L’asparago, difficile da coltivare, ma buonissimo da mangiare!

L’asparago è ortaggio con una coltivazione poliennale della famiglia delle liliacee, insieme ad aglio, porro e cipolla. Trattasi di un ortaggio difficile da coltivare che richiede molto lavoro.

La coltivazione parte da una semina in primavera per poi essere trapiantato a giugno in un’asparagiaia, un impianto grande mantenuto per una decina d’anni, non adatto ai piccoli orti urbani e che impiega alcuni anni prima di entrare in produzione. Parliamo di una coltivazione complessa ma che una volta ultimata, darà grandi soddisfazioni.

Necessita di un terreno molto drenante, meglio se sabbioso, e va concimato a fondo, permettendogli di assorbire una buona dose di nutrimento come compost, letame e concime.

Durante i primi due anni di coltivazione la pianta va curata evitando la proliferazione di parassiti ed erbacce, va irrigata con costanza, lasciando sempre il terreno umido, evitando allo stesso tempo i ristagni d’acqua e arsure.

Dal terzo anno di coltivazione, di norma tra aprile e giugno, si può procedere con la raccolta tagliando con un coltellino, appena sotto il livello del terreno, le piante che hanno raggiunto i 12 cm di altezza.

In Italia esistono diverse varietà:

  • asparago comune: venne inizialmente coltivato dagli antichi Romani, lo si può trovare in tutta la penisola, tranne in Sardegna. Si presenta di colore verde, con un sapore dolciastro e molto gradevole.
  • asparago amaro: è una specie rara che si può trovare nelle coste Adriatiche, oppure nel Lazio e in Sardegna.
  • asparago selvatico: specie abbastanza insolita presente in alcuni frutteti o oliveti delle alpi, Liguria, Italia centrale, Sicilia e Sardegna.
  • asparago di mare o salicornia: dal sapore salino e gustoso cresce nei litorali sabbiosi e paludosi in alcune coste italiane.
  • asparago spinoso: facilmente riconoscibile per le foglie spinose, fu in passato utilizzato dagli spazzacamini per ripulire le canne fumarie, è possibile trovarlo adiacente a muri e siepi in Sardegna e Sicilia.
  • asparago bianco: presenta un fusto legnoso e di colore bianco per la coltivazione in assenza di luce, molto comune in Sicilia e Sardegna e Veneto, delicato, tenero e dolciastro.
  • asparago di Pastor: specie rara presente nelle aree litoranee della SIcilia.

Altre varietà: asparago bianco di Padova, bianco di Rivoli Veronese, rosa di Mezzago, verde di Altedo, verde amaro Montine, violetto di Albenga e violetto di Cilavegna.

In Veneto possiamo trovare specie riconosciute come l’Asparago bianco di Cimadolmo IGP, Asparago di Badoere IGP e Asparago di Bassano IGP.

Proprietà:

Ortaggio molto prezioso in cui possiamo trovare polifenoli e una buona dose di sali minerali come potassio, fosforo, calcio, magnesio, manganese, ferro e zinco(in ordine di quantità), oltre a vitamine A, del gruppo B e C.

L’asparago, soprattutto se selvatico contiene una buona quantità di triptofano, precursore della serotonina, l’ormone responsabile del buon umore.

Ha un effetto diuretico, aiutando a combattere la ritenzione idrica, poco calorico e con elevato indice di sazietà, ottimo quindi per chi ha problemi di peso.

Riduce la pressione arteriosa, contrastando così l’ipertensione e preservando le funzioni renali. Inoltre gli asparagi sono ricchi di rutina, una sostanza che migliora il microcircolo, rendendo più elastici i capillari.

Aiutano inoltre a tenere sotto controllo il livello del diabete di tipo 2, migliorando la secrezione di insulina.

Fungono da antinfiammatorio naturale grazie alla rutina e quercetina contenute e risultano molto utili al benessere di tutto l’apparato cardiovascolare e muscolare, oltre a proteggere la pelle dagli agenti atmosferici e dall’inquinamento. In ultima sono molto utili in caso di ernia iatale.

Gli asparagi possono essere consumati sia cotti che crudi, preservando intatte le loro proprietà, assumendo un sapore più o meno forte.

Consigliati in gravidanza, aiutando lo sviluppo del sistema nervoso del bambino, grazie alle buone quantità di acido folico. Durante l’allattamento si consiglia di ridurre l’assunzione, potrebbe dare un sapore sgradevole al latte.

Curiosità: l’odore particolare che si riscontra nelle urine dopo il consumo degli asparagi è dato dall’asparagina (sostanza presente in molti altri alimenti), trattasi di un amminoacido non essenziale che il nostro organismo è in grado di produrre.

Attenzioni: il consumo è sconsigliato a chi soffre di calcoli, problemi renali o gotta e da evitare la sera per chi soffre di insonnia essendo un alimento molto energizzante.