Torta di riso alla ligure

Sono nata e cresciuta in Italia e un tempo amavo molto il mio Paese, ma come in tutte le storie d’amore, arriva la crisi.

Vivo questa crisi da tanti anni.

Ormai non riesco più a provare l’amore che provavo un tempo per la mia Italia.

La nostra è una nazione piccola, ma con un potenziale gigante, eppure….

Nonostante tutto, viaggiare per l’Italia è sempre un piacere.

La storia, la cultura, la bellezza e ovviamente il cibo sono indiscutibili, sul resto, invece, si potrebbe discutere molto…

Da nord a sud, regione dopo regione, l’Italia è in grado di offrire molto ad un turista, sotto tanti punti di vista.

Non saprei individuare una regione migliore di un’altra, posso dire di amare particolarmente Venezia, unica nel mondo, la Toscana per la sua carne e il sud per i suoi affascinanti anfratti e la sua cucina di mare, ma per la nuova sezione “Giro del mondo in 80 piatti – Top ten” ho deciso di proporvi una ricetta della mia terra leggiadra… la Liguria.

Si narra ormai da secoli della poca ospitalità ligure (ed è vero!) e lo scambio di battute ormai storiche: “Torta di riso? – Finita” ne sono un po’ l’emblema, perciò ecco qua la ricetta della vera torta di riso alla ligure, con le erbe aromatiche e funghi secchi.

Potete uttilizzare la pasta sfoglia acquistata già pronta, per velocizzare, ma mi raccomando che sia senza burro, si tratta infatti di “pasta matta”.

La ricetta oltre ad essere stata inserita nel libro “Ricette di liguria” Slow Food Editore, per la presenza della cipolla di Zerli che è Presidio Slow Food, la trovate anche all’interno del mio libro di ricette: “In cibo veritas, speciale cucina creativa e etnica”, disponibile nello shop.

  • DifficoltàBassa
  • CostoMolto economico
  • Tempo di preparazione10 Minuti
  • Tempo di riposo40 Minuti
  • Tempo di cottura40 Minuti
  • Porzioni6 persone
  • Metodo di cotturaForno
  • CucinaItaliana

Ingredienti per teglia da 36 cm

  • 300 griso Carnaroli (o Arborio)
  • q.b.erbe aromatiche (erba cipollina e timo)
  • q.b.rucola
  • 1 spicchioaglio
  • 1 ciuffomaggiorana
  • 2 cucchiaifunghi secchi
  • 2uova
  • 200 gparmigiano Reggiano DOP
  • q.b.olio extravergine d’oliva (di olive Taggiasche)
  • q.b.sale

Per la pasta matta:

  • 300 gfarina 00
  • 200 gmanitoba
  • 50 mlolio extravergine d’oliva
  • 220 mlacqua
  • q.b.sale

Preparazione

  1. Bollite il riso in acqua salata e cuocetelo al dente, aggiungendo poco prima di spegnere il fuoco le erbette e la rucola tritate, in modo da scottarle appena. Scolate il tutto, condite con abbondante olio extravergine di oliva e lasciate raffreddare.

    Per la pasta matta:

    In una ciotola versate la farina, aggiungere l’acqua mescolando, poi l’olio, e un pizzico di sale.

    Mescolate con la forchetta e, quando la farina inizierà a essere assorbita, impastate con la mano, fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo.

    Avvolgetelo nella pellicola trasparente per alimenti e lasciate riposare per 40 minuti.

    Tritate la cipolla e i funghi secchi, dopo averli ammollati e strizzati, soffriggeteli in olio e, una volta intiepiditi, trasferiteli in una terrina con il riso, le uova battute, il parmigiano grattugiato e la maggiorana, che avrete pestato nel mortaio con l’aglio; versate ancora un po’ di olio e amalgamate bene il tutto.

    Tirate una sfoglia sottile, adagiatela in una teglia, coprite con la farcia e chiudete ripiegando su se stessi i bordi in eccesso.

    Cuocete in forno a 180°C per una quarantina di minuti.

    Servite la torta tiepida, tagliandola a losanghe.

     

  2. Questa la torta di riso ligure realizzata durante la diretta di ViaggiandoMangiando on air Apericena a bordo piscina dell’8 luglio 2022, di cui trovate il video QUI.





Le torte salate liguri:

Le torte salate in Liguria hanno origini antiche; il letterato Ortensio Lando (Milano, 1512-Venezia, 1553), nella sua opera il Lando menziona le genovesi “torte pasqualinhe, di verdure o d’altro vario contenuto” , soprannominate “torte gattafure” perché le gatte volentieri “le furano, et vaghe ne sono“.

Nacquero al solito per motivi meramente economici legati alla celebre “praticità parsimoniosa” ligure; con poco e vario materiale (e quindi poche palanche), si poteva creare un piatto unico, appetitoso e nutriente, buono da mangiare sia caldo che freddo standosene seduti a tavola, in barca, o in piedi appoggiati a uno scoglio.

Un assaggio della diretta di ViaggiandoMangiando on air…

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Pubblicato da viaggiandomangiando

Classe 1980, ligure, ha pubblicato tre romanzi e altrettante raccolte di poesia, diplomata al Centro Sperimentabile di Cinematografia in sceneggiatura e produzione fiction televisiva, si occupa dell'organizzazione degli eventi artistico/culturali dell'associazione di cui è presidente.

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