Radici contadine nel tempo ritrovato di una “merenda sinoira”
Le origini della “merenda sinoira” si perdono nel tempo, ma si legano indissolubilmente alla vita contadina. Immaginiamo le calde giornate estive in Monferrato: dopo ore di duro lavoro nei campi, i contadini avevano bisogno di un pasto sostanzioso per rifocillarsi.
Nasce così la merenda sinoira, un pasto abbondante e conviviale che si consumava nel tardo pomeriggio.
Il nome “sinoira” deriva dal piemontese e significa “sera”. Era infatti un pasto che si consumava prima della cena, spesso sostituendola. La tradizione vuole che si consumasse tra San Giuseppe (fine marzo) e San Michele (fine settembre), coprendo così tutto il periodo più caldo e lavorativo dell’anno.
Ora ritornata in molti locali delle Langhe.
La mitica “merenda Sinoira”
Cosa include la Merenda sinoira? Ve lo scrivo subito. Salumi, formaggi; soprattutto formaggi locali. Conserve sott’olio, frittate di ogni tipo, torte di verdure, pane, grissini e friciule, che sarebbe pasta di pane fritta
La fantasia fa da padrona. In ogni casa, in ogni famiglia si offrivano pietanze diverse: Dai peperoni sotto raspa, una tipica preparazione dei peperoni, messi sotto le bucce dell’uva pigiata, e serviti accompagnati da salse con tonno o acciughe al verde; Il vitello tonnato, che un tempo si faceva senza maionese. Birille di carne cruda con scaglie di formaggio grana e per i più fortunati anche di tartufo. Le immancabili acciughe al verde. La polenta fritta, con salsa rossa Cotechini e ceci. Insomma un trionfo di prelibatezze!
Un tempo, si consumava all’aperto in compagnia di amici, famiglia e molti bicchieri di vino. Sotto le pergole, al fresco delle serate estive. E spesso, sostituiva la cena.
Nelle Langhe si trovano locali dove consumare allegramente un’ottima merenda, con delle portate infinite.
In occasioni di battesimi e compleanni si organizzano merende all’aperto, e nelle camminate alla scoperta del territorio spesso viene abbinata. Vi avviso, se pensate di provare ne resterete protagonisti entusiasti, per la varietà e la bontà
Io vi consiglio di provare al Caseificio Penta a Murazzano nel cuore dell’Alta Langa.
E dopo avervi fatto conoscere
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