Olio di palma: ecco perché è meglio evitarlo

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da Altroconsumo del 13 gennaio 2015

olio di palmaPur essendo presente in tantissimi prodotti da forno industriali, l’olio di palma non piace ai consumatori. E, da quando la legge europea impone di dichiararlo esplicitamente tra gli ingredienti in etichetta (senza camuffarlo dietro la generica dicitura di “oli vegetali”), anche i produttori hanno iniziato a storcere il naso.

L’inversione di tendenza è iniziata e diverse grosse catene di supermercati hanno già dichiarato che questo grasso tropicale sparirà dai loro prodotti. Coop, Esselunga, Ikea e LD market MD hanno aderito alla petizione (disponibile su change.org) promossa da “Il fatto alimentare” che chiede l’abolizione dell’olio di palma.

OLIO DI PALMA: PER QUALI MOTIVI ANDREBBE EVITATO?

Ricco di grassi saturi, non proprio l’ideale
L’olio di palma non è da demonizzare: è meno dannoso del burro, dell’olio di cocco e dei famosi grassi idrogenati. In ambito produttivo è apprezzato perché è particolarmente versatile e, soprattutto, economico. Contiene però una grande quantità di grassi saturi, che possono incidere negativamente sul nostro sistema cardiovascolare. Sostituirlo, perciò, significa dare un piccolo vantaggio per la nostra salute, a patto che al suo posto venga utilizzata una materia grassa più sana, come l’olio di girasole.

Sostituirlo: un bene anche per l’ambiente
Da non sottovalutare anche l’enorme vantaggio per la salvaguardia dell’ambiente. La produzione dell’olio di palma, infatti, ha danneggiato tantissimi ecosistemi naturali e creato ampie zone di deforestazione. Una produzione massiccia che implica molti problemi ambientali e sociali. Visitando i campi dell’Indonesia, abbiamo proprio verificato che – complice una scarsa tutela legislativa – molte piantagioni hanno sostituito vaste aree forestali. Ecco il nostro reportage del settembre 2012.

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