Per il cinico la sensibilità è debolezza.
La fragilità una bassa attitudine alla benevolenza.
L’ empatia una porta chiusa, un nome ad ogni cosa, una falsa credenza.
Il cinico non è mai pigro, la sua linea è sempre retta.
Si conforta nella noia, che ogni cosa sia sempre la stessa.
Non fa domande, ascolta e adempie alla riservatezza.
È un acuto osservatore il cinico, sempre col nemico alle spalle.
È bruto, crudo, assuefatto dal piacere.
Non sente, non sogna, non molla.
La sua carne sembra di cuoio. Dura, essudata, spessa.
Disciplinato, scaltro, non educato alla comprensione.
I suoi bisogni sono specificatamente suoi, perché lui sa sempre cosa fa bene a TE.
Ecco, lui mi biasima, io no.
Io lo capisco, perché dall’alto delle mie aspirazioni lo vedo.
Lo sento.
Respiro tutto quello che è in lui e lo sostengo,
e dall’ignoto delle sue ragionevoli convinzioni,
io sono proprio quella fragilità che lo stempera dal suo mondo statico e refrattario alla benevolenza.