Carpaccio di polpo

Nella mitica epopea di Gilgamesh, Utnapishim, saggio re e sacerdote protetto dal dio Ea, offre da bere ai carpentieri impegnati  nella costruzione della nave della salvezza dal diluvio universale, offrendo vino “come se fosse acqua di fiume“. Una testimonianza, questa, che anche l’antichissima civiltà babilonese conosceva la bevanda che dà l’ebbrezza. Come in Babilonia, anche in Giordania, in Palestina e in Egitto si sviluppò la coltivazione della vite, iniziata già tremila anni prima di Cristo.  In Egitto, nello specifico, era tale l’importanza spirituale del vino, che esso veniva consumato soltanto in occasione di specifiche cerimonie religiose.Tuttavia, alcuni geroglifici risalenti al 2500 a.C.  testimoniano l’uso della bevanda anche fuori da contesti strettamente religiosi. Dall’Egitto, il percorso del vino ci conduce nella nascente civiltà greca, strettamente legata ad una divinità, originaria in qualche modo dell’area mesopotamica, cui i Greci attribuiranno la scoperta, o meglio la “creazione” del vino: Dioniso. In Grecia, e soprattutto con il culto di Dioniso, il vino diventa veramente nettare degli dei. La bevanda, che ancora oggi è considerata fonte di verità dalla saggezza popolare, è infusione di energia vitale; una vera e propria pozione magica, quella che permise ad Odisseo di sconfiggere il Ciclope. Quella pozione magica, che richiede grandi conoscenze, e soprattutto grande passione, per essere adeguatamente riprodotta, e tramandata di generazione in generazione. 

Un buon bicchiere di vino deve necessariamente accompagnare il nostro carpaccio di polpo…lo avete mai mangiato così, a fettine? Scoprite come si fa!
 

Carpaccio di polpo

 

 Cose serve per la ricetta:

  • un polpo congelato 500 g
  • sale q.b.
  •  un limone
  • Olio extravergine di Oliva
 
 

 Come preparare il carpaccio di polpo:

Innanzitutto facciamo scongelare il polpo (c’è anche chi lo cuoce direttamente congelato,ma si raddoppiano i tempi di cottura) e lo mettiamo in una pentola che lo contiene adeguatamente. Non aggiungiamo nulla: a Napoli c’è un detto che dice che “il polpo si cuoce nell’acqua sua” per dire che, possiamo essere autori o distruttori di noi stessi; ma nella pratica, è la verità: non bisogna aggiungere acqua;quindi, lo mettiamo sul fuoco,coperto e ogni tanto lo giriamo (ci vogliono 30-40 minuti, poi dipende sempre dalla grandezza). Una volta cotto, lo lasciamo raffreddare e lo sistemiamo o in un panno, o in una bottiglia ( tagliate a metà una bottiglia di plastica e nel fondo posizionate il polpo ben pressato da un peso) e lo teniamo in frigo per una notte intera. La mattina, lo tagliamo a fette, il più sottili e precise possibili; io l’ho condito con olio sale e limone. Servito ovviamente accompagnato da un bicchiere di Grillo Cantine Settesoli!

Nella mia cucina : contenitori Press& Fresh Spontex

 
 
carpaccio di polpo
 
 

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6 Risposte a “Carpaccio di polpo”

  1. Ho letto il tuo post tutto d’un fiato! Un modo sublime per esaltare reciprocamente la sinestesia di sapori enogastronomici! E che dire del polpo presentato a forma di stella? Una favola!

  2. Amo molto i piatti cosiddetti “di mare” sia che si tratti, di pesce, molluschi, mitili e chi più ne ha più ne metta. Il tuo carpaccio di polpo lo gradirei molto volentieri.

    1. Lela, e a tutti gli altri, vi ringrazio tantissimo! siete sempre gentilissimi! Grazie per l’affetto che dimostrate!

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