La cucina di Carlotta

La pasta dei morti in Calabria

La pasta dei morti in Calabria

La pasta dei morti in Calabria rappresenta un’usanza che vede le sue origini in tempi molto antichi. Se andiamo a ricercare nella storia delle tradizioni di ogni regione, possiamo trovare tante similitudini. 

Il cibo per esempio è un elemento importante che troviamo nei culti di tutto il mondo. 

Basta pensare agli antichi egizi. Nelle tombe, oltre agli oggetti personali, sono stati ritrovati residui di alimenti come per esempio pane, frutta o legumi. Scorte che dovevano servire al defunto nel suo passaggio dalla vita alla morte. 

In Messico il Dia de Los Muertos è forse la festività più celebre ma anche più colorata dell’America Latina. Viene celebrata la morte ma anche la vita. In quei due giorni si festeggia con musica e banchetti per accogliere le anime dei defunti che il 2 Novembre tornano tra i vivi, vicino ai propri cari. Ogni famiglia ha il suo altare con oggetti e cibo. Come pan de muertos e teschi fatti di zucchero. In molti trascorrono tutta la notte al cimitero sulla tomba dei proprio cari, accompagnati da balli, cibo e musica. Avete mai visto COCO, il film d’animazione Pixar? Se non lo avete fatto allora guardatelo perché è bellissimo. 

Ma torniamo in Italia, dove vi sono diverse usanze, alcune molto simili tra di loro. Nella notte tra l’1 e il 2 Novembre in molte regioni vengono lasciati dell’acqua e un tozzo di pane per sfamare le anime dei defunti. In alcuni casi invece i bambini ricevono dei doni, mentre per quanto riguarda il cibo, in ogni paese o città viene preparato qualcosa per l’occasione. Come il pane dei morti, biscotti, risotti o zuppe di legumi. 

La pasta dei morti in Calabria e le tradizioni: 

L’usanza di preparare zuppe di legumi e soprattutto ceci, risale al Medioevo. Oggi ogni regione ha la sua ricetta e in Calabria, almeno dalle mie parti nel crotonese, si usa fare la pasta dei morti in questo modo. Tagliatelle spezzettate con i ceci. In dialetto “taghiarini cu i ciciri”. Mia nonna li prepara ancora oggi e sicuramente le mie non sono perfette come le sue. 

La tradizione vuole che il giorno di Ognissanti o il 2 Novembre, venga preparata pasta in abbondanza anche per il vicinato. Oppure si è soliti invitare i parenti per commemorare insieme i propri cari e mangiare la pasta “per l’anima dei morti”.  Inoltre un’altra usanza comune che troviamo in altre tradizioni lontane è il famoso “dolcetto o scherzetto”, ossia l’abitudine dei bambini di suonare alle porte nella notte tra il 31 e l’1, per ricevere in dono appunto dei dolcetti. 

In Calabria questa tradizione esiste da molto tempo. I bambini suonano alle porte chiedendo “i morticeddi”, con la domanda  “ni facit i morticeddi”. Quando ero piccola ricordo che mamma comprava apposta delle caramelle e cioccolatini sapendo che quella sera avrebbero bussato alla porta molti bimbi.

Purtroppo oggi questa tradizione si è persa e sono davvero in pochi quelli che lo fanno.

I morticeddi” sono stati sostituiti da “trick or treat” e io sono la prima ad accogliere le tradizioni di altri paesi ma penso anche che sarebbe bello non lasciare nel dimenticatoio le nostre.

Ecco come si fanno i tagliolini con i ceci “scattiati”: 

 Per la pasta fatta in casa per circa 4 persone: 

  • 400 gr. di farina di semola di grano duro
  • 200 gr. di acqua

Per il condimento: 

  • circa 500 gr. di ceci
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 foglia di alloro
  • 1 cucchiaino di peperoncino rosso piccante macinato
  • acqua q.b.
  • Olio EVO

Procedimento: 

Per prima cosa fate la pasta. Impastate acqua e farina e fate riposare l’impasto circa mezz’ora prima di iniziare a stendere l’impasto.

Se avete una macchina per la pasta non vi sarà difficile fare delle tagliatelle. Vanno poi divise in pezzi più corti. Altrimenti come ho fatto io, stendete la pasta sottile e arrotolatela al mattarello. Sfilatelo e tagliate i nidi di tagliatelle. Infarinate per bene mi raccomando. Tenetele da parte in un vassoio cosparso di farina.

Preparate i ceci: 

In una pentola mettete un giro di olio EVO e lo spicchio d’aglio diviso in due. Fatelo dorare e unite il peperoncino macinato. Fatelo scoppiettare pochissimi secondi e unite immediatamente i ceci. Ricoprite di acqua e aggiungete l’alloro. Lasciate cuocere con un coperchio. Per il tempo di cottura dipende se userete ceci precotti o secchi. 

Unite la pasta direttamente nei legumi e lasciate cuocere per il tempo di cottura della pasta. Servite calda e pensate a chiunque il vostro cuore custodisca. 

 

❤️Il pensiero è per chi ha lasciato sedie vuote e stanze di ricordi. Perché è lo strano gioco della vita. Signora morte non nasconde ciò che è stato, perché tutto riappare nella mente come un tempo, quando a tavola si poteva contare un numero in più e la tristezza sembrava una sfumatura lontana. 

Il tempo è una raffica di vento che non si placa mai e non esiste riparo, né barriera.

 

❤️Ma a volte i veri responsabili sono fatti di carne e ossa. Imbracciano fucili e custodiscono un cuore pieno di miseria, tenebre, oscurità impenetrabile…

 

❤️Ci sono posti in cui l’orrore umano è più veloce del tempo, ecco perché un bambino di 2 anni non vedrà mai più il susseguirsi delle stagioni e il cielo limpido. Gli occhi si spengneranno prima…e noi staremo a guardare.

 

❤️Per tutti i morti dei quali non conosciamo il nome e che dall’altra parte del mare e dal profondo del mare, continuano a chiedere aiuto.

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