Il cotechino Deve il suo nome alla cotica, la cotenna di maiale, e prende nomi locali a seconda della zona in cui viene prodotto. La tradizione vuole che sia il piatto che si consuma il primo giorno dell’anno (o l’ultimo) accompagnato dalle lenticchie.
Il cotechino molto più antico dello zampone,è nato come insaccato povero: veniva consumato abitualmente col minestrone e con la zuppa di legumi. Lo facevano, ovviamente a mano, i “lardaroli e salsicciari” modenesi, gli ex “beccai”, che si riunirono in corporazione autonoma solo a partire dal 1547. Ma è di circa duecento anni dopo: del 1745 la prima citazione ufficiale del cotechino: in un “calmiere” ne viene indicato il prezzo, e la prima ricetta compare l’anno successivo. Praticamente l’altro ieri, se si pensa che la prima raffigurazione di un salame è stata trovata a Tebe nella tomba di Ramsete II, e risale al 1166 a.C.
Fonti: https://it.wikipedia.org/wiki/Cotechino
http://www.cotechino.it/origine.htm
Ingredienti:
-1 cotechino precotto
-1 rotolo di pasta sfoglia
-Verza o biete a foglie larghe q.b.
-Sale q.b.
-Olio evo q.b.
Preparazione:
Bollire il cotechino come riportato sulla confezione. Dopo la cottura privarlo della pelle e farlo raffreddare. Nel frattempo sbollentare qualche foglia di verza o bieta.
Stendere la pasta sfoglia e bucherellarla, ricoprirla con le foglie di bieta o verza aggiustando di sale e pepe. Porre il cotechino nella parte iniziale della sfoglia e avvolgere come si fa con un rotolo. Cuocere in forno a 180 gradi per 35-40 minuti.