Enologica 2019

Sono solo 20 i km di territorio che impediscono all’Emilia Romagna di tagliare completamente lo stivale da est ad ovest: questa sua particolare conformazione geografica fa di questa splendida regione un caso unico al mondo. Sono Emiliano di adozione, anch’io non ho saputo resistere al modus vivendi di questo splendido popolo che unisce l’operosità e la dedizione al piacere della convivialità.

Enologica Bologna ne è la conferma. Quest’anno, oramai alla sua sesta edizione con il tema “turismo e accoglienza”, nata da un’idea dell’enoteca regionale Emilia Romagna (presa a modello italiano sia sotto il profilo divulgativo che commerciale), ha sbaragliato tutti i più rosei risultati che ci si potesse aspettare, facendo pensare ad una futura edizione anche al di fuori del comune felsineo.

Degna di nota è la numerosa partecipazione dei giovani che, sempre di più, si avvicinano al mondo del vino, qualcuno in punta di piedi e qualcun altro con maggiore sfrontatezza, ma con la stessa curiosità che contraddistingue un popolo “assetato” di conoscenza.

E quindi qual è il miglior sistema per far conoscere una regione italiana al grande pubblico, se non attraverso il vino e le sue tradizioni culinarie?

Quest’anno Enologica Bologna ha voluto percorrere tutta la via Emilia (che in sostanza solca l’Italia un po’ come il vallo di Adriano in Scozia) attraverso un percorso sensoriale che abbinasse la cucina al “buon bere”.

Per questo motivo Enoteca regionale Emilia Romagna si è appoggiata, anche per questa edizione, a GlobetrotterGourmet agency, che ha saputo coordinare ed organizzare con assoluta professionalità gli show cooking di 9 chef del territorio ed i wine talk “via Emilia” (moderati e “degustati” da Adua Villa) percorrendo virtualmente (ma non troppo) la via Emilia nella sua interezza che, per gli assenti giustificati, ha raccontato l’edizione di Enologica Bologna 2019 attraverso i canali ufficiali dell’Enoteca Regionale Emilia Romagna: dirette in Instagram, stories Facebook e tramite un video riassuntivo sintesi dei contenuti trattati giorno per giorno.

Personalmente ho avuto il piacere di partecipare a due “via Emilia cooking & Wine Talk”, il primo accompagnando un calice di Sangiovese ed uno di Lambrusco ad un piatto dello chef Daniele Bendanti di “Oltre” Bologna: il piatto consisteva in una rivisitazione del taco latino, con ragù alla bolognese di pancetta di maiale e cartella (il diaframma) di bovino speziati, panna acida e un’insalata di pomodori e sedano. Un’esplosione multietnica in bocca, che ha saputo scardinare i dogmi del ragù felsineo abbinandolo alla semplicità di un impasto “povero” a base di acqua e farina di mais.

Il secondo talk ha visto l’ars oratoria del sommelier campione del mondo Luca Gardini che ha saputo, con la sua straordinaria memoria olfattiva, prenderci per mano e farci scoprire i profumi ed i sapori più o meno comuni, che 8 produttori di Sangiovese riescono a riprodurre nelle loro bottiglie. Lo chef in questo caso è un altro Daniele (Repetti) che nel suo stellato “Nido del picchio” in provincia di Piacenza, propone il piatto che abbiamo avuto il piacere di assaggiare: i cappelletti di pomodoro in acqua di pomodoro. Anche in questo caso la profonda conoscenza dell’ingrediente principe del piatto, che viene scomposto nelle sue forme più elementari (la conserva di pomodoro, che il 90% degli italiani avrà certamente fatto almeno una volta nella vita), l’acqua di vegetazione ed un olio dei suoi fiori. La delicatezza e la semplicità dei sapori mi hanno rimandato a ricordi giovanili, in un viaggio nel tempo che ha saputo cullarmi per tutta la durata della degustazione.

Parliamo ora del premio “Carta canta” che, arrivato alla sua 4° edizione da un’idea di Enoteca Regionale Emilia Romagna e gestito dalla Sommelier Adua Villa, ha eletto gli ambasciatori del vino regionale in Emilia Romagna e nel mondo, premiando quest’anno anche un ristorante italiano in Giappone.

E come non citare “Divinea”, portale nato solo alcuni mesi fa ad opera di alcuni giovani ingegneri rampanti appassionati di vino, che offre informazione riguardo le strutture ricettive e le cantine, suddivise per regione: una vera miniera per i cultori del prezioso nettare di Bacco.

Non sono ovviamente mancati gli ospiti istituzionali, come il Presidente di enoteca regionale Emilia Romagna Pierluigi Sciolette, il Direttore Ambrogio Manzi e quelli noti anche ai non addetti ai lavori, come la giornalista di GQ Italia Laura Pacelli o Riccardo Gabriele dell’agenzia PR “Comunicare il vino” che con il suo intervento estremamente interessante ha fatto comprendere al meglio il lavoro che può essere sviluppato nell’ambito della comunicazione delle aziende.

Come avrete certamente capito Enologica Bologna 2019 ha tutti i numeri giusti per ribadire la sua importanza in Emilia Romagna, in Italia e nel mondo, confermando un’altra volta quanto questa magnifica regione sia il cardine d’Italia, perfetto collegamento tra nord e sud e tra l’est e l’ovest.