Rame di Napoli

A dispetto del nome, le rame di Napoli sono sicilianissime! Le origini di questa ricetta si sono un po’ sbiadite con il passare del tempo, ma si pensa che essa nacque al tempo in cui i Borboni fecero coniare e distribuire delle monete di rame, utilizzando una lega molto più economica rispetto al precedente oro. Si diffuse, perciò, fra i catanesi una sorta di burla: si diceva infatti, che il passo successivo all’utilizzo di monete di rame sarebbe stato quello di scambiarsi biscotti, invece che soldi. Così a Catania, per scherzo, crearono un biscotto realizzato con ingredienti poveri, chiamato proprio rama di Napoli.

Le rame di Napoli sono dolci tipici del giorno dei Morti. La tradizione vuole che i parenti defunti portino in dono ai bambini dolcetti e giocattoli e che loro, per ringraziarli, si rechino poi al cimitero a lasciare dei fiori. In fondo all’articolo vi scriverò un brano di Camilleri che spiega molto bene questa tradizione 🙂 Per ora parliamo della ricetta!

Negli anni il procedimento di questi biscotti si è un po’ modificato, tanto che, nell’ultimo decennio, nei panifici si trovano rame di Napoli ripiene di Nutella, che ovviamente non è un ingrediente tipico 😀 Oggi voglio lasciarvi la versione semplice, quanto più possibile vicino alla tradizione.

Il procedimento è semplice e i biscotti risulteranno morbidi e profumati. Mi sto dilungando in chiacchiere, vediamo subito gli ingredienti! 😀

rame di napoli catanesi ricetta tradizionale

Ingredienti per 15-20 biscotti:

  • 250 g di farina 0
  • 200 g di latte
  • 100 g di zucchero
  • 50 g di cacao amaro
  • 50 g di burro
  • 1 cucchiaio di marmellata di arance
  • 1 cucchiaio di miele
  • 10 g di lievito per dolci
  • 2 cucchiaini di cannella
  • 3 chiodi di garofano macinati
  • 1 pizzico di sale
  • 170 g di cioccolato fondente + 10 g di burro
  • pistacchi tritati q.b.

Rame di Napoli – Procedimento

Per velocizzare la preparazione, mi sono servita della mia nuovissima planetaria (era una scusa per provarla 😀 ), ma la ricetta non necessita per forza di strumentazioni elettroniche. Se preferite, potete utilizzare lo sbattitore elettrico o, tranquillamente, una frusta a mano.

Accendiamo il forno a 180°, statico, e foderiamo due ampie teglie di carta forno.

Nella ciotola della planetaria inseriamo il burro leggermente ammorbidito, lo zucchero, il cacao, il latte, la marmellata, il miele, la cannella in polvere, i chiodi di garofano e un pizzico di sale. Azioniamo il gancio a foglia e amalgamiamo gli ingredienti.

Setacciamo la farina con il lievito e aggiungiamo il tutto al composto di cacao. Amalgamiamo con la foglia fino a quando la farina non sarà completamente incorporata.

Aiutandoci con due cucchiai, preleviamo un po’ di impasto, che resterà morbido e non lavorabile a mano, e creiamo dei “mucchietti” nelle teglie foderate, avendo cura di distanziarli fra loro perchè in cottura gonfieranno un po’.

Inforniamo per circa 15 minuti, scambiando la posizione delle teglie a metà cottura. Lasciamo raffreddare 5 minuti in forno spento, quindi sforniamo e, delicatamente, trasferiamo i biscotti su una gratella. Aspettiamo che raffreddino completamente.

Quando le rame saranno fredde, sciogliamo a bagnomaria il cioccolato fondente e il burro, aspettiamo 2-3 minuti e versiamo la glassa sui biscotti, spalmandola con il dorso di un cucchiaio.

Cospargiamo i biscotti con del pistacchio tritato e attendiamo, con un po’ di pazienza, che la glassa di asciughi completamente. Non mettiamo le rame in frigo.

Le rame di Napoli sono finalmente pronte!

rame di napoli ricetta siciliana della tradizione

Un consiglio in più

Qualora voleste provare la versione più moderna ecco QUI la versione con la Nutella e QUI quella super goduriosa con la crema di pistacchi!

“Fino al 1943, nella nottata che passava tra il primo e il due di novembre, ogni casa siciliana dove c’era un picciliddro si popolava di morti a lui familiari. Non fantasmi col linzòlo bianco e con lo scrùscio di catene, si badi bene, non quelli che fanno spavento, ma tali e quali si vedevano nelle fotografie esposte in salotto, consunti, il mezzo sorriso d’occasione stampato sulla faccia, il vestito buono stirato a regola d’arte, non facevano nessuna differenza coi vivi. Noi nicareddri, prima di andarci a coricare, mettevamo sotto il letto un cesto di vimini (la grandezza variava a seconda dei soldi che c’erano in famiglia) che nottetempo i cari morti avrebbero riempito di dolci e di regali che avremmo trovato il 2 mattina, al risveglio.

Eccitati, sudatizzi, faticavamo a pigliare sonno: volevamo vederli, i nostri morti, mentre con passo leggero venivano al letto, ci facevano una carezza, si calavano a pigliare il cesto. Dopo un sonno agitato ci svegliavamo all’alba per andare alla cerca. Perché i morti avevano voglia di giocare con noi, di darci spasso, e perciò il cesto non lo rimettevano dove l’avevano trovato, ma andavano a nasconderlo accuratamente, bisognava cercarlo casa casa. Mai più riproverò il batticuore della trovatura quando sopra un armadio o darrè una porta scoprivo il cesto stracolmo. I giocattoli erano trenini di latta, automobiline di legno, bambole di pezza, cubi di legno che formavano paesaggi. Avevo 8 anni quando nonno Giuseppe, lungamente supplicato nelle mie preghiere, mi portò dall’aldilà il mitico Meccano e per la felicità mi scoppiò qualche linea di febbre.

[…]  A un certo momento della matinata, pettinati e col vestito in ordine, andavamo con la famiglia al camposanto a salutare e a ringraziare i morti. Per noi picciliddri era una festa, sciamavamo lungo i viottoli per incontrarci con gli amici, i compagni di scuola: «Che ti portarono quest’anno i morti?». […] Insomma il 2 di novembre ricambiavamo la visita che i morti ci avevano fatto il giorno avanti: non era un rito, ma un’affettuosa consuetudine.”

(Andrea Camilleri – Racconti Quotidiani)

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2 Risposte a “Rame di Napoli”

  1. Wow grazie cara per questa ricettina, ma le posso farcire con della mortadella? Secondo me il connubio dolce-salato viene una gustosità unica! Oggi pomeriggio mi metterò ai fornelli… mio marito mi ha comprato un cd di gianni celeste (che sa quanto adoro) quindi yeeeeeehhhh si cucina!!! Un carissimo saluto, Addolorata.

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