Come consumare il latte

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latte frescoCome consumare il latte. Latte e derivati, in giusta quantità, possono senz’altro far parte di una dieta sana ed equilibrata. Tra tutti gli elementi che contiene, è in particolare la ricchezza in calcio a rendere il latte molto importante per la nostra alimentazione: in 100 millilitri ce ne sono circa 120 grammi. Importanti anche le proteine ad alto valore biologico, altri sali minerali come fosforo e zinco e, in minor quantità, le vitamine A, B2, B12 e D.

Quanto consumarne?
La cosa migliore sarebbe consumare 2-3 porzioni al giorno di latticini (latte, yogurt e formaggi), attenzione però alle quantità. Per porzione intendiamo: un bicchiere da 125 ml di latte, un vasetto da 125 grammi di yogurt, 50 grammi di formaggio stagionato e 100 grammi di quelli freschi.
In ogni caso, nell’ambito delle 2-3 porzioni al giorno, quello che ti consigliamo è di consumare latte o yogurt quotidianamente, ma di limitare i formaggi alle quattro volte a settimana.

Problemi di colesterolo?
Tra gli svantaggi del latte c’è la presenza di grassi saturi, quelli cioè che hanno un’influenza negativa sul colesterolo. Chi deve stare particolarmente attento, può optare per il latte parzialmente scremato o scremato, che comunque contiene la stessa quantità di calcio del latte intero.

Non tutti possono
Chi è allergico al latte deve evitare anche i suoi derivati, mentre diverso è il caso di chi è intollerante al lattosio, lo zucchero del latte. Essere intolleranti vuol dire non avere l’enzima in grado di digerirlo, per queste persone esiste sul mercato il latte senza lattosio (spesso indicato con le sigle H D o A D, ad alta digeribilità) che permette di non rinunciare al latte e soprattutto al suo apporto di calcio.

Può fare male?
Alcuni accusano il latte di favorire l’osteoporosi perché contiene proteine animali che aumentano la secrezione di calcio. In realtà, questa perdita è ampiamente compensata dalla quantità di calcio presente nel latte stesso. Inoltre il latte è stato spesso associato al cancro alle ovaie o alla prostata, al diabete di tipo 1, alla sindrome premestruale. Ma non ci sono prove scientifiche definitive a sostegno di queste ipotesi.

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