consigliato!
GIORNO 2: MADRID – TOLEDO
Dopo aver fatto colazione in hotel (la colazione viene servita a buffet ed è di tipo continentale: latte, caffè, biscotti e torte di vario tipo, marmellate, frutta, yogurt, salumi, pane di vari tipi, pancakes, omelette e, dulcis in fundo, i mitici churros con salsa al cioccolato, gnammm!), a pancia piena, andiamo alla stazione ferroviaria di Atocha e prendiamo un treno della Renfe per Toledo.
Il biglietto costa 12,39€ e il tragitto dura circa 35 minuti.
Dalla stazione di Toledo, prendiamo l’autobus n. 5 che porta al centro storico, e scendiamo in piazza Zocodover, affiancata dal Museo di Santa Cruz, un complesso formato dall’ex Ospedale di Santa Cruz e il Convento di Santa Fe.
Scegliamo di non visitare il Museo e proseguiamo la nostra passeggiata verso l’Alcazar, la fortezza costruita dai romani nel III secolo e situata nella parte più alta della città.
Leggermente affamati, ci fermiamo per uno spuntino da Viandas de Salamanca, in Calle Comercio, posto scelto per via dei fantastici prosciutti esposti in vetrina.
Tentati, ordiniamo due panini con jamon serrano e pranziamo seduti su una panchina in piazza.
Dopo esserci rifocillati adeguatamente, usciamo dall’Alcazar e andiamo alla Cattedrale de Via Cardenal Cisneros, una chiesa cristiana eretta nel XIII secolo su una moschea musulmana.
Essendo a pagamento (il biglietto di ingresso costa 12,50€), scegliamo di non visitare la Cattedrale ma proseguiamo verso la piazza del Comune, dove si trovano gli edifici del palazzo Arcivescovile e del Comune.
Proseguiamo su Cuesta de la Ciudad e arriviamo alla chiesa dei Gesuiti, chiesa di San Ildefonso, in piazza Padre Juan de Mariana, il punto più alto della città e da cui cominciamo a scattare foto al panorama circostante.
Volgendo lo sguardo verso sud, ammiriamo la vegetazione del fiume Tajo e le magioni dei Cigarrales, le antiche proprietà usate come svago dalla borghesia della città e oggi diventate hotel di lusso.
Proseguiamo il nostro tour verso il quartiere della Juderia, arrivando a piedi a piazza del Salvador, dove si trova l’Archivio Municipale, e poi proseguire fino alla Sinagoga del Transito, sede del Museo Sefardita.
La visita al Museo (il biglietto costa 3€) ci consente di conoscere la storia del popolo ebraico residente in Spagna, dall’epoca romana fino all’espulsione ad opera dei Re Cattolici.
Tornando verso la stazione ferroviaria, ci fermiamo per un giro tra le boutique di artigianato locale, dove troviamo oggetti tipici di ceramica e pelle, oggetti damascati e ricamati.
Torniamo a Madrid per ora di cena e decidiamo di recarci alla Taberna del Chato per la nostra ultima serata madrilena a base di tapas.
GIORNO 3: MADRID – GRANADA
Dopo aver fatto il check-.out, andiamo alla stazione ferroviaria di Atocha e prendiamo un treno della Renfe per Granada.
Il biglietto costa circa 23€ e il tragitto dura quasi 5 ore, facendoci arrivare in città nel primo pomeriggio.
Ci rechiamo subito all’hotel Casa Palacio Pilar del Toro, vicinissimo all’Alhambra, per il check-in.
L’hotel è situato in un palazzo del XVII secolo, con patio interno in pieno stile andaluso.
Le camere sono pulite, spaziose, dotate di aria condizionata, wifi, tv, minibar, cassaforte e bagno privato.
Espletate le formalità in hotel, andiamo a visitare l’Alhambra, il simbolo del dominio musulmano nella città di Granada, e i suoi splendidi giardini del Generalife, costruiti in epoca moresca.
Il castello dell’Alhambra, concepito originariamente come una cittadella militare e poi diventato residenza della famiglia reale nel XIII secolo, si erge su una collina rocciosa e si compone oggi di un’area militare (Alcazaba), la caserma della Guardia Reale, la Medina e le case di nobili e plebei che vi abitavano.
I giardini Generalife erano l’oasi di pace del re, eleganti, raffinati e dal tocco arabeggiante.
Per visitare l’Alhambra, vi consiglio di acquistare i biglietti online, prima di partire, poiché è previsto un numero massimo di visitatori giornaliero.
Il tour “Alhambra visita guidata” costa 36€ e vi permetterà di apprezzare l’unica città musulmana conservata al mondo, l’Alhambra, e i suoi Palazzi, nonché passeggiare nella Medina e nei Giardini.
Al termine della visita è quasi ora di cena, così ci rechiamo al ristorante Taberna a la pie de la torre, consigliato dal concierge, dove mangiamo una paella eccellente, saporita, ricca di pesce e verdure. Buon rapporto qualità-prezzo e porzioni abbondanti. Raccomandato!
GIORNO 4: GRANADA – SEVILLA
Usciamo dall’hotel a stomaco vuoto (non avevamo letto recensioni positive sulla colazione offerta dall’hotel pertanto, siccome non era inclusa nel prezzo della camera, abbiamo deciso di non farla in hotel) e andiamo da Pan y chocolate, una catena di fast food a Plaza Nueva, dove con meno di 5 euro prendiamo due cappuccini e tre donuts. Incredibile!
A pancia piena e con la cartina alla mano, decidiamo di visitare la Cattedrale di Granada e il Bagno Arabo.
La meravigliosa Cattedrale di Granada ospita nella sua cripta il mausoleo funerario dei “Sovrani cattolici” Isabella I di Castiglia e re Ferdinando V d’Aragona.
Usciti dalla Cattedrale, prendiamo la carrera del Darro per arrivare al Bagno Arabo (Banuelo), uno dei pochi sopravvissuti dopo la cacciata dei musulmani dal Paese.
Anticamente, il Banuelo era il luogo di riunione e svago dei mori ma i cattolici lo consideravano un luogo di prostituzione.
Pranziamo al bar La Buena Vida, dove con meno di 5 euro a testa prendiamo una birra e una tapas, veramente ottimo! Tapa consigliata: la tortilla di patate!
Subito dopo recuperiamo i bagagli in hotel e ci dirigiamo alla stazione per prendere il treno della Renfe in direzione di Siviglia.
Il biglietto costa circa 30€ e il tragitto dura circa 3 ore, facendoci arrivare in città per ora di cena.
Ci dirigiamo subito all’Hotel Boutique Casa del Poeta, dove facciamo il check-in e poi riusciamo per cena.
L’hotel è splendido e raffinato, arredato in maniera sublime; le camere sono pulite, spaziose e accoglienti, dotate di wifi, tv, aria condizionata e bagno privato.
La colazione servita è a buffet e spazia dal dolce (torte, biscotti, croissant, yogurt, marmellate) al salato (pane, uova, omelette, bacon, salmone), passando dalle verdure (insalate, pomodori freschi) e dalla frutta. Assolutamente raccomandato!
Il concierge ci ha consigliato il ristorante La Bartola, un locale accogliente con cibo squisito e camerieri gentili.
Noi abbiamo assaggiato il “pollo alla bartola”, servito con verdure saporite e deliziose. Consigliatissimo!
GIORNO 5: SEVILLA
Dopo aver fatto colazione, usciamo diretti alla Cattedrale di Siviglia, la più imponente chiesa cristiana dopo la Basilica di San Pietro.
In stile gotico, la Cattedrale è sorta sulle ceneri della Moschea Mayor distrutta nel XV secolo, e si compone di due cappelle e la famosa Giralda, la torre campanaria simbolo di Siviglia.
Alta 96 metri, la Giralda rispecchia pienamente lo stile degli Almohadi, e unisce in maniera impeccabile l’imponenza monumentale e una sublime semplicità.
La Giralda deve il suo nome alla statua della Fede (Giraldillo) che la sovrasta e che ruota su se stessa a seconda della direzione del vento.
Paghiamo il biglietto (9€) e saliamo in cima alla Giralda, da dove ammiriamo il panorama circostante e scattiamo una manciata di foto.
La tappa successiva del nostro tour è l’Alcazar, l’antica fortezza araba, un edificio esempio dell’architettura mudejar.
Accanto all’Alcazar sorge il Palazzo di Carlos V, che ospita una collezione di arazzi raffiguranti la conquista di Tunisi da parte del re; dal Palazzo si accede direttamente ai giardini dell’Alcazar.
Il biglietto di ingresso all’Alcazar costa 9,50€, così, complice anche la fame, decidiamo di non visitarlo e fermarci per la pausa pranzo da 100 montaditos, di fronte all’Università di Siviglia.
Nel pomeriggio, percorriamo il Paseo de Delicias fino ad arrivare al Puente de Isabel II e immergerci nel quartiere di Triana, abitato originariamente da marinai, operai, artigiani e ceramisti.
Ancora oggi il quartiere rappresenta la meta principale per chi vuole acquistare ceramiche e manufatti artigianali.
Oltrepassato il Puente de Isabel II arriviamo in Plaza del Altozano, una piazza circondata da palazzi di mattoni ed azulejos colorati, famosa per i suoi balconi in ferro battuto.
Proseguiamo lungo Calle San Jacinto, Calle del Alfareria, Calle Antillano Campos e le altre viuzze circostanti, tutte ricche di botteghe artigianali.
Acquistiamo gli ultimi souvenir da riportare a casa (io ho comprato tante nacchere e tamburini) e infine decidiamo di cenare a Las Golondrinas 2, in Pages del Corro.
Il locale, tipicamente sivigliano, offre tapas fantastiche a prezzi medio-bassi.
Consiglio: assaggiate il “solomillo”, una fettina di maiale arrostita e servita su una fetta di pane e patatine fritte. Una vera bomba!
by unacucinadasingle | Commenti disabilitati su Tour Madrid Granada SivigliaDiari di viaggio
Lisbona, una città ricca di storia, cultura, arte, musica e buona cucina.
Trascorrere un Week-end a Lisbona è un ottimo modo per rilassarsi e scoprire la cultura portoghese.
Dall’aeroporto al centro
L’aeroporto di Lisbona si trova a 7 km dal centro città, raggiungibile con la metropolitana (linea rossa), con l’autobus (il n. 91 vi porta a Praça do Comercio e nel Rossio.
Il biglietto costa 3,50€) o con il taxi (il costo medio di una corsa fino al centro città è di 15€).
Noi, dovendo restare in città 3 giorni, acquistiamo subito la Lisboa Card (descritta di seguito) e andiamo in centro con la metro.
Lisboa Card
La Lisboa Card permette di usufruire di tutti i mezzi di trasporto pubblico (autobus, ascensori, tram, metro, ma anche treni con destinazione Sintra e Cascais) e l’accesso gratuito a 26 musei, tra cui la Torre de Bélem, il Monastero dos Jeronimos e il Museo delle Carrozze.
La card, con validità 24/48/72 ore, costa rispettivamente 18,50€/31,50€/39€.
Noi, restando in città 3 giorni, abbiamo acquistato la card nel formato 72 ore direttamente in aeroporto, usufruendo così subito della metro per arrivare in città.
Hotel
Complice l’aver trovato un’offerta strepitosa su Booking.com, abbiamo scelto il Brown’s Boutique Hotel, in Rua da Vittoria, vicino la fermata della metro Baixa-Chiado.
L’hotel si trova in una posizione strategica per visitare la città; le camere sono pulite, ben arredate, spaziose e dotate di tutti i comfort (wifi, macchinetta del caffè Nespresso, aria condizionata, bagno privato), persino una piccola cucina che però non abbiamo mai usato.
Il personale è cortese e molto disponibile a fornire tutte le informazioni necessarie per ambientarci velocemente in città.
Shopping A Lisbona
Tra le zone migliori per gli acquisti c’è la Baixa, lo Chiado, in Avenida da Liberdade e al Bairro Alto.
Il martedì ed il sabato non perdete il mercato più importante della città, la Feira da Ladra, dove tra cianfrusaglie e veri pezzi da intenditori, passerete dei splendidi e divertenti momenti.
Week-end a Lisbona
Giorno 1: Baixa e Chiado
Cominciamo il nostro primo giorno a Lisbona con una fantastica colazione da Confeitaria Nacional, una delle pasticcerie storiche di Lisbona, consigliataci dal concierge.
Con meno di 4 euro, facciamo colazione con due café pingado (un mix tra un caffè macchiato e un marocchino) e due pasteis de nata.
Il pasteis è il più famoso pasticcino portoghese: friabile pasta frolla ripiena di crema pasticcera, servito caldo.
Una vera delizia!
Sazi, ci dirigiamo a Praça dos Restauradores e prendiamo il tram “da Gloria”, che ci conduce al Bairro Alto, uno dei quartieri più affascinanti del centro storico, amato dagli artisti, un tempo residenza dei ricchi borghesi e delle redazioni delle testate giornalistiche, ma oggi patria di locali perfetti per l’aperitivo o per la cena, nonché di negozi alla moda e boutique di lusso.
Scendiamo fino al quartiere Chiado, luogo di ritrovo di artisti, giovani e intellettuali, con locali storici come “A Brasileira”, la caffetteria storica frequentata da intellettuali del calibro di Fernando Pessoa e Jorge Luis Borges, e una moltitudine di teatri e scuole dell’arte.
Imperdibili sono i grandi magazzini Armazéns do Chiado, tre piani di negozi ospitati in un edificio storico distrutto da un incendio nel 1988 e poi ricostruito.
Non aspettatevi l’Harrod’s portoghese ma piuttosto un John Lewis.
Raggiungiamo Santa Justa e decidiamo di salire sull’ Elevador di Santa Justa (il biglietto costa 2,80€).
L’ascensore, costruito nel 1902 da Raul Mesnier de Ponsard, conserva tutt’oggi le cabine in legno e ci offre una vista affascinante sul panorama circostante.
Partendo dalla funicolare di Santa Justa, passiamo per le rovine del Convento del Carmo, distrutto dal terremoto del 1755 e unico esempio di architettura gotica rimasto in città.
Ci immettiamo su Rua Garrett e, passeggiando, ammiriamo la Chiesa dei Martiri (costruita in memoria dei combattenti dell’assedio di Lisbona del 1147), il Teatro San Carlo, il Museo del Chiado (esponente opere d’arte contemporanea) fino ad arrivare alla Piazza del Municipio, in cui si trova il Municipio costruito nel 1774.
Proseguiamo la nostra passeggiata fino a Praça do Comercio, famosa per l’arco sulla cui sommità si erge la scultura della Gloria che incorona il Genio e il Valore.
Ci fermiamo per uno spuntino da Ministerium, dove mangiamo delle crocchette di baccalà (bolinhos de bacalhau) squisite, accompagnate da due bicchieri birra media, il tutto per circa 15 euro in due.
Il bacalhau è indubbiamente il piatto forte della cucina portoghese.
Pensate che ne esistono 336 ricette, una per ogni giorno dell’anno più una per il 29 febbraio degli anni bisestili.
A pancia piena, attraversiamo l’Arco della Vittoria e entriamo nel quartiere di Baixa, l’area dello shopping portoghese, che va da Rua Augusta a Praça do Rossio, passando per Avenida da Liberdade.
Qui troviamo boutique di lusso, negozi di abbigliamento vintage, botteghe di artigianato e il famoso bar “A ginjinha”, dove non potrete fare a meno di assaggiare il liquore alla ciliegia amatissimo dai portoghesi.
Girando tra i negozi, arriviamo a Praça Don Pedro IV, chiamata anche “Piazza del Rossio”.
La piazza è caratterizzata da una pavimentazione a mattonelle bianche e nere che ricreano un andamento ondulante.
Dal Medioevo al XVIII secolo, la piazza fu sede di corride e festival, e oggi ospita caffè, piccoli negozi e la statua di Pietro IV.
Essendo quasi ora di cena, torniamo dalle parti dell’Elevador di Santa Justa e ci fermiamo da Mar Ao Carmo, una crostaceria con pesce a vista.
Bel locale, menu molto ampio, staff cortese e ospitale.
I prezzi sono chiaramente leggermente alti ma assolutamente proporzionati alla qualità del cibo.
Piatto consigliato: brodetto di pesce e arrosto misto.
Giorno 2: Mouraria, Castelo e Alfama
Il nostro secondo giorno in città decidiamo di visitare i quartieri Mouraria, Castelo e Alfama.
Alfama è il più antico quartiere della città.
Dalla stazione della metropolitana Martin Moniz, imbocchiamo Rua da Moraria e raggiungiamo la Chiesa di Nostra Signora di Saude, caratterizzata da bellissimi azulejos.
Saliamo sul tram 28 (state attenti ai borseggiatori e ai venditori ambulanti) e scendiamo al Belvedere di Santa Lucia, un luogo un po’ caotico (per via dei turisti presenti), dal quale apprezziamo la vista sul Tago, sul porto e sui tetti rossi delle abitazioni del quartiere di Alfama.
Sul Belvedere si affaccia la Chiesa di Santa Lucia, costruita dai cavalieri dell’Ordine di Malta durante il regno di Alfonso Henriques, distrutta con il terremoto del 1755 e poi ricostruita.
Ci fermiamo per pranzo da Caminho do Castelo, un locale molto carino, accogliente, con cibo fresco e piatti molto sfiziosi.
Mangiamo un’insalata di polpo speziata e una tagliata di tonno morbidissima, il tutto accompagnato da due calici di Porto.
Considerate le porzioni piuttosto piccole, i prezzi sono leggermente elevati, ma uscirete più che soddisfatti, fidatevi!
Nel pomeriggio, saliamo fino al Castello di San Giorgio, eretto dai visigoti nel V secolo e conquistato da Alfonso Henriques nel 1147:
Dopo il periodo di gloria del XIII-XVI secolo con Manuel I, il Castello cadde nel dimenticatoio e venne trasformato in una prigione militare.
Il Castello si trova in una cittadella tutt’oggi abitata da un centinaio di persone.
Essendo l’ingresso al Castello a pagamento (7,50€), rinunciamo ad entrare.
Continuiamo la nostra passeggiata fino ad arrivare al Museo del Fado, dedicato all’arte del fado, una musica malinconica e nostalgica.
In esso sono esposte fotografie, spartiti musicali, filmati attraverso i quali viene spiegato la sua evoluzione attraverso i diversi periodi storici.
L’ingresso al museo costa 5 euro e scegliamo di non visitarlo ma preferiamo andare a cena da O Faia, in Rua da Barraca.
Il ristorante, scovato su Tripadvisor, è famoso per gli spettacoli di musica fado dal vivo.
Il locale è accogliente, romantico (si cena a lume di candela) e il menu è molto ampio.
Noi abbiamo preso il baccalà gratinato al forno, il polpo alla griglia e una bottiglia di Madera, spendendo circa 50 euro a testa.
Si, ok, vi sembrerà un prezzo eccessivo ma include lo spettacolo di Fado e quindi sono soldi ben spesi.
Giorno 3: Bélem
Trascorriamo il nostro ultimo giorno a Lisbona nel quartiere di Bélem, nella zona occidentale della città, ricca di musei, monumenti e angoli culturali.
Ci dirigiamo subito al Palazzo di Bélem, residenza del Presidente della Repubblica dal 1912, e da qui saliamo la Calçada do Galvao fino ad arrivare al Giardino-Museo Agricolo Tropicale.
Il Giardino è stato realizzato nei primi anni del ‘900 come laboratorio all’aperto per testare e far crescere piante, erbe e spezie provenienti dalle colonie dell’Impero portoghese (Brasile, Angola, Mozambico).
Dal Giardino, scendiamo su Rua Bélem e ci fermiamo da Pasteis de Bélem, la storica pasticceria che per prima produsse i pasteis de bélem.
Non fatichiamo a riconoscere la pasticceria: la fila per entrare comincia da fuori il locale, a qualsiasi ora del giorno ma, fidatevi: l’attesa ripagherà tutte le aspettative risposte del dolce!
A pancia piena, proseguiamo verso il Monastero dos Jeronimos, voluto dal Re Manuel I per festeggiare il ritorno in patria del navigatore Vasco de Gama dopo aver scoperto la rotta per l’India.
Visitiamo il Monastero (incluso nella Lisboa Card) e scopriamo che la leggenda narra che il monastero venne costruito dove in origine si ergeva la chiesa Ermida do Restelo.
Qui Vasco de Gama e il suo equipaggio trascorsero in preghiera la notte precedente la partenza del viaggio che li rese famosi.
All’interno del portale occidentale, si trovano le tombe di Vasco de Gama e del poeta Luis de Camoes, mentre nella cappella del chiostro sono custodite le spoglie di Fernando Pessoa.
Usciti dal Monastero, arriviamo a Praça do Império, dove si trovano il Planetario Calouste Gulbenkian (a pagamento, il biglietto costa 5€) e il Museo della Marina.
Ci fermiamo per pranzo da Oasis Vegetariano, su Rua Marques Sa Da Bandeira, un piccolo bistro.
Con meno di 10 euro a testa mangiamo due porzioni di lasagne di verdure e due centrifugati di verdura. Consigliato!
Nel pomeriggio, riprendiamo la nostra passeggiata arrivando al Monumento alle scoperte marittime, alto 52 metri, realizzato nel 1960 per celebrare i 500 anni dalla morte di Enrico il Navigatore, il navigatore portoghese che scoprì Madera, le Azzorre e Capo Verde.
Visitiamo il Monumento (il biglietto costa 4€) nella sua interezza, grazie alle scale e a un ascensore che ci portano fino al sesto piano.
Qui ammiriamo i quartieri ad ovest della città, la costa del fiume e la regione di Bélem.
Ai piedi del monumento si trova un mosaico di marmo che raffigura la rosa dei venti con al centro un mappamondo.
La Rosa dei venti, disegnata da Cristino de Silva, fu un regalo della Repubblica Sudafricana.
Proseguiamo la passeggiata sul lungofiume e arriviamo alla famosa Torre di Bélem, patrimonio mondiale dell’UNESCO e simbolo del Portogallo.
La Torre, costruita tra il 1515 e il 1519, fu commissionata dal Re Giovanni II come strumento di difesa della città.
La Torre (che visitiamo perché inclusa nella Lisboa Card) ha cinque piani e termina con una terrazza.
I piani sono collegati fra di loro con una scala a chiocciola e ogni piano ha un nome: la Sala del Governatore, la Sala dei Re, la Sala delle Udienze, la Cappella e la Terrazza.
Concludiamo il nostro soggiorno a Lisbona con una cena nel più famoso ristorante della città, “The Independente” (Il Decadente), nel Bairro Alto.
Il ristorante è bellissimo, raffinato ed elegante.
Abbiamo assaggiato il baccalà caldeirado (servito con patate al forno e salsa caldeirada) e una bistecca di tonno, il tutto accompagnato da vino Porto.
Per concludere, abbiamo ordinato una mousse al cioccolato divina e una torta di mele servita con gelato al cardamomo squisita.
Conto finale?? Meno di 35€ a testa! Locale super consigliato!
by unacucinadasingle | Commenti disabilitati su Week-end a LisbonaDiari di viaggio
Voglia di tapas? Recatevi a occhi chiusi da El tigre (Calle Infantas, 30), La Esquina de Eusebio (Calle de Caramuel, 16), El Rincon Abulense (Calle del Caballero de Gracia 18).
In tutti i casi potrete gustare tapas a base di patatas bravas, tortillas, jamon serrano, salsicce, ecc.
Non potete concludere il vostro viaggio a Madrid in 3 giorni senza aver assaggiato la paella, il piatto tradizionale spagnolo.
La migliore in città? La trovate a La Barraca, un ristorante storico, in zona centrale e con un buon rapporto qualità-prezzo.
Per la cena, siamo stati da St. James Orta y Gasse (consigliato l’arroz del Senoret) e da Tapas Gratis El Biombo Hogar Extremeno (consigliato: huevos rotos con jamon iberico) e siamo rimasti super soddisfatti!
Madrid by night
Non potete visitare Madrid in 3 giorni e non assistere a uno spettacolo di flamenco!
Il flamenco è la musica dei gitani, uno stile musicale e di danza tipico dell’Andalusia e oggi parte integrante della tradizione spagnola.
Molti locali offrono la formula “cena + spettacolo” mentre altri “spettacolo + drink”.
Noi abbiamo assistito allo spettacolo offerto dal locale “La cueva de Lola“, al prezzo di 20€ per la formula “show + drink”.
Se cercate un posto in cui ascoltare live music e sorseggiare un buon drink, vi consiglio La boca del lobo (nella Gran Via) e 1917 Bar & Restaurante (vicino Plaza Mayor).
Shopping
La Gran Via è una delle principali vie di Madrid, ricca di negozi, caffetterie e ristoranti.
Qui troverete la sede principale di Loewe (Gran Via 8), catene di moda internazionali (Zara, Cortefiel, Mango, Custo Barcelona, ecc.), negozi di artigianato e botteghe.
Suggerimenti per la scelta dei souvenir? Un bel ventaglio o un paio di nacchere, senza dubbio!
Se volete spendere qualche soldo in più, dirigetevi al Barrio de Salamanca, il paradiso dello shopping di lusso: Versace, Dolce & Gabbana, Louis Vuitton, sono alcuni dei designer presenti.
Non potete lasciare Madrid senza aver fatto tappa a El Corte Inglès, il centro commerciale più grande della città.
Madrid in 3 giorni
Giorno 1: Plaza de Espana, Teatro Real, Palacio Real, Catedral de Santa Maria la Real de Almudena, Plaza Mayor
Iniziate il vostro primo giorno a Madrid da Plaza de Espana.
Al centro della piazza si erge la statua di Miguel De Cervantes che domina i personaggi del suo celebre romanzo: Don Chisciotte e Sancho Panza.
Da qui, dirigetevi verso il Teatro Real, inaugurato nel 1850 e che negli anni ha visto in scena opere di Giuseppe Verdi, Gioacchino Rossini, Anton Wagner, ecc.
Di fronte al Teatro troverete il Palazzo Reale, residenza reale da Carlo III ad Alfonso XIII, ma non degli attuali monarchi (essi vivono al Palazzo della Zarzuela).
L’edificio è ispirato ai bozzetti realizzati dal Bernini per la costruzione del Louvre di Parigi ed è oggi usato solo per le cerimonie e gli eventi ufficiali.
Dopo la visita al Palazzo Reale (a pagamento), recatevi presso la Cattedrale dell’Almudena, dedicata alla patrona della città, la Virgen de Almudena.
Per la pausa pranzo, acquistate un bocadillo con camarones o con jamon serrano e fermatevi a mangiarlo seduti su una panchina al Parque de Atenas.
Il Parque, nelle vicinanze della Cattedrale, era un tempo sede di tornei e gare al tempo di Filippo II.
Nel pomeriggio, andate a Plaza Mayor, un tempo sede di mercati all’aperto, corride e eventi pubblici ma oggi sede di artisti di strada e pittori.
Passeggiando nella piazza potrete alcune delle abitazioni più costose della città nonché la maestosa facciata della Casa de la Panaderia, un tempo sede della corporazione dei fornai.
Al centro della piazza si erge la statua di Re Felipe III a cavallo, opera di Giambologna e Pietro Tacca.
Giorno 2: Museo del Prado, Parque de El Retiro, Palacio de Cristal, Plaza de Colon, Museo Thyssen
Il Museo del Prado rappresenta una delle gallerie d’arte più importanti al mondo.
Inaugurato nel 1819, ospita oggi dipinti e sculture tra cui La maya desnuda (Goya), L’Annunciazione (Beato Angelico), Le tre grazie (Rubens), Las meninas (Velazquez), Tintoretto, El Greco, Tiziano, ecc.
Dopo la visita al Museo, acquistate un bocadillo e fermatevi a gustarlo su una panchina al Parque de El Retiro, il polmone verde della città.
Al centro del Parco si erge il monumento dedicato al Re Alfonso XII.
Passeggiando lungo il Parco soffermatevi alla Rosaleda (il roseto), all’Estanque grande, al Palazzo di Velazquez e al Palazzo di Vetro, entrambi adibiti a sala per mostre.
Il Palazzo di Vetro fu realizzato per ospitare una mostra di piante esotiche nell’Esposizione delle Filippine del 1887.
Oggi il Palazzo di Vetro è uno degli esempi dell’architettura del ferro in Spagna.
Uscite dal Parco e dirigetevi verso Plaza de Colon, dominata dalla un obelisco alla cui sommità si erge la statua di Cristoforo Colombo.
Alla base dell’obelisco, una fontana simboleggia l’oceano dal quale Colombo emerge vincitore.
Nella piazza si trovano anche la Biblioteca Nazionale e le Torri di Colombo, costruite tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70.
Nel pomeriggio visitate il Museo Thyssen-Bornemisza, ospitante circa 800 opere che spaziano dal Rinascimento italiano alla pittura moderna.
I capolavori in mostra provengono da una raccolta privata della famiglia del magnate tedesco dell’acciaio Thyssen-Bornemisza, il cui erede sposò una donna spagnola negli anni ’50.
Al museo sono attualmente esposte opere di Canaletto, Caravaggio, Correggio, Tiziano, Van Gogh, ecc.
Concludete la vostra giornata passando da Puerta del Sol, una piazza al cui centro si erge l’Orso simbolo della città.
La Piazza è il chilometro zero della Spagna, il luogo dal quale partono tutte le strade che fanno il giro della penisola iberica.
Giorno 3: Stadio Santiago Bernabéu e shopping sulla Gran Via
Gli amanti del calcio non potranno abbandonare Madrid senza aver visitato lo Stadio Santiago Bernabéu, sede ufficiale del Real Madrid.
La visita guidata vi consentirà di camminare sul campo da gioco, vedere gli spogliatoi e i premi vinti dalla squadra spagnola esposti nella stanza dei trofei.
Usciti dallo stadio, celebrate il vostro ultimo pranzo spagnolo con una paella o un arroz e un bel bicchiere di sangria.
Nel pomeriggio approfittatene per un giro di shopping lungo la Gran Via.
Consiglio: fermatevi da El Corte Inglés e salite fino al 9° piano, al Gourmet Experience, dal quale potrete godere di una delle migliore viste panoramiche di Madrid.
Il nostro tour di Madrid in 3 giorni termina qui.
Madrid in 3 giorni
by unacucinadasingle | Commenti disabilitati su Madrid in 3 giorniDiari di viaggio
Volete trascorrere un week-end immersi nell’arte, nella storia e nell’eleganza? Beh, Istanbul è di sicuro la metà che fa al caso vostro.
Una città ricca di storia, cultura, profondamente religiosa e assolutamente raffinata, un vero gioiello!
Visitare Istanbul in 3 giorni non è difficile, basta armarsi di scarpe comode e foulard (necessari alle donne per entrare nelle moschee).
DALL’AEROPORTO AL CENTRO CITTA’
Siamo arrivati all´aeroporto di Istanbul Ataturk all’ora di pranzo, con un volo diretto da Roma.
Ci sono due modi per raggiungere il centro città:
Prendere la metropolitana in direzione Aksaray e scendere a Zeytinburn, poi il tram fino a Sultanahmet;
Prendere i bus shuttle della compagnia Havatas con destinazione Taksim. Dalla piazza, potrete poi prendere un taxi fino a Sultanahmet.
Noi, per comodità, abbiamo scelto di prendere un bus shuttle al costo di circa 3 euro, e da lì siamo andati in hotel a piedi.
MUOVERSI A ISTANBUL
Essendo buoni camminatori, abbiamo deciso di non acquistare la tessera per i trasporti pubblici, preferendo scegliere scarpe comode e far ricorso occasionalmente ai taxi (soprattutto la sera).
CAMBIO EURO – LIRA TURCA
La moneta ufficiale della Turchia è la Lira Turca.
Chiaramente, non vi consiglio assolutamente di fare il cambio in aeroporto perché le commissioni sono più elevate.
Preferite gli uffici di cambio sparsi nella città o addirittura pagate con la carta di credito (soprattutto nei ristoranti e al gran bazar).
SISTEMAZIONE A ISTANBUL
Inizialmente avevamo scelto un hotel a Sultanahmet ma poi, leggendo blog di viaggio, abbiamo scelto un hotel lungo Boulevard Tarlabaçi, vicino Piazza Taksim.
Da questa piazza, infatti, si raggiunge facilmente il quartiere di Beyoglu, centro della vita notturna.
L’hotel è il Rixos Pera Istanbul, moderno ed elegante, situato nel cuore della città.
Le camere sono pulite, spaziose, silenziose e dotate di tutti i comfort (frigobar, wifi, bagno privato, aria condizionata).
La colazione a buffet viene servita in terrazza e comprende verdure (pomodori e cetrioli sono immancabili), pane, piadine, marmellate, miele, frutta secca, formaggio, burro, ecc. il tutto servito nelle solite “ciotoline”.
Istanbul in 3 giorni
Giorno 1: PONTE DI GALATA, SULTANAHMET, MOSCHEA BLU E IPPODROMO
Dopo aver lasciato i bagagli in hotel, usciamo subito alla volta di Sultanahmet, attraversando il Ponte di Galata,a Karakoy, dove rimaniamo qualche minuto a guardare i pescatori seduti sul ponte, intenti nella loro arte.
Sultanahmet è il cuore della città, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
I monumenti più belli di Istanbul si trovano nella zona di Sultanahmet: il Palazza Topkapi, la Basilica di Santa Sofia “Ayasofya”, l’Ippodromo centro della vita sociale e la Cisterna Yerebatan “Yerebatan Visir”.
La piazza dove si trova l’Ippodromo era il luogo in cui si tenevano i festival per la circoncisione del principe ereditario (Sehzade), che duravano 40 giorni e 40 notti.
Iniziamo il nostro tour in città partendo dalla visita della Moschea Blu, così chiamata per le maioliche di Iznik che rivestono le pareti interne: oltre 21.000 piastrelle in ceramiche delle tonalità di azzurro e blu.
Si tratta dell’unica Moschea al mondo ad avere 6 minareti e, in ogni minareto, ci sono ben 16 piccole cupole: questo perché la Moschea fu voluta dal Sultano Ahmet che era il 16° Sultano ottomano.
La tomba del Sultano Ahmet I che fece costruire la Moschea si trova vicino al cortile interno della moschea. Di fronte al mausoleo, si trova la Fontana Tedesca, dono dell’imperatore tedesco all’imperatore ottomano.
Le vetrate, i mosaici, il grande lampadario, l’immenso tappeto, regalano un’emozione unica e ci affascinano immensamente, tanto da farci rimanere quasi senza parole.
L’ingresso alla Moschea è gratuito ma per entrare bisogna togliersi le scarpe e coprirsi le spalle, le ginocchia e il capo (soprattutto le donne).
Di fronte alla Moschea di Sultanahmet si trova l’Ippodromo, di cui solo tre monumenti sono arrivati ai nostri giorni: l’Obelisco di Teodosio Dikiltas, la Colonna Serpentina e Colonna Intrecciata (Orme Sutun).
L’Obelisco Teodosio Dikilitas è un monumento egiziano ricoperto di geroglifici relativi al Faraone Egiziano Tutmosi II e risalenti al 1550 a.C.
La Colonna Serpentina fu costruita sciogliendo armi, corazze e altri oggetti presi come bottino della guerra che nel V secolo a.C. fu vinta contro i Persiani.
La Colonna Intrecciata Orme Sutun fu fatta costruire da Costantino VII nel 944 intrecciando varie pietre e lastre in cui sono state descritte le battaglie di Basileus I.
Essendo quasi ora di cena, torniamo verso l’hotel soffermandoci nei negozi di souvenir lungo la strada, perdendoci tra spezie e bijou, poi ci fermiamo a cena al Babel Cafe Restaurant (consigliato dal concierge).
Il locale è carino, accogliente, e mangiamo piatti tipici assolutamente squisiti pagando meno di 15 euro a testa.
Piatto consigliato: hummus e burek con carne, formaggio e verdure.
Giorno 2: PALAZZO TOPKAPI E CROCIERA SUL BOSFORO
Cominciamo il nostro secondo giorno in città con la visita al Complesso di Topkapi, un Palazzo storico la cui costruzione è iniziata nel XV secolo per volere di Maometto il Conquistatore, residenza dei sultani ottomani per oltre quattrocento anni.
Il Palazzo fu eretto nel 1446 per volere di Maometto il Conquistatore ed è un magnifico complesso costituito da una serie di edifici che si raccolgono intorno a 4 cortili.
La visita al Palazzo è a pagamento (il biglietto costa 30 lire turche e l’ingresso all’Harem 15 lire turche).
Varcando la porta di Mezzo, ci immettiamo nel primo cortile (Corte degli Alabardieri) e accediamo alla seconda corte, dove si trovano le cucine (Le cucine del Palazzo erano sia il luogo in cui si preparavano i pasti quotidianamente, sia per le feste importanti; i piatti destinati al Sultano venivano preparati da uno chef apposito in una cucina separata, chiamata “la cucina del Sultano”), la Sala de Consiglio Imperiale, la Sala del Tesoro (custode dei gioielli imperiali) e l’Harem, un insieme di circa 300 appartamenti riservati esclusivamente al sultano regnante, alla sua famiglie e alle sue concubine.
Anticamente potevano accedere all’Harem solo i membri della famiglia del Sultano e i suoi addetti; con il Sultano Selim Donemine, per la prima volta gli stranieri ebbero accesso all’Harem.
Alcune stanze dell’Harem portano il nome del Sultano che ne ha chiesto la realizzazione, come ad esempio la Stanza di Murat III.
Alcune delle stanze dell’Harem erano riservate ai sehzadelere, ossia ai principi ereditari, altre alle schiave e agli addetti dell’Harem.
La zona più importante era quella riservata alla persona più potente dell’Harem, la mamma del Sultano.
Oltrepassiamo la Porta della Felicità e arriviamo al terzo cortile, dove troviamo la Sala delle Udienze, la Biblioteca di Ahmet III, la Scuola del palazzo e il Padiglione con le reliquie del Profeta Maometto.
La visita termina al quarto cortile, il giardino privato del sultano, da cui approfittiamo per scattare qualche foto al panorama della città sottostante.
Visitare il Palazzo ci permette di comprendere a pieno la grandezza del potere ottomano, nonché sostare in un luogo suggestivo e ricco di storia.
Essendo quasi ora di pranzo, ci fermiamo da Old Ottoman Cafe and Restaurant, un tipico ristorante di cucina turca, con un’atmosfera accogliente e camerieri gentili e disponibili.
La cucina è ottima, il menu molto ampio, le porzioni servite sono piuttosto abbondanti e i prezzi medi.
Piatti consigliati: Testi Kebap (kebap e verdure serviti in una casseruola) e dessert a base di semolino e gelato, una vera bontà!
Nel pomeriggio decidiamo di fare una Crociera sul Bosforo, un’esperienza che ci regala uno spettacolo meraviglioso prima della costa europea e poi di quella asiatica, arrivando fino al secondo ponte sul Bosforo.
Noi abbiamo fatto un tour della compagnia SEHIR HATLARI “Short Bosphorus Cruise”, con partenza alle ore 14.30 da Eminonu (vicino al Ponte di Galata), della durata di 2 ore e al costo di 10 lire turche.
La crociera ci mostra stupendi palazzi ottomani, moschee, ville lussuose costruite sulle due coste, ma anche siti esclusi dal nostro breve tour, come il Palazzo Dolmabahce e il quartiere Beylerbeyi.
Tornati al porto di Eminonu, attraversiamo il Ponte di Galata e decidiamo di fare un peccato di gola fermandoci alla pasticceria Karakoy Gulluoglu.
Questa pasticceria è considerata la produttrice del miglior baklava della città: pensate che sforna più di 70.000 baklava al giorno!
Il paradiso del gusto!
Noi abbiamo assaggiato sia il baklava classico (con pistacchi di Antep) sia la variante al cioccolato, entrambe ottime! Il tutto accompagnato da due tazze di te, spendendo meno di 5 euro in totale! Un vero paradiso!
Passeggiamo lungo Istiklal Caddesi, la via dello shopping turca, lunga circa 3 km, piena di negozi, botteghe di artigianato, ristoranti e bar.
Per cena, decidiamo di restare su questa via e ci rechiamo da Marko Pasa.
Il ristorante propone cucina tipica e vi consiglio di assaggiare le mitiche piadine (preparate a mano da una signora in vetrina).
L’atmosfera è accogliente, lo staff simpatico e cortese, i prezzi medi. Locale super consigliato!
Giorno 3: BASILICA DI SANTA SOFIA “AYASOFYA”, CISTERNA DI YEREBATAN, GRAND BAZAR
Dopo aver fatto colazione in hotel, usciamo diretti alla Basilica di Santa Sofia Ayasofya, uno dei simboli della città, costruita tra il 532 e il 537 per volere di Giustiniano.
La Basilica è oggi un museo con entrata a pagamento (20 lire turche).
Per la sua costruzione furono usati marmi policromi, materiali, pietre preziose e colonne originari dei templi di Diana a Efeso e di Atene in Egitto.
Il punto forte della Basilica è indubbiamente la sua immensa cupola: 831 metri di diametro!
I mosaici risalgono ai periodi bizantino e cristiano, e raffigurano Cristo, i Santi, la Beata Vergine, gli imperatori e le imperatrici del regno ottomano.
Con la caduta di Costantinopoli in mano ai turchi, Mehemet il Conquistatore volle trasformare la chiesa di Santa Sofia in Moschea, aggiungendo i nomi sacri musulmani alle pareti delle gallerie e sulla cupola.
Questo luogo di culto per i Cristiani divenne nel periodo degli Ottomani luogo di preghiera dell’Islam; per questo motivo, molti sultani ottomani fecero realizzare i loro Mausolei nel cortile della Basilica di Santa Sofia.
La fontana posta nel giardino di Ayasofya è stata costruita su commissione di Mahmud I nel 1740 e rivela influenze barocche oltre che bizantine.
Usciti dalla Basilica di Santa Sofia, ci troviamo di fronte alla Cisterna di Yerebatan, una struttura sotterranea costruita nel 532 d.C. come deposito d’acqua per l’approvvigionamento idrico della città.
La Cisterna è stata anche menzionata anche da Dan Brown nel suo romanzo “Inferno”.
Abbandonata e ridotta a discarica, nel 1987 dopo molti restauri è stata aperta al pubblico così decidiamo di visitarla pagando circa 5 euro a testa.
Scendendo una rampa di scale, ci ritroviamo in una sorta di tempio sommerso, un’enorme cisterna coperta da un soffitto sorretto da 336 colonne di stile classico.
Un’atmosfera suggestiva e seducente, un luogo che ci lascia a bocca aperta soprattutto grazie alla presenza dell’acqua che crea incantevoli giochi di luce e alla musica di sottofondo.
Percorrendo le piattaforme di legno poste al di sopra dell’acqua, arriviamo nel punto più attraente della cisterna: le teste di Medusa, della quale si credeva che chiunque la guardasse dritto negli occhi sarebbe rimasto pietrificato.
Usciti dalla Cisterna, ci fermiamo per uno spuntino da Massa Bistro Cafe & Restaurant, dove mangiamo un kebap vegetariano e un kebap di pollo a testa, spendendo circa 5 euro a testa.
Dopo pranzo, ci rechiamo al Grand Bazar per distrarci e acquistare qualche souvenir d’artigianato.
Il Grand Bazar di Istanbul è uno dei più grandi e antichi del mondo: un grande mercato coperto con più di 4.000 negozi realizzato intorno al 1400.
All’interno del bazar si può trovare qualsiasi tipo di negozio, da quello delle spezie ai tessuti, dai bar tipici ai venditori di lampade e oggetti di artigianato.
Noi, non volendo appesantire eccessivamente i nostri bagagli, abbiamo comprato infusi di te, delle pochette ricamate a mano e un paio di pashmine.
Tra il caos di colori e profumi, perdiamo la cognizione del tempo e arriva l’ora di cena.
Essendo la nostra ultima sera in città, andiamo a cena sulla via Istiklal Caddesi, uno dei luoghi che ci è più piaciuto in assoluto.
Ci fermiamo da Zubeyir Ocakbasi, sulla via principale, un ristorante con un barbecue in ottone posto al centro della sala da pranzo, dove vengono cotti kebab e verdure di ogni tipo.
I prezzi sono leggermente sopra la media (abbiamo speso poco meno di 50 euro in due) ma valgono la qualità del cibo .
Uno dei migliori ristoranti in cui siamo stati a Istanbul.
Piatto consigliato: kebab di agnello.
Considerazioni finali sul viaggio
Il luogo più bello e suggestivo? La Cisterna di Yerebetan
Il cibo più buono assaggiato? Le piadine turche (ma solo perché prediligo il salato al dolce)
Il luogo più “europeo”? La via Istiklal
Le 3 mete imperdibili: la Moschea Blu, il Gran Bazar, la Cisterna di Yerebetan
Un tour di 4 giorni immersi nello splendore della capitale ungherese, delle cittadine barocche poste sulle rive del Danubio, dei castelli imperiali e dei bagni termali.
Visitrae Budapest in 4 giorni è possibile, ma solo se ci si arma di scarpe comode!
Budapest in 4 giorni
Giorno 1: Budapest
Arriviamo all’aeroporto Budapest Ferenc Liszt con un volo diretto da Roma in tarda mattinata.
L’aeroporto dista 16 km dal centro città, che raggiungiamo prendendo prima l’autobus 200E e poi la metropolitana fino all’hotel (il biglietto per l’autobus 200E costa 1,50€ ed è acquistabile direttamente a bordo).
L’hotel scelto è il Carat Boutique Hotel, nel quartiere di Pest. L’hotel è bello, moderno, in ottima posizione per visitare comodamente la città, a piedi o con i mezzi pubblici.
Le camere sono spaziose, pulite, silenziose, con bagno privato e dotate di tutti i comfort (tv, aria condizionata, frigobar).
La colazione è servita a buffet e c’è di tutto: caffè, latte, cioccolata calda, the, cappuccino, succhi dolci, yogurt, frutta, salumi, pane, frutta fresca, ecc.
Dopo aver fatto il check-in e lasciato i bagagli, usciamo per visitare la città.
Budapest è una delle più affascinanti capitali europee, divisa in due parti dal Danubio: Buda (la parte vecchia della città) situata sulle colline della riva destra, e Pest (la parte nuova) situata sulla pianura della riva sinistra.
Le due rive sono collegate da una decina di ponti, tra cui il Ponte delle Catene, costruito ai piedi della collina su cui sorge Buda.
Decidiamo di visitare il quartiere di Buda, il primo nucleo della città di Budapest, la collina sulla quale si rifugiarono gli abitanti di Pest per fuggire dagli attacchi dei mongoli.
L’arrivo dei turchi nel 1541 trasformò Buda: le chiese divennero moschee e sorsero minareti e bagni turchi.
Nel 1686 gli austriaci liberarono Buda, che venne ricostruita mantenendo il vecchio aspetto.
Il quartiere venne di nuovo distrutto nel 1945 e oggi ospita il Castello di Buda (noto anche come Palazzo Reale), la Chiesa di Mattia, il Bastione dei Pescatori (un fantastico belvedere da cui si gode di una spettacolare vista su Pest), e la piazza della Trinità con la colonna omonima eretta nel 1713 come ex-voto per la fine della pestilenza.
Il Castello di Buda nasce come fortezza nel Medioevo e, durante il regno di Mattia Corvino, viene trasformato in un palazzo rinascimentale.
I turchi distrussero il Castello e, infine, gli Asburgo lo ricostruirono in stile neobarocco.
Per oltre 700 anni, il Castello è stato la residenza dei reali ungheresi, mentre oggi è sede di musei (la Galleria Nazionale Ungherese e il Museo Storico di Budapest) e istituzioni ed è Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.
Il biglietto di ingresso al Castello costa 3.200 Huf (quasi 8€) ma noi non entriamo a continuiamo il nostro tour.
La Chiesa di Mattia è l’edificio sacro più importante della città, location di numerose incoronazioni e matrimoni reali.
Trasformata in moschea con l’avvento dei turchi, la Chiesa fu poi riportata al suo splendore originario nel XIX secolo.
Ciò che caratterizza questa Chiesa è sicuramente il suo tetto ricoperto da maioliche colorate Zsolnay.
Il biglietto di ingresso alla Chiesa costa 1.500 Huf (quasi 5€) e per la salita al campanile è necessario pagare altri 1.500 Huf.
Il Bastione dei Pescatori è un fantastico belvedere da cui si gode di una spettacolare vista su Pest, costruito su un tratto delle mura del castello.
Il Bastione ha 7 torri di avvistamento che simboleggiano le 7 tribù ungheresi che conquistarono quello che sarebbe diventato il regno d’Ungheria.
Dietro il Bastione si trova la statua equestre di Santo Stefano, primo re ungherese.
Essendo quasi l’ora della merenda, ci fermiamo in una delle pasticcerie storiche di Buda, Ruszwurm, aperta dal 1827 e molto amata anche dalla Principessa Sissi.
Il locale è molto piccolo ma accogliente e ben arredato; ci accomodiamo ai tavolini esterni e ordiniamo due fette di torta e due caffè pagando 2.500 Huf (circa 8,50€).
Io ho assaggiato una fetta di torta Dobos mentre il mio compagno una fetta di torta Esterhazy, entrambe super deliziose!
La torta Dobos è il dessert della cucina austroungarica per eccellenza: sei strati di pan di spagna farciti con una crema di cioccolato e burro, e ricoperta da uno strato di caramello… un dolce raffinato, elegante e sofisticato, per veri golosi!
La Dobos deve il suo nome al pasticcere che la inventò, Jozsef C Dobos.
La torta Esterhazy è un dolce composto da 5 strati di dacquoise alle mandorle e noci, intervallati da una crema al burro aromatizzata al Kirsch e alla vaniglia, ricoperti da glassa di zucchero; la torta deve il suo nome al Ministro degli Esteri per la quale fu creata, il principe Pal Antal III Esterhazy.
Trascorriamo il resto del pomeriggio passeggiando per le vie medioevali del quartiere, attraversando la ex “via Giudaica” con i resti della Sinagoga medioevale, la Porta antica di Buda (chiamata Portone di Vienna), Piazza Kapisztran (ex piazza del mercato).
Giorno 2: Budapest
Dopo aver fatto colazione in hotel, usciamo per visitare Pest, la città nuova.
Il quartiere di Pest ospita atelier di giovani stilisti, boutique di artigianato e negozietti.
Passeggiando nel quartiere, vediamo il Palazzo del Parlamento, il Duomo di Santo Stefano, la Sinagoga e il Museo etnografico.
Il Palazzo del Parlamento fu costruito tra 1884-1892 in stile neogotico, su progetto di Imre Steindl.
Gli interni sono decorati dagli affreschi e dalle statue realizzate dai più famosi artisti ungheresi del XIX secolo.
Il Duomo di Santo Stefano è la più grande Cattedrale cattolica della città, in stile neo-barocco, ospitante al suo interno la reliquia della Sacra Mano destra di Santo Stefano.
La Sinagoga è la più grande d’Europa (può ospitare fino a 3.000 persone), costruita nel 1859 in stile neo-moresco. Il biglietto di ingresso costa 1.600 Huf (circa 7€).
All’interno, la sinagoga è suddivisa in tre navate, illuminata naturalmente grazie alle grandi finestre poste lungo il secondo ordine del matroneo e ai lucernari posti nel soffitto.
Le pareti e il soffitto sono riccamente decorate.
Vi è una suddivisione tra i posti per gli uomini (nella parte bassa) e per le donne (nella parte alta).
Nel giardino della Sinagoga c’è un monumento in ricordo degli ebrei uccisi dai nazisti: è un albero di salice chiamato “Albero della vita”, con foglie di metallo su cui è inciso il nome dei martiri.
Usciti dalla Sinagoga, a sinistra, si erge un’altra sinagoga più piccola, il Tempio degli Eroi, costruito nel 1931 e dedicato agli ebrei morti durante la prima guerra mondiale.
Per il pranzo, andiamo ai Mercati Generali vicino a Piazza della Dogana, aperti dal 1897 e collocati in un edificio in ferro stupendo.
Le botteghe del mercato vendono meravigliosi souvenir e prodotti tipici ungheresi, come il famoso salame, (che approfittiamo per assaggiare), il gulash e i langos.
I Langos sono frittelle calde ricoperte di formaggio, una vera prelibatezza che non potete non assaggiare!!
Nel pomeriggio facciamo un po’ di shopping lungo il Viale Andrassy e Vaci Utca (che unisce Piazza Vorosmarty a Piazza della Dogana), acquistando prodotti tipici ungheresi.
Negozi imperdibili:
la Casa dell’artigianato Folkart, dove troverete oggetti d’arte popolare e d’artigianato;
Folkart Centrum;
Millennium Antik;
Porcellane Herendi, Hoiidhazi e Zsolnay.
Concludiamo la nostra giornata nel Quartiere delle Librerie, vicino al Museo Nazionale, ricco di librerie antiche, moderne, piccole, grandi, che vendono libri, romanzi attuali, manoscritti e stampe d’autore.
Non perdete assolutamente il Book Store Alexandra, una lussuosa libreria originariamente progettata per ospitare un casinò: sembra quasi di essere in una stanza reale, con affreschi e decori.
Al piano superiore della libreria c’è una caffetteria raffinata, con tanto di pianista che allieta l’atmosfera e ci riporta con la mente a un’altra epoca.
Per cena, decidiamo di recarci da Csulok Csard, un ristorante tipico nella zona nord di Pest, allestito nei locali di una cantina.
Il ristorante offre i piatti tipi ungheresi e così assaggiamo il mitico gulash, la cotoletta ungherese (molto simile alla viennese) e l’insalata di patate al prezzemolo.
I piatti sono buoni e abbondanti, il servizio cortese e rapido, i prezzi nella media.
Assolutamente consigliato!
Giorno 3: Gita Castello di Godollo + Terme Rudas
Oggi decidiamo di visitare il Palazzo di Godollo, a circa 30 km da Budapest.
Dalla stazione ferroviaria Budapest Keleti prendiamo un treno che ci porta a Godollo in circa 30 km (costo del biglietto circa 3 euro), e da lì andiamo a piedi fino al Palazzo.
Il biglietto di ingresso al Palazzo costa 2.500 Huf (circa 8,50€).
Il Palazzo di Godollo è uno dei castelli barocchi più belli di Ungheria, costruito nei primi anni del XVIII secolo dalla famiglia Grassalkovich.
Il Palazzo era il preferito della Principessa Sissi: infatti, nella seconda metà del XIX secolo, Godollo divenne la residenza estiva della famiglia reale.
Dopo la morte della Principessa, l’Imperatore Francesco Giuseppe non fece più visita a Godollo e, nel 1920, il Palazzo tornò nelle mani dello stato ungherese.
Il Palazzo fu gravemente danneggiato dai saccheggiamenti e dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e, in seguito, occupato dall’esercito sovietico fino al 1990.
Dall’uscita dei sovietici dal Palazzo, sono cominciati i restauri degli appartamenti di Sissi e Francesco Giuseppe, della Cappella, del Teatro barocco, del Parco, le stalle e i maneggi, oggi tutti aperti al pubblico.
Il Palazzo è grazioso, i giardini curati e ricchi di fiori; gli arredi non sono originali dell’epoca ma in piccola parte sono stati riacquistati alle aste.
Poco prima di pranzo, riprendiamo il treno per tornare in città e facciamo uno spuntino leggero con un tramezzino. Il motivo? Stiamo per andare alle Terme!
I romani, consci delle proprietà benefiche delle sorgenti della città di Budapest, fondarono “Aquiuncum”, dei bagni termali.
Noi ci rechiamo alle Terme Rudas, risalenti alla metà del ‘400, site nelle vicinanze del ponte Erzsébet hid.
L’ingresso costa circa 15€ e, con nostra sorpresa, scopriamo che ci sono orari differenziati per l’ingresso di uomini e donne (solo nei giorni feriali).
Fortunatamente, noi siamo andati di sabato e era consentito l’accesso a entrambi i sessi.
Paghiamo l’ingresso alla cassa e ci danno l’asciugamano, la chiave per la cassetta di sicurezza e le ciabattine.
Nella zona termale ci sono diverse vasche: a parte la principale (con una temperatura di circa 36°), tutte le altre le piscine hanno dimensioni ridotte e ognuna ha una temperatura diversa dell’acqua, da 28° a 42°.. stupendo!
In un’altra piccola sala c’è una vasca piccola con acqua fredda (circa 14°), per provocare il famoso shock termico dopo essere usciti dalle vasche con l’acqua calda.
Dopo un pomeriggio di relax e beatitudine, concludiamo la giornata con una cena da Tukory Etterem, un piccolo ma accogliente ristorante che serve cucina tipica ungherese.
Il menu è ampio, i piatti buoni e abbondanti, i prezzi bassi (abbiamo speso circa 35€ in due, pochissimo!).
Piatti consigliati: crepes ripiene di carne e formaggio fritto con marmellata di mirtilli.
Ristorante consigliato!
Giorno 4: Ansa del Danubio
Oggi facciamo una crociera a Szentendre, una cittadina barocca sulle rive del Danubio.
L’escursione costa 11€ e dura tutta la giornata.
Il tragitto per andare a Szentendre dura due ore, nel corso delle quali ammiriamo i bellissimi villaggi lungo la riva del Danubio, i paesini di Esztergom (una volta capitale ungherese) e Visegrad.
Szentendre è chiamata la “città degli artisti” per via della nutrita colonia di artisti che vi risiedono, ma anche di musei ed esposizioni.
Arrivati a Szentendre, scendiamo dal battello e passeggiamo nelle viuzze del centro storico, un piccolo gioiello dell’ansa del Danubio, un intrico di vicoli ricoperti di sampietrini e ricchi di negozi di souvenir e prodotti tipici.
Il centro storico di Szentendre è costituito dalla piazza centrale, Fo Ter, attorniata da case barocche e rococò, musei, gallerie d’arte, caffetterie e bar.
La piazza è dominata dalla chiesa barocca Blagovestenska, in stile barocco, con un alto campanile.
Visitiamo il Museo della Ceramica Margit Kovacs, una collezione ospitata in una casa del 1750.
Il Museo raccoglie le opere della ceramista Margit Kovacs, una delle prime donne che fissarono la propria dimora a Szentendre.
Nelle sue opere, l’artista ha unito temi della tradizione popolare ungherese e religiosi, lanciando così messaggi molto profondi.
Le sue opere sono il risultato di una ricerca che comprende un numero ampio di motivi e tecniche; le forme sono vive, i colori delicati eppure decisi.
Una vera chicca questo museo!
Leggermente affamati, ci fermiamo per pranzo da Arany Sarkany, un piccolo ristorante in una viuzza che conduce alla piazza principale.
L’ambiente è accogliente e familiare.
Noi prendiamo due goulash di manzo e una bottiglia d’acqua, spendendo circa 12€ in due. Fantastico!
Nel pomeriggio, visitiamo alcune delle botteghe di artigianato presenti nel centro storico, poi ci fermiamo al Museo del Marzapane.
Il Museo espone creazioni create con i dolci: presepi, fiori, scene di film, personaggi Disney, personaggi famosi (come Lady D., MIchael Jackson), ecc.
Un piccolo museo allestito in una pasticceria che sforna dolci buonissimi, perfetti per la merenda.
Rientriamo a Budapest poco prima delle 19 e, per la nostra ultima cena ungherese, ci rechiamo da Frici Papa Kifozdeje, nel quartiere di Pest.
Una trattoria tradizionale scovata su Tripadvisor che propone propone piatti tipici di buona qualità, serviti in porzioni abbondanti e a prezzi medi.
Il menu è scritto sulla lavagna e l’atmosfera nel locale è molto giovale, il personale è cordiale e ben disposto a spiegare i piatti proposti.
Noi abbiamo speso circa 10€ a testa ordinando un secondo (io pollo alla paprika con patate e il mio compagno manzo al vino rosso) e 2 birre.
Tutto molto buono e servizio rapido. Consigliatissimo!
Amo la Spagna e questo viaggio in Andalusia ha contribuito ad aumentare la mia passione per questa terra calda, accogliente e ricca di storia, cultura e tradizioni.
Il mio tour è durato 5 giorni ed è stato decisamente low cost:
voli acquistati con 3 mesi di anticipo, spostamenti in treno/autobus, tante passeggiate e pasti consumati in posti non turistici e tutti con un buon rapporto qualià-prezzo.
Siete curiosi?
Ecco a voi il mio Tour Andalusia: Siviglia Cordoba e Granada.
Tour Andalusia Siviglia Cordoba e Granada
Giorno 1: Siviglia
Arriviamo a Siviglia a metà mattina con un volo diretto Vueling da Roma.
Per raggiungere il centro prendiamo l’autobus EA (Especial Aeropuerto) che in meno di 30 minuti ci porta al centro della città e ci lascia a Paseo Colon, vicino l’hotel da noi prenotato.
Il tragitto di sola andata costa 4€ mentre a/r costa 6€, molto conveniente.
Lasciamo i bagagli in hotel e usciamo subito per visitare questa meravigliosa città partendo proprio Placa de la Virgen, bellissima piazza nel cuore del centro storico, da dove possiamo ammirare la Catedral de Sevilla, la cattedrale gotica più grande al mondo (quasi 23.500 mq), dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1987!
La parte più famosa della Cattedrale è sicuramente La Giralda, la sua torre campanaria, uno dei simboli della città.
Noi decidiamo di non salire in cima alla torre ma, se voleste, sappiate che il biglietto costa 9€.
A breve distanza troviamo l’Alcazar, un complesso di palazzi in stile mudéjar che per secoli hanno ospitato le famiglie reali e con giardini da sogno.
L’antica fortezza araba presenta una combinazione di colori semplicemente affascinante;
bellissimi anche i pavoni e gli altri animali che circolano liberi tra i vari giardini del parco.
Il biglietto di ingresso costa 11,50€ e la visita, molto fugace, dura circa un’ora.
Essendo ora di pranzo, acquistiamo due bocadillos e ci addentriamo nel Barrio di Santa Cruz, il pittoresco quartiere ebraico della città.
Girovagando tra l’intrico di viuzze del barrio, caratterizzate da casette bianche in tipico stile andaluso, arriviamo a Plaza de Espana, all’interno del Parque de Maria Luisa, famosissima per le 58 panchine in maioliche colorate che rappresentano tutte le province spagnole e che vengono prese d’assalto da turisti e locali all’ora di pranzo.
Nel pomeriggio, passeggiamo lungo le rive del Guadalquivir fino a Las Setas (o Metropol Parasol), un enorme edificio bianco alto 26 metri, che ricorda la forma di 4 grandi funghi.
L’edificio è visitabile al costo di 3€ ma noi, essendo leggermente stanchi, torniamo in hotel per rilassarci in vista della serata.
A cena, attraversiamo il Puente de Triana e andiamo a cena da Restaurante & tapas El Sella, scovato su Tripadvisor e con punteggio 4,5.
Accogliente, spazioso e ben arredato, il ristorante si rivela una scelta perfetta, con un menu vario e a prezzi medi.
Noi abbiamo mangiato tapas (buone e super abbondanti) accompagnate da un vino asturiano consigliatoci dal cameriere e abbiamo speso circa 20€ a testa, ottimo!
La scelta del locale ci consente sia di assaggiare cucina tipica sia di passeggiare tra le vie del quartiere gitano, culla del flamenco, terminando così la serata.
Giorno 2: Siviglia – Cordoba
Il secondo giorno a Siviglia decidiamo di visitare il Barrio de la Macarena, meno turistico rispetto al Barrio Santa Cruz e al Barrio Triana ma comunque affascinante.
Il simbolo del quartiere è la Basilica della Macarena, ospitante proprio la Virgen de la Macarena, una delle statue più venerate di tutta la Spagna, totalmente vestita e ornata d’ oro, argento e pietre preziose: una meraviglia per gli occhi!
Su calle Doña María Coronel si trova un muro con la ruota del Convento di Santa Inés, tramite la quale le monache del convento, non potendo entrare in contatto con il pubblico, vendono dolci e biscotti artigianali.
Incuriositi, abbiamo preso un etto di biscotti alle mandorle molto buoni e a un prezzo irrisorio, che abbiamo trangugiato durante la passeggiata nel quartiere.
Vicino a Plaza de los Terceros si trova la Iglesia de Santa Catalina, riconoscibile dalla torre campanaria in stile mudéjar simile alla Giralda e il portone in stile gotico.
Usciti dalla chiesa, ci fermiamo per pranzo a El Rinconcillo (calle Gerona 40), storico locale fondato nel 1670 e ideatore delle tapas.
Pranzare al banco con tapas e birra è il modo migliore per godere dell’atmosfera di questo locale, il tutto spendendo meno di 10€ a testa, super consigliato!
Nel pomeriggio, attraversiamo il Puente Barqueta e visitiamo l’Isola de la Cartuja, che deve il suo nome al Monastero omonimo che si trova sul lato sud.
L’isola non è abitata ma ospita solamente bar, ristoranti e discoteche, oltre al parco divertimenti Isla Magica.
I posti da vedere assolutamente sono la Torre Triana, sede della regione Andalucia, la Torre Pelli (o Torre Cajasol), un grattacielo moderno attiguo agli splendini giardini di Magellano e, infine, il Monastero della Cartuja, fondato nel 1399 e luogo di permanenza e sepoltura di Cristoforo Colombo.
Il monastero fu abbandonato nel XIX secolo e successivamente fu anche una fabbrica di ceramica, poi nei secoli a venire fu restaurato e diventò sede del padiglione reale della Expo Universale del 1992, oggi è il centro Andaluso di Arte Contemporanea.
Poco prima di cena, prendiamo un treno che, in meno di 1 ora e al prezzo di 6€, ci conduce direttamente a Cordoba.
Qui, lasciamo i bagagli in albergo e usciamo subito per cenare da Bodegas Mezquita Céspedes, scovato su Tripadvisor con punteggio 4,5 e che vi consiglio caldamente.
Abbiamo fatto una cena tra amici con tapas e piatti tipici. Con meno di 20 euro a testa abbiamo mangiato molto e bene, il servizio è stato ottimo.
Giorno 3: Cordoba
Iniziamo il nostro tour della città di Cordoba con la visita della Mezquita, la moschea più grande dell’Andalusia (più di 23.000 metri quadri), che oggi ospita la Cattedrale di Cordoba.
Chi viene in vacanza a Cordoba non può non visitare questo capolavoro: un misto di arte araba e cristiana unito in un unico monumento, dove vi sembrerà di stare in un labirinto di colonne e archi tra cui perdervi, veramente affascinante!
Una meravigliosa fusion di stili e religioni, un’atmosfera quasi surreale e ultrasensoriale.
Il biglietto di ingresso costa 10€ e la visita dura poco meno di un’ora.
Dalla Mezquita, ci dirigiamo al Alcazar de los Reyes Cristianos (biglietto 4,50€), di certo non il palazzo reale più sontuoso dell’Andalusia ma comunque degno di nota per via degli splendidi giardini con giochi d’acqua che ospitano le statue di Isabella e Ferdinando di Castiglia che incontrarono qui Cristoforo Colombo per finanziare il suo viaggio alla scoperta delle Americhe.
Splendida anche la Torre dell’Inquisizione, da cui si gode una splendida vista e i reperti archeologici custoditi all’interno del palazzo come i famosi mosaici romani.
Di fronte all’Alcazar ci sono i Baños del Alcázar Califal (biglietto 2,50€), i bagni arabi costruiti nel X secolo, scoperti “per caso” nel Novecento e oggi restaurati e adibiti a museo.
Entrando da Puerta del Puente, attraversiamo il Puente romano, simbolo della città e costruito dai romani nel I secolo a.C. fino ad arrivare alla Torre de la Calahorra, una piccola fortezza araba costruita per proteggere la città, dove pranziamo ai Jardines del Rocio con due bocadillos.
Nel pomeriggio, torniamo indietro per passeggiare tra le viuzze della Juderia, il pittoresco quartiere ebraico caratterizzato da case bianche riccamente addobbate da fiori.
Imperdibile la Calleja de las flores, nei pressi della Mezquita, famoso per i vasi blu con fiori rossi appesi alle pareti.
Divaghiamo nei pressi di Plaza del Potro alla ricerca della Posada del Potro, la locanda resa celebre da Cervantes nei versi del Don Chisciotte (peraltro, oggi sede di un museo del flamenco), poi ci fermiamo a cena nei pressi di Plaza de la Corredera, molto simile alla madrilena Plaza Mayor, una delle piazze più grandi e suggestive di Cordova.
Ceniamo da La cazuela de la esparteria, un ristorante carinissimo e ben arredato, molto accogliente e informale, che propone piatti tipici della cucina andalusa con un buon rapporto qualità-prezzo.
Noi abbiamo preso 3 tapas, due secondi di carne e una bottiglia d’acqua spendendo meno di 25€ a persona, ottimo direi!
Giorno 4: Cordoba – Granada
Prima di partire per Granada, ci concediamo una ghiotta colazione al Mercado Victoria, un grande mercato coperto in Paseo de la Victoria pieno di stand enogastronomici, molto simile al mercato centrale di Valencia.
Se amate le colazioni salutari, vi consiglio lo stand Mil Sabores, dove troverete frullati e centrifughe preparati sul momento, da accompagnare con brioche e caffè da Panea.
Salutiamo Cordoba con un treno che in meno di 2 ore e 30 minuti e al costo di neanche 15€ a testa, ci porta dritti a Granada, ultima tappa del nostro viaggio.
Arriviamo a Granada a ora di pranzo e, essendo leggermente stanchi, rimandiamo al giorno dopo la visita dell’Alhambra.
Pranziamo con tortilla del Sacromonte, il piatto tipico di Granada, una corposa frittata a base di midollo, uova e interiora di vitello.
La tortilla è servita con patatas a lo pobre, ovvero patate fritte ripassate con aglio, cipolla, vino e olio.
Sazi e soddisfatti, decidiamo di visitare la Cattedrale di Granada (biglietto 5€), la prima struttura rinascimentale della Spagna e la seconda più grande del paese.
Nelle vicinanze visitiamo la Capilla Real de Granada (biglietto 5€), un tempio con i resti mortali dei Re Cattolici Fernando de Aragón e Isabel de Castilla.
Molto vicina alla Cattedrale si trova la Alcaicería, una zona dedicata ai negozi dell’artigianato granadino, dove approfittiamo per acquistare souvenir e ninnoli in puro stile arabeggiante.
Passeggiando tra le stradine tipiche del quartiere di Albayzin, arriviamo al Palazzo Dar-al-Horra (Monastero di Santa Isabella), uno dei pochi edifici del quartiere a conservare tutt’ora l’aspetto originario.
Il Palazzo fu edificato dagli arabi e poi ceduto ai cattolici e divenuto, su volere della Regina Isabella, Convento Reale di Santa Isabella.
L’ultima tappa della nostra giornata granatina è il Mirador de San Nicolas, nel cuore dell’Albayzin, un belvedere dal quale si gode una vista mozzafiato sull’Alhambra e sulla Sierra Nevada.
Pieno di turisti, pittori e suonatori di strada, ricorda molto il Pincio a Roma, un luogo romantico e suggestivo.
Ci concediamo un aperitivo a base di tapas e sangria proprio nei pressi del Mirador e concludiamo con uno spettacolo di flamenco a Jardines de Zoraya (prezzo 20€).
Magnifico, emozionante e coinvolgente, lo spettacolo ci stupisce e ci fa innamorare ancora di più della cultura andalusa grazie al mix di suoni, colori e calore.
Giorno 5: Granada
Dopo una golosa colazione a base di caffè con leche e churros, usciamo alla volta dell’Alhambra, la fortezza spagnola per eccellenza posta sul colle della Sabika, da cui domina l’intera città.
Il complesso è formato da diversi palazzi, torri e giardini.
Noi abbiamo comprato online i biglietti per il Palazzo (14€) ed i Giardini (7€), saltando la fila.
Acquistate l’audioguida per apprezzare ancor di più la bellezza e la storia dei luoghi.
La zona più imponente è quella araba del palazzo Nazaries, il quale conta tre edifici:
Il Mexuar, la zona più antica, era riservata alla gestione degli affari pubblici e della giustizia, decorata con arabeschi e azulejos e il suo patio era considerato l’entrata ufficiale.
Il palazzo del Trono o di Yusuf I, dove spicca il Patio de los Arrayanes con la sua enorme vasca di acqua in cui si riflette la Torre de Comares;
Il palazzo dei Leoni o di MohammedV con il Patio de los Leones, un porticato di 124 colonne costruite in marmo bianco della città di Almeria, e al centro la fontana decorata con 12 leoni.
Oltre il Nazaries, la visita prosegue all’interno della Medina, ovvero la parte residenziale, l’Alcazaba, il recinto militare, e il Palazzo di Carlo V, un edificio rinascimentale tuttora utilizzato per esposizioni temporanee e concerti.
Usciti dall’Alhambra, la tappa successiva è la Generalife, la residenza estiva dei sultani, un luogo ideale di pace e relax, con giardini e fontane scenografiche.
Memorabile la Escalera de agua, la scala con l’acqua che corre lungo la ringhiera.
Durante la visita, rimaniamo affascinati dal mix tra cultura moresca e cristianesimo che fanno del Generalife un luogo dove la realtà supera la fantasia.
Avendo saltato il pranzo, ultimata la visita, torniamo in città e ci concediamo una merenda marocchina da Alfaguara (Calle Caldereria Nueva 7), un locale arabo situato in una delle vie più caratteristiche di Granada.
Sdraiati su soffici cuscini e attorniati da arredi arabeggianti, facciamo merenda con té (ampia scelta! Io consiglio il té marroquí o il té egizio con i datteri) accompagnati da dolci fatti sul momento (fantastiche le crèpes zaharaui con limone, miele, banana e cioccolato).
Appagati dalla merenda marocchina, chiudiamo la giornata all’insegna dello shopping.