Sin da bambina ho sempre visto in giro per casa “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene“, il famoso manuale di Pellegrino Artusi. Per tantissimi anni, tra le sue innumerevoli ricette che ho costantemente letto e consultato con piacere, mi era sfuggita la zuppa tartara, ma dopo averla preparata la prima volta è stato amore al primo assaggio e da quel momento non l’ho mai più trascurata! Ricotta, zucchero, marmellata, savoiardi ed Alchermes: bastano solo pochi semplici ingredienti e pochissimo tempo per preparare facilmente questo eccezionale dolce al cucchiaio dal sapore unico e davvero delizioso, che conquista immancabilmente tutti…infatti il grande Artusi conclude la sua ricetta con queste parole: “È un dolce da piacer molto!” 😀 .
Zuppa tartara
Ingredienti
- ricotta, 400 grammi
- zucchero, 150 grammi
- savoiardi, 400 grammi
- marmellata di pesche o albicocche, 400 grammi
- Alchermes q.b.
- cannella in polvere (o se si preferisce vaniglia), un cucchiaino
- latte, un cucchiaio (se necessario)
Preparazione
Preparare lo stampo rivestendolo internamente con la pellicola, per poter poi sformare facilmente la nostra zuppa tartara.
Lavorare la ricotta con lo zucchero e la cannella, fino a renderla cremosa. Aggiungere eventualmente un cucchiaio di latte per renderla ancora più morbida.
Versare un paio di cucchiai di Alchermes in una ciotola bassa e bagnare velocemente i savoiardi da entrambi i lati: devono essere bagnati ma non sfatti.
Tappezzare lo stampo con i savoiardi (fondo e lati), poi fare un primo strato di ricotta, a seguire uno di marmellata e poi ancora uno di savoiardi bagnati nell’Alkermes.
Ripetere questa sequenza fino alla fine degli ingredienti e al riempimento dello stampo. Infine chiudere con i savoiardi, sempre ben inzuppati.
Sistemare lo stampo in frigorifero per almeno un’ora.
Al momento di servire, sformare la zuppa tartara su un piatto da portata e decorarla secondo la propria fantasia: io ho solo aggiunto molto semplicemente qualche ciuffetto di ricotta bianca zuccherata e qualche fogliolina di menta 🙂 .
NOTE
- Nella sua ricetta l’Artusi prevede di sformare la zuppa tartara e anch’io lo faccio quasi sempre, ma il dolce può essere anche preparato senza sformarlo e semplicemente servito in una coppa grande o in coppette individuali.
- Le dosi originarie della ricetta sono state da me leggermente modificate anche in base allo stampo che ho usato. Si può utilizzare uno stampo cilindrico, semisferico o da budino, ma va bene anche una qualsiasi ciotola di vetro.
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