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Cessole e ravioli al plin…

Una giornata di armonici sapori…

Originari delle Langhe e della zona di Monferrato, i ravioli Plin sono un primo piatto piemontese tradizionale, generalmente servito sulle tavole in occasione dei festeggiamenti del Natale.

Unici nel genere e nella preparazione, questi ravioli si distinguono per un morbido ripieno di carne arrosto, avvolto in una sfoglia tanto sottile da lasciarne intravedere il condimento interno.

Si tratta di un piatto riconosciuto come prodotto agroalimentare tradizionale, in questo caso del Piemonte, poiché il metodo di preparazione, gli ingredienti utilizzati e il loro consumo sono particolarmente radicati nel territorio di origine da cui derivano le loro peculiarità.

Ravioli Plin: origine e storia

Simili agli agnolotti, di cui possono essere considerati una variante, i ravioli Plin affondano le proprie radici nella tradizione culinaria contadina delle massaie piemontesi che,

con l’intento di nobilitare gli avanzi della carne, erano solite unire tra loro carni miste, non consumate, in una cucina di recupero che diede vita a nuove ricette.

Proprio perché la preparazione poteva essere ogni volta diversa, non esiste una ricetta ufficiale per questo particolare tipo di ravioli,

che si distinguono da tutti gli altri, compresi gli agnolotti, per il ripieno composto per lo più di carne arrosto.

Nelle Langhe e nel Monferrato si utilizza soltanto arrosto di vitella o di maiale, avvolto in una sfoglia sottile originariamente preparata con acqua e farina

, ora invece a base di uova e farina di frumento,

mentre nelle altre zone del Piemonte il ripieno si compone oltre che di carne, anche di verdura, prediligendo verza, bieta e spinaci.

Altra caratteristica dei ravioli Plin è la piccola forma a barchetta, realizzata a mano con il metodo da cui deriva il nome di questo raviolo.

Il termine dialettale “plin”, pizzicotto, fa infatti riferimento al modo in cui si chiude il ripieno all’interno della pasta fresca, pizzicandone delicatamente le estremità.

Tra le curiosità, c’è quella dell’antica usanza di consumare

ravioli Plin al tovagliolo. In tempi passati si era soliti cuocere i ravioli, scolarli e poi servirli all’interno di un tovagliolo ripiegato, così da conservarne la morbidezza.

Venivano consumati così, senza condimento alcuno, se non in alcuni rari casi in cui erano accompagnati da una tazza di brodo leggero e da un bicchiere di vino rosso.

Come preparare i ravioli Plin

Trattandosi di un piatto povero, i ravioli Plin non richiedono una preparazione troppo elaborata, tanto meno una lunga lista di ingredienti.

La sfoglia: farina 00 e uova.

Il ripieno: carne di maiale e di vitello, cipolla, olio e sale.

Per un ripieno tradizionale, si soffriggono cipolla e aglio a fuoco medio, in una pentola in cui poi dovrete aggiungere la carne di maiale e di vitello tagliata in maniera piuttosto grossolana.

Lasciate cuocere fino a completa cottura la carne che poi dovrà essere tritata, insieme a uova, sale, pepe e un pizzico di noce moscata, così da ottenere un composto morbido.

Subito dopo aver preparato il ripieno, si prepara la sfoglia disponendo su una spianatoia piuttosto ampia una fontanella di farina 00,

al centro della quale si aggiungono i tuorli delle uova, da lavorare insieme fino a ottenere un composto dalla consistenza omogenea.

Una volta ottenuta una pasta del giusto colore e morbidezza, si stende una sfoglia di circa 3 mm di spessore.

A questo punto non resta altro da fare che versare il ripieno di carne in un sac à poche, con cui preparare piccole noci sulla sfoglia, a circa 1 cm di distanza l’una dall’altra.

Si ripiega la sfoglia longitudinalmente, così da lasciare intatto il ripieno all’interno, e si fanno aderire i bordi dei ravioli l’uno all’altro.

Per richiudere bene i ravioli si usa il caratteristico pizzicotto, “Plin”. In poco tempo la pasta tipica delle Langhe piemontesi sarà pronta.

Fotografie Madonna della Neve Cessole Asti Il regno del plin.

E già che siete a Cessole fate un salto in cima al Bricco della Croce deliziosi formaggi tipici di Langa, vi aspettano in uno scenario panoramico a 360°. Con annesso allevamento

Bricco della Croce Cessole

Cessole…Un paese in collina.

Cessole paese della Langa Astigiana

Cessole: c’è il sole. Così recita la propaganda di campanile, anche se sembra più probabile che il nome di questo paese derivi da un patronimico abbastanza frequente tra i Liguri Stazielli, antichissimi abitatori della zona,

Vinti dai Romani verso il 173 avanti Cristo: Cissus, il cui diminutivo Cissolus prese poi la forma di Cessolae e Cessule nel toponimo latino la cui cadenza si ritrova pari pari nella forma dialettale.

http://www.comune.cessole.at.it/Home.aspx

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Pubblicato da Enza Squillacioti

Bio Enza da cuoca a fonte di ispirazione nella cucina e nella vita La passione per la vita all’aria aperta e la natura ha sempre caratterizzato la sua vita che, pur avendo lasciato il mondo professionale della cucina alcuni anni fa, non ha mai smesso di nutrire l’amore per il cibo, specializzata nella tradizionale cucina piemontese e italiana rustica. La sua dedizione la porta ad essere non solo un’apprezzata cuoca ma anche una stimata coach di cucina, organizzando corsi per turisti desiderosi di scoprire i segreti di piatti genuini arricchiti da erbe spontanee edibili, le cui virtù sa valorizzare nelle sue preparazioni. La decisione di coltivare un proprio orto, ponendo particolare enfasi sulle erbe aromatiche, e l’allevamento di galline, le sue “polle” per avere sempre a disposizione uova fresche, manifesta il suo profondo legame con la terra. Questa stessa passione è stata trasmessa ai suoi figli, i quali hanno abbracciato la vita agricola, dedicandosi all’allevamento di pecore e capre e alla produzione di formaggi e carni di qualità. Nel corso degli anni, ha scoperto la poesia come forma di espressione personale, nella quale riflette non solo su se stessa ma anche sulla società, condividendo poi queste riflessioni attraverso il suo blog Variabilicontaminazioni.blog che diventa punto di incontro tra la passione per la natura, l’amore per il cibo e la creatività artistica e il benessere. La sua vita è un chiaro esempio di come le passioni possano tessere assieme gli aspetti più disparati dell'esistenza, creando un tessuto ricco di esperienze e condivisioni.

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