La Roveja è un piccolo legume quasi dimenticato, presidio slow food dei Monti Sibillini tra Cascia e Norcia. Ha un sapore tra il pisello e la fava, leggermente amarognolo con un profumo di erba tagliata. La sua raccolta è completamente manuale,:viene falciata, raccolta, essiccata e battuta a mano quindi il costo è piuttosto elevato ma ha un’ottima resa…e poi ne vale veramente la pena! Ma ad ogni modo gli alti costi di produzione hanno scoraggiato una coltivazione intensiva e ormai è reperibile solo da pochi agricoltori. La ricetta più tradizionale è la farecchiata, una sorta di polenta condita con un intigolo di alici e aglio. Questa è la mia interpretazione. La proporzione è 1 parte di farina di roveja e 6 di acqua.
Roveja gr 200
Acqua l. 1,2
sale
Seppioline kg 1,2
un bicchiere di vino bianco secco
aglio e prezzemolo
qualche patata
Olio evo, sale e pepe
Portate l’acqua quasi ad ebbolizione, salatela e versate a pioggia la roveja, come si fa per la polenta e cuocetela mescolando per 45 minuti. Versatela poi in stampi per muffin (ho usato quelli di silicone).
In un tegame fate imbiondire uno spicchio d’aglio privato del germoglio e poi versate le seppie. Quando si saranno scottate da tutti i lati, versate un bicchiere di vino. Sbucciate le patate e tagliatele a dadini quindi unitele alla seppie e portate tutto a cottura. A fuoco spento spolverare con un po’ di prezzemolo tritato.
Nel forno a 250 gradi passate la roveja per 5 minuti. Al centro di ogni piatto metette uno sformatino di farecchiata ed intorno adagiate le seppioline. Buon appetito!
Ma che meraviglia!!!
Non conoscevo questo legume, mi piacerebbe tanto assaggiarlo!!!
Sono contenta di averti fatto conoscere una cosa nuova 😀