Ciambella di Sant’Agata

La ciambella di Sant’Agata è un dolce tipico di Sant’Agata bolognese, in provincia di Bologna. Nonostante abitiamo a 10 Km di distanza da questo paese, né io né il marito conoscevamo questa ciambella che si prepara in onore della patrona. L’ho scoperta grazie al libro “Santa Pietanza” (sempre lui) di Lydia Capasso e Giovanna Esposito.
La ciambella di Sant’Agata è conosciuta anche come “ciambella del 3-3-3-1-1”, per ricordare le dosi, e come “brazadela tendra”, cioè “ciambella tenera”, per distinguerla da quella dura, di pasta frolla, tipica di Bologna (che, tra l’altro, abbiamo fatto al corso di cucina e che spero di replicare presto).
Questa ciambella venne citata, e da allora acquistò fama, in uno dei volumi delle ricette di Petronilla (medico pediatra, che dal 1928 diede consigli culinari sulle pagine de La Domenica del Corriere), insieme con il negozietto in cui si era soliti comprarla il 5 febbraio, nonostante si tratti di un dolce che si prepara normalmente in casa. In effetti, la ciambella di Sant’Agata è molto semplice da preparare: è la classica ciambella, soffice e profumata, perfetta per la colazione e la merenda.
Sant’Agata, vergine e martire siciliana, visse nel III secolo ma non si conosce l’anno esatto nel quale subì il martirio e nemmeno le circostanze del suo arresto. Secondo la tradizione, prima di essere messa a morte fu torturata subendo lo strappo dei seni con delle tenaglie. Infatti, ci sono dei dolci dedicati a questa santa, come le minne di S. Agata, che ricordano la forma di un seno. Il culto di Sant’Agata, che divenne patrona di Catania, si diffuse presto quanto quello di Santa Lucia, patrona di Siracusa; i nomi delle due sante compaiono infatti insieme nel Canone della Messa. L’antifona all’Introito “Gaudeamus omnes”, così spesso ripresa dalla liturgia, fu composta per la festa di Sant’Agata.
Le autrici del libro da cui ho preso la ricetta, rispetto alla ricetta originale hanno diminuito la quantità di lievito; io, invece, ho usato la dose originale, che ho rintracciato su internet.

Provate anche i gobeletti.

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  • DifficoltàBassa
  • CostoEconomico
  • Tempo di preparazione40 Minuti
  • Tempo di cottura40 Minuti
  • Porzioni10/12 persone
  • Metodo di cotturaForno
  • CucinaItaliana

Ingredienti

  • 300 gFarina 00
  • 3uova
  • 300 gZucchero
  • 100 gBurro
  • 1 bicchiereLatte
  • 1limone (scorza grattugiata)
  • 16 gLievito chimico in polvere (1 bustina)

Strumenti

  • 1 Pentolino
  • fruste elettriche
  • 2 Ciotole
  • 1 Setaccio
  • 1 Spatola
  • 1 Cucchiaio
  • 1 Stampo per ciambella da circa 26 cm di diametro

Preparazione

  1. Per preparare la ciambella di Sant’Agata, per prima cosa fate sciogliere il burro in un pentolino a fuoco basso e lasciatelo intiepidire.

    Nel frattempo, separate gli albumi dai tuorli e montate questi ultimi, con le fruste elettriche, con quasi tutto lo zucchero, tenendone da parte un cucchiaio scarso. Essendo la quantità di zucchero molto abbondante, i tuorli non verranno spumosi ma risulteranno piuttosto granulosi.

    A questo punto, aggiungete ai tuorli la farina setacciata con il lievito e mescolate con una spatola.

    Poi, sempre con le fruste elettriche, sbattete leggermente gli albumi con il cucchiaio di zucchero tenuto da parte ed aggiungeteli al composto di tuorli e farina, sempre mescolando.

    Ora aggiungete il burro fuso intiepidito e la scorza di limone grattugiata.

    Poi unite anche il latte e mescolate bene.

    Infine, versate l’impasto in uno stampo per ciambella (io ne ho usato uno da 26 cm di diametro) imburrato ed infarinato e fate cuocere in forno preriscaldato statico a 180° per circa 40 minuti.

NOTE

Nel libro da cui ho preso la ricetta della ciambella di Sant’Agata, c’era scritto di sciogliere il lievito nel latte ma, trattandosi di lievito chimico in polvere, ho preferito unirlo alla farina.

Se volete, potete spolverizzare la superficie della ciambella con dello zucchero a velo.

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