Erbazzone emiliano cucina regionale salata

Oggi vi faccio vedere come fare l’Erbazzone emiliano cucina regionale appunto dell’Emilia Romagna chiamato anche “scarpazzone” perché si prepara soprattutto con le biete e si utilizza anche la parte bianca delle coste, quella più dura.

Il tutto racchiuso in un guscio di pasta matta a base di strutto, ma oggi si trovano le varianti con la pasta sfoglia o la pasta brisée.

Un piatto di origini contadine povere che una volta si usava preparare con gli avanzi delle verdure creando cosi un pasto sostanzioso e gustosissimo.

Una torta salata perfetta da mangiare tiepida o anche a temperatura ambiente perciò perfetta anche per il primo picnic all’aria aperta a Pasquetta.

Se vi piacciono le torte salate a base di verdure qui sotto vi lascio altre idee gustose e poi andiamo subito dopo la foto a scoprire come si prepara l’erbazzone emiliano cucina regionale salata!!

Erbazzone emiliano cucina regionale salata
erbazzone emiliano cucina regionale
  • DifficoltàMolto facile
  • CostoMolto economico
  • Tempo di preparazione15 Minuti
  • Tempo di riposo30 Minuti
  • Tempo di cottura30 Minuti
  • Porzioni4
  • Metodo di cotturaBollituraForno elettrico
  • CucinaItaliana
  • StagionalitàPasqua

Ingredienti Erbazzone emiliano cucina regionale

Ingredienti per la pasta matta

250 g farina 00
50 g strutto (oppure burro)
100 ml acqua
5 g sale

Ingredienti per il ripieno dell’erbazzone emiliano cucina regionale

1 kg bieta (da costa)
70 g lardo (oppure 100 g di pancetta)
2 cipollotti
80 g Parmigiano Reggiano DOP (grattugiato)
3 cucchiai olio extravergine d’oliva
1 spicchio aglio
2 pizzichi sale
q.b. pepe nero
2 cucchiaini prezzemolo tritato

Strumenti

1 Stampo per crostate 24 cm di diametro
1 Padella
1 Pentola

Preparazione Erbazzone emiliano cucina regionale

Per la pasta matta

Per preparare l’erbazzone emiliano per prima cosa preparate la pasta matta, in una ciotola setacciate la farina e aggiungete lo strutto (oppure il burro) a pezzetti e lavoratelo con le dita.

Aggiungete il sale e l’acqua e impastate velocemente formando una palla liscia e compatta.

Fatela riposare in frigorifero almeno 30 minuti.

Preparate il ripieno per l’Scarpazzone

Mondate le bietole e tagliatele dividendo anche i gambi, fatele cuocere in una pentola colma d’acqua per 5/6 minuti quindi scolatele e strizzatele.

Tritate i cipollotti insieme allo spicchio d’aglio facendoli soffriggere in padella con dell’olio extra vergine insieme al lardo o la pancetta tagliata a pezzettini per 5 minuti.

Nel frattempo tritate grossolanamente le bietole appena scolate oppure passatele nel tritatutto.

Quando cipollotti e lardo saranno appassiti aggiungete le bietole e fatele cuocere aggiungendo sale e pepe a piacere.

Mescolate spesso e fate andare per 10 minuti quindi fate intiepidire prima di aggiungere il formaggio grattugiato.

Preriscaldate il forno a 200° in modalità statica quindi prendete l’impasto dal frigo e dividetelo in 2 parti.

Stendete ogni parte in una sfoglia rotonda, sistemate il primo disco dentro uno stampo per crostate foderato con carta forno.

Farcite con il composto di bieta e cipollotti livellando bene in superficie, coprite con il secondo disco di impasto e chiudete bene i bordi.

Spennellate con olio oppure con del latte, bucherellate in superficie per evitare che lo scarpazzone emiliano si gonfi troppo in cottura.

Infornate nel ripiano centrale del forno e cuocete per almeno 30 minuti oppure fino che vedrete la superficie ben dorata e croccante.

Sfornate facendo intiepidire prima di sformare e servitelo.

Aspettate, prima di andare vi lascio la mia PAGINA FACEBOOK se volete essere aggiornati ogni giorno con la mia ricetta.

Come si conserva l’erbazzone emiliano cucina regionale

Potete conservarlo in frigorifero ben chiuso in un contenitore ermetico per 2 giorni.

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FAQ (Domande e Risposte)

Si può fare con gli spinaci?

Si, certo, ci sono versioni anche con gli spinaci oppure con tutte due le verdure.

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Pubblicato da Ana Amalia

Con le foto di famiglia e il matterello di mia nonna, sono partita dall'Argentina per trasferirmi in Veneto: ho ripreso le tradizioni delle mie nonne italiane e le ho riportato in Italia facendole finalmente mie!"