Pan dei morti

Durante la ricorrenza dei morti, ogni città italiana ha  le proprie tradizioni culinarie e non. Giù in Sicilia si usa preparare i pupi di zucchero e la frutta di martorana, inoltre si fanno trovare dei pensierini per i bambini. Qui a Milano invece si usa il pan dei morti, un dolce che ho conosciuto soltanto pochi anni fa e che questa volta ho provato a riprodurre, con un soddisfacente risultato. Mi è piaciuto tantissimo e quindi mi sembra giusto diffondere anche questo dolce speziato e buono, dal sapore di altri tempi. E da voi? quali tradizioni si usano durante la ricorrenza dei morti? Scrivetemelo su Facebook (–> qui).

Pan dei morti
Pan dei morti

Tempo di preparazione: 1 ora

Ingredienti

  • 250 grammi di farina
  • 3 albumi
  • 100 grammi di fichi secchi
  • 100 grammi di uvetta
  • 450 grammi di biscotti secchi
  • 200 grammi di zucchero
  • 1 cucchiaio di bicarbonato
  • 2 cucchiaini di cannella in polvere
  • una manciata di mandorle secche
  • mezzo bicchiere di vino bianco dolce
  • zucchero al velo

Procedimento

  1. Mettete l’uvetta a mollo e lasciarla ammorbidire per una decina di minuti in acqua fredda.  Trascorso questo tempo Scolatela e strizzarla bene.
  2. Sbriciolate i biscotti, quindi tritate le mandorle spellate. Per ultimi sminuzzate i fichi.
  3. Unite tutto con la farina, il bicarbonato e la cannella in polvere.
  4. Montate gli albumi a neve ferma  ed incorporarli agli ingredienti secchi. Con delicatezza, mescolate dal basso verso l’altocon un cucchiaio di legno o un leccapentole (la spatola in silicone in pratica).
  5. Alla fine versate il vino bianco e mescolare per bene.
  6. Lasciate riposare l’impasto per 40 minuti coprendolo con uno strofinaccio.
  7. L’impasto si dovrà presentare omogeneo, se così non fosse, trascorso il tempo di riposo, aggiungete poca farina e zucchero in parti uguali e mescolate tutto.
  8. Preriscaldate il forno a 180° formate dei panetti ed adagiateli su una teglia foderata di cartaforno.
  9. Infornate per almeno 45 minuti o comunque fin quando il pane non è cotto e abbastanza friabile. Sfornate, lasciate intiepidire e spolveratevi sopra lo  zucchero al velo.

Pubblicato da ilmandorloinfioreblog

Mi chiamo Valentina Modica. Sono nata a Palermo il 22 maggio 1984 ma vivo a Milano da sei anni. Ho sempre amato l’arte e per questo ho deciso di diplomarmi al liceo artistico e successivamente di addentrarmi nel mondo della grafica pubblicitaria e della grafica web. Al termine degli studi ho intrapreso vari lavori, nei settori più disparati e distanti dalla mia formazione. Col tempo una mia grande e viscerale passione, ha cominciato a farsi spazio nella mia vita: la cucina. Da piccola cucinavo spesso con mia madre e guardavo incantata mia zia preparare moltissime leccornie nel suo ristorante. Della cucina della nonna ho, invece, sempre amato i profumi e i sapori della tradizione. Non so cosa, della cucina, mi attira e coinvolge tanto: forse il conforto quasi consolatorio che offre il profumo di una torta, forse, invece, la sensazione di benessere che si prova nell’offrire qualcosa di preparato con le proprio mani, forse ancora quell’atmosfera magica e misteriosa che fa sì che pesando, dosando, mescolando semplici ingredienti si potesse creare dolci o pani sontuosi, ma più probabilmente è la gestualità, paziente o decisa, a seconda delle circostante, che mi ha attirato. Amo il girare lento e ipnotico del cucchiaio di legno nella ciotola fino a quando burro e zucchero prendono consistenza amalgamandosi completamente; Amo misurare con il mestolo piccole porzioni di impasto da versarlo nelle cocotte. Amo vedere la pasta che abbraccia il suo condimento. Amo il lento sobbollire del sugo nella pentola di terracotta. Amo l’attesa trepidante dello sfornare un souffle. Da circa dieci anni ho un quaderno di ricette scritte a mano che comprendono molte mie ricette e altre ricette trascritte dal ricettario di mia madre. Un giorno ho deciso di copiate tutto al pc, da qui è nata l’idea del blog per condividere con altre persone le mie esperienze di cucina. Quando una notte di Luglio ho creato, quasi per gioco, "Mandorlo In Fiore Blog” non pensavo che avrei conosciuto così tante persone con cui confrontarmi e da cui imparare. La cucina è anche e soprattutto questo: convivialità, insegnamento e soprattutto, apprendimento e apertura nei confronti di culture e tradizioni diverse.