Crispelle o frittelle con l’acciuga e la ricotta (Crispeddi c’angiova e ca ricotta)

Le crispelle, antica ricetta tipica siciliana, sono frutto di una vera e propria arte; soprattutto per la tecnica raffinata e veloce nel manipolare una pasta quasi liquida che richiede abilità e pratica.

crispelle

Ingredienti:
600 gr di semola di grano duro
25 gr di lievito
150 g di ricotta fresca setacciata
acciughe salate e diliscate
olio abbondante (le crispelle dovranno galleggiare),
sale.
Procedimento:

In una ciotola impastare la semola con acqua calda, moderatamente salata, assieme al lievito. Impastare con le mani a lungo, con acqua abbondante, che non ci sia alcun grumo. Si otterrà una pasta sofficissima, al limite dello stato liquido, che verrà coperta con una coltre di lana ripiegata, per lasciarla lievitare almeno tre ore. Preparare, accanto alla padella dai bordi alti per figgere, un piatto con le acciughe diliscate, ridotte a pezzetti da tre-quattro centimetri e un altro piatto con la ricotta fresca setacciata. Avvicinare il recipiente con la pasta lievitata e munirsi, vicino, di un altro recipiente colmo d’acqua, in cui, necessariamente, il cuciniere dovrà bagnare la mano destra, una volta che ha abbandonato la pasta farcita nello strutto bollente della padella.

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Con rapido gesto, se si vogliono ottenere crispelle d’acciuga, prendere un pezzetto d’acciuga con la sinistra, mentre la destra si tuffa nella pasta per ritirarne un pezzetto di circa trenta-quaranta grammi. Con tutte e due le mani manipolare celermente la pasta, dando una forma allungata, affinché copra completamente il pezzetto d’acciuga, che deve rimanere, celato, al centro: quindi lasciar cadere la crispella, così formata, entro il padellone. La pasta, a contatto col liquido bollente, istantaneamente s’increspa, donde il nome, ed è pronta quando assume un bel colore dorato compatto. Viene estratta con un lungo remaiolo fatto di cerchietti di metallo concentrici. Alle frittelle farcite con la ricotta viene data una forma rotonda, ma friggono contemporaneamente e poi si mettono, fumanti, a sgocciolare nell’apposito recipiente. Poi, ancora caldissime, solo quelle con la ricotta, a richiesta, possono essere spolverizzate di zucchero. Per una compatta doratura le crispelle vanno fritte due volte.
Nota:
Il vino ha da essere rosso, giovane e schiumoso intorno ai 14 gradi.
Foto tratte dal sito “mauriziocasa.com” e da un forum.

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