Pizzonta abruzzese

La pizzonta abruzzese, o secondo il nostro dialetto “pizz’onta”, la pizza unta o pizza fritta, (oggi direi anche uno street food ma di tradizione) che da me è anche la “frittella del mare” quella che si mangia in spiaggia rigorosamente dopo il bagno, è una preparazione povera, una ricetta antica, la ricetta della nonna nella cui cucina tutto veniva riciclato e nulla veniva buttato o sprecato. La pizzonta si preparava infatti quando in casa s’impastavano pane e pizze: con una parte di impasto si formavano delle palline che venivano allargate con le mani e poi fritte in olio bollente. Da gustare assolutamente calda la pizzonta abruzzese nella sua versione salata (con il sale sopra) si accompagna con i salumi, i formaggi e naturalmente con gli arrosticini! Assolutamente irresistibile! Sono tante le versioni della pizzonta abruzzese, come sempre accade per le ricette tipiche e tradizionali ogni casa, ogni famiglia ha la sua: questa è quella che la mia mamma prepara da sempre e chi lo sa da dove arriva…

Pizzonta abruzzese Cucina vista mare
  • DifficoltàMedia
  • CostoEconomico
  • Tempo di preparazione25 Minuti
  • Tempo di riposo3 Ore 10 Minuti
  • Porzioni8 pizzonte
  • Metodo di cotturaFrittura
  • CucinaItaliana

Ingredienti

  • 500 gfarina 0
  • 300 glatte (tiepido)
  • 30 golio extravergine d’oliva
  • 15 glievito di birra fresco
  • 2 cucchiainizucchero
  • 1 cucchiainosale

Preparazione

  1. Pizzonta abruzzese Cucina vista mare

    Sciogliere il lievito nel latte tiepido (se non siete certi della temperatura del latte utilizzatelo a temperatura ambiente). Nella ciotola della planetaria (ma potete procedere anche a mano utilizzando semplicemente una ciotola) amalgamare la farina con lo zucchero e l’olio. Unire poco alla volta il latte con il lievito di birra continuando a lavorare. Infine aggiungere il sale. Quando il panetto sarà liscio e omogeneo riporlo all’interno di una ciotola leggermente infarinata e lasciarlo lievitare per tre ore.

    Trascorso il tempo di lievitazione trasferire il panetto sul piano di lavoro e dividerlo in otto parti uguali (la cosa migliore è pesarlo e poi dividerlo), formare delle palline, coprirle con un canovaccio e lasciarle riposare dieci minuti. Se preferite delle pizzonte con più bolle dopo aver diviso l’impasto allargare subito ogni panetto ottenuto stendendolo con le mani, disporre le pizzonte sul piano di lavoro una accanto all’altra, coprirle e lasciarle lievitare mezz’ora prima di procedere alla frittura.

    Scaldare l’olio in una padella per frittura (la temperatura dell’olio dovrebbe essere tra i 170 e i 180 °C). Con le mani allargare le palline stendendole con le mani: dovranno avere uno spessore di un centimetro circa. Non appena l’olio sarà a temperatura friggere una pizzonta alla volta facendola dorare su entrambi i lati.

    Lasciar scolare le pizzonte su carta assorbente o su carta per fritti poi salare e servire immediatamente.

Note

Per friggere potete scegliere l’olio che preferite: quello d’oliva ha un punto di fumo a 180 °C quindi perfetto per le fritture ma personalmente trovo che il gusto che si ottiene sia troppo forte e intenso. Per questo prediligo l’olio di semi, in particolare quello di arachide che ha ugualmente un punto di fumo alto (210 °C). Potete utilizzare anche lo strutto se siete abituati che con molta probabilità era anche il grasso che utilizzavano le nonne per friggere la pizzonta. Anche lo strutto ha un punto di fumo elevato (210 °C).

Oggi non c’è sagra di paese dove non venga servita la pizzonta sia nella sua versione salata (con il sale sopra) sia nella versione dolce con lo zucchero.

Le pizzonte non si conservano! Vanno cotte e mangiate!

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