E’ sempre un piacere partecipare agli eventi monotematici di Go Wine: ottima selezione di cantine, belle location e tanto tempo e tranquillità per parlare con i produttori, degustare con calma, quasi come un incontro in enoteca.
Si è svolto ieri all’Hotel Savoy presso via Veneto un interessante Focus Nebbiolo che ha permesso ad operatori del settore ed appassionati di approfondire e confrontare diversi prodotti. Spesso con un po’ di leggerezza parliamo di Barolo, Barbaresco, Roero e di Nebbiolo e ne percepiamo le differenze senza per altro soffermarci su quale legame ci possa essere tra loro. In effetti, il trait d’union che li accomuna è il vitigno, appunto il Nebbiolo. Ha radici profonde fino a 7 m: questa sua peculiarità gli consente di estrapolare le caratteristiche di ogni terreno; in base all’area geologica, l’esposizione e la lavorazione si ottengono vini differenti.
Meraviglioso! Quindi partendo dal Nebbiolo, esclusivamente nel territorio di Langa e Roero, si ottengono il Barbaresco, il Barolo, il Roero, il Nebbiolo d’Alba e il Langhe Nebbiolo. E’ davvero sorprendente come vini della stessa zona, con lo stesso tipo di invecchiamento e per di più dello stesso vitigno si esprimano in maniera così differente.
Il Barolo con i suoi tannini forse è il più conosciuto. II disciplinare detta che si può produrre solo in 11 comuni, 100% Nebbiolo ed un periodo minimo di invecchiamento di 38 mesi di cui 18 in legno. Il Barberesco si coltiva solo in 4 comuni, sempre 100% Nebbiolo con invecchiamento minimo di 26 mesi di cui 9 in legno.
Il fiume Tanaro delimita la zona e alla sua sinistra ci sono colline ripide e sabbiose che danno origine al Roero, 95% Nebbiolo, un periodo di invecchiamento di 20 mesi di cui 6 in legno. Questo vino è più minerale e sapido, con note delicate di frutta. Per il Nebbiolo d’Alba l’invecchiamento previsto è di 12 mesi e per il Langhe Nebbiolo devono essere seguite le norme dettate dal disciplinale vigente per tutte le denominazioni ‘’Langhe’’.
Questa è stata la premessa per raccontare quanto può essere interessante confrontare i prodotti proposti da Go Wine in questa degustazione di livello. Per me è stato un vero parco giochi, grazie anche alla deliziosa presenza di Claudia Lucchesi in rappresentanza della sua azienda La Biòca. Questa piccola azienda piemontese è giunta quest’anno alla sua quarta vendemmia ma già promette benissimo. Il suo nome in dialetto piemontese vuol dire testarda e caparbia ma anche un po’ pazzerella. La sua mascotte è il riccio, mite animaletto tenero ma anche ben protetto dai suoi aculei quindi forte.
L’azienda ha in totale 8,2 ha divisi in 4 vigneti nei comuni di Monforte d’Alba (Bussia, San Sebastiano), Novello (Ravera), La Morra (Castagni e Croera), Barbaresco (Secondine, Ronchi). Abbiamo iniziato proprio degustando il loro Ricciante, uno spumante extra dry rosato metodo Martinotti, ottenuto da Freisa 85%, Barbera 10% e Nebbiolo 5%, sei mesi sui lieviti. Bellissima etichetta e colore intrigante, fresco con profumi di frutti di bosco. Gradevolissimo.
Abbiamo girato per i banchi d’assaggio insieme a Claudia che ci ha descritto con doverosa imparzialità le altre cantine con le loro preziose chicche.
A destra e a sinistra del Tanaro, abbiamo viaggiato tra i sapori e gli odori, scoprendo le intensità e le morbidezze dei tannini. Vini giovani ed altri più maturi. Affascinanti gradazioni di granato e carminio che con le loro trasparenze brillavano elegantemente nei nostri calici. Alcuni sapidi e profondi, altri freschi e profumati ci narravano di una terra ricca di tradizione e di cultura.
Abbiamo gradito particolarmente il Barolo Bussia di Silvano Bolmida ed il Barbaresco della Tenuta San Mauro del 2004, di un bel rosso rubino con sentori di rosa ed un bell’equilibrio.
Per finire siamo tornati al banco de La Biòca ed abbiamo potuto apprezzare i loro Barolo e Barbaresco con le belle e simpatiche etichette un po’ piratesche che riportano la mappa con i vigneti. Nonostante la giovane età dell’azienda, entrambi i vini sono veramente notevoli, promettono molto bene. Piacevolissimi ed eleganti, il Barolo di un bel granato intenso, ha un profumo complesso ed una buona persistenza. Il Barbaresco di un rosso rubino, ha profumi floreali ed ha un buon corpo morbido. Complimenti!
Dopo aver terminato il nostro viaggio tra le Langhe alla scoperta del Nebbiolo in tutte le sue meravigliose varietà, con i calici vuoti vi do appuntamento alla prossimo viaggio. Stay tuned!