Cornbread – Pane al mais veloce senza lievitazione

Volevo fare un primo piatto americano e sono finita sul Cornbread – Pane di mais veloce. immagino che adesso vi starete chiedendo il perché…e non a torto. non conoscendo la cucina americana proprio come le mie tasche faccio la cuochina giudiziosa, apro Google e digito “first course” ossia “primo piatto”. ecco…non l’avessi mai fatto. =_= è uscito tutto e il contrario […]

Pretzelini – Panini a forma di pretzel tedeschi

Pretzelini…non lasciatevi sviare dal nome. Non sono mini-pretzel.
Sono dei panini a forma di pretzel.
Il Natale si avvicina e mi sono detta che devo assolutamente fare delle ricette natalizie.
ottimo, se non fosse che so da che parte cominciare! XD
perchè non sono una grande fan delle feste quelle con le lettere maiuscole, e in casa mia il Natale sì che si festeggia, ma non abbiamo delle ricette tradizionali, come in molte famiglie, che ogni anno, con cura quasi maniacale, preparano sempre lo stesso rigoroso menù.
intendo sia per il dolce che per il salato. non abbiamo mai festeggiato un Natale con un dolce tipico natalizio (se non quelli appunto comprati, tipo Pandoro e Panettone), per il resto siamo sempre andati ad estro, quello che ci andava e piaceva sul momento.
così, nel momento di mettermi a cucinare qualcosa di natalizio mi sono trovata in difficoltà.
non ho un vero repertorio da cui pescare.
non posso andare a frugare nell’agenda di mia mamma che è il mio libro guida, sopratutto in materia di dolci, perchè non esiste una sezione “Natale”.
così ho deciso.
e vi cucinerò io qualcosa che mi fa Natale.
magari non sarà qualcosa proprio di natalizio al 100% ma per me cattura lo spirito del Natale! XD
cioè i Pretzeln.
io adoro i pretzeln, in tutte le forme e misure, da quelli piccolini e croccanti che si comprano al supermercato, a quelli giganti che si trovano alle feste della birra.
sono come le ciliegie per me. una volta sentito il sapore, non riesco a smettere.

Pantreccia elfico a 6 capi – pane intrecciato a lievitazione lenta

Pantreccia elfico a 6 capi - pane intrecciato a lievitazione lenta

Il Pantreccia elfico a 6 capi – pane intrecciato a lievitazione lenta – prende ispirazione da un film.
Non ditemi che quando avete visto il Signore degli anelli non avete provato a farvi le treccine elfiche come Arwen, Legolas, o Galadriel.
beh io sì!
la mia migliore amica, Michela, è un genio delle trecce. tipo che ti distrai un attimo e quando ti volti di nuovo lei ha una dei quelle mega trecce nordiche che girano lungo tutta la testa doppia-tripla-quadrupla, a spirale, incrociata.
roba da perderci la testa, anche solo a concepirla.
per lei è semplicemente naturale, mentre tu stai li a guardarla, occhi sgranati, mento ai ginocchi, rimuginando “ma come caaacchio?”
ricordo ancora quando bambine (ci conosciamo da quando abbiamo 6 anni) lei tagliava i capelli alle barbie e le acconciava, e io a volte le facevo da cavia. adoravo essere pettinata e acconciata…e non mi tiravo mai indietro.
così quando uscì la moda del Signore degli anelli mi insegnò a farmi questa benedetta treccia elfica.
se non che all’epoca avevo i capelli fino a metà coscia. e per quanto bella che sia la treccia elfica, è veramente lunga e noiosa da fare sui capelli, e mi ci voleva tipo 1 ora, così fatta una volta, fatta mai più, ho messo da parte la mia conoscenza in materia fino ad oggi.
quando ho voluto provare a fare il pane.
il mio secondo pane.

Pane celtico con la ricetta di Sara Papa

Pane celtico con la ricetta di Sara Papa

Sapevo che il giorno in cui avrei provato a fare del pane vero sarebbe inevitabilmente arrivato, prima o poi.
beh…quel giorno è oggi.
non sapevo esattamente cosa aspettarmi…il soda bread (versione 1 e versione 2), l’unica mia esperienza con la panificazione, non è una esperienza completa e a tutto tondo, diciamo che è un po’ un pane for dummies. un surrogato del pane.
qui si fa sul serio. a partire dal tempo che si impiega, 2 ore per la prima lievitazione, e mezzora per la seconda.
non sapendo come fare nè a che santo appellarmi, non ho osato fare di testa mia e sperimentare, così ho preso una ricetta di Sara Papa, sotto consiglio di mia mamma che la guarda sempre in Tv e ho incrociato le dita.
devo dire che il processo stesso di panificazione, complice la planetaria, non è stato difficile.
è stato piuttosto lungo e noioso attendere le ore necessarie alla lievitazione, e aspettare aspettare aspettare.
per natura non sono una persona paziente….smaniavo come una pazza, guardando ogni 3×2 l’orologio, il tempo sembrava essersi fermato.
le 2 ore e mezzo più lunghe della mia vita.

anche perchè temevo un enorme disastro.
già mi prevedevo di sfornare una roba di densità e peso specifico sconosciuto sulla faccia della terra, da sfondare un muro di cemento armato in pratica.
quindi in atto preventivo ho dimezzato la dose, in modo da non dover costringere i familiari/cavia di assaggiare il mio “mattoncino”.
ho fatto il mio impasto, messo a lievitare, e wow! dopo 2 ore era davvero lievitato.
ma lievitato sodo. tipo del doppio.
cioè lievitato a regola d’arte, come doveva. senza scherzi strani, senza sorprese.
verso metà dell’opera comincio a sperare verso una risoluzione positiva della questione.
comincio a dare forma alle mie pagnotte.
sorge il primo vero problema.
ossia che io non sono un panettiere.

Soda bread 2 – la vendetta del bicarbonato assassino

Soda bread 2 - la vendetta del bicarbonato assassino

Vi avevo promesso che ci avrei riprovato no?
quindi eccomi qua, testarda come non mai, a ritentar la ricetta del soda bread.
perchè il primo soda bread (Soda bread alla farina di orzo e avena) era venuto un po’ una ciofeca.
non alla vista perchè era bellissimo, ma al sapore.
era un po’ strano, molto bicarbonoso.
allora che ho fatto? ho fatto affidamento ad una mia cara amica blogger, la Zia Consu, il cui blog dispensa sempre grandi perle di saggezza, sopratutto saggezza panificatrice, e le ho rubato…o meglio preso in prestito… la ricetta del suo soda bread.
per capire se:
a. sono proprio io che sono negata a farlo.
oppure
b. io e il bicarbonato proprio non andiamo d’accordo.
la questione non è che ha trovato proprio una risposta precisa al 100% , devo esser sincera.
i due soda bread sono venuti mooolto diversi, sia per consistenza che per sapore.
la ricetta che avevo provato la prima volta, il Soda Bread alla farina di orzo e avena, era una ricetta che avevo preso dal sito della BBC e avevo rimaneggiato leggermente, cambiando il tipo di farina (da integrale a metà avena e metà orzo).
se dovessi ingaggiare una specie di paragone tra le due ricette mi azzarderei a dire che…

Soda bread alla farina di orzo e di avena

Soda bread alla farina di orzo e di avena

Era un po’ di tempo che volevo provare a fare il pane.
ecco appunto provare, perchè di lì a riuscirci il passo è grande.
complice il mal di schiena di stanotte che non mi ha fatto chiudere occhio, stamani mi sono svegliata con l’ispirazione di fare qualcosa di semplice, che non richiedesse troppo lavoro e impegno. e forza bruta di cui stamani proprio non disponevo.
quale soluzione migliore del Soda Bread?
il Soda bread è un tipico pane inglese/scozzese/irlandese, non si capisce molto bene, che ha il bicarbonato di sodio come agente lievitante.
in pratica si bypassa tutta la noiosa attesa delle 2 ore di lievitazione del lievito di birra, più la mezzora dopo aver dato la forma al pane/pagnotta/panini.
in pratica un pane “istantaneo”. si impasta, e neppure troppo, gli si da forma, si inforna ed è pronto.
peccato che non è buono come il vero pane.
almeno a parer mio non lo è.
è una soluzione semplice e veloce quando si è alle strette, ma secondo me non è all’altezza del pane che siamo abituati a mangiare in italia.
poi era la prima volta che lo facevo, può essere che abbia sbagliato qualcosa io?
ho preso la ricetta dal sito della BBC (questa), ma come al solito, cuoca sgangherata che non sono altro, non avevo tutti gli ingredienti e ho ovviato come potevo, cercando di usare un po’ di buon senso.

Panzerotti, pizze fritte, panzanelle, o giù di lì…

Panzerotti, pizze fritte, panzanelle, o giù di lì...

Eccoci qua, con la seconda ricetta salata! mica starò esagerando?
Il nome di questo piatto è una questione seria. è conosciuto in ogni parte d’italia, ma in ogni zona ha un nome diverso. non parlo di varianti regionali, parlo proprio di varianti locali, basta spostarsi di qualche chilometro e già ha acquisito un nome completamente diverso. che poi di fatto altro non è se non la pasta della pizza fritta in olio bollente, quindi la ricetta è praticamente identica per tutti, con qualche piccola variante qua e là.
cercando su Google mi sono imbattuta in decine di nomi con cui questo piatto è conosciuto: panzerotti, quarti fritti, panzanelle, pizze fritte, pizzelle, gnocchi fritti, calzoni fritti, torta fritta, ciaccia fritta, panino fritto, pinzino, crescentina fritta, chisolino, ficattole, ovviamente le ricette differiscono da zona a zona, ma il prodotto finale è molto simile.
quand’ero piccola e abitavo in un piccolo paesino di campagna ero solita chiamarli “quarti fritti” che poi “quarti” di cosa non si sa bene, ma lì si chiamavano così…quando poi mi trasferii (di 10 km, mica 100!) e continuavo a chiamarli “quarti” tutti mi guardavano come se fossi un’aliena! così per essere compresa in terra straniera smisi e cominciai a chiamarli panzerotti, che sembra essere il termine “tecnico” della mia attuale città…
ma basta andare verso firenze (80 km più in là) e già lì si chiamano pizze fritte.
insomma impossibile mettersi d’accordo. in toscana quando ci troviamo a discutere di un piatto di cui nessuno ne capisce il nome, bhe allora sappiamo che stiamo parlando di questo…
sicuramente qua non si chiamano panzanelle come nel sud, perchè la PANZANELLA è qualcos’altro: un piatto rustico e povero della tradizione toscana, a base di pane ammollato, cipolla, pomodori, tonno, basilico e capperi (o almeno così si fa nella mia città, sicuramente anche lì ci saranno varianti).