Caponata di melanzane

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Cos’è la caponata?

è un incredibile mix di sapori in agrodolce capeggiati dalle melanzane fritte.

Viene utilizzata come antipasto o contorno e può essere conservata in barattoli sterilizzati per alcuni mesi (anche se solitamente a me non dura tanto perchè viene finita in fretta).

vi consiglio di seguire le indicazioni di questo sito per imparare a sterilizzare in maniera adeguata di barattoli per le vostre conserve.

 

Caponata di melanzane
Caponata di melanzan

 

Ingredienti:

  • 2 Melanzane (tagliate a cubetti e messe per una notte in acqua e sale per togliere l’amaro)
  • 80 gr di olive tagliate a pezzetti
  • 1 Gambo di sedano
  • 30 gr Capperi (che dovranno esser lasciati una notte in abbondante acqua)
  • 1 Cipolla
  • 1 Bicchierino di aceto bianco
  • 3/4 Bicchierino di zucchero
  • Salsa di pomodoro (o due scatole di pomodoro a pezzettoni in scatola)

Procedimento:

 

1.  Mettere i capperi a bagno per una notte in acqua fredda.  Il giorno dopo cambiare l’acqua e lasciarli a bagno per un’ora, poi sciacquarli prima di utilizzarli. 

Capperi
Capperi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2. Friggete le melanzane in olio bollente. Quando saranno dorate sgocciolatela con la paletta forata e asciugatele su carta assorbente.

3. Bollire il sedano tagliato a  tocchetti. 

Sedano
Sedano

 

 

 

 

 

 

 

 

 


4. Soffriggere la cipolla ed allungare con un bicchierino di aceto e 3/4 di bicchierino di zucchero

preparazione caponata di melanzane
preparazione caponata di melanzane

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

5. Aggiungere la salsa di pomodoro o sue scatole di pomodoro a pezzettoni. Girare tutto ed aggiungere il sedano bollito le olive tagliate a pezzetti e i capperi. Lasciate riscaldare il tutto ed aggiungere le melanzane.

 

Olive
Olive
Caponata di melanzane
Caponata di melanzane

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Se vi sembrerà troppo secca aggiungete altro pomodoro

 

Caponata di melanzane
Caponata di melanzane

 

 

 

 

Pubblicato da ilmandorloinfioreblog

Mi chiamo Valentina Modica. Sono nata a Palermo il 22 maggio 1984 ma vivo a Milano da sei anni. Ho sempre amato l’arte e per questo ho deciso di diplomarmi al liceo artistico e successivamente di addentrarmi nel mondo della grafica pubblicitaria e della grafica web. Al termine degli studi ho intrapreso vari lavori, nei settori più disparati e distanti dalla mia formazione. Col tempo una mia grande e viscerale passione, ha cominciato a farsi spazio nella mia vita: la cucina. Da piccola cucinavo spesso con mia madre e guardavo incantata mia zia preparare moltissime leccornie nel suo ristorante. Della cucina della nonna ho, invece, sempre amato i profumi e i sapori della tradizione. Non so cosa, della cucina, mi attira e coinvolge tanto: forse il conforto quasi consolatorio che offre il profumo di una torta, forse, invece, la sensazione di benessere che si prova nell’offrire qualcosa di preparato con le proprio mani, forse ancora quell’atmosfera magica e misteriosa che fa sì che pesando, dosando, mescolando semplici ingredienti si potesse creare dolci o pani sontuosi, ma più probabilmente è la gestualità, paziente o decisa, a seconda delle circostante, che mi ha attirato. Amo il girare lento e ipnotico del cucchiaio di legno nella ciotola fino a quando burro e zucchero prendono consistenza amalgamandosi completamente; Amo misurare con il mestolo piccole porzioni di impasto da versarlo nelle cocotte. Amo vedere la pasta che abbraccia il suo condimento. Amo il lento sobbollire del sugo nella pentola di terracotta. Amo l’attesa trepidante dello sfornare un souffle. Da circa dieci anni ho un quaderno di ricette scritte a mano che comprendono molte mie ricette e altre ricette trascritte dal ricettario di mia madre. Un giorno ho deciso di copiate tutto al pc, da qui è nata l’idea del blog per condividere con altre persone le mie esperienze di cucina. Quando una notte di Luglio ho creato, quasi per gioco, "Mandorlo In Fiore Blog” non pensavo che avrei conosciuto così tante persone con cui confrontarmi e da cui imparare. La cucina è anche e soprattutto questo: convivialità, insegnamento e soprattutto, apprendimento e apertura nei confronti di culture e tradizioni diverse.