La natura ha un potere inquantificabile considerando tutto quello che ci toglie e dà, attraverso un sistema gerarchico dittatoriale funzionale ai massimi livelli e finalizzato all’ordine. Per ordine si intende equilibrio. Per equilibrio, rispetto. Per rispetto, dualismo e per dualismo, parità o compensazione. Da qui ne viene che tutti i concetti e le questioni su cui dibattiamo e ci soffermiamo ogni giorno non sono che intralci e stralci di un solo aspetto: la soggettività. Nessuna verità è un dogma, nessuna religione. Non esiste messia che propugni la fede assoluta, soprattutto quella è condizionale. Chi stabilisce cosa è giusto o sbagliato, chi delimita i confini dell’amore invalicabile, circonscrivendolo in un piattello bidimensionale? Chi ci obbliga ad amare con desiderio una sola persona, una sola donna, un solo uomo? Chi demonizza l’intuizione per l’oggettività solo perché dimostrabile fino a prova contraria?
Forse la massa … no! Lo fa il più Forte. Perché la vita è un riflesso della natura e la natura è una scala piramidale che prende forma dalle pendici più basse dell’universo, a sua volta infinito, a sua volta sottomesso a qualcosa di ancora più grande, contrario ad ogni oggettività. È proprio come nella biodiversità dell’oceano immenso o nell’ecosistema della Savana. Il più grande, mangia il più piccolo, a meno che questo non si avvalga di una strategia talmente valida da permettergli di vivere. È qui che entra in gioco la mente, il pensiero e di conseguenza l’evoluzione. Quindi, cosa possiamo fare? Arrenderci all’ineluttabilità di una condizione predeterminata, alla sventura? No. Possiamo cominciare a guardarci dentro piuttosto che fuori, considerando una delle prime leggi ermetiche: lo spirito. O principio del mentalismo:
“Tutto è spirito. La fonte di tutto è infinito spirito creatore, che permea tutte le cose visibili”.
Non basta guardare avanti.
Andiamo oltre.
