Le ricette natalizie della Lady: trofiette con tonno e melograno

Arcaico, profondo, rosso come il sangue.
Il melograno è un frutto dal duplice significato. Il colore dei suoi chicchi, rosso come il sangue, rappresenta la vita e la morte collegati dalla membrana sottile, dal confine dell’essenza che non può dividerli.

Tutti noi pensiamo sempre che la Morte sia l’antagonista, che sia la fine di ogni cosa, che essa con il suo mantello ci porterà via le cose che amiamo di più. Non è proprio cosi, la morte segue il suo ciclo e viene vissuta come un momento di riposo. C’è chi ne ha terrore e non riesce ad accettarla e chi semplicemente, consapevole della sua presenza, riesce a godersi meglio la vita, con i suoi pro e i suoi contro. Il melograno vuole regalarci un messaggio, vuole darci un messaggio, donarci il suo splendido succo e la sua energia, vuole ricordarci lo splendore di una stella, della vita, del suo opposto: la fine.

Il Melograno collega due mondi sottili, il mondo della vita e della morte, a questo frutto infatti sono legate molteplici leggende che introducono l’argomento della vita e della morte.
Nonostante il melograno simboleggi la vita, è il sacrificio del Dio che apre il ponte tra i due mondi e ci conduce alla ricerca del vero e dei perché dell’esistenza. La Morte è la scintilla che innesca la reazione della rinascita, il passaggio alla nuova vita, un nuovo soffio di vita, un nuovo giro di ruota.

Narra una leggenda che Dioniso fu messo a bollire i un paiolo. Il suo sangue si mescolò ai liquidi dell’acqua e una volta versato sulla nuda terra nacque l’albero di Melograno.
Il tema della morte nella leggenda è il sacrificio simbolico del Dio, il suo “sacrificio” fa nascere l’albero che custodisce il frutto che dona la vita e la morte. Nell’antico Egitto e anche il Grecia si usava dipingere o creare un melograno in argilla, che sarebbe stato posto nelle tombe dei defunti, questo processo averebbe accompagnato l’anima prona poi a rinascere e tornare tra i vivi.
Particolare la leggenda di Dioniso. Non è più la donna con il suo sangue a fecondare la terra. Non viene menzionato il sangue mestruale, ma viene esposto alla luce il grande significato del sangue, uomo/virile, che grazie al suo potere di maschio, feconda la terra con il suo seme/sangue.
In un altra leggenda troviamo una popolazione che affonda le radici nell’Anatolia occidentale. Anche nel popolo dei Frigi troviamo il simbolo del melograno che viene collegato alla vita, alla morte, al sacrificio e alla rinascita.
Agados, la roccia un giorno decise di trasformarsi nella Grande Dea Madre. Sul proprio corpo dormiva il Dio del cielo, e una notte La Grande Dea lascio cadere dei semi. I semi toccarono l’utero e si bagnarono del seme vitale del Dio. Da questa unione feconda nacque Agdistis un dio indomabile. Dioniso se prese cura, poichè il piccolo dio fu abbandonato.
Agdistis era solito abbeverarsi alla fonte di vino e cadere spesso addormentato. Un giorno Dioniso, secondo la leggenda, lego il membro di Agdistis e lo strappò con forza. Mentre il sangue fecondo sgorgava dalla ferita, dalla terra nasceva il grande albero del melograno. Dopo pochi giorni La Dea Nana raccolse un frutto e ne ingoiò alcuni chicchi. Rimane incinta e dopo nove mesi diede alla luce Attis.

Come vediamo in questa leggenda, Dioniso diventa colui che sacrifica. Il sangue nuovamente viene legato al Melograno. Questo frutto diventa anche il frutto della vitalità, dalla morte, o dal taglio di qualcosa, nasce la vita, il liquido per eccellenza che crea e si posa all’interno del frutto. Il succo del melograno è rosso, come il vino simbolo di Dioniso, che dona l’ebbrezza, entrambi i liquidi sono rossi, e ricordano il sacrificio, il sangue e vengono sempre ricondotti al seme maschile che feconda la terra, utero della dea per dar luce all’Albero del Melograno.

Nell’ultima leggenda, il melograno assume il simbolo di ponte tra i mondi. Persefone, figlia di Demetra, viene rapita da Ade. La signora del Grano adirata per la perdita della figlia porta un inverno perpetuo sulla terra, preoccupato per la situazione dei mortali Zeus invia un messaggero ad Ade per chiedergli di liberare la Dea.
Persefone accetta questo compromesso, innamorato del suo sposo, mangia tre chicchi di melograno, frutto del mondo degli inferi. Sarà cosi “costretta” a vivere sei mesi in superficie e sei mesi negli inferi.
Nel mito appena descritto il frutto diventa un legame tra il mondo dei vivi e quello dei morti. La Leggenda fa riferimento al ciclo delle stagioni, al potere del cerchio della natura. Il passare del tempo e delle stagioni porta cosi il mutevole cambiamento sopra ogni cosa.

Ecco che il melograno assume un ruolo duale in tutte le leggende. La vita e la morte non si mescolano mai, non sono mai protagoniste o antagoniste, ma vengono legate alla simbologia di un frutto che detiene il potere del sacrificio, della morte e della rinascita. Il melograno diventa anche simbolo di fertilità e porta con e il seme maschile che infilandosi nelle pareti umide della terra (Utero) dona il via alla scintilla primaria della vita.

Questa introduzione era d’obbligo, nel proporvi una ricetta con questo frutto meraviglioso. Devo ringraziare il blog wwwlasoffittadellestreghe.it per questo articolo che ho trovato bello e suggestivo, ricco di significato, che trovate qui.
Dal canto mio, vi dico solo che il melograno (o melagrana) è un potente antiossidante ed è benefico per il nostro sistema immunitario, ricco di vitamina C ed utilissimo nella prevenzione dei tumori.
Meglio di così! Ecco per voi una ricetta semplice semplice, ma buonissima e che si adatta alla perfezione, in questi giorni di festività (anche tra una festa e l’altra!). Ve ne innamorerete!!!

melogranoLADY TROFIETTE AL TONNO CON MELOGRANO
Tempo di preparazione: 20 minuti circa
Ingredienti, per quattro persone
350 gr. di “Trofie” di semola di grano duro prodotte artigianalmente da P.K. Giordano;
1 melograno;
2 scatole di tonno sott’olio;
olio e.v.o. q.b.;
1 spicchio di aglio bianco;
sale q.b.

Preparazione

Aprite il melograno e ricavatene tutti i chicchi; frullate parte di essi per ottenerne il succo; pelate l’aglio ed incidetelo a croce. Fate sfrigolare lo spicchio di aglio in quattro cucchiai di olio e.v.o., poi aggiungetevi il tonno sgocciolato e amalgamate tutto a fiamma dolce; aggiungete il succo di melograno e fate cuocere per un altro minuto ancora, terminando con un pizzico di sale. In una pentola di acqua bollente e salata, cuocete le trofiette al dente; scolatele e versatele nel sughetto di tonno; amalgamate bene, impiattate e servite aggiungendo gli altri chicchi di melograno.
Buon appetito, dalla vostra Lady e a domani, con un’altra ricetta di Natale! 🙂

trofie-con-tonno-e-melograno

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