Lemon bars – barrette al limone senza forno

Lemon bars - barrette al limone senza forno

Queste Lemon Bars sono un po’ diverse dal solito, infatti la base non si cuoce in forno, e non sono sormontate dalla classica crema al limone fatta con le uova. per farle ho preso spunto dal programma Twins, Gemelle in Cucina, dove Tony Brancatisano (una famosa cake designer) propone dei dolci tipici della sua terra (Australia) e quindi di conseguenza del mondo anglosassone.
le ho un po’ rivisitate, o meglio ho cambiato le proporzioni degli ingredienti. infatti secondo me le dosi che ho preso dalla trasmissione erano sbagliate (le ho controlle anche su internet per sicurezza), ho fatto solo metà dose perché non volevo fare 1000 barrette, e quando sono andata a mettere gli ingredienti umidi nei solidi erano troppo pochi, gli ingredienti asciutti rimanevano troppo secchi e non legavano, così ho aggiunto gli umidi mano mano fino a che non ho ottenuto una consistenza che ritenevo che si sarebbe compattata in frigo per formare la base delle Lemon bars.
nfatti la base è simile a quella del cheesecake, biscotti secchi tritati (tipo Oro Saiwa), cocco rapè per quanto riguarda gli ingredienti solidi, burro e latte consensato per quanto riguarda gli ingredienti liquidi. poi si mette tutto in frigo a compattare.

Rum balls…senza rum – tartufini inglesi

Rum balls...senza rum - tartufini inglesi

Come fai se ci sono dei dolcetti inglesi che si chiamano Rum balls e sono base di rum e tu gli alcolici non li puoi bere per problemi di salute?
beh prendi la ricetta, la rivoluzioni completamente e la fai tua. cosi inventi i Rum balls…senza rum. un compromesso tra la ricetta originale e le tue esigenze personali.
e forse forse…ti esce pure una buona ricetta, incredibile ma vero!!!
i Rum balls sono dei dolcetti tipici inglesi, simili ai nostri tartufi, gli ingredienti base sono molteplici e mutevoli: rum appunto, cocco, cacao, biscotti tritati, latte condensato, marmellata, nocciole, noci e chi più ne ha più ne metta, mescolati e abbinati in diverse combinazioni. insomma, non esiste una vera e propria ricetta originale a cui appellarsi.
questo da una libertà di movimento incredibile. così li ho un po’ italianizzati, usando le mandorle. ho aggiunto poi fiocchi d’avena e cocco per dargli consistenza e latte condensato per la dolcezza e per tenerli assieme.

Cheesecake panna e philadelphia in 5 minuti

Adoro il formaggio, di ogni tipo, fresco o stagionato, morbido o compatto, dolce o salato (amo il pecorino romano, anche da mangiare così a pezzetti, così salato che poi devi scolarti due litri di acqua e non bastano minimamente per placarti la sete!)…quidi come potrei non amare il cheesecake?
è l’incontro tra due cose che mi piacciono tantissimo, i formaggi e i dolci. quale binomio migliore?
come probabilmente saprete esistono due tipi di cheesecake, quelli cotti e quelli crudi. hanno più o meno lo stesso tipo di preparazione, si fa una base di biscotti (solitamente Digestive), poi un ripieno di formaggi, panna, latte condensato e aromi, che possono variare dal semplice limone, alla vaniglia, al cioccolato, alla nutella, al cocco, o qualsiasi cosa la fantasia ci suggerisca, e qui il procedimento si divide in due strade. o si aggiungono le uova (e spesso un pizzico di farina o maizena per aiutare a condensare) e si mette in forno, oppure la gelatina (o colla di pesce) e si mette in frigo.

Mini crostata di mele in vasetto – Apple pie in a jar

Navigando l’immensa onda del web ci si può imbattere in idee davvero brillanti e innovative. è cosi che mi sono imbattuta in questi mini-capolavori di pasticceria domestica.
Il nome inglese è “Apple pie in a jar” che letteralmente significa “torta di mele in barattolo/vasetto”. cosa fosse esattamente questo barattolo però mi sfuggiva. ho guardato centinaia e centinaia di foto e vedevo questi minibarattoli di vetro, e non capivo dove acquistarli, se era vetro apposito, temperato, antifuoco, antiesplosione, antipanico.
tutto il mondo sembrava avere sti cappero di vasetti tranne me.
allora ho deciso di fare una cosa di impulso. ho preso i vasetti della panna acida, che erano perfetti come grandezza, ne avevo due, poi ho preso due vasetti di quelli apri e chiudi, con la guarnizione di gomma e la levetta di ferro, ho smontato le parti mobili e rovinabili in forno (gomma e ferro appunto) togliendo cosi anche il tappo….e mi son detta: “o la va o la spacca”. letteralmente. nel senso che se i vasetti non avessero retto sarebbero esplosi in forno, e avrei dovuto buttare via tutto quanto.