Month: Giugno 2023

Rigatoni cozze e pecorino

Rigatoni cozze e pecorino
Rigatoni cozze e pecorino

Rigatoni cozze e pecorino

Una ricetta basata sull’insolito abbinamento delle cozze con il pecorino: un primo piatto ricco di gusto, perfetto da servire si vostri ospiti per sfidarli a rimanere dubbiosi dopo il primo boccone.

Il pecorino è un formaggio preparato con latte di pecora e dal sapore particolarmente deciso, fragrante, ed è prodotto in quasi tutte le regioni italiane. In questa ricetta, io ho usato il pecorino abruzzese ma, a vostra discrezione, potete usare il romano o il pecorino sardo (che secondo me sono tra i più buoni).

Per la pasta, ho usato i rigatoni ma voi potete usare qualsiasi formato di pasta, purché corta (ed. paccheri, mezze maniche, penne).
Vi consiglio di usare le cozze surgelate oppure quelle fresche, chiedendo gentilmente al vostro pescivendolo di pulirle bene (magari accompagnando la richiesta con un generoso sorriso 😉).

 

 

Ingredienti per una porzione:

80 gr di rigatoni
10-12 cozze
5-6 pomodori pachino
Pecorino a scaglie q.b.
1 spicchio di aglio
Qualche foglia di prezzemolo fresco
1/2 bicchiere di vino bianco
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva
Sale, peperoncino macinato

 

 

Procedimento:

Sciacquare le cozze già pulite sotto l’acqua corrente poi farle aprire in un tegame con mezzo bicchiere di vino bianco, un cucchiaio di olio e un bicchiere di acqua.
Quando le cozze di saranno aperte, spegnere la fiamma e metterle da parte insieme al liquido di cottura.
Nel frattempo, riempire una pentola d’acqua e portarla ad ebollizione per cuocervi la pasta.
Lavare e tagliare i pomodori a spicchi.
In una padella, rosolare uno spicchio d’aglio con un filo di olio poi aggiungere i pomodori, qualche foglia di prezzemolo fresco tritato, un pizzico di sale, una spolverata di peperoncino e mescolare bene.
Cuocere per 4-5 minuti, poi aggiungere le cozze e il loro liquido, mescolare e continuare la cottura.
Scolare la pasta al dente e versarla in padella per saltarla con il condimento.
Servire i Rigatoni cozze e pecorino caldi, ultimando con le scaglie di pecorino.

Rotolo alla banana

Rotolo alla banana
Rotolo alla banana

Rotolo alla banana

Un dolce morbido e gustoso: rotolo di pasta biscotto farcito con una crema a base di banane, yogurt greco e cocco, perfetto da mangiare a colazione, a merenda o come dessert di fine pasto da servire ai vostri ospiti.

Una ricetta semplice ed economica per un dessert in grado di conquistare sia il palato sia gli occhi dei vostri commensali, soprattutto se servito dopo aver decorato la superficie con il miele liquido e le scaglie di cocco disidratato.

 

 

Ingredienti:

100 gr di farina

4 uova

2 banane

120 gr di zucchero di canna (70 gr per il rotolo + 50 gr per il ripieno)

150 gr di yogurt greco

70 gr di cocco disidratato

1 bustina di lievito in polvere

½ cucchiaino di cacao amaro in polvere

Miele liquido q.b.

Sale

 

 

Procedimento:

In primo luogo, preriscaldare il forno a 180 gradi.

Rompere le uova e separare i tuorli dagli albumi.

In una ciotola, sbattere i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto spumoso. Aggiungere la farina setacciata, il lievito in polvere e il cacao amaro in polvere, e continuare a mescolare.

In una ciotola, montare gli albumi a neve ben ferma con un pizzico di sale.

Aggiungere gli albumi a neve al composto con le uova, mescolando lentamente dal basso verso l’alto con una spatola, per evitare di smontare gli albumi.

Rivestire una teglia di carta forno e versarvi il composto, livellandolo bene.

Cuocere in forno caldo a 180 gradi per 15 minuti.

Nel frattempo, preparare la crema per la farcitura del rotolo.

Sbucciare le banane e schiacciare con i rebbi di una forchetta (o con uno schiacciapatate) per ridurle a una purea.

In una ciotola mescolare la purea di banana con lo zucchero di canna rimasto, lo yogurt greco e il cocco disidratato, cercando di ottenere una crema liscia ed omogenea.

Sfornare il rotolo, capovolgerlo sulla carta da forno umida, arrotolarlo e lasciare intiepidire.

Quando il rotolo sarà tiepido, srotolarlo e spalmarvi sopra la crema di yogurt e banane.

Riavvolgere nuovamente il rotolo e avvolgerlo con la pellicola trasparente.

Lasciare riposare il rotolo farcito in frigorifero per almeno 1 ora.

Ora potete servire il rotolo estraendolo semplicemente dalla pellicola e tagliandolo a fette, oppure spennellarlo con il miele liquido, poi distribuirvi sopra una manciata di scaglie di cocco disidratato.

Infine, servire il Rotolo alla banana intero o tagliato a fette.

Melanzane ripiene

Melanzane ripiene
Melanzane ripiene

Melanzane ripiene

Io adoro le melanzane ripiene, sono uno dei miei secondi preferiti, sia nella versione bianca sia rossa (con sugo e carne macinata o tonno).

Un piatto veloce che io ho cotto nel forno a microonde ma voi potete anche cuocere nel forno tradizionale a 180-190 gradi per una ventina di minuti.

Io ho preparato il ripieno per le melanzane con tonno, capperi, olive, pinoli, uovo, parmigiano e pangrattato, ma voi potete optare per un ripieno a base di carne macinata e aggiungere ulteriori ingredienti, come carciofini sott’olio, pomodori pachino, cipolline in agrodolce, ecc.

 

Ingredienti:

1 melanzana
1 scatoletta di tonno al naturale (o sott’olio, in base ai vostri gusti)
10 gr di capperi sotto sale
10 gr di pinoli
Una manciata di olive nere denocciolate
Qualche foglia di prezzemolo fresco
20 gr di pangrattato
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
uno spicchio d’aglio
un cucchiaio di olio extravergine di oliva
1 uovo
Sale, rosmarino

 

 

Procedimento:

In primo luogo, lavare la melanzana e tagliarla a metà.
Con il coltello, svuotare la melanzana dalla sua polpa e tagliarla a dadini
In una padella, rosolare uno spicchio d’aglio con un cucchiaio di olio poi aggiungere la polpa di melanzana tagliata a cubetti e mescolare.
Salare e cuocere a fuoco basso per 6-7 minuti, o fino a quando i dadini di melanzane non saranno morbidi.
Quando le melanzane saranno cotte, spegnere la fiamma e far intiepidire.
Nel frattempo, in una ciotola mescolare il tonno al naturale, l’uovo, il parmigiano grattugiato, le olive denocciolate, i capperi, i pinoli e qualche foglia di prezzemolo tritato.
Aggiungere ora le melanzane tiepide e il pangrattato, e impastare per formare un composto omogeneo.
Quindi aggiungere una spolverata di rosmarino.
Con un cucchiaio, distribuire il composto ottenuto nei due gusci di melanzana.
Adagiare i gusci ripieni sul piatto crisp del microonde e cuocere alla max potenza per 10-12 minuti.
Infine, sfornare e servire subito oppure aspettare che intiepidiscano.

Viaggio a Santorini low cost

Viaggio a Santorini low cost
Viaggio a Santorini low cost

Viaggio a Santorini low cost

Santorini è una delle isole più belle della Grecia, meta ideale per i giovani ma anche per le famiglie alla ricerca della vacanza low cost.

Eh già perché qui la giornata al mare è veramente economica, ci si può spostare a piedi o con i mezzi pubblici, e la sera difficilmente rischierete di uscire dal ristorante a pancia e portafoglio vuoti.

Tuttavia, proprio per evitare brutte sorprese, di seguito i miei consigli per una vacanza economica ma al contempo divertente e all’insegna della buona cucina.

Muoversi a Santorini

Nonostante sia un’isole abbastanza piccola, Santorini è servita da un aeroporto che si trova a circa 7 km da Fira, una delle città principali.

Per il tragitto da/per l’aeroporto, potete usare il taxi oppure usufruire dell’autobus urbano che va in direzione Aeroporto (al prezzo di 1,80€).

Durante il vostro soggiorno, sappiate che a Santorini ci si muove prettamente a piedi, a meno che non vogliate noleggiare uno scooter o una macchina (ma in questi casi, il budget aumenta).

Sull’isola ci sono 9 linee di autobus che collegano i principali punti dell’isola e che potete usare anche per recarvi nelle diverse spiagge.

Se volete raggiungere i punti più alti dell’isola, potete usare la funivia oppure gli asini e i muli, cogliendo l’occasione per fare una sorta di salto indietro nel tempo (una corsa su un asino/mulo costa più o meno 10€).

Giornata al mare

Tutte le spiagge sono raggiungibili con i bus urbani che partono dalla stazione di Fira.

Una delle spiagge più belle ed affollate è Red Beach, così chiamata per le sue scogliere color ruggine.

Si tratta di una spiaggia piccola e attrezzata e dalla quale potrete visitare White Beach e Black Beach con una barca che parte proprio da Red Beach e per soli 10€.

Altra spiaggia imperdibile è Kamari Beach, la più grande (quasi 5 km) e meglio organizzata dell’isola, caratterizzata da sabbia nera e con un lungomare pieno di negozi, ristoranti e bar.

All’estremità, verso la roccia che separa Kamari da Perissa, c’è la spiaggia libera, altrimenti sono disponibili ombrelloni e lettini gratuiti a patto di consumare in uno dei bar in spiaggia.

Períssa, accanto a Kamari, è una lunghissima distesa di sabbia nera (circa 7 km) sempre molto affollata e piena di vita, ideale per gli amanti dello snorkeling e degli sport d’acqua, ma anche per gli amanti della buona cucina vista mare, grazie alle tante taverne situate sul lungomare.

Oia è il villaggio più bello e pittoresco di Santorini: dal porticciolo, potrete raggiungere facilmente la spiaggia di sassi di Amoudi e la spiaggia di Armeni, entrambe molto belle e per le quali è consigliabile indossare gli scarpini da scoglio.

Amoudi è una piccola baia dall’acqua verde smeraldo, direttamente affacciata sulla caldera e protetta da pittoresche scogliere di un rosso vivo.

Altra spiaggia degna di nota è Coloumbos, con scogliera grigia, sabbia e ciottoli neri.
La spiaggia si divide in due parti, una attrezzata (e abbastanza costosa rispetto agli standard dell’isola) l’altra più selvaggia, con addirittura qualche nudista.
Io vi consiglio di andare muniti di borse frigo e ombrellone e sostare nella parte libera, meno affollata e caotica.
Le vicine spiagge di Éxo Gialós, Xiropígado e Vourvoúlos, a sud ovest, costituiscono uno uno dei tratti più selvaggi della costa orientale di Santorini, nel villaggio di Karterados.
Il panorama, costituito da scogliere a picco sul mare, con sabbia di ciottoli neri e mare azzurro, sarà il protagonista delle foto sul vostro smartphone, garantito!

Vita notturna

Fira, capoluogo dell’isola, è un vero gioiello: un intrico di viuzze, case costruite con pietra pomice, tetti bianchi e porte blu, un vero tripudio di colori e vivacità.

La sera, turisti e locali si riuniscono a Theotokopoulou Square, la piazza centrale, piena di locali e ristorantini tipici.

Una volta addentrati nelle viuzze bianche e blu di Thira, vi consiglio il ristorante Camille Stefani, piccolo e sopraelevato con vista sulla città, dove verrete accolti con il classico vassoio di pane caldo e olive greche.

Il menu propone piatti tipici della cucina greca, tra i quali consiglio le keftedes (le polpettine greche), morbide e saporite, e tutte le varie salse rigorosamente fatte in casa.

Se avete voglia di scattare foto memorabili al tramonto, allora dirigetevi a Firostefani, il “tetto dell’isola”, la giusta combinazione tra tramonti spettacolari, happy hour e movida.

Per salire fino a Firostefani, potete usare la funivia che parte da Fira.

Dopo una giornata sulla spiaggia di Amoudi o Armendi, vi consiglio un bell’aperitivo o una cena a Oia, magari con un tavolo vista mare, molto romantico e suggestivo.

Thalami è un ristorante con una bella terrazza con affaccio sulla caldera, servizio veloce e cordiale, piatti buoni e abbondanti, con un ottimo rapporto qualità-prezzo.

Noi abbiamo preso due antipasti, due secondi e acqua per poco più di 40€.

Lungo le spiagge di Kamari, Perissa, Monolithos e Perivolos troverete i migliori locali per un aperitivo al tramonto: al Chilli Bar potrete ascoltare musica dance, al Wet Stories musica pop rock, e al Jazz Bar.

Tra questi, il mio preferito è Wet Stories, sulla spiaggia di Perivolos, accogliente e giovanile, con buona musica da ascoltare seduti su morbidi pouff. Ottimi anche i cocktail e le centrifughe di frutta e verdura fresche.

A Kamari consiglio la taverna Perigiali, con tavoli in riva al mare, menu fissi e ottima cucina tipica.

Il menu souvlaki + patatine costa 8€ ma, se avete voglia di qualcosa di più sostanzioso, c’è un’ampia scelta di primi e secondi piatti a base di carne e/o pesce (ottima la grigliata di pesce a 29€ per due persone).

Onion rings

Onion rings
Onion rings

Onion rings

Gli onion rings sono gli aperitivi finger food per eccellenza: una ricetta proveniente direttamente dalle cucine americane a base di croccanti anelli di cipolla in pastella, fritti e solitamente accompagnati con salsa ketchup o salsa guacamole: una vera droga!

Sono letteralmente uno tira l’altro!

Non sono mai andata pazza per gli onion rings, forse perché quando li mangiavo nei pub erano sempre fatti con prodotti surgelati dove la panatura si staccava spesso e volentieri dagli anelli di cipolla (un po’ come succede spesso anche con la frittura di calamari); poi, un giorno, mia zia li ha serviti come antipasto per una cena a casa sua e ne sono rimasta innamorata!!

Erano completamente diversi da quelli consumati nei locali, più croccanti e saporiti, meno unti e con la panatura perfettamente intatta!

Così, mi sono fatta dare la ricetta e da allora li preparo molto spesso, soprattutto quando invito la mia migliore amica a casa per un aperitivo a base di birra e fritti misti (i perfetti alleati del cuore e del colesterolo).

 

Ingredienti per 2 porzioni:

1 cipolla (io ho usato la cipolla rossa di Tropea, dal gusto più dolce rispetto a quella bianca o quella dorata)

50 gr di farina 00

2-3 cucchiai di pangrattato

Acqua gassata q.b.

Sale

 

 

Procedimento:

In una ciotola, mescolare la farina con l’acqua gassata e un pizzico di sale per creare una pastella.

Pulire la cipolla con un coltellino affilato, eliminando le radici e la pellicola esterna.

Tagliare la cipolla a fettine di medio spessore, non troppo sottili (altrimenti rischierebbero di bruciare durante la cottura) e non troppo spessi (altrimenti rimarrebbero crudi all’interno).

Una volta tagliati, passare gli anelli prima nella pastella di acqua e farina e poi nel pangrattato.

Riempire una padella di olio e, quando sarà bollente, friggervi gli onion rings fino a doratura.

Scolare gli onion rings e adagiarli su un foglio di carta assorbente.

Servire gli Onion rings caldi.

Latte vegetale: qual è il migliore?

Latte vegetale: qual è il migliore?

Latte vegetale: qual è il migliore?

Non so voi ma a colazione, non riesco a fare a meno del latte caldo, che sia un cappuccino o un porridge.

Da qualche mese ho abolito il latte intero/scremato per ridurre il consumo di lattosio, ormoni animali e

caseina.

Pertanto, sono passata alle alternative vegetali, inizialmente con il latte di soia, adatto agli intolleranti al

lattosio, ricco di aminoacidi, povero di calorie e di zuccheri, e alleato nella lotta al colesterolo cattivo

(riduce sensibilmente il LDL).

Tuttavia, il suo sapore non mi ha fatto impazzire, ad eccezione per il latte di soia aromatizzato alla vaniglia

o al cioccolato, per i quali però aumenta il livello di zuccheri presenti.

Se volete provarlo, vi consiglio il Latte Valsoia, che è uno tra i più saporiti, mentre vi sconsiglio le marche

del supermercato che, per la maggior parte delle volte, hanno il sapore del “cartone”.

Conseguentemente, sono passata al latte d’avena, povero di grassi e totalmente privo di colesterolo, ricco

di acido folico (fortemente consigliato alle donne in gravidanza), povero di zuccheri (quindi consigliato a chi

soffre di glicemia alta) e ricco di vitamina E e B9.

Il latte di avena è molto buono sia caldo sia freddo, ma non ha un sapore deciso e spesso ho dovuto

aromatizzarlo con una spolverata di cannella o di cacao amaro in polvere.

Il latte di avena è particolarmente indicato nella preparazione del porridge, da abbinare con i fiocchi di avena

e i mirtilli o i frutti di bosco, una vera leccornia da gustare appena svegli.

Io ho assaggiato varie marche e la migliore è Alce Nero, che utilizza esclusivamente avena biologica

italiana nella preparazione.

Tra le alternative vegetali, il mio preferito è il latte di mandorla, ottimo da consumare sia caldo che freddo.

Il latte di mandorla è povero di calorie (25kcal/100gr) ma ha un contributo lipidico decisamente rilevante

poiché ottenuto da frutta secca (le mandorle, per l’appunto).

Il latte di mandorla possiede un’elevato valore nutrizionale dato dall’apporto di sali minerali come calcio,

potassio e fosforo ed in quantità ridotta anche sodio, zinco, ferro e dalla presenza di vitamine, tra le quali la

Vitamina B6 o Piridossina e la Vitamina E che oltre a funzionare come ottimi antiossidanti dal potere

antiaging, in grado di contrastare l’azione dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento e dei danni

cellulari.

In misura più esigua vi sono le vitamine B1, B2 e B3.

Il latte di mandorla è in grado di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue preservando l’apparato

circolatorio grazie all’amandina, una proteina in grado di avere effetti ipocolesterolemizzanti, inoltre,

grazie alle proprietà lassative delle mandorle, questo prodotto può anche essere efficace per

regolarizzare l’intestino.

Tra quelli provati, il mio preferito è il Latte di mandorla Alpro senza zuccheri, veramente buono, dolce e

altamente saziante: non ha assolutamente nulla da invidiare rispetto al latte intero!

 

Ricette consigliate

Non esistono ricette consigliate e/o sconsigliate quando usate il latte vegetale: potete preparare

indifferentemente cappuccini (che saranno meno schiumosi rispetto ai classici), frullati, budini, torte e

creme; per queste ultime, vi consiglio il latte di soia aromatizzato alla vaniglia per la preparazione della

crema pasticcera, per un risultato finale degno di chef!

Cosa mangiare prima di andare a dormire

Cosa mangiare prima di andare a dormire

Cosa mangiare prima di andare a dormire

Molto spesso ci capita di percepire un leggero languorino proprio prima di andare a dormire.

In genere capita quando ceniamo troppo presto oppure quando a cena mangiamo poco e magari

anche velocemente.

Andare a letto affamati è sbagliato perché potremmo compromettere la qualità del sonno e, peggio,

svegliarci nel cuore della notte svuotando il frigorifero.

Oltre ad una cena saziante e dal giusto apporto calorico, possiamo soddisfare il languorino notturno

consumando cibi leggeri, privi di grassi e zuccheri.

Quindi al bando brioches, gelati, merendine, patatine e fette di torta perché eccessivamente pesanti

e in grado di compromettere il buon riposo notturno.

Parallelamente, mai mangiare il cioccolato fondente perché contenente sostanze stimolanti ed

eccitanti, quasi al pari del caffè.

Uno dei rimedi “della nonna” è il classico bicchiere di latte (caldo o freddo) aromatizzato con cacao

amaro o una spolverata di cannella.

Un bel porridge preparato con latte e fiocchi di avena integrale è consigliato a chi soffre di insonnia

perché aiuta a sviluppare la melatonina, l’ormone alleato del riposo.

Se preferite qualcosa di più sostanzioso, allora potete scegliere uno yogurt magro o mezza tazza di

yogurt greco, da accompagnare con cereali bio integrali, rigorosamente senza zucchero.

Quando rientro dal lavoro molto tardi e sono troppo stanca per cucinare ma comunque ho fame,

preparo quasi sempre un toast con pane di segale e farcito con polpa di avocado, condito con

un succo di limone, sale e una spolverata di pepe nero.

Se non vi piace l’avocado, potete sostituirlo con fette di bresaola o di prosciutto crudo di Parma,

entrambi buoni e ottimi per placare la fame prima di andare a letto senza appesantirvi troppo.

In cerca di qualcosa da mangiucchiare davanti al televisore? Beh, scegliete le olive, ricche di grassi

monoinsaturi e polinsaturi che contribuiscono a ridurre il colesterolo, cercando di consumarne non

più di una decina.

Un’alternativa alle olive sono gli edemame, dei legumi notoriamente proteici, ricchi di calcio, ferro,

fosforo, sodio e vitamine, anche questi da consumare in quantità moderate visto che contengono

122 kcal per 100 gr di prodotto.

Per uno snack veloce, vanno bene anche 30 gr di frutta secca come pinoli, mandorle e noci, che sono

ricchi di minerali sedativi e di triptofano, un amminoacido che ha un naturale potere rilassante.

In inverno, concedetevi una tisana alla menta piperita, allo zenzero o alla camomilla, che aiutano che

conciliano il sonno e hanno un effetto sgonfia-pancia.

Salmone: ricette e perché consumarlo

Salmone: ricette e perché consumarlo
Salmone: ricette e perché consumarlo

Salmone: ricette e perché consumarlo

Il salmone è uno dei miei piatti di pesce preferiti, da cucinare al cartoccio, alla piastra, al forno o,

più semplicemente, crudo in versione sashimi.

Dotato di numerose proprietà nutritive, è bene consumare il salmone fresco selvaggio (cioè

pescato all’amo o con le reti) perché il salmone di allevamento viene nutrito con mangimi che

contengono ormoni e antibiotici nocivi per la nostra salute.

Grazie all’elevato contenuto di Omega 3, il salmone è un valido alleato per la lotta al colesterolo

cattivo (LDL) e al buon mantenimento del sistema cardiovascolare, prevenendo l’insorgenza di

trombosi, ictus e ipertensione.

Gli Omega 3 contribuiscono anche a contrastare i radicali liberi, rallentando così l’invecchiamento

cellulare.

L’elevato contenuto proteico (circa il 20% su 100 gr di prodotto) rendono il salmone una valida

alternativa alla carne rossa, ma senza abusarne perché si tratta comunque di un pesce molto

grasso che, se consumato di frequente (più di 2 volte a settimana) potrebbe favorire l’aumento

di peso.

Il salmone è anche ricco di sali minerali e vitamine, tra cui la famosa vitamina D, fondamentale

per favorire l’assorbimento di calcio e favorire la mineralizzazione dello scheletro.

Quanto alla ricette, una delle mie preferite è il salmone alla piastra, lasciato a marinare per almeno

1 ora in un’emulsione di olio extravergine di oliva, succo di limone, prezzemolo, aglio e sale, per poi

essere cotto sulla piastra rovente per un paio di minuti per lato.

E’ uno dei miei piatti preferiti perché il pesce risulta croccante fuori e morbido dentro, un vero

tripudio di gusto, di rapida preparazione e grande effetto.

Altre ricette valide sono il salmone al forno con patate (occhio a non abbondare con l’olio perché il

salmone, essendo molto grasso, rilascerà parecchio olio in cottura) oppure al cartoccio, morbido

e gustoso.

Se scegliete la cottura al forno, potete preparare anche il salmone in crosta di pistacchi o di sesamo,

restando comunque attenti a non esagerare con il quantitativo di frutta secca, già di per sè ricca di

grassi.

Se non vi piace cucinare, il salmone affumicato è un’ottima alternativa perché l’affumicatura è una

tecnica di conservazione che non altera le proprietà nutritive degli alimenti; nella scelta, preferite il

salmone selvaggio proveniente dall’Oceano Pacifico (tipo Sockeye) ma, se non riuscite a reperirlo,

vanno bene indifferentemente il norvegese, lo scozzese o l’irlandese.

Una volta tolto dalla confezione, vi consiglio di servire il salmone affumicato su delle tartine di pane

di segale e burro, oppure condito con una spruzzata di limone e una spolverata di pepe nero

macinato.

Uno dei miei abbinamenti preferiti con il salmone è il formaggio Philadelphia, un risultato cremoso

e dal gusto veramente unico; oltre alle solite tartine, potete creare delle polpette di salmone, con

cuore di formaggio e panatura di pan carrè o frutta secca tritata.

I pigroni troveranno al supermercato anche il salmone al naturale in comode lattine, da consumare

per condire i primi piatti (con zucchine, rucola, olive) o le insalatone estive.

Gli amanti della cucina giapponese non potranno esimersi dal salmone crudo, servito in ghiotti roll

con verdure e riso oppure in versione sashimi, più light rispetto ai rolls e da accompagnare sempre

con salsa di soia o salsa teryaki, o in tartare condite con succo di lime e su letto di avocado.

Insomma, in quanto al salmone, vi ho dato tante di quelle ricette che potrete dilettarvi ai fornelli

per almeno un mese consecutivo!

Ne avete altre da suggerire? Non esitate a scrivere!

 

Bruschette burrata e alici

Bruschette burrata e alici
Bruschette burrata e alici

Bruschette burrata e alici

La bruschetta è un classico piatto di origine contadina, molto diffuso in Italia ma anche in Spagna (dove viene chiamato tostadas), perfetto per riciclare il pane secco e consumarlo condito con ingredienti semplici come uno spicchio d’aglio e un filo di olio extravergine di oliva, qualche fetta di pomodoro, cipolla e basilico, patè (di olive, di carciofi, di funghi), verdure grigliate, affettati e carne macinata.

In questa ricetta, invece, ho preferito condire le bruschette con burrata fresca proveniente direttamente da Andria, un paesino lucano, e filetti di alici sott’olio.

La burrata è un formaggio fresco a pasta filata, realizzato con latte di mucca, prodotto in Puglia (nella zona delle Murge), molto simile alla mozzarella ma con una consistenza più morbida e filamentosa, perfetto da assaporare crudo, magari accostato a verdure grigliate o insalata fresca mista.

Se non amate la burrata, potete sostituirla con la mozzarella fiordilatte o un qualsiasi formaggio morbido come la ricotta o lo stracchino.

Queste bruschette burrata e alici rappresentano un happy hour o un antipasto in grado di deliziare il palato dei vostri ospiti: la morbidezza della burrata ben si sposa con la croccantezza del pane e il sapore deciso delle acciughe sott’olio.

 

 

Ingredienti per 6 bruschette:
3 fette di pane secco (sostituibili con crostini confezionati o fette di pan carrè)
150 gr di burrata
6 filetti di acciughe sott’olio

 

 

Procedimento:
Preriscaldare il forno a 220 gradi e rivestire una teglia di carta forno.
Tagliare la burrata a fette.
Dividere le fette di pane in due e adagiarle sulla teglia rivestita.
Cuocere le fette di pane in forno caldo per 5 minuti su ogni lato.
Sfornare e adagiare su ogni fetta di pane una fetta di burrata, quindi informare di nuovo per 1 minuto, giusto il tempo di far sciogliere la burrata.
Sfornare e decorare ogni bruschetta con un filetto di acciuga.
Servire subito.

Pinsa alla gricia

Pinsa alla gricia
Pinsa alla gricia

Pinsa alla gricia

Vivo a Roma da 6 anni ma solo ultimamente ho scoperto la “Pinsa”, una tipica pizza romana,

una sorta di focaccia di forma ovale preparata attraverso la macinazione dei cereali (miglio,

orzo, avena e farro), e con l’aggiunta di olio extravergine di oliva e sale.
La Pinsa inoltre si distingue dalla famosa pizza perché nell’impatto si usa acqua fredda e

non calda.

Nella mia ricetta, ho usato farina di grano tenero, farina di riso e farina di soia, certamente

un mix fantastico che mi ha permesso di ottenere un risultato finale soprattutto più digeribile

rispetto alla classica pizza, forse per via del mix di farine usate e per la lievitazione di

oltre 24 ore.

 

Ingredienti per 1 Pinsa:

130 gr di farina di grano tenero

35 gr di farina di riso

35 gr di farina di soia

1/2 bustina di lievito secco

Un pizzico di sale

1 cucchiaio di olio extravergine di oliva

150 ml di acqua fredda di frigorifero

4-5 cucchiai di parmigiano grattugiato

1/2 confezione di pancetta a cubetti

Pepe nero q.b.

 

 

Procedimento:

In una ciotola unire le 3 farine e poi aggiungere anche il lievito e mescolare.

Quindi aggiungere 120 ml di acqua fredda ed impastare per circa 3-4 minuti.

Unire il sale all’impasto ed impastare ancora quindi aggiungere anche l’olio e continuare ad impastare.

Aggiungere l’acqua fredda restante, impastare ancora per almeno 5 minuti.
Sistemare l’impasto della pinza in una ciotola e metterlo in frigorifero per minimo 24 ore.

Dopo 24 ore o anche più, stendere il composto su una spianatoia infarinata e lasciarlo riposare per circa 3 ore, in modo che raddoppi di volume.

Dopo 3 ore, ungere una teglia con un filo di olio e stendervi l’impasto.

Preriscaldare il forno a 200 gradi.

Condire la Pinsa con pecorino grattugiato, cubetti di pancetta e una spolverata di pepe nero.

Cuocere la Pinsa in forno caldo a 200 gradi per circa 10 minuti, o comunque fino a quando la Pinsa non sarà croccante all’esterno ma morbida dentro.

Sfornare e pappare!!!