Mustazzeddu o prazzira

Mustazzeddu o prazzira, o pani cun tammatta, siamo in Sardegna e quando si parla di ricette regionali riuscire a trovare il nome giusto di un piatto tipico è un impresa non indifferente, io che amo le tradizioni e ne voglio conoscere la storia quindi cerco di documentarmi il più possibile.
Stando a ciò che ho trovato online di questo pizza sarda, perchè non è altro che una sorta di pizza antica.. sa prazzira è tipica di San Vito, dove si svolge anche un importante sagra, Sagra de sa prazzira e de sa pezz’e craba (carne di capra).
A San Vito questa pizza viene farcita con pomodori e melanzane, o in alcuni casi anche con altri ingredienti, si condisce poi con basilico, aglio a piacere e un buon olio extravergine.
Nel Sulcis Iglesiente, come raccontavo prima, il suo nome è Mustazzeddu e si prepara con i pomodori ma senza melanzane.
Si narra che ad inventarla siano state le suore, durante lunghi periodi di magra in modo da poter portare ai più poveri un piatto unico, al posto del semplice pane.
Ma ora che abbiamo chiarito i vari nomi e abbiamo capito che alla fine è lo stesso piatto che si può preparare con qualche ingrediente diverso e con diverso nome in base alla zona ho voglia di spendere qualche parola per un’altra cosa che mi affascina, quindi continuate a leggere..
Avrete tutti sentito parlare del Grano Cappelli, la sua storia parte fin dagli inizi del Novecento, quando durante degli studi, si scoprirono pregi e benefici di questo grano, purtroppo poi quasi estinto negli ultimi decenni, ma fortunatamente attualmente tornato sulle nostre tavole.
Il Grano Cappelli è una qualità molto pregiata, le sue spighe sono altissime, arrivano fino a un metro e ottanta e le ariste lunghe e nere, vanta inoltre di non aver subito nessun intervento genetico o chimico, senza irraggiamenti radioattivi come purtroppo invece accade in altre realtà.
Questo grano viene macinato intero con il suo germe, è ricco di vitamine e contiene glutine naturale altamente digeribile.
Tanti anni fa il grano Cappelli fu proclamato  “razza eletta” e oggi il Consorzio sardo grano Cappelli lavora perchè possa primeggiare ancora nelle nostre tavole.
Tanta storia su un piatto da raccontare e tanta storia su un grano che va raccontato, ma questo perchè amo la storia del cibo e mangiare bene e credo che certe cose debbano essere scritte e mai dimenticate..
Un pensiero da parte mia da aggiungere va al Consorzio sardo Cappelli, non amo spendere parole di troppo per un qualunque prodotto, ma aprire un sacchetto di farina e vedere la diversità nel colore, nel tatto e poterne sentire anche il profumo non capita tutti i giorni..

Mustazzeddu o prazzira
  • Preparazione: 45/50 Minuti
  • Cottura: 45 Minuti
  • Difficoltà: Bassa
  • Porzioni: 4/5 persone
  • Costo: Molto economico

Ingredienti

Per la base

  • 350 g semola di grano duro
  • 150 g Farina di grano duro
  • 320 ml Acqua
  • 80 g Lievito madre (2 gr di lievito di birra fresco)
  • 1 cucchiaio Olio extravergine d'oliva
  • 15 g Sale

Per il ripieno

  • 600/700 g Pomodorini
  • 1/2 spicchi Aglio
  • basilico
  • Olio extravergine d'oliva
  • q.b. Sale
  • pepe (a piacere)

Preparazione

  1. Versate la farina e il lievito nell’impastatrice, aggiungete l’acqua in modo graduale, iniziate a lavorare l’impasto, lavoratelo bene fino ad incordarsi perfettamente, poco prima di finire l’acqua aggiungete anche il sale, quando il vostro impasto sarà ormai liscio, elastico e omogeneo aggiungete l’olio e continuate la lavorazione per pochi minuti.
    Adagiate il vostro impasto su una ciotola con un filo d’olio, copritelo con pellicola e lasciatelo lievitare fino a raddoppiare di volume, utilizzando il lievito madre o poco lievito come previsto dalla ricetta ci potrebbe volere una notte intera, i tempi possono variare in base alla temperatura, quindi se decidete di prepararlo in inverno copritelo ulteriormente.

  2. Una volta  che il vostro impasto sarà raddoppiato di volume, dividetelo in due parti, formate due palline e lasciatele lievitare di nuovo, per un’ora circa, sempre coperte da pellicola, infarinate un piano da lavoro e stendete le due palline con un mattarello.

  3. Tagliate i pomodori a pezzetti e versateli in una ciotola, conditeli con il sale necessario, il pepe a piacere e il basilico fresco, mescolate bene, sgocciolateli e versateli al centro dei due dischi di impasto.
    Aggiungete un filo d’olio e ripiegate i bordi verso il centro di ogni “pizza”, adagiateli su teglie infarinate e fate cuocere a 220° per 30/40 minuti circa, i tempi possono variare in base al forno, valutate la doratura.
    Potete portare su mustazzeddu/prazzira a tavola sia appena sfornato che freddo, ottimo se aspettate un po’, in modo da servirlo almeno tiepido, non vi resta che tagliare a fette e servire!

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Consigli

Se volete ridurre i tempi di lievitazione, vi basterà aggiungere un po’ di lievito, io scelgo sempre di utilizzare poco lievito per ottenere dei lievitati qualitativamente migliori e più digeribili.

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7 Risposte a “Mustazzeddu o prazzira”

    1. Ciao Paola, è una ricetta estiva ma effettivamente accendere il forno con il caldo non è piacevole, la dieta è una brutta compagnia, ma si può fare e sgarrare ogni tanto!

    1. Ciao Eleonora, grazie a te, si, dovrai solo diminuire leggermente la dose dell’acqua, fammi sapere!

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