La tarta de Santiago è la ricetta che ho preparato per la mia collaborazione con Lucia di unapennaspuntata.com, che comincia oggi. Lucia è un’archivista che lavora negli archivi ecclesiastici ed è esperta in Storia medioevale, infatti è forse più medioevale della sottoscritta (cosa difficile al giorno d’oggi). Dovete sapere che ha aperto il suo blog, nel quale parla di Storia e di Chiesa, quindici anni fa, quando era ancora minorenne. Altro che una principiante come me, che ho il blog da un anno e mezzo.
Seguo Lucia da diverso tempo, sia su Instagram che su Facebook, e mi piace molto il suo modo di scrivere, perché non è mai banale e riesce a catturare l’attenzione del lettore senza annoiarlo. Qualche settimana fa, mi aveva scritto che le sarebbe piaciuto collaborare con me ed io ho accettato volentieri. Abbiamo pensato di impostare la nostra collaborazione dedicandoci ad una delle ricette mensili legate al culto dei santi che regolarmente pubblico sul mio blog: io mi occuperò maggiormente della parte culinaria e lei di quella storico-agiografica.
Cominciamo con San Giacomo Maggiore e la Tarta de Santiago. Si tratta di un dolce tipico della Galizia e di tutta l’area che percorre il Cammino di Santiago per raggiungere il santuario di Santiago de Compostela, in cui è conservata la tomba di San Giacomo. Le sue origini risalirebbero addirittura al 1577, anche se il suo nome all’epoca era probabilmente “Tarta Real”. Solo nel 1924 la Casa Mora di Santiago, la più grande pasticceria compostelana di quell’epoca, ideò la decorazione di zucchero a velo con la croce simbolo dell’ordine monastico militare di Santiago (la mascherina per lo stencil potete trovarla su internet).
La ricetta è tratta dal libro “Santa Pietanza” di Lydia Capasso e Giovanna Esposito e la prima volta che l’ho fatta, due settimane fa, è venuta un disastro ma, siccome io sono capatosta, ci ho riprovato ed è venuta come si deve. E’ una torta priva di glutine e di lattosio, a base di mandorle, ma ne esiste anche una versione con guscio di pasta frolla o pasta brisé, simile ad una crostata. Nel 2011 la Tarta de Santiago è stata riconosciuta Indicazione Geografica Protetta (IGP).
Ora vi lascio qualche informazione su San Giacomo: è detto “il Maggiore” per distinguerlo dall’altro apostolo, cugino di Gesù, ed era il fratello di San Giovanni. Il Signore soprannominò i due fratelli “i figli del tuono” per il loro temperamento ardente e anche perché un giorno essi Gli avevano chiesto di far cadere il fuoco dal cielo su una città inospitale. Insomma, dei tipetti niente male. Con Pietro e Giovanni fu uno dei tre testimoni della trasfigurazione di Gesù e della sua agonia nel Getsemani. Fu decapitato a Gerusalemme nel 42 o 43 per ordine di Erode Agrippa. San Giacomo è patrono di cappellai, cavalieri, droghieri, farmacisti, pellegrini, profumieri, soldati, veterinari. Inoltre, viene invocato contro i reumatismi, per la benedizione e la protezione dei raccolti e per il bel tempo atmosferico.
Come tutti i santi che si rispettino, San Giacomo Maggiore è politicamente scorretto e antiecumenico. Divenne, infatti, il patrono della Spagna che, grazie alla sua intercessione, fu liberata dagli infedeli. Presso l’altare maggiore della basilica di Santiago, l’apostolo è rappresentato appunto come Matamoros (uccisore di Mori), titolo con cui è venerato in virtù del suo intervento miracoloso durante la battaglia di Clavijo (844) nella quale l’esercito cristiano guidato da Ramiro I, re delle Asturie, sconfisse le armate musulmane dell’emiro di Al- Andalus.
Per quanto riguarda il Cammino, il pellegrinaggio a Santiago de Compostela attirò nel Medioevo folle innumerevoli e, dopo quelli di Roma e Gerusalemme, fu il più celebre e più praticato della cristianità. Il percorso completo è lungo circa 800 km e di solito viene percorso in circa un mese, tra luglio e agosto, in concomitanza con il giorno in cui si festeggia il Santo, il 25 luglio. Una mia amica con il marito ed i sei figli, di cui la bimba più piccola di pochi mesi, è partita per il Cammino nei giorni scorsi: se lo facessi io, dovrebbero raccogliermi col cucchiaino dopo mezzo chilometro… Comunque, del Cammino vi parla più nello specifico Lucia QUI.
Ora veniamo alla ricetta.
Se vi piacciono le mandorle, provate anche il serpentone di Santa Anatolia.
- DifficoltàBassa
- CostoMedio
- Tempo di preparazione30 Minuti
- Tempo di cottura40 Minuti
- Porzioni8 persone
- Metodo di cotturaForno
- CucinaSpagnola
- Energia 361,65 (Kcal)
- Carboidrati 38,10 (g) di cui Zuccheri 34,65 (g)
- Proteine 10,47 (g)
- Grassi 19,82 (g) di cui saturi 2,08 (g)di cui insaturi 8,66 (g)
- Fibre 4,08 (g)
- Sodio 51,90 (mg)
Valori indicativi per una porzione di 98 g elaborati in modo automatizzato a partire dalle informazioni nutrizionali disponibili sui database CREA* e FoodData Central**. Non è un consiglio alimentare e/o nutrizionale.
* CREA Centro di ricerca Alimenti e Nutrizione: https://www.crea.gov.it/alimenti-e-nutrizione https://www.alimentinutrizione.it ** U.S. Department of Agriculture, Agricultural Research Service. FoodData Central, 2019. https://fdc.nal.usda.gov
Ingredienti
- 125 gfarina di mandorle
- 125 gmandorle (sgusciate)
- 250 gzucchero
- 300 guova (circa 6 uova medie)
- 1limone (scorza grattugiata)
- 1 cucchiainocannella in polvere
Per decorare
- q.b.zucchero a velo
Strumenti
- 2 Ciotole
- 1 Sbattitore
- 1 mixer
- 1 Teglia
- Carta forno
- Stampo a cerniera da 22 cm di diametro
- 1 Spatola
- Alluminio
- 1 Setaccio
- 1 mascherina a croce di Santiago per stencil
Preparazione
Per preparare la tarta de Santiago, per prima cosa distribuite, senza sovrapporle, le mandorle su una placca rivestita di carta da forno e fatele tostare per 10 minuti in forno statico preriscaldato a 120°. Poi lasciatele intiepidire, dopodiché tritatele grossolanamente in un mixer. Ora mescolate le mandorle tritate con la farina di mandorle.
A questo punto, con l’aiuto delle fruste elettriche, sbattete le uova con lo zucchero, la scorza di limone e la cannella. Poi aggiungetevi le mandorle e la farina di mandorle, amalgamando delicatamente con una spatola, con movimenti dal basso verso l’alto.
Ora imburrate ed infarinate una tortiera a cerniera del diametro di 22 cm, quindi versatevi il composto e fatelo cuocere per circa 40 minuti in forno statico preriscaldato a 180°. Vi consiglio di fare la prova con lo stuzzicadenti per verificare la cottura. Se la torta dovesse scurirsi troppo, negli ultimi 10 minuti di cottura copritela con un foglio di alluminio.
Quando la torta sarà fredda, sformatela e cospargetela con dello zucchero a velo setacciato. Se volete, potete decorarla, come ho fatto io, con l’aiuto di una mascherina a forma di croce di Santiago. Io l’ho trovata su internet: l’ho stampata, ritagliata e adagiata al centro della torta prima di cospargerla di zucchero a velo. Mi raccomando, rimuovetela con delicatezza. Se, comunque, nel toglierla, lo zucchero si spargerà al centro della decorazione (come è successo alla sottoscritta), toglietelo delicatamente con il manico di un cucchiaino, cercando di non deformare la decorazione.
NOTE
Se siete celiaci, usate una farina senza glutine per infarinare lo stampo.
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Questo dolce sembra davvero ottimo!
Sono contenta della collaborazione con Lucia, la seguo da molto tempo e ne conosco la serietà e la simpatia. Ora faccio un giro anche sul tuo blog. 🙂
Grazie mille! Sì, Lucia è molto simpatica e scrive davvero bene. Spero che la collaborazione duri a lungo. 🙂