Strozzapreti alle verdure

Strozzapreti alle verdure… ma lo sapete che non mi ricordo come l’ho fatta questa pasta… sono qui da dieci minuti che guardo la foto e penso a cosa scrivere… sono quei casi in cui tiri fuori quel che c’è nel frigorifero e improvvisi… così faceva la nonna e quando le chiedevi di rifare quella ricetta lei ti accontentava… ma non era mai uguale… non era mai come la volta prima… E io mi dicevo che non sarei mai stata capace di cucinare così, come faceva lei… poi passano gli anni e “il mestiere” entra nelle ossa, l’esperienza insegna… allora anche tu apri il frigo e cucini… Aspettate ora mi concentro e vi racconto come preparare la ricetta che a guardarla bene questa è facile facile… Gli strozzapreti alle verdure, con piselli e zucchine sono un piatto semplice, delicato, colorato e saporito, una ricetta leggera e gustosa da arricchire a piacere con altre verdure di stagione o con l’aggiunta di speck e pancetta per ottenere un gusto più intenso.

Strozzapreti alle verdure
  • DifficoltàBassa
  • Tempo di preparazione15 Minuti
  • Tempo di cottura25 Minuti
  • Porzioni2 persone
  • Metodo di cotturaFornello
  • CucinaItaliana

Ingredienti

  • 180 gStrozzapreti (O altra pasta a scelta)
  • 2Zucchine
  • 100 gPiselli surgelati
  • 1/2Cipolla
  • 2 cucchiaiOlio extravergine d’oliva
  • q.b.Sale
  • q.b.Parmigiano Reggiano grattugiato

Preparazione

  1. Lavare le zucchine tagliarle a cubetti. Affettare sottilmente la cipolla e lasciarla insaporire in padella con l’olio extravergine d’oliva. Aggiungere le zucchine, i piselli, il dado vegetale fatto in casa, un mestolo d’acqua calda e cuocere per venticinque minuti circa: le verdure dovranno essere morbide ma non sfatte. Lessare la pasta in abbondante acqua salata, saltarla nel condimento, aggiungere il parmigiano grattugiato e servire subito.

Curiosità

Ma lo sapete quante leggende ruotano intorno all’origine del nome di questa pasta? Ve ne racconto qualcuna. Si dice che le massaie romagnole preparassero questo piatto per portarlo al prete del paese e i mariti auguravano al prete di strozzarsi mentre si gustava la pasta. Un’altra storia racconta che nei quartieri bassi napoletani un prete buongustaio e affamato mangiò con tale rapidità questa pasta da restare soffocato. E non è mica finita: si dice che un prete di ritorno da un pellegrinaggio si fermò a pranzare in un’osteria frequentata da gente malfamata e senza religione. L’oste alla vista del prete chiese alla moglie di preparare un piatto difficile da ingoiare col quale il prete si sarebbe strozzato. E ancora torniamo in Emilia Romagna dove a causa delle tasse imposte dallo Stato della chiesa i preti non erano ben visti e non potendo in alcun modo ribellarsi alla situazione fu inventato questo piatto da offrire al prete in visita perché si strozzasse mangiando. Un altro racconto dice che i preti comandavano che questa pasta fosse preparata senza le uova così i contadini dovevano arrangiarsi con acqua, sale e farina preparando una pietanza povera e auguravano al prete di strozzarsi mentre mangiava le uova. In realtà però è probabile che il nome derivi semplicemente dal gesto delle massaie che nel prepararla “strozzavano”, incavavano, arrotolavano la sfoglia per dare alla pasta la forma che la caratterizza.

Note

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