Proprio come a scuola, l’Mtc torna dalle vacanze e lo fa come sempre in gran stile con un piatto “sfida” che amo alla follia: la pasta con il pesce.
A salire in cattedra questo mese è Cristina Galliti che grazie a un magistrale articolo al profumo di mare si merita senza alcun dubbio il titolo di “cultore della materia” in fatto di brodi, fumetti di pesce, bisque, sfilettamenti e mantecature.
Il gioioso impeto scaturito all’idea di assaporarmi un bel piatto fumante di pasta con il pesce è stato in breve tempo sostituito da un leggero brivido lungo la schiena perchè a onor del vero devo ammettere che sono solita deliziare il mio palato con primi di mare esclusivamente in ristorantini che fiuto tipo cane da tartufi quando sono a zonzo.
Questa mia abitudine a farmi servire non nasce, a mia discolpa, dalla pigrizia che salta fuori in tante altre occasioni ma dal semplice fatto che mio marito detesta il pesce e ancora prima di sposarmi in casa non c’era l’abitudine, chissà poi perchè, di cucinare piatti di mare (gli unici ricordi che ho sono legati a qualche molliccio bastoncino di merluzzo congelato o a un paio di filetti di nasello annacquati in una sorta di sugo/brodo al pomodoro).
Ma l’Mtc è come sempre la giusta occasione per provare a mettersi in gioco e soprattutto per imparare, con tutta l’umiltà di chi vuole provare a portare in tavola qualcosa di buono, grazie alle preziose dritte e alla gustose idee di chi sicuramente ne sa più di te.
Così ho iniziato a pensare e tra le tante elucubrazioni che si susseguivano nella mia mente di due cose sono stata certa fin da subito: preparare la pasta in casa ma soprattutto cercare di elaborare un ricettina a base di pesce che avesse colori e profumi autunnali perchè, conoscendo i miei tempi biblici, già sapevo che avrei pubblicato il mio articolo negli ultimissimi giorni utili per restare in “gara” a estate ormai saluta.
Ho così immaginato morbidi polpetti (ho dovuto abbandonare l’idea del polpo che mi allettava non poco perchè le regole del gioco “imponevano” giustamente di partire dalla materia prima freschissima e io non sono riuscita a vincere quel “leggero” senso di inquietudine e impressione che genera in me il pensiero di avere un polpo fresco tra le mani da dover pulire) “affogati” nella corposità di un buon vino rosso nel cui sughetto andare poi andare mantecare delle profumate chitarrine al timo fatte in casa.
Il tocco finale, che ci ha messo un po’ ad arrivare, ma per fortuna è arrivato (la prova assaggio mi ha per fortuna dato ragione)? Una dadolata di pere appena saltate in padella con un filo di olio extra vergine di oliva, un pizzico di sale e una generosa macinata di pepe nero.
Venite in cucina con me?
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