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Agrifoglio…Dalle spine, può nascere dolcezza

Agrifoglio…Dalle spine può nascere dolcezza.

Sono tornata, nel bosco dell’agrifoglio…Un bosco incantato, pieno di magia.

Lo avevo visto di corsa qualche anno fa…Tanti più di quindici. Oggi ho deciso che avrei voluto rivederlo, per quel senso di magico che mi aveva lasciato nella mente…Non avevo dei riferimenti precisi…L’ho ritrovato!

Emozione!

In provincia di Savona, non è visibile dalla strada, bisogna conoscere il luogo. Ho scoperto anche altre caratteristiche, un luogo interessante…Fa buio presto, ci tornerò per concludere la visita. Per ora vi lascio alcune fotografie.

Com’è fatto l’agrifoglio?

Ilex agrifolium, verde, pungente, la pianta del Natale, la pianta magica…

Piccolo albero sempreverde, che cresce al di sopra dei 500 metri di altitudine

Noi lo conosciamo per l’utilizzo decorativo in prossimità delle feste natalizie. Ora ampiamente coltivato allo scopo.

Le sue bacche rosse meravigliose nelle decorazioni, ma altamente tossiche; provocano vomito e diarrea.

La fioritura avviene in primavera, con piccoli fiorellini bianchi quasi nascosti tra le pungenti spine.

L’agrifoglio è una pianta dioica, significa che fiori maschili e fiori femminili sono su alberi diversi e quindi servono i due esemplari per potersi impollinare e fruttificare con le piccole bacche rosse che crescono solo sulle piante femminili.

Storia dell’agrifoglio Dalle spine può nascere dolcezza.

Prima che l’agrifoglio fosse collegato alle festività natalizie, i druidi gli attribuivano poteri speciali.

Era considerato simbolo sacro di fertilità. Le sue verdi foglie appese in casa proteggono la famiglia, mentre l’albero coltivato nel perimetro dell’abitazione, protegge da fulmini e sfortuna. Già Plinio il vecchio, consigliava questo pianta per tenere lontana la malasorte

Per questo si racconta che abbattere un agrifoglio porti sfortuna.

In Germania l’agrifoglio viene anche chiamato “Spina di Cristo, Cristdorn” Perchè le sue foglie appuntite ricordano la corona di spine che cingeva la testa di Gesù.

L’agrifoglio è una pianta nota, ma non tutte le sue varietà che sono circa 800 specie diverse.

Utilizzata come siepe per tenere lontani animali indesiderati e per decorazione.

Agrifoglio o pungitopo?

In alcune zone viene anche chiamato pungitopo, perché con le sue spine riusciva a tenere a bada i topi che affollavano le dispense, valido aiuto al pungitopo Ruscus aculeatus, che veniva utilizzato con la stessa funzione.

I romani, l’agrifoglio e la leggenda…Dalle spine può nascere dolcezza

Durante i festeggiamenti dei Saturnali, feste dedicate a Saturno, offrivano rametti di agrifoglio, per omaggiare la divinità legata al raccolto, la pastorizia, l’agricoltura tutta.

Si narra che alla nascita di Gesù un pastorello che come dono aveva portato l’agrifoglio, considerandolo un dono di poco conto si intristì e cominciò a piangere, le sue lacrime caddero sui rametti e si trasformarono in piccole bacche rosse, per l’amore che trasmetteva quel pianto.

Per Natale quindi tenere in casa rametti di agrifoglio, viene considerata una tradizione bene augurante.

Ed è proprio vero che dalle spine può nascere dolcezza…Pensando all’atmosfera che crea l’agrifoglio e alla dolcezza del Natale.

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Pubblicato da Enza Squillacioti

Bio Enza, una donna amante della vita all’aria aperta e della natura, da cui trova ispirazione per i suoi hobby. Sebbene abbia smesso di cucinare per lavoro da qualche anno, è ancora immersa nel mondo del cibo. È specializzata nella cucina tipica piemontese, rustica e tradizionale. Ha collaborato come coach organizzando corsi di cucina per turisti e condivide la sua passione per le erbe spontanee edibili che utilizza e valorizza nelle sue preparazioni. La passione e la ricerca del buon cibo sono le basi del suo stile di vita, Enza coltiva il proprio orto con particolare attenzione alle erbe aromatiche e alleva galline le sue “polle” per avere sempre uova fresche e genuine. Insieme al marito hanno trasmesso questa stessa passione ai figli e quali conducono le proprie aziende agricole dedicate alla allevamento di capre e pecore e alla produzione di formaggi e carni Enza si è riscoperta come autrice durante i periodi di clausura dovuti a vari fattori. Scrive con passione e descrive mediante poesie i suoi stati d’animo e le sensazione che prova; non sempre centrata su se stessa ma riflettendo la società nel suo complesso. Le sue poesie giocano con le parole diventando talvolta ripetitive poiché innamorata delle parole stesse; riporta ciò che la circonda nella sua quotidianità, che sia immersa nella folla o solitaria nella natura. Estroversa e poliedrica nei suoi interessi, che mette in risalto attraverso momenti alterni, tutti legati da un filo conduttore: il legame con la terra e le emozioni che la plasmano. La sua passione per le erbe, la cucina, le parole, le trascrive sul suo blog Variabilicontaminazioni.blog , in cui condivide le sue esperienze e le sue creazioni Cerca di creare un connubio tra la sua passione per la natura l'amore per il cibo e la creatività artistica aiutandosi con forme naturali che rappresentano l’armonia tra l’uomo e la natura In conclusione Enza è una donna aperta curiosa e appassionata che trova ispirazione nella natura e nel cibo la sua sensibilità si riversa nella cucina nelle poesie nell’arte e in tutte le sue passioni il suo blog è un riflesso di questo suo mondo variegato e contaminato da sapori sensazioni emozioni che animano la vita.

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